Collegati con noi

Cultura

Teatro in festa per i 99 anni della grande Franca Valeri

Pubblicato

del

Alla vigilia del suo 99esimo compleanno mentre negli ultimi, recenti incontri pubblici in forma di intervista con riflessioni e ricordi sul proprio lavoro dimostra ancora tutta la sua verve indomita, tornano in mente certe parole scritte in ”Bugiarda no, reticente” da Franca Valeri poco prima di compiere 90 anni: ”La nostra generazione era preparata. La preparazione non e’ solo forza fisica, ed e’ indubbio che noi siamo piu’ robusti dei giovani, l’esercizio e’ soprattutto di genere morale. Aspettare. Riscuotere. Amare e riamare, riderci sopra, ricordare con la giusta proporzione dei sentimenti. Insomma, non e’ proprio semplice, ma noi siamo quelli li’…”. E in queste parole c’e’ tutta la distanza dalla generazione millenial e legata ai social, che aiuta a capire la peculiarita’ di questa donna.

Dieci anni fa, pubblicando questa autobiografia, ancora saliva in scena e stava per debuttare con una nuova commedia, ”Non tutto e’ risolto”, mentre si batteva pubblicamente contro il progetto di una discarica vicino al sito archeologico di Villa Adriana, nel Lazio, conducendo una battaglia che fini’ vittoriosamente. E mentre tutti la ricordavano ancora come la Signorina Snob o la Sora Cecioni, figure di cui a lungo si e’ sentita prigioniera, amava sottolineare come a un certo punto avessero riconosciuto Franca Valeri come scrittrice e autrice di vari libri e commedie” e non piu’ solo come attrice comica tv, tra l’altro tradita sulle sue origini culturali dal proprio nome d’arte scelto per la sua ammirazione per il raffinato poeta francese Paul Valery, ”perche’ mio padre non voleva facessi teatro”, al posto dell’originale Franca Maria Norsa. E infatti la sua grandezza e’ stata proprio nella raffinatezza del suo umorismo, come della sua satira, capace di sedurre gli intellettuali e assieme di conquistare il pubblico piu’ popolare, in un percorso che nasce nel dopoguerra e dal suo sodalizio con Vittorio Caprioli (che sarebbe poi diventato suo marito) e Valerio Bonucci con cui, dopo essere stata bocciata all’esame di ingresso all’Accademia d’Arte Drammatica e aver lavorato nel’48 con la compagnia Tofano-Solari, diede vita nel 1951 ai ”Gobbi”, creatori di una rivista da camera intitolata ”Carnet des notes”, un nuovo modo di fare cabaret con mordente satira della societa’ italiana, che fu lanciata anche dal travolgente successo ottenuto a Parigi. La sua carriera si divide tutta, specie agli inizi, tra teatro e cinema che la rende nota con i vari film di Caprioli (da ‘Leoni al sole’ a ‘Parigi o cara’) e in particolare con ‘Il segno di Venere’ del 1955 di Dino Risi, in cui sfoggia tutta la sua grinta teatrale, duettando con l’antagonista Sordi e quasi mettendo in ombra Sophia Loren. Ma a farle guadagnare un posto nell’antologia dei caratteristi italiani e’ la straordinaria prova al fianco sempre di Sordi ne ‘Il vedovo’ (1959) come poi ”Crimen’ di Camerini in cui lavora con Sordi, Gassman e Manfredi nel 1960, anno in cui in teatro lavora al Piccolo nella ‘Maria Brasca’ di Testori, e via via sara’ anche in spettacoli d’autore di rilievo e successo come ‘Fior di pisello’ di Bourdet, diretto da Giuseppe Patroni Griffi, e ‘Gin Game’ di Coburn, grande prova d’attore con Paolo Stoppa.

Ma a renderla davvero popolare era stato il boom della tv dove divenne una delle attrazioni dei varieta’ firmati da Antonello Falqui, proponendo i suoi personaggi ponendosi come la prima e allora unica vera comica donna, quasi contraltare femminile di Sordi. E’l’epoca della Sora Cecioni, lanciata da Studio Uno e diventata un piccolo classico, assieme alla piu’ sofisticata Signorina snob, che per la sua creatrice ”non era la figurina di uno sketch, ma qualcosa di vero e vissuto in cui traspare anche la tragedia dello snob, quella di non riuscire a adeguarsi alla realta’ che lo circonda”. In tv, piu’ vanti, prendera’ anche parte a alcune fiction, dalla sit-com con Bramieri ‘Norma e Felice’ al successo accanto a Nino Manfredi in ‘Linda, il brigadiere e…’ su Raiuno nel 2000. Il suo sguardo ironico di interprete e testimone partecipe dei cambiamenti della societa’ italiana nella seconda meta’ del secolo scorso trovera’ un momento alto di espressione quando negli anni ’70 comincia a scrivere e interpretare commedie proprie cui tiene moltissimo, da ‘Lina e il cavaliere’ a ‘Meno storie’ o ‘Tosca e altre due’ (divenuta anche film nel 2003), mentre, con la solita vitalita’ e curiosita’, inizia poi seriamente a darsi alla musica appoggiata dal suo nuovo compagno, il musicista Maurizio Rinaldi, sia come regista lirica, sia dando vita al concorso annuale ‘Battistini’ per giovani cantanti nella sua bella casa sul lago di Bracciano, vicino a Roma. Tutto questo senza smettere di scrivere e recitare passando sia gli 80 (spesso in scena con Urbano Barberini e poi nelle impegnative ‘Serve’ di Genet con la Guarneri e regia di Giuseppe Marini nel 2007) che i 90 anni sempre in scena nonostante fosse oramai in lotta col male, il morbo di Parkinson, di cui era divenuta vittima. Del resto ricordava sempre che la mamma le aveva insegnato a non festeggiare i compleanni e a andare sempre avanti, sempre con la voglia e la nostalgia del palcoscenico: ”Mi annoio moltissimo. Sono qui a casa e non nella mia casa naturale, il teatro. Non recito piu’ e non capisco quasi nemmeno il perche’. Per strada la gente mi abbraccia e mi ringrazia ancora e vorrei ripagare questo affetto continuando a lavorare”, diceva non molto tempo fa rifiutando sempre di autocelebrarsi, anche quando parla sempre piu’ raramente di se’ davanti al pubblico, ma sempre con ottica autoironica.

Advertisement

Cultura

Scala: la Filarmonica suona il cinema in piazza Duomo

Pubblicato

del

Schindler’s List, E.T, Il Gattopardo e anche Indiana Jones: per l’ormai tradizionale concerto alla città in piazza Duomo il prossimo 9 giugno la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly esplorerà il legame fra la musica sinfonica e il cinema. Solista d’eccezione, nella dodicesima edizione di questo concerto gratuito che sarà trasmesso su Rai 5, Rai Play e Radio3 e all’estero Artè e Wdr, sarà il violinista Emmanuel Tjeknavorian che a 29 anni da poco compiuti ha scelto di concentrarsi in particolare sulla carriera da direttore d’orchestra, ruolo in cui ha da poco preso la guida dell’orchestra Sinfonica di Milano. Quindi il concerto in piazza segna anche una “collaborazione fra enti” milanesi, ha spiegato Chailly, che spera si possa nel tempo allargare.

“Sarà un concerto irrinunciabile e un’occasione per vivere emozioni straordinarie” ha promesso l’assessore milanese Tommaso Sacchi. E sarà anche “divertente” ha aggiunto Chailly, con un programma che include brani come Lollapalooza di John Adams, la suite per violino e orchestra Le bouf sur le Toit di Darius Milhaud il cui sottotitolo è ‘cinema fantasia su arie sudamericane’, e ancora la suite e una selezione di ballabili da Il Gattopardo di Nino Rota (inclusa la sua orchestrazione del valzer di Verdi), Le avventure sulla terra da E.T e Scherzo per motocicletta e orchestra da Indiana Jones composti da John Williams. Al centro del concerto “un momento di spiritualità” tanto più significativo in questo momento di “tragici giorni di guerre parallele” ha aggiunto, ovvero il tema di Schindler’s List.

Il concerto “è la sintesi” dell’impegno della Filarmonica per aprirsi alla città e a un pubblico sempre più vasto, ha ricordato il presidente Maurizio Beretta. Ed è anche una occasione di collaborazione fra realtà diverse. L’appuntamento gratuito è infatti possibile grazie al contributo di Regione Lombardia, al patrocinio del Comune e al sostegno del main partner UniCredit, dallo sponsor Allianz (insieme alla fondazione Allianz Umana Mente) e Esselunga. E sempre con il cinema come filo conduttore, ha spiegato il coordinatore artistico Damiano Cottalasso, la Filarmonica sta pensando a un nuovo concerto con le musiche di John Williams (dopo quello diretto nel 2022 dallo stesso compositore, cinque volte vincitore dell’Oscar su 48 nomination, l’ultima quest’anno per il quinto capitolo della saga di Indiana Jones).

Continua a leggere

Cultura

Il caffè simbolo di Napoli, una due giorni per celebrarlo

Pubblicato

del

Non c’è giornata dei napoletani che non inizi con un caffè: che sia tradizionale, macchiato, schiumato, freddo o caldo, in tazza o in vetro, ma il buongiorno è sempre accompagnato da un caffè. E per celebrare questo legame imprescindibile tra la città e la sua bevanda, il Comune di Napoli propone una due giorni, il 7 e 8 maggio, dedicata interamente al caffè con la manifestazione ‘Nu bbellu ccafè’ in programma al Maschio Angioino. “Parlare del caffè a Napoli è parlare di noi – ha detto il sindaco, Gaetano Manfredi – il senso del caffè è socialità, cultura, storia, è stare insieme. Il grande valore di Napoli oggi è essere una grande capitale in cui le persone stanno insieme ed è importante soprattutto in un momento fatto di grandi divisioni, sofferenze e guerre e il caffè è anche momento di pace”.

Un legame che è celebrato e raccontato da sempre anche dalla musica, dal teatro, dalla letteratura. “Il caffè, insieme alla pizza, è uno degli emblemi della nostra città – ha detto l’assessora al Turismo, Teresa Armato – vogliamo fare in modo che le nostre tradizioni enogastronomiche diventino sempre più attrattori turistici perché a Napoli vengono per tante ragioni e una di queste sono sicuramente il mangiare e il bere le nostre prelibatezze”. L’idea della manifestazione è nata da un ordine del giorno proposto dalla vicepresidente del Consiglio comunale, Flavia Sorrentino, e approvato all’unanimità, con cui si chiedeva di istituire la Giornata del caffè in città.

Al Maschio Angioino, napoletani e turisti potranno partecipare a incontri che spiegheranno il caffè, le sue varianti e come si è arrivati al rito del caffè, potranno partecipare a workshop, a cui si affiancheranno momenti di assaggio, competizioni e contest. Alla manifestazione parteciperanno esperti di caffè, tutte le torrefazioni napoletane, molti bar napoletani fra cui lo storico Gambrinus. Un’iniziativa che si pone anche nel solco del percorso che la città di Napoli, insieme ad altre città italiane, ha messo in campo affinché il caffè sia riconosciuto patrimonio Unesco.

“Con questa manifestazione proviamo a diffondere questa dipendenza – ha sottolineato lo scrittore Maurizio De Giovanni – cerchiamo di fare da ‘pusher’ di una dipendenza fondamentale per i napoletani per cui il caffè è una modalità di incontro sociale”. Il logo della manifestazione è stato realizzato dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Continua a leggere

Cronache

Strasburgo: Getty restituisca la statua dell’Atleta di Lisippo all’Italia

Pubblicato

del

L’Italia ha tutto il diritto di confiscare e chiedere la restituzione della statua greca in bronzo dell’Atleta vittorioso attribuita a Lisippo che si trova attualmente nel museo della la villa Getty a Malibu, in California. Lo ha stabilito oggi all’unanimità la Corte europea dei diritti umani respingendo il ricorso presentato dalla fondazione Paul Getty per violazione della protezione della proprietà.

Nella sua sentenza, la Corte di Strasburgo ha quindi riconosciuto la legittimità dell’azione intrapresa dalle autorità italiane per recuperare l’opera d’arte che venne rinvenuta nelle acque dell’Adriatico, al largo delle Marche, nel 1964. E che, dopo varie vicissitudini, venne acquistata dalla fondazioni Getty nel 1977 per approdare infine al museo di Malibu. I giudici, in particolare, hanno sottolineato che la protezione del patrimonio culturale e artistico di un Paese rappresenta una priorità anche dal punto di vista giuridico. Inoltre, diverse norme internazionali sanciscono il diritto di contrastare l’acquisto, l’importazione e l’esportazione illecita di beni appartenenti al patrimonio culturale di una nazione.

La fondazione Getty, sottolinea inoltre la Corte, si è comportata “in maniera negligente o non in buona fede nel comprare la statua nonostante fosse a conoscenza delle richieste avanzate dallo Stato italiano e degli sforzi intrapresi per il suo recupero”. Da qui la constatazione che la decisione dei giudici italiani di procedere alla confisca del bene conteso “è stata proporzionata all’obiettivo di garantirne la restituzione”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto