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Politica

Salvini spedisce direttive e intimazioni anche all’Esercito, è scontro aperto con la ministra della Difesa: Mattarella preoccupato

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Si apre un vero e proprio scontro istituzionale sulla direttiva del Viminale sulla “Mare Jonio”. Casus belli il fatto che il ministero dell’Interno abbia indirizzato “l’intimazione” – questo il nome del documento – oltre che ai vertici di Polizia, Guardia Di Finanza e Carabinieri, anche al capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli e al capo di Stato maggiore della Marina, Walter Girardelli. Uno “sconfinamento” inaccettabile, secondo fonti della Difesa. E il caso arriva prima sul tavolo del ministro della Difesa Elisabetta Trenta e poi al Quirinale. Al Colle, peraltro, in mattinata si reca il premier Giuseppe Conte per un colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’incontro, secondo fonti parlamentari, è l’occasione per un punto generale sui dossier più d’attualità: ritardi e contenuti del dl crescita e dello sblocca-cantieri, ma anche la questione dei porti. Fonti del Quirinale smentiscono che in quell’incontro con il premier Conte si sia parlato della direttiva Salvini. Ma l’attenzione del Colle è altissima sul documento, il cui impianto potrebbe preoccupare anche Mattarella: e non solo perchè il capo dello Stato, come recita la Costituzione, è anche capo delle Forze Armate. E, secondo alcune fonti parlamentari, la direttiva Salvini sarebbe stata anche al centro di una telefonata tra Mattarella e Trenta (il ministro era tra l’altro con Conte, e la collega Barbara Lezzi al funerale del Carabiniere ucciso a San Severo).

Tra Viminale e Difesa lo scontro è apertissimo e potrebbe emergere ulteriormente nel Comitato interministeriale per la sicurezza dei trasporti marittimi e dei porti convocato dal ministro Toninelli. Fonti della Difesa spiegano che la direttiva supera “una linea rossa”, si dicono “scioccate” e definiscono il documento come degno di un “regime”. L’ira dei vertici militari e’ subito comunicata a Trenta. Ma, dietro lo scontro istituzionale c’e’ la costante tensione politica tra M5S e Lega sulla linea da tenere sui porti. Con il premier Conte e il vicepremier Luigi Di Maio ormai decisi a mantenere una posizione di “responsabilità” rispetto a un Paese in guerra. Una linea, quindi, distinta da quella dei “porti chiusi” di matrice leghista. Ma Salvini non arretra di un passo. “Finche’ ci sono io i porti restano chiusi”, e’ la secchissima replica del titolare dell’Interno a chi, in serata, gli chiede di eventuali ingerenze su Trenta. “E’ la legge che stabilisce che le navi della Marina possono essere utilizzate per concorrere alle attivita’ di polizia in mare”, aggiungono fonti del Viminale. Conte, nelle prossime ore, e’ chiamato a trovare una quadra, anche perche’ lo scontro sui porti ingarbuglia ulteriormente il lavoro dell’esecutivo. Il decreto sblocca cantieri dovrebbe essere spedito al Quirinale in settimana: la Ragioneria ha apposto diversi rilievi sulle coperture, in particolare delle norme sul sisma, che si dovranno superare. Tempi piu’ lunghi invece per il decreto crescita e i suoi numerosi i nodi, dalle norme per Alitalia a quelle per il debito di Roma, dai rimborsi ai risparmiatori, fino a un pacchetto sul turismo che, secondo fonti leghiste, e’ a costo zero. Tempi troppo lunghi? Bisogna chiedere a Palazzo Chigi, dicono i parlamentari leghisti mentre Salvini punta a portare in Cdm un decreto sicurezza “bis”. Anche perche’ il rischio di un’ondata migratoria si incrocia, pericolosamente, con la campagna per le Europee. Rischio che nella Lega non viene sottovalutato anche per l’asse che potrebbe crearsi tra il premier e Luigi Di Maio.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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