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Politica

Governo, duello Conte-Salvini: per i sondaggisti Salvini è avanti ma…

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L’apertura della crisi di governo resta un rebus tutto da giocare, prima che la palla passi agli elettori che con il loro voto decideranno le sorti del paese. I sondaggisti sono cauti nel fare previsioni: “Abbiamo un premier ancora in carica, non sappiamo con certezza quando Conte si presentera’ alle Camere – dice Nicola Piepoli – abbiamo davanti infinite soluzioni. Auspichiamo che tutti gli attori coinvolti, ministri e parlamentari in blocco, siano disponibili ad un dialogo costituzionale. E poi non dimentichiamo – aggiunge – che il nostro arbitro riamane il capo dello Stato Mattarella. Attendiamo il suo fischio, sara’ sua la decisione e sara’ ponderata”. “Se quello che ci ha detto l’inquilino di Palazzo Chigi, Conte, e’ che sara’ un passaggio parlamentare a formalizzare la fine dell’esperienza gialloverde – spiega Piepoli – ora non abbiamo chiaro se ci sono i tempi tecnici per andare alle elezioni a ottobre. Quando dovrebbero sciogliersi le Camere? E ancora: il Quirinale esperira’ comunque (e quando?) il tentativo di formare un nuovo governo? E’ praticabile la strada di un esecutivo provvisorio, o di scopo? Con il ritorno alle urne in autunno, ma saranno in autunno? In che tempi l’esecutivo post-voto potrebbe cominciare la sua attivita’?”. Insomma, secondo il decano dei sondaggisti e presidente dell’Istituto Piepoli, “occorre attendere per fare previsioni numeriche o dare percentuali elettorali sul voto degli italiani, come e’ inutile sbilanciarsi sulla data delle elezioni. Ma non vuole esprimersi neanche sulla manovra di bilancio, che le Camere devono approvare prima del 31 dicembre, o azzardare una previsione? “Alla fine tutto s’aggiusta”, risponde. In tutte le ipotesi, secondo Antonio Noto, direttore dell’Istituto Noto Sondaggi, interpellato, “Matteo Salvini sarebbe in grande vantaggio alle prossime elezioni: arriverebbe al 38% da solo. L’obiettivo del 40% sembra dunque alla portata della Lega alleata con il partito della Meloni (8%), senza FI (6,5% al netto della scissione). Sale il Pd, al 22-23%, rimanendo comunque decisamente staccato dalla Lega ma al di sopra del dato del Movimento 5 Stelle, che oscilla tra il 17 e 18%. I pentastellati comunque, nonostante la decisione del governo di proseguire con la Tav, sono in crescita. Conte potrebbe non uscire dalla partita e addirittura correre autonomamente”. Noto pero’ tiene a precisare: “Stiamo facendo un po’ di fantapolitica, visto che e’ tutto ancora in alto mare e non sappiamo quando si vota e cosa succedera’ nelle prossime ore. Comunque ‘l’avvocato del popolo’ ha guadagnato molti consensi, e se decidesse di presentarsi con una sua lista potrebbe arrivare a raggiungere tra il 7 e l’l1%”. Ma con chi farebbe la sua alleanza, con i pentastellati? “Penso che andrebbe con il Pd”. Anche secondo Noto, “come previsto dalla Costituzione, Mattarella provera’ a trovare una maggioranza alternativa. Ma caduto questo governo, le elezioni saranno indispensabili per legittimare a pieno il nuovo esecutivo. Salvini dal canto suo, volendo governare da solo, non vuole allearsi con Berlusconi, non tornerebbe mai indietro rispetto a prima dicendo: mi sono sbagliato. La situazione, comunque, cambia di ora in ora”.

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Napoli

De Luca: Manfredi smentisca consulenze a docenti Federico II

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Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, chiede al commissario di Bagnoli, vale a dire il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, di smentire quanto “sostengono gli esponenti di Fratelli d’Italia di Napoli in merito alle consulenze a docenti della Federico II”. “Io suggerirei al commissario di smentire queste illazioni oppure di fornire l’elenco delle consulenze date a docenti della Federico II per stroncare e bloccare eventuali speculazioni”, ha sottolineato De Luca.

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In Evidenza

Ancora un Commissario: per il granchio blu e per la peste suina

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Parola mantenuta sul decreto di sostegno all’agricoltura preannunciato, a metà marzo a Roma, dal ministro Francesco Lollobrigida alla Conferenza organizzativa della Cia-Agricoltori Italiani, e frutto della collaborazione di più ministeri, – a partire da Difesa, Ambiente, Salute, Turismo – , nonché di ulteriori confronti con tutte le organizzazioni di rappresentanza del settore primario. Oggi ha preso forma in dodici articoli e verrà presentato la prossima settimana in Consiglio dei ministri. Al traguardo di un working in progress reso noto in più occasioni dallo stesso ministro Lollobrigida, ma senza fornire i dettagli sulle misure di aiuto “per rispetto – ha detto – del Cdm dove verrà discusso”. L’obiettivo dichiarato, durante la 75/ma assemblea di Fruitimprese, è quello di affrontare non solo le situazioni critiche ma anche per mettere in campo una strategia volta a migliorare i controlli del settore e altre questioni che riguardano “un mondo che deve essere protetto, salvaguardato e promosso”, ha sottolineato Lollobrigida.

Stando all’ultima bozza del provvedimento, il dl Agricoltura di prossimo varo prevede aiuti alle imprese danneggiate dalla guerra in Ucraina ma anche dal proliferare del granchio blu per cui arriva un commissario straordinario nazionale in carica fino al 2026, o per i produttori colpiti dalla “moria dei kiwi”, oltre a nuovi interventi per arginare la peste suina e il rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali. E per limitare l’uso del suolo agricolo si dispone che “le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’istallazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra”. La società “Sistema informatico nazionale per lo sviluppo dell’Agricoltura – Sin Spa” viene incorporata nell’Agenzia per le erogazione in Agricoltura, Agea.

Inoltre per far fronte alla complessa situazione epidemiologica derivante dalla diffusione delle Peste suina africana (Psa) i piani di contrasto al proliferare dei cinghiali lungo l’intera Penisola verranno attuati anche mediante il personale delle Forze armate, previa frequenza di specifici corsi di formazione e mediante l’utilizzo di idoneo equipaggiamento. Sarà coinvolto un contingente di massimo 177 unità, e per un periodo non superiore a 12 mesi, con spese a carico, viene precisato nel testo, del Commissario straordinario preposto al contrasto Psa.

Il decreto guarda anche al settore pesca e dell’acquacoltura per contenere gli effetti della crisi economica conseguente alla diffusione del granchio blu. Le imprese della comparto che nel 2023 hanno subito una riduzione del volume d’affari, pari almeno al 20 per cento rispetto all’anno precedente, previa autocertificazione potranno avvalersi della sospensione per 12 mesi delle rate dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale, cambiali agrarie comprese. “In questo provvedimento – ha sottolineato Lollobrigida uscendo da Palazzo Chigi – ci saranno alcune delle cose che avevamo garantito. Sul granchio blu abbiamo fatto molto, e bisogna fare ancora di più: bisogna avere una strategia di carattere italiano ed europeo non solo per arginare i danni che vengono provocati ma anche per trovare una soluzione definitiva”.

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Politica

Pichetto: norme per il nucleare entro la legislatura

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Entro questa legislatura, il governo Meloni vuole varare tutta la normativa necessaria per reintrodurre il nucleare in Italia. Questo perché i primi reattori a fissione di 4/a generazione, quelli su cui punta l’esecutivo, dovrebbero andare in produzione alla fine del decennio. E per quella data, il governo vuole avere pronto il quadro giuridico per installarli e farli funzionare. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha annunciato i suoi obiettivi in una intervista a Radio 24. Alla domanda del giornalista se entro la legislatura potrà essere cambiato il quadro legislativo sul nucleare, Pichetto ha risposto “sì. Io ce la metto tutta. Questo è il mandato del governo e del Parlamento”.

Il ministro ha spiegato più volte che non vuole tornare alle grandi centrali, come in Francia, ma puntare sugli “small modular reactors”, il nucleare di 4/a generazione: in pratica, motori di sommergibili chiusi dentro cilindri di metallo, economici e facili da costruire e da gestire. Quattro moduli da 100 megawatt, installati insieme, forniscono l’elettricità di una centrale a gas. Secondo Pichetto, potrebbero essere direttamente i consorzi industriali a farsi la “loro” centrale. Ma i tempi per avere i piccoli reattori modulari, ha spiegato oggi il ministro, “sono 2, 3, 4 anni, il prodotto non c’è ancora.

Si parla di avere le condizioni di produzione di questi piccoli reattori alla fine di questo decennio. Vuol dire che in questa legislatura dobbiamo avere tutto a posto” dal punto di vista giuridico. Pichetto il 27 aprile ha incaricato il giurista Giovanni Guzzetta di di costituire un gruppo di lavoro per ridisegnare tutta la normativa sul nucleare in Italia, in vista del ritorno delle centrali atomiche nel nostro paese. La questione non è secondaria.

Dopo l’abbandono del nucleare nel 1987, nel nostro Paese non c’è più una disciplina sulle autorizzazioni degli impianti e sul loro funzionamento. E non ci sono neppure le fondamentali normative sulla sicurezza. Senza leggi e regolamenti, non si possono riaprire le centrali. Il ceo di Newcleo, la principale società italiana per il nucleare, Stefano Buono, giorni fa fa ha dichiarato che “se il quadro normativo verrà stabilito rapidamente, potremmo prevedere di dispiegare i primi Small Modular Reactors in Italia entro il 2033”. Ma il rinnovo delle regole non è l’unico problema.

Gli italiani hanno detto no al nucleare due volte, con i referendum del 1987 e del 2011. Il governo sostiene che questi no non sono più validi, perché si riferiscono alle grandi centrali di 3/a generazione, e non agli small modular reactors. Ma l’opposizione all’atomo resta forte nel Paese: l’opposizione di sinistra è contraria, e così gli ambientalisti, convinti che il nucleare sia inutile e costoso, e che occorra invece puntare sulle rinnovabili. In caso di ritorno all’atomo, un nuovo referendum è un’ipotesi tutt’altro che improbabile, e dall’esito incerto. E poi c’è la questione del deposito nazionale delle scorie nucleari, mai realizzato da decenni, per le fortissime opposizioni popolari. Pichetto ha detto che punta a individuare il sito entro la legislatura, fra le 51 ipotesi individuate dalla Sogin (la società pubblica per lo smantellamento delle centrali), in Piemonte, Lazio, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna.

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