Collegati con noi

Cronache

Le carceri italiane sono le più affollate in Europa, calano i detenuti stranieri

Pubblicato

del

Le carceri italiane sono le piu’ sovraffollate dei paesi dell’Unione europea, gli stranieri sono in diminuzione, calano anche gli ingressi ma aumentano le pene e in quasi la meta’ delle carceri visitate le celle non sono aperte otto ore al giorno come prevede la legge. Sono alcuni dei dati raccolti dal rapporto ‘Numeri e criticita’ delle carceri italiane nell’estate 2019′, redatto da Antigone.

SOVRAFFOLLAMENTO – Al 30 giugno 2019 i detenuti nelle 190 carceri italiane erano 60.522. Negli ultimi sei mesi sono cresciuti di 867 unita’ e di 1.763 nell’ultimo anno. “Se questa progressione dovesse essere rispettata, nel giro di quattro anni ci troveremmo nella stessa situazione che produsse la condanna da parte della Corte Europea dei Diritti Umani nel 2013”, spiega il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella. Il tasso di sovraffollamento e’ pari al 119,8%, il piu’ alto nell’area Ue, seguito da quello in Ungheria e Francia. A Como, Brescia, Larino, Taranto il tasso di affollamento e’ del 200%, ossia vivono due detenuti dove c’e’ posto per uno. Tutto questo significa spazi inadeguati: nel 44% delle carceri visitate non tutte le celle sono aperte almeno 8 ore al giorno, come prevede la legge, e nel 31% dei casi i detenuti non possono mai muoversi in autonomia. “La soluzione all’affollamento – dice ancora – non puo’ essere rintracciata nella costruzione di nuovi istituti”.

DETENUTI STRANIERI – Al 30 giugno 2019 i detenuti stranieri sono il 33,42% dei reclusi. Erano il 33,95% sei mesi fa e il 35,19% sei anni fa, al tempo della sentenza di condanna da parte della Corte Europea dei Diritti Umani nel caso Torreggiani. Ed erano il 37,10% dieci anni fa. “I dati evidenziano che il link immigrazione-criminalita’ non tiene ed e’ usato strumentalmente come fattore di propaganda”, continua Gonnella. Se nel 2003 su ogni cento stranieri residenti regolarmente in Italia l’1,16% finiva in carcere, oggi la percentuale e’ scesa allo 0,36%.

MENO INGRESSI MA PENE PIU’ LUNGHE – Dai dati si evince inoltre che diminuiscono gli ingressi in carcere, pur in presenza di un aumento dei detenuti, e cio’ testimonia che quest’ultimo non e’ dovuto a un aumento del crimine bensi’ ad altri fattori, quali l’aumento della durata delle pene inflitte. “L’aumento del sovraffollamento – sottolinea Gonnella – al di la’ dei luoghi comuni agitati da alcune parti politiche, non e’ dovuto ad un aumento della criminalita’, in particolare straniera. Infatti, da una parte, il numero di reati e’ in costante calo e anche gli ingressi in carcere sono in conseguente diminuzione. Il numero piu’ alto di detenuti si spiega dunque con l’aumento delle durata delle pene, frutto anche delle politiche legislative degli ultimi anni”.

IL 44% DETENUTI DA 4 REGIONI DEL SUD – Il 44% dei detenuti provenienti da Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Un dato che cresce al 77% se si sommano i detenuti stranieri. Oltre mille detenuti sono analfabeti, di cui ben 350 italiani. In Italia gli analfabeti sono lo 0,8%, in carcere la percentuale raddoppia. Inoltre 6.500 detenuti, piu’ del 10% del totale, hanno solo la licenza elementare. I laureati sono poco piu’ dell’1% (698), mentre nella societa’ libera sono il 18,7%. “Investire sull’educazione e sul welfare costituisce una forma straordinaria di prevenzione criminale – spiega Antigone – Nei tempi brevi non produce consenso. Nei tempi lunghi producesicurezza”.

SPAZI VERDI E INTERNET – Riguardo alla qualita’ della vita in carcere, “nel 30% di quelle visitate non risultano spazi verdi dove incontrare i propri cari e i propri figli. Nel 65,6% delle carceri non e’ possibile avere contatti coi familiari via skype, nonostante la stessa amministrazione e la legge lo prevedano. Nell’81,3% delle carceri non e’ mai possibile collegarsi a internet.

SUICIDI – Dall’inizio dell’anno sono stati 26 i suicidi in carcere, 94 i morti in totale.

ISTRUZIONE IN CARCERE – Avendo ricevuto la segnalazione circa la chiusura di diversi corsi scolastici nei territori del Lazio e della Calabria, Antigone ha chiesto chiarimenti alle istituzioni scolastiche locali, regionali e nazionali, “ma non abbiamo ricevuto risposta”.

Advertisement

Cronache

Calcio: il Bari condanna l’aggressione al direttore sportivo

Pubblicato

del

Il Bari “esprime vicinanza e solidarietà al ds Ciro Polito vittima nella serata di ieri di una vera e propria aggressione avvenuta, ad opera di ignoti, nel post gara di Cittadella-Bari”. Secondo quanto denunciato da Polito, un gruppo di tifosi baresi lo ha aggredito in un autogrill in provincia di Rovigo. “Il dirigente biancorosso, mentre si trovava in sosta in un autogrill sulla via di ritorno dalla città veneta – scrive il club di Luigi De Laurentiis – è stato raggiunto e aggredito, verbalmente e fisicamente, da un gruppo di ignoti che subito dopo si sono dileguati. Le autorità competenti intervenute hanno da subito avviato le procedure per l’individuazione dei soggetti responsabili”. “La società biancorossa – si legge ancora – condanna con forza quanto accaduto ad opera di ‘vigliacchi’ che nulla hanno a che vedere con il tifo barese e con lo sport. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, quando la ragione lascia spazio alla violenza abbiamo già perso tutti”.

Continua a leggere

Cronache

L’Italia: terra di santi, poeti, navigatori… e commercialisti

Pubblicato

del

L’Italia, patria di santi, poeti, navigatori e… commercialisti? Sembrerebbe proprio di sì, se guardiamo ai dati recentemente pubblicati dalla Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti. Nel loro rapporto annuale sull’albo della categoria professionale, emerge un trend in crescita che potrebbe far sorridere gli amanti delle espressioni stereotipate sul popolo italiano.

Nel corso del 2023, il numero di nuovi iscritti alla professione di commercialista ha registrato un significativo incremento, con ben 1.864 nuovi membri che hanno varcato la soglia dell’Albo. Ma non è tutto: sono state anche costituite 161 nuove Società tra professionisti, segno di un interesse sempre più vivo per questa professione.

Secondo i dati riportati, rispetto al 2007, anno cruciale che ha segnato la formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri, il numero degli associati è aumentato del 12%, raggiungendo la considerevole quota di 120.424. Una crescita significativa, che testimonia l’importanza e la rilevanza che questa figura professionale continua a rivestire nell’ambito economico italiano.

Ma non è solo il numero degli iscritti a destare interesse. Anche la composizione della professione sta subendo delle trasformazioni. Secondo il rapporto, al 31 dicembre scorso le professioniste hanno raggiunto il 33,8%, mentre i giovani rappresentano il 14,7% della platea professionale. Un segno di cambiamento e di inclusione che caratterizza il tessuto dei commercialisti italiani.

Tuttavia, non mancano le sfide. Se da un lato si registra una crescita costante degli iscritti, dall’altro si osserva un rallentamento in alcune aree geografiche. Le regioni settentrionali e centrali, ad esempio, mostrano un tasso di crescita inferiore rispetto agli anni precedenti, mentre nelle regioni meridionali si assiste addirittura a un’inversione di tendenza.

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, interpreta questi dati come una testimonianza della resilienza della professione di commercialista in un momento di crisi per molti altri settori professionali. La crescita costante e il recupero del reddito medio negli ultimi due anni dimostrano, secondo de Nuccio, la solidità e la dinamicità di questa figura professionale.

Insomma, se l’Italia è stata storicamente celebrata per i suoi santi, poeti e navigatori, sembra che ora i commercialisti abbiano conquistato un posto di rilievo nella narrazione del paese. Forse è proprio vero quello che si dice: in Italia c’è posto per tutti, anche per i numeri e le cifre.

Continua a leggere

Cronache

Scontro fra Vannacci e Paglia, consigliere di Crosetto

Pubblicato

del

Scontro a distanza fra Roberto Vannacci e il tenente colonnello Gianfranco Paglia , consigliere del ministro della Difesa Guido Crosetto, che a Zona Bianca, su Rete4, ha sostenuto che il generale, sospeso dal servizio e ora candidato con la Lega alle Europee, con il suo libro “ha macchiato l’uniforme, e noi militari non possiamo permettercelo”.

“Il mio dovere – ha aggiunto Paglia – è spiegare all’Italia tutta che il pensiero Vannacci non è il pensiero della Difesa”. “Io non ho visto la TV ma mi faccio una domanda – la replica di Vannacci su Facebook -: parlando in Uniforme esprimeva un suo parere personale o quello dell’Istituzione a cui appartiene? Perché io, per aver scritto un libro a titolo personale nel mio tempo libero, sono stato accusato e sospeso anche per aver suscitato l’associazione tra l’autore e le idee dallo stesso espresse all’Istituzione di appartenenza! Ma non mi preoccupo….si tratta di un fuoco di PAGLIA!”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto