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Cronache

Summit in Vaticano sulla pedofilia: è resa dei conti per i vescovi insabbiatori degli abusi

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Per il tema di oggi al summit globale in corso in Vaticano sulla protezione dei minori, ‘accountability’, non c’e’ un termine italiano, se non la locuzione “il dover rendere conto”. Ma si e’ in presenza della questione cruciale per la responsabilita’ dei vescovi che insabbiano gli abusi, a chi debbano rispondere, e come debbano essere indagati e giudicati. E in questa seconda giornata dei lavori, sempre sotto un’attenzione mediatica degna d’un Conclave e ancora segnata dall’emozione per le sconvolgenti testimonianze delle vittime dei preti pedofili, il tema viene sviscerato sotto piu’ sfaccettature, con l’idea che il “rendere conto” dei vescovi diventi un principio assimilato in tutta la Chiesa, nel segno della “collegialita’” e con un ruolo sempre piu’ determinante assegnato ai laici nelle strutture e nelle procedure. E’ soprattutto la relazione del cardinale di Chicago Blase J. Cupich a delineare quelli che l’arcivescovo di Malta Charles J. Scicluna definisce poi “i principi per una buona governance” sul tema dell’accountability. “Madri e padri ci hanno chiamato a rendere conto, semplicemente perche’ non riescono a capire come noi, vescovi e superiori religiosi, siamo stati spesso ciechi di fronte alla portata e ai danni degli abusi sessuali sui minori. I genitori stanno testimoniando la duplice realta’ che deve essere perseguita oggi nella Chiesa: uno sforzo incessante per sradicare gli abusi sessuali del clero e il rifiuto della cultura clericale che tanto spesso ha generato quell’abuso”, dice Cupich parlando di “Sinodalita’: responsabilita’ condivisa”. Il porporato Usa indica quattro “orientamenti, radicati nella sinodalita’, che devono plasmare ogni riforma strutturale, legale e istituzionale, progettata per affrontare l’enorme sfida” degli abusi sessuali da parte del clero. L'”ascolto radicale” e “totale”, “per capire l’esperienza svilente di coloro che sono stati sessualmente abusati dal clero”.

Quindi il “testimone laico”, cioe’ “l’affermazione che ogni membro della Chiesa ha un ruolo essenziale nel contribuire ad eliminare l’orribile realta’ degli abusi sessuali del clero”: per il cardinale di Chicago, “in gran parte e’ la testimonianza dei laici, soprattutto madri e padri con grande amore per la Chiesa, ad aver sottolineato in modo commovente e con forza che la commissione, l’insabbiamento, la tolleranza del clero e l’abuso sessuale sono gravemente incompatibili con l’essenza e il significato stesso della Chiesa”. Terzo, la “collegialita’”, “necessaria per qualsiasi autentica accountability circa l’abuso sessuale del clero”. Infine l'”accompagnamento” delle vittime, poiche’ “ogni struttura di accountability deve includere una solidarieta’ e un accompagnamento davvero compassionevole”. Cupich, sempre nel quadro della “costruzione di nuove strutture legali di accountability nella Chiesa”, riguardanti le stesse responsabilita’ dei vescovi, e “procedure chiare in quei casi che per ‘gravi motivi’ potrebbero giustificare la rimozione dall’incarico di un vescovo, eparca o superiore religioso”, elenca osservazioni su come “stabilire degli standard per le indagini dei vescovi” (anche coinvolgendo e consultando esperti laici), sulla “segnalazione delle accuse” (con meccanismi “trasparenti e ben noti ai fedeli”, linee telefoniche dedicate, servizi di portale web), e sui “passi procedurali concreti” (dal trattare “con dignita’ e rispetto” le vittime e le loro famiglie, all’assenza di ostacoli di segretezza o riservatezza alla segnalazione di un reato, dall’inclusione anche qui di donne e uomini laici competenti, al “ritiro temporaneo e pubblico dell’accusato dal suo ufficio”, fino all’autorizzazione a indagare, in forma “professionale e rapida”, data dalla Santa Sede all’arcivescovo metropolita, che poi trasmette gli ‘acta’ in Vaticano).

“Dobbiamo muoverci per stabilire leggi e strutture robuste riguardanti la accountability dei vescovi proprio per supplire con una nuova anima alla realta’ istituzionale della disciplina della Chiesa sull’abuso sessuale”, conclude. Il cardinale di Boston, Sean O’Malley, presidente della Pontificia Commissione anti-abusi, definisce quelle di Cupich “idee molto concrete, per lasciare questa conferenza con piu’ consapevolezza su come affrontare la questione, coinvolgendo anche i laici”. E anche per mons. Scicluna, nel quadro della sinodalita’, “i laici non sono un optional, un’appendice, ma sono centrali per l’essere e il benessere della Chiesa: e’ importante che ci sia un ruolo essenziale per la partecipazione dei laici e per camminare insieme nelle strutture dell’accountability”.

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Cronache

Incidente sul Faito, Thaeb Suliman è sveglio: unico sopravvissuto migliora, resta in prognosi riservata

Thaeb Suliman, 23 anni, unico sopravvissuto all’incidente sul Monte Faito, è sveglio e in miglioramento. Resta in prognosi riservata, ma si valuta il trasferimento in ortopedia.

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Thaeb Suliman, il giovane di 23 anni unico sopravvissuto al tragico incidente avvenuto sul Monte Faito lo scorso 17 aprile, “è sveglio e collaborante”. A comunicarlo sono fonti dell’Azienda Sanitaria Locale Napoli 1, che seguono l’evoluzione clinica del paziente.

Le vittime dell’incidente e il quadro clinico

Nel drammatico schianto hanno perso la vita quattro persone. Suliman, unico superstite, è attualmente ricoverato presso l’Ospedale del Mare. Secondo quanto riferito, i suoi parametri respiratori sono stabili, e si registra un miglioramento generale delle sue condizioni. Tuttavia, la funzione renale è ancora compromessa: la diuresi è indotta e non sufficiente per interrompere la dialisi.

Possibile trasferimento in ortopedia

Il paziente è sottoposto a un continuo monitoraggio che nei prossimi giorni potrà consentire la sospensione della prognosi riservata e il trasferimento nel reparto di ortopedia. Una nota dell’ASL sottolinea la prudenza dei medici nel valutare l’evoluzione clinica, che resta complessa ma in miglioramento.

Il sostegno della famiglia

Thaeb Suliman riceve quotidianamente la visita del fratello, medico, ospite del Residence dell’Ospedale del Mare, a testimonianza di un importante supporto familiare in questa fase delicata del percorso di cura.

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Omicidio di Chiara Poggi, nuove testimonianze: “Potrebbero riscrivere la storia dello scontrino”

Il legale di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, parla di una testimonianza che potrebbe cambiare la ricostruzione del delitto di Chiara Poggi. Interviene anche l’avvocato di Andrea Sempio.

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«Immagino che questa testimonianza già acquisita potrebbe riscrivere la storia dello scontrino della mattina del delitto, questa testimonianza potrebbe essere molto importante». Lo ha dichiarato Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, in diretta a Ore 14, la trasmissione condotta da Milo Infante su Rai 2. Il legale è intervenuto commentando la notizia di una nuova persona ascoltata nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007.

Il ruolo della madre di Andrea Sempio

Il riferimento è alla convocazione in caserma, avvenuta lunedì scorso, di Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio. Poco prima che avesse un malore, la donna sarebbe stata informata della presenza di un nuovo testimone. «Vedremo cosa succederà – ha aggiunto De Rensis –. Per ora siamo di fronte a dichiarazioni personali che non hanno alcun riscontro, che possono essere vere o no, e che ci hanno descritto una mattinata, quella del delitto. Ora andremo a vedere se è vero quello che ci hanno raccontato».

“Forse altri finiranno nella scena del delitto”

Secondo De Rensis, i carabinieri disporrebbero di elementi non ancora noti: «Ritengo che abbiano molto ma molto di più di quanto possiamo immaginare al momento. Noi non abbiamo interesse a spostare dalla scena Stasi, ma forse altri, quelli che fanno le indagini, aggiungeranno altre persone e forse dopo tutto sarà più chiaro anche per quel che riguarda Alberto».

La replica dell’avvocato di Andrea Sempio

Durante la stessa puntata è intervenuto anche Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio insieme all’avvocata Angela Taccia. Lovati ha preferito mantenere il massimo riserbo: «Non ho idea di cosa abbiano chiesto alla signora Ferrari, e neanche voglio saperlo. Le prossime mosse della difesa saranno di controbattere a tutte le richieste, non c’è più nessun tipo di collaborazione».

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Cronache

Primo maggio bollente: in arrivo la prima ondata di calore africano del 2025

Prima ondata di calore africano del 2025: temperature oltre i 30 gradi in molte città italiane per il Primo Maggio. Ma il caldo durerà poco: in arrivo temporali e aria fresca dal Nord.

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Il ponte del Primo Maggio segnerà l’arrivo della prima vera ondata di calore del 2025, con temperature ben al di sopra delle medie stagionali. Dopo un mese di aprile più piovoso del solito, è in arrivo un robusto anticiclone africano che porterà picchi di calore fino a 34 gradi a Siracusa, 31 a Catania, 30 a Foggia e nel Cagliaritano.

Caldo anomalo anche al Nord

Anche Milano e il Nord Italia si preparano a un insolito caldo: venerdì il capoluogo lombardo potrebbe toccare i 29 gradi, superando il precedente record di 27,6 °C registrato nel 2000. Le temperature saranno superiori di 7-8 gradi rispetto alle medie del periodo e lo zero termico si alzerà fino a 3.800 metri di quota, come a luglio.

«L’anticiclone africano è in anticipo rispetto agli anni scorsi e si estenderà fino al cuore dell’Europa», spiega Mattia Gussoni, meteorologo di iLMeteo.it. «Stiamo assistendo a un allungamento della stagione estiva, che ormai parte da fine aprile e può arrivare a ottobre inoltrato».

Escursioni termiche e mari ancora freddi

Sebbene le temperature massime raggiungeranno valori estivi, le minime notturne resteranno più contenute, con escursioni termiche fino a 20 gradi in alcune aree, come Puglia e Sardegna. Le zone costiere adriatiche saranno in parte risparmiate dal caldo eccessivo grazie all’azione mitigatrice dei mari ancora freddi.

Ma il caldo durerà poco: da domenica tornano piogge e grandine

La stabilità atmosferica sarà di breve durata. Domenica pomeriggio si prevede un primo peggioramento con temporali sulle Alpi, innescati dalla discesa di aria fresca dal Nord Europa. Lunedì i fenomeni si estenderanno alle regioni settentrionali e, in serata, anche a quelle centrali, con possibili grandinate e rovesci intensi.

«Si tratterà di una fase rapida», precisa ancora Gussoni. «Da martedì il tempo migliorerà, ma i contrasti tra masse d’aria calda e fredda potrebbero generare fenomeni violenti, anche se non paragonabili a quelli estremi verificatisi due settimane fa in Piemonte».

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