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Politica

Arrivano quelli del “Grande Nord” ed odiano anche il “terrone” Salvini. Programmi: basta Sud, Padania indipendente

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Chi sono i nemici di Matteo Salvini dentro la Lega? Quale credibilità hanno? Che cosa deve temere Salvini, ex figlioccio di Umberto Bossi e secessionista pentito della prima ora, da chi non ha apprezzato il suo sbarco al sud per imbarcare tutto quello che poteva imbarcare di Fi e trasformare la Lega Nord in un movimento nazionale? Per ora Salvini, nella Lega, non ha opposizione. Gestisce il partito con una maggioranza bulgara. Il suo nemico principale è Renzo Bossi, iscritto alla Lega, col pallino della politica, ma già che non ci capisce nulla e non ha nessuno che gli dà fiducia, per ora è poca roba. C’è però chi vorrebbe strappare the Family, la famiglia Bossi alla Lega. Portare i Bossi nel suo movimento, il Grande Nord. Che cosa è questo GN, Grande Nord?

Roberto Bernardelli. L’imprenditore alberghiero guida la rivolta al Nord contro il “terrone” Salvini che è sbarcato nella parte nera dell’Italia (vedi la cartina che mostrano)

 

È un movimento politico che Roberto Bernardelli, imprenditore nel settore alberghiero, e proprietario tra gli altri del Cavalieri di Milano, ha fondato nel maggio del 2017 assieme a  Giulio Arrighini e Fabio Toffa. Bernardelli non fa mistero, ovviamente, dell’amicizia che lo lega ai Bossi. “Sono amico di Umberto Bossi e mi onoro anche di avere la simpatia di Renzo, ottimo ragazzo”.  “Farei carte false per strapparli a Salvini e convincerli a venire con me, questa Lega è una vergogna e qui al Nord abbiamo la fila di gente che li abbandona per iscriversi da noi” dice Bernardelli.

In effetti qualcosa di vero in queste parole c’è. Gli ultimi a passare con il Grande Nord sono alcuni leghisti eletti in Comune a Pavia. Altri erano passati dalla Lega di Salvini al GN da Monza, Vigevano. E poi mezzo Veneto, altri in Piemonte. Gli iscritti? “Siamo qualche migliaia” dice Bernardelli. E non va messo in dubbio, a suo dire. Prima manifestazione pubblica a Venezia.
“Se riusciamo portiamo anche il Capo”, cioè Bossi. L’ incontro è stato ideato e organizzato da un’altra sigla, “Lega Padania Nazione”, guidata da un altro talebano bossiano: Angelo Alessandri che, del vecchio Carroccio, è stato persino presidente federale, il ruolo più alto dopo quello del Senatur.
Tra loro ci sono ex parlamentari, ex presidenti di Regione, sindaci: “Gli uomini e le donne che hanno fatto grande la Lega e che sono stati traditi da questi qui”, dice Bernardelli. Il nemico per loro è Salvini. Qualcuno lo definisce “terrone”. “Noi chiediamo l’indipendenza, la restituzione dei soldi ai territori, insomma le cose che lui (Salvini, ndr) sa bene e invece ora che è al governo si mette a cincischiare”.

Grande Nord. Angelo Alessandri è un altro dei leader anti salvini che fanno proselitismo nel Nord

Insomma a Venezia sabato si riunisce il fronte leghista anti-salviniano?  “Potete dire come vi pare. Noi siamo semplicemente a favore di un progetto politico che è stato tradito; vedrà che numeri faremo”. Chi vivrà vedrà. Pe ora i signori del Grande Nord, che dal nome pare una loggia massonica ma è un partito, hanno anche i loro house organ: tv e giornali on line. Li stanno sviluppando. I soldi ci sono. Chissà da dove arrivano.

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La Rai annulla il confronto televisivo tra Meloni e Schlein per le Europee

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La Rai ha annullato il previsto confronto televisivo tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, in programma per il 23 maggio. Questa decisione arriva dopo la comunicazione dell’Agcom che ha sottolineato come un confronto del genere potesse avvenire solamente con il consenso di tutti i gruppi parlamentari rappresentati, condizione non soddisfatta dato che solo quattro degli otto gruppi hanno dato il loro assenso.

Il dibattito, che avrebbe avuto luogo nel contesto delle imminenti elezioni europee e che sarebbe stato moderato dal noto giornalista Bruno Vespa, è stato cancellato per mancanza della maggioranza richiesta dall’Agcom. La decisione di annullare l’evento è stata annunciata dalla Rai attraverso una nota ufficiale in cui si spiega che “nessun confronto è possibile in assenza della maggioranza richiesta”.

La Rai ha inoltre precisato che continuerà a garantire il rispetto della par condicio nei suoi notiziari e programmi di approfondimento, seguendo le linee guida dell’Autorità di regolamentazione. Con questa mossa, il servizio pubblico italiano si impegna a mantenere un equilibrio e una correttezza nella copertura delle campagne elettorali, riconosciute e sostenute dall’Agcom.

Questo annullamento segna un momento significativo nel dibattito politico italiano, influenzando non solo la visibilità dei candidati ma anche la dinamica dell’informazione politica in vista delle elezioni europee.

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Politica

Ultima stretta sul Superbonus e tutte le nuove norme finanziarie: l’esame approfondito

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Nell’arena politica italiana, la giornata di oggi segna un passaggio cruciale con la conclusione della prima fase di esame parlamentare del decreto legge sul Superbonus al Senato. Il dibattito è stato particolarmente acceso, evidenziando le fratture interne alla maggioranza, con Forza Italia che si è distinta in opposizione a specifiche misure proposte dal governo.

Il decreto, che introduce significative modifiche normative, è stato al centro di aspre discussioni, specialmente per quanto riguarda l’introduzione della misura dello spalma-crediti su 10 anni e la retroattività di tale provvedimento per le spese del Superbonus del 2024. Inoltre, Forza Italia ha combattuto, con successo parziale, la proroga della sugar tax, supportata dal resto della maggioranza e posticipata al 1° luglio 2025.

Durante i lavori della 6a Commissione, si sono verificati momenti di tensione significativa. In particolare, Forza Italia si è astenuta durante il voto su un emendamento cruciale, che è passato solo con il sostegno del presidente della commissione, Massimo Garavaglia (Lega), e di Italia Viva, che ha giocato un ruolo decisivo. La fiducia posta dal governo sul testo è stata approvata senza sorprese con 101 voti a favore, dimostrando una solida tenuta della maggioranza nonostante le divergenze interne.

Tra le novità più rilevanti approvate, si evidenzia il fondo di 35 milioni di euro istituito per il 2025, destinato al sostegno di interventi su edifici danneggiati da sismi, non coperti da precedenti decreti. Questo si aggiunge alle modifiche alla ripartizione dei crediti di imposta e alle diverse proroghe, come quella della Plastic tax al 1° luglio 2026 e varie nuove disposizioni per le banche e le assicurazioni riguardo la gestione dei crediti del Superbonus.

Importanti anche le risorse aggiuntive destinate a migliorare la gestione delle emergenze e del demanio, con significativi aumenti di fondi destinati a vari aspetti della gestione pubblica e infrastrutturale.

Il decreto ora passerà alla Camera per l’approvazione definitiva, prevista entro il 28 maggio, in una fase in cui il governo spera di consolidare ulteriormente le misure introdotte senza ulteriori ostacoli.

In sintesi, il cammino del decreto Superbonus si dimostra emblematico delle dinamiche politiche e delle priorità economiche attuali, rappresentando un tassello fondamentale nel più ampio quadro delle politiche di incentivazione e regolamentazione fiscale italiane.

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Accolto ricorso, Ilaria Salis va ai domiciliari a Budapest

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E’ stato accolto dal tribunale di seconda istanza ungherese il ricorso presentato dai legali di Ilaria Salis che può quindi uscire dal carcere e andare ai domiciliari a Budapest. Il ricorso era stato presentato dai legali di Ilaria Salis contro la decisione del giudice Jozsef Sós che nell’ultima udienza del 28 marzo le aveva negato i domiciliari sia in Italia che in Ungheria. In appello, la richiesta è stata invece accolta e quindi la 39enne attivista milanese, candidata con Avs alle prossime Europee, potrà lasciare il carcere a Budapest dove si trova da oltre 15 mesi con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. Il provvedimento, che prevede il braccialetto elettronico, diventerà esecutivo non appena verrà pagata la cauzione prevista dal tribunale.

“Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare”: così Roberto Salis ha commentato la decisione del tribunale ungherese di concedere i domiciliari a sua figlia Ilaria che, dopo oltre 15 mesi, potrà lasciare il carcere dove è detenuta con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. “Non è ancora fuori dal pozzo – ha aggiunto ma sarà sicuramente molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi, anche se finché è in Ungheria io non mi sento del tutto tranquillo”.

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