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Cronache

Stadio della Roma, ecco le prove della corruzione di Marcello De Vito

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Una “congiunzione astrale”, quell’essere al governo della nazione e della Capitale, un treno che come “la cometa di Halley”, passa poche volte nella vita e che deve essere sfruttata al volo. E’ racchiusa in una intercettazione ambientale captata 40 giorni fa, tra l’oramai ex presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito e l’avvocato Camillo Mezzacapo, la sintesi del nuovo terremoto giudiziario che colpisce i palazzi della politica romana. Parole utilizzate dai due, arrestati oggi su richiesta della Procura per corruzione e traffico di influenze illecite, come “manifesto” del modus operandi da mettere in atto, in tempi rapidissimi, perche in fondo “Marce’ ci rimangono due anni”, quanti ne restano alla fine della consiliatura. Dalle carte dell’indagine emergono ruoli e compiti che i due si erano ritagliati. Da un lato De Vito pronto ad asservire il suo ruolo di primo piano nell’amministrazione comunale e dall’altro Mezzocapo, il ‘facilitatore’ e personaggio verso cui venivano dirottate le mazzette degli imprenditori (Parnasi, Toti e Statuto) che avevano messo gli occhi su almeno tre maxi-appalti oltre al nuovo stadio della Roma, l’ex stazione di Trastevere, la zona della vecchia Fiera e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali in zona Ostiense. Un sistema corruttivo in cui trovano spazio professionisti, teste di legno e interessi opachi. Il meccanismo illecito era diventato consuetudine. La politica appare un dettaglio o qualcosa su cui ironizzare: “A Roma avresti vinto pure col Gabibbo”, dice De Vito intercettato; “Zingaretti è un cacasotto”, chiosa Luca Parnasi. E proprio Parnasi in una intercettazione parla del “solito sistema” : consulenze e incarichi da affidare allo studio Mezzacapo in modo da potere usufruire dell’appoggio di De Vito che dal canto suo “ha messo a disposizione – scrive il gip – la sua pubblica funzione per assecondare, violando i principi di imparzialita’ e correttezza cui deve uniformarsi l’azione amministrativa, interessi di natura privatistica facenti capo” agli imprenditori. De Vito, in cambio di denaro, soldi che finivano sul conto della Mdl srl,una sorta di “cassaforte” nata per custodire i profitti illeciti, si spendeva per fare ottenere autorizzazioni, per sbloccare situazioni complicate e favorire l’imprenditore “amico”. In un caso gli inquirenti hanno accertato che De Vito e’ arrivato a fare pressioni presso l’assessorato all’urbanistica per fare ottenere all’immobiliarista Giuseppe Statuto l’ok al progetto di costruzioni di un immobile nell’ex stazione di Trastevere. In totale e’ di circa 400 mila euro il “giro” di mazzette che De Vito e Mezzacapo era pronti a dividersi. Soldi raccolti in poco piu’ di due anni perche’ l’obiettivo era farsi “un prepensionamento dignitoso” ma che De Vito voleva “distribuirsi” subito mentre che Mezzacapo consiglia di fare al termine del mandato. Lui puntava ad una vecchiaia “tranquilla con una sigarettella, un sigarozzo” e “la canna da pesca”.

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Donna di 90 anni uccisa nel Palermitano, arrestato il figlio

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È stato arrestato e portato in carcere con l’accusa di omicidio Maurizio Amoroso, 59 anni, il figlio di Maria Benfante, 90 anni, uccisa a colpi di martello. L’uomo è stato portato in caserma e interrogato. Poi è stato emesso il provvedimento di arresto.

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Cronache

Neonata trovata morta tra scogli, si indaga su cause decesso

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Gli investigatori, al lavoro dopo che a Villa San Giovanni è stato trovato il corpo senza vita di una neonata, stanno concentrando la loro attenzione sull’accertamento delle cause della morte della piccola. La Procura e la polizia, infatti, dovranno capire se la bambina è deceduta durante il parto ed è stata abbandonata già esanime o se la morte sia avvenuta per soffocamento a causa delle modalità in cui è stata abbandonata. Da qui la decisione se aprire un’inchiesta per occultamento di cadavere o per omicidio. Una risposta, in questo senso, la potrebbe dare l’autopsia che verrà disposta dal pubblico ministero. In queste ore, infine, la squadra mobile di Reggio Calabria sta verificando se nella zona ci sono telecamere che abbiano potuto riprendere qualcosa che possa rivelarsi utile per le indagini.

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Cronache

L’Italia è nella top ten del turismo globale

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Il settore dei viaggi e del turismo è in miglioramento su scala globale e e grazie all’esplosione di una domanda “compressa” durante la pandemia, quest’anno sia gli arrivi che il contributo al Pil globale torneranno ai livelli pre-pandemici. Tuttavia le infrastrutture aeree e quelle turistiche, assieme ai servizi, restano al di sotto dei livelli pre-Covid. Un quadro nel quale l’Italia migliora ed è nella top ten delle destinazioni, anche se indietro rispetto a Usa, Giappone, Cina e diversi Paesi europei.

E’ quello che emerge dalla classifica del Travel & Tourism Development Index 2024 pubblicata dal Forum economico mondiale (Wef), un indice globale che “misura l’insieme di fattori e politiche volti allo sviluppo sostenibile e resiliente del settore viaggi e turismo, che a sua volta contribuisce allo sviluppo di un Paese”. Il turismo internazionale e il contributo del settore viaggi e turismo al Pil globale dovrebbero tornare ai livelli pre-pandemici quest’anno, spiega il rapporto biennale Wef. Aiuta l’aver rimosso gran parte delle restrizioni ai viaggi legate al Covid-19 e una “forte domanda compressa” negli anni pandemici, che ora sta rimbalzando. In cima alla classifica dei Paesi stilata dall’organizzazione ginevrina ci sono nell’ordine Stati Uniti, Spagna, Giappone, Francia, Australia, Germania, Gran Bretagna, Cina, Italia, Svizzera.

L’Italia è dunque nona e guadagna tre posizioni rispetto al rapporto precedente, in una classifica che rispecchia, al di là del numero degli arrivi, una serie di fattori in cui la Penisola ha il punteggio più alto (6,74) per risorse culturali, fa bene (sopra 5) su servizi sanitari e igiene, sostenibilità ambientale e infrastrutture aeroportuali, sicurezza, non brilla invece quanto a competitività di prezzo (3,15) dove il primato negativo va a Islanda e Svizzera e ‘impatto socio-economico dei viaggi e turismo’, ossia il contributo del settore all’economia, ai salari e alla parità salariale di genere.

“Quest’anno – si legge nel rapporto – segna un punto di svolta per i viaggi e il turismo”, dice Francisco Betti, capo del team ‘Global Industries’ del Wef. tuttavia il settore, che pure sta superando l’impatto pandemico, continua a misurarsi con una serie di “sfide esterne”: dai rischi crescenti sul piano macroeconomico, geopolitico ed ambientale, alla crescente attenzione per la sua sostenibilità e all’applicazione delle nuove tecnologie digitali, come big data e intelligenza artificiale. “Dato che il settore viaggi e turismo storicamente vale un decimo del Pil e dell’occupazione globale – conclude il Rapporto – i decisori politici devono riconoscere la necessità di approcci strategici e olistici” per sbloccare il suo potenziale.

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