C’è un problema serio però. A “Mara” e ai “suoi” parlamentari forzisti che fanno base in Campania e in Calabria e che da tempo si trovano a disagio nel partito dell’ ex Cavaliere non piace Salvini. E non vogliono passare dalla padella alla brace.
Perché Forza Italia è ormai “vittima di un gruppo ristretto di persone che tengono in ostaggio Berlusconi per conservare il loro potere personale”. Ma di diventare la stampella di Matteo Salvini non ci pensano proprio. Anche se, sostengono i totiani, “Mara ci sta pensando. E del resto con Giovanni si sentono quasi quotidianamente”. Fatto sta che nell’incontro durato un’ ora a Montecitorio i due si sono confrontati sulla crisi di governo e sugli esiti possibili: le urne, che sarebbero la prima prova elettorale di Toti, o il proseguimento della legislatura fino alla sua scadenza naturale tra tre anni. In questo ultimo caso il governatore avrà bisogno di dare urgentemente, quando il Parlamento avrà riaperto ufficialmente i battenti, una nuova casa ai parlamentari che hanno deciso di seguirlo nella sua nuova avventura politica. E che per questo sono stati scomunicati da Forza Italia anche se finora, solo a mezzo stampa: una minaccia di espulsione che è rimasta tale e la decadenza ancora da certificare dai ruoli di vertice nei gruppi parlamentari e negli uffici di presidenza delle commissioni.
Insomma i forzisti sperano che i totiani tolgano le tende, anche se finora non hanno accelerato. Ma la convivenza a settembre si farà insopportabile e quindi bisognerà traslocare come in ogni divorzio che si rispetti. La casa dei totiani potrebbe essere proprio la Camera dove è ancora possibile grazie al regolamento creare un gruppo parlamentare nuovo di pacca anche se si è stati eletti sotto altre insegne.