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Cronache

Occupanti difendono elemosiniere del Papa, “ci autodenunciamo” per il furto di energia elettrica

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Sono tutti schierati con l’elemosiniere del papa dal nome impronunciabile ma dalle mani d’oro. Gli occupanti dello stabile occupato, a due passi da Santa Croce in Gerusalemme a Roma, sono grati a Konrad Krajewski per aver riportato l’elettricità nello stabile in cui vivono e sono pronti ad autodenunciarsi se “qualcuno dovesse prendersela col cardinale”. Una presa di posizione arrivata dopo le parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Se in Vaticano vogliono pagare le bollette a tutti gli italiani in difficoltà ci diano un conto corrente. Sostenere l’irregolarità non è mai un buon segnale”. Intanto Areti, società che per conto di Acea si occupa della distribuzione, ha presentato un esposto contro ignoti per furto di energia. Gli ignoti, a questo punto, non esistono. Pubblicamente il cardinale Konrad Krajewski è emerso oggi che a riattaccare l’energia elettrica è stato lui che peraltro ha dei trascorsi giovanili da elettricista. La denuncia di Acea  porterà all’apertura di un fascicolo in Procura. E il primo a essere iscritto nel registro degli indagati sarò proprio il cardinale Konrad Krajewski. Ma sull’elemosiniere grava il nodo “immunità” della quale godono gli alti prelati: dunque qualora il cardinale non volesse avvalersene la Procura di Roma dovrà comunque seguire un iter diplomatico perchè si tratta di un cittadino straniero. Peraltro il contratto che regolava la fornitura di energia elettrica nello stabile occupato era “di salvaguardia”, ma nessuno finora aveva mai pagato le bollette. Per questo Hera, titolare del contratto intestato all’immobiliare proprietaria del palazzo, ha ordinato una settimana fa ad Areti di interrompere la fornitura e la controllata di Acea ha eseguito. Una settimana fa, al momento del distacco, Hera aveva annunciato che il servizio sarebbe stato ripristinato “quando le bollette saranno pagate”.

Adesso quindi la Procura dovrà valutare non solo il fatto che è stata effettuata una manovra potenzialmente pericolosa non da personale abilitato ma anche che l’elettricità arriva con un prelievo indebito ai danni della stessa Acea. Nell’occupazione vivono da cinque anni 450 persone (180 famiglie) di 18 nazionalità, 98 sono minori; il 30% sono italiani. “Qui lavorano tutti – spiega Andrea Alzetta di Spin Time – ed è da anni che chiediamo di poter avere un contratto da pagare, ma le parti non ci hanno mai voluto incontrare. Questo stabile nel 2004 è stato cartolarizzato da Tremonti insieme ad altri immobili del demanio ed enti pubblici previdenziali. La societa’ Investire Sgr, di proprieta’ della banca Finnat, ha guadagnato dal governo in 18 anni più di un miliardo”. Una “rigenerazione virtuosa”, la definiscono, visto che “c’è una forte sinergia col quartiere. Ci sono sette laboratori qui, uno per il restauro dell’arte sacra e una sartoria, per esempio. Ma organizziamo anche concerti di musica classica, domani ci sarà una milonga con 300 persone che balleranno il tango. All’interno dell’occupazione ci sono anche una scuola popolare e un asilo autogestito con i genitori della scuola multietnica dell’Esquilino Di Donato. E facciamo teatro”.

Gli occupanti, per bocca di Alzetta, sono dalla parte dell’elemosiniere del papa: “Il Cardinale Krajweski ha obbedito al Vangelo, ha guardato prima ai bisogni delle persone che soffrono. La legalita’ se non e’ collegata alla giustizia sociale e’ un contenitore vuoto”. Si dicono pronti a pagare ma solo dopo essersi intestati il contratto di utenza a canone sociale. Infatti il contratto e’ ancora intestato alla societa’ “e noi non possiamo pagare debiti di altri. Adesso peraltro il canone e’ ad uso ufficio quindi molto piu’ alto, e noi chiediamo che venga redatto a uso abitativo. Sono cinque anni che facciamo questa richiesta”. E chiosano con un attacco a Salvini: “Se anche a noi garantiscono il trattamento che hanno fatto alla Lega, ovvero la restituzione di 49 milioni di euro in 88 anni, siamo pronti a pagare”.

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Scontro tra auto, morta una 33enne in viaggio con i due figli

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Ancora un incidente mortale sulle strade bolognesi. Poco prima delle 16, lungo la strada provinciale 61 in località Pian di Lama nel territorio di Monzuno, sull’Appennino bolognese, si è verificato uno scontro frontale tra due autovetture che provenivano da direzioni opposte.

Nel violento impatto è morta una donna di 33 anni, che viaggiava, a bordo di un’utilitaria Honda Jazz insieme ai suoi due figli: una ragazza di 18 anni e un ragazzino di 13 anni che sono stati accompagnati, dal 118, all’Ospedale Maggiore per accertamenti. Sono rimasti feriti, in modo più lieve, gli occupanti dell’altra vettura coinvolta, una Citroen C4. Sul posto, per i rilievi, sono intervenuti i carabinieri che sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto è accaduto. Ieri, sulla Statale della Futa, aveva perso la vita un motociclista 76enne uscito di strada con il suo mezzo.

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Concertone sotto tono, funestato dal maltempo

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Oltre cinquanta artisti, ma i veri protagonisti del Concertone del Primo Maggio a Roma, eccezionalmente al Circo Massimo causa lavori in piazza San Giovanni in vista del Giubileo, sono stati la pioggia, caduta incessantemente fino alla sera, e il fango dell’antica arena. Nonostante i disagi, il pubblico non ha ceduto e con l’inizio delle esibizioni serali, le più attese, ha riempito il Circo Massimo. Chi si aspettava proclami e appelli, è rimasto deluso. Il Concertone non ha avuto grossi scossoni. Persino Morgan ha smussato ogni possibile polemica per essere stato sfumato durante la sua esibizione a favore dei tg. “È stato molto rock. Molto d’avanguardia”. L’unica stoccata sul palco la manda allo Stato, reo di non tutelare abbastanza gli artisti, e poi, dietro le quinte, è la volta di X Factor: “torno ma per distruggere tutto con la bomba atomica.

A Sanremo porterei invece una bomba musicale, perché c’è bisogno di far detonare l’energia musicale”. Il brivido c’è stato alle 15, quando la diretta ha preso il via. O meglio, ha cercato di prendere il via perché un forte acquazzone ha provocato problemi tecnici che hanno costretto a interrompere prima l’esibizione dei Bloom di Giusy Ferreri e poi quella dei Cor Veleno. Venti minuti di silenzio, con Ermal Meta, conduttore con Noemi e BigMama, che chitarra e voce ha improvvisato Hallelluja di Leonard Cohen, riuscendo nell’impresa di far smettere di piovere. Per poco, ma il tempo necessario per risolvere i problemi. BigMama, dal canto suo, ha voluto dedicare il suo monologo ai giovani. “Ci dicono sempre ‘non mollare, non ti arrendere, devi farcela’. Siamo figli di questa generazione che ha paura di non farcela.

Sbagliare non è mai qualcosa di umano, la media deve essere altissima. Invece dovete ricordare che il fallimento è qualcosa di prezioso, ti fa ragionare su quanto credi nel tuo sogno, nella tua forza interiore. Io lo chiamo desiderio di rivalsa, la cosa più bella che ho”. Lo ha detto dal palco del Concertone. “Sbagliare è umano e fallire è prezioso. Sarà la vostra ambizione che muoverà il mondo. Credere nei propri sogni salva”, ha aggiunto. Noemi, invece, ha puntato i riflettori sulla condizione della donna. “Il Primo Maggio deve essere fino in fondo la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, per il lavoro, per la giustizia sociale e contro le violenza sulla donne. Le donne sono trattate peggio e pagate meno sul lavoro.

In Italia una donna su due non ha lavoro, molte donne hanno un lavoro precario o povero o costrette al part time. Nel privato lo stipendio è di circa 8mila euro più basso di quello di un uomo. Una donna su cinque lascia il lavoro dopo un figlio. Eppure le donne si laureano di più e con voti più alti”. E poi l’affondo: “In Italia si continua a dire che dovremmo fare più figli, ma non si fa abbastanza per conciliare maternità e lavoro. E solo con l’indipendenza economica le donne possono difendersi dai soprusi e dalle violenze”. Dopo la prima parte, che ha visto esibirsi tra gli altri Malika Ayane, ex-Otago, Motta, Piotta, Leo Gassmann, il concerto è ripreso con l’immancabile Bella Ciao in versione Dance. Per lasciare poi spazio a Negramaro, Rosa Linn, Rose Villain, La Rappresentante di Lista, Achille Lauro. Tra i più attesi Geolier e Ultimo.

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Auto in fiamme, muore una donna

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Tragico pomeriggio a Vado Ligure, in provincia di Savona, dove una donna è morta in circostanze misteriose a causa dell’incendio di un’auto vicino a un distributore di benzina lungo la via Aurelia. Gli eventi hanno destato preoccupazione e confusione nella comunità locale, poiché la dinamica di quanto accaduto rimane ancora avvolta nell’ombra.

Al momento, non è stata fornita alcuna chiarezza sulla natura dell’incidente. Le autorità locali stanno conducendo un’indagine approfondita per determinare se si sia trattato di un gesto deliberato o di un tragico incidente. Ciò che è certo è che la donna è stata trovata senza vita al di fuori del veicolo incendiato, a pochi passi dal distributore di benzina. La sua identità non è stata resa nota pubblicamente, in attesa di informare i familiari più stretti.

L’incidente ha richiamato prontamente l’intervento di diverse squadre di soccorso. I vigili del fuoco hanno lavorato incessantemente per domare le fiamme, mentre l’automedica del 118 ha tentato di prestare soccorso alla vittima. I carabinieri e i membri della Croce Rossa di Savona si sono mobilitati per garantire il controllo della situazione e fornire supporto alle indagini in corso.

 

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