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Cronache

Tony Essoubti Badre poteva uccidere i due figli della sua compagna: il bimbo di 7 anni è morto subito, la sorellina di 8 anni è fuori pericolo e potrà raccontare

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Tony Essoubti Badre, 24 anni, è formalmente incriminato con le accuse di omicidio volontario e tentativo di omicidio. Per Paola Izzo, il magistrato inquirente della Procura di Napoli Nord, quest’uomo avrebbe con crudeltà picchiato selvaggiamente, fino ad ucciderlo, il figlio di 7 anni della sua compagna Valentina Caso e ferito sempre a calci e pugni la sorellina della vittima, 8 anni.  Il provvedimento di fermo è stato firmato dalla dottoressa Izzo  dopo un lungo interrogatorio nel corso del quale l’uomo prima ha detto che i due bambini erano caduti dalle scale. Poi, messo alle strette, e cioè che le ferite riportate dai bambini era compatibili con un pestaggio e non con l’incidente della caduta dalle scale, Tony Essoubti Badre si è rinchiuso nel silenzio.

Ma il magistrato, Paola Izzo, prima di disporre la tradizione in carcere del presunto assassino, ha  ascoltata la mamma dei bimbi. Che certamente ha dato al magistrato altre conferme relativamente alla possibilità delle violenze commesse dal suo compagni sui sui bimbi piccoli, avuti in un’altra relazione.

La violenza, se come pare l’uomo ha deliberatamente ucciso i bimbi, è avvenuta all’interno di un modesto appartamento di un vecchio stabile del centro storico, non lontano dalla sede del comune.

Tony non è quel che si dice uno sbandato. È una persona più o meno integrata bene nel tessuto sociale del luogo. Nel suo passato un piccolo precedente per reati contro il patrimonio e niente altro. Ma ci sono episodi di violenza, sebbene non denunciati, nei confronti della compagna e dei bambini che alcuni vicini raccontano di aver visto o udito. Tony è  figlio di un cittadino marocchino e di una donna del posto,  ha sempre vissuto a Cardito, svolgendo l’attività di ambulante per sbarcare il lunario. Da qualche anno aveva un relazione sentimentale con la donna, Valentina Caso, 31 anni.

Ma che cosa ha scatenato una violenza così cieca e bieca, assurda, di un uomo di 24 anni su bambini? Al momento si fanno ipotesi, ma non ci sono certezze. Occorre attendere gli esami medico-legali. I piccolo di 7 anni è stato colpito duramente come la sua sorellina, tuttora ricoverata all’ospedale pediatrico “Santobono” di Napoli.

Una violenza inaudita che ha spinto Vincenzo Tipo, il primario del pronto soccorso, a dire di non aver mai visto in 30 anni di lavoro al pronto soccorso “una scena più raccapricciante a cui ho assistito curando la bimba ridotta ad una maschera di sangue”.

Lei è ricoverata in una stanza singola e non sa che suo fratello è morto. Medici ed infermieri fanno a gara per mostrarle vicinanza. Illesa una terza sorellina, di appena 4 anni. La bambina al Santobono sta riprendendosi. Nelle prossime ore sarà ascoltata dal magistrato con l’ausilio ovviamente di psicologi che sapranno tradurre in maniera non violenta le domande che serviranno a capire che cosa è successo.

“La nostra attenzione sarà riservata a questi due bimbi – ha detto il sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo – non li lasceremo soli. Da oggi tutta la comunità di Cardito sarà la loro famiglia”. E nel giorno del funerale del piccolo (la data non è stata ancora fissata) sarà proclamato il lutto cittadino. L’appartamento dove è avvenuta la tragedia è dall’altra notte sotto sequestro. Tutto sigillato perchè gli investigatori col pm Paola Izzo, torneranno in quella casa per gli ulteriori rilievi. Intanto, dinanzi all’ingresso del palazzo dove abitava il piccolo nella mattinata di oggi qualcuno ha riposto un fascio di fiori. Sul balcone ci sono ancora una piccola bicicletta un passeggino e la biancheria stesa. I vicini di casa si affrettano a dire che se avessero notato qualcosa di strano sarebbero intervenuti subito: “I bambini sono tutti figli nostri e se avessimo visto qualcosa saremmo intervenuti”. E allora che cosa ha scatenato tanta crudeltà. Domani ci sarà l’interrogatorio di convalida dell’arresto. Può anche darsi che l’uomo confessi di aver ucciso a calci e pugni i bambini o che continui a tacere.

Cardito, fiori per Giuseppe sul luogo della tragedia. La sorellina di 4 anni in una struttura assistenziale. Noemi ancora grave in ospedale ha però aiutato la pm a capire

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Cronache

Tragedia ad Anzola Emilia: uccisa l’ex vigilessa Sofia Stefani, interrogato ex comandante

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Un tragico evento ha scosso la comunità di Anzola Emilia, in provincia di Bologna. Sofia Stefani, 33 anni, ex vigilessa, è stata uccisa da un colpo di pistola alla testa all’interno della sede del Comando della polizia locale, conosciuta come la ‘Casa Gialla’. Il presunto responsabile del delitto è Giampiero Gualandi, ex comandante dei vigili di Anzola, attualmente sotto inchiesta.

L’incidente è avvenuto poco prima delle 16, in una stanza del comando della polizia locale dove Sofia Stefani e Giampiero Gualandi si erano incontrati. Al momento della tragedia, i due si trovavano soli nella stanza, sebbene nell’edificio fossero presenti altre persone. Le forze dell’ordine stanno conducendo un sopralluogo accurato alla ‘Casa Gialla’ e interrogando i testimoni per ricostruire esattamente quanto accaduto e comprendere la natura del rapporto tra la vittima e il sospettato.

Giampiero Gualandi, ancora in servizio presso il comando di Anzola Emilia, sarà interrogato con l’assistenza di un difensore. Le autorità stanno cercando di chiarire se il colpo di pistola sia stato un tragico incidente o se ci sia stato un movente dietro l’omicidio. Non è ancora chiaro quale fosse la relazione tra Gualandi e Stefani, ma i carabinieri stanno esplorando tutte le possibili piste, inclusa quella di un conflitto personale o professionale.

La notizia ha profondamente colpito la comunità locale, che conosceva bene Sofia Stefani per il suo lavoro come vigilessa. I colleghi della polizia locale e i residenti di Anzola Emilia sono in stato di shock, in attesa di ulteriori sviluppi dalle indagini. Il municipio, situato a pochi passi dal luogo del delitto, è diventato un punto di raccolta per coloro che vogliono esprimere il loro cordoglio e la loro solidarietà alla famiglia della vittima.

La morte di Sofia Stefani rappresenta una tragica perdita e pone interrogativi inquietanti sulla sicurezza e sulle dinamiche interne al comando della polizia locale di Anzola Emilia. Mentre le indagini proseguono, la comunità spera che venga fatta piena luce su quanto accaduto.

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Inchiesta a Genova, interrogatorio Spinelli: gli intricati legami di potere e le promesse mancate

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L’indagine per corruzione che coinvolge importanti figure della politica e dell’economia ligure continua a rivelare dettagli e complicazioni. Durante l’interrogatorio di garanzia, l’imprenditore Aldo Spinelli, posto ai domiciliari insieme al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ha offerto uno spaccato dettagliato delle sue interazioni con le autorità per ottenere favori legati alla proroga trentennale del Terminal Rinfuse.

Spinelli, durante l’interrogatorio guidato dal giudice Paola Faggioni, ha descritto come ha cercato di influenzare le decisioni a suo vantaggio, sottolineando contatti e telefonate con Toti, a cui si rivolgeva per risolvere problemi analogamente a quanto faceva con predecessori come Burlando. L’imprenditore ha ammesso di aver bonificato 40 mila euro al Comitato Toti come riconoscimento per l’interessamento del presidente, anche se sostiene che non ne sia conseguito alcun vantaggio diretto.

La conversazione ha toccato anche la situazione di Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità portuale, a cui Spinelli prometteva un posto di lavoro a Roma da 300 mila euro, illustrando così la rete di promesse e favori che caratterizzano il settore. L’interrogatorio ha anche evidenziato l’accusa verso altri membri influenti dell’autorità portuale, tra cui Rino Canavese, l’unico a votare contro la proroga della concessione, criticato duramente da Spinelli per le sue posizioni.

Le dichiarazioni di Spinelli hanno aperto uno squarcio su una realtà di gestione dei pubblici poteri in cui gli interessi personali e quelli economici sembrano intrecciarsi a discapito della trasparenza e dell’equità. La questione della spiaggia dell’Olmo, che Spinelli sperava di trasformare da libera a privata, è solo un esempio delle molteplici richieste fatte a Toti, tutte rimaste inevasive secondo l’imprenditore.

Questo scenario complesso mostra quanto possano essere intricate le relazioni tra politica, economia e gestione del territorio, soprattutto in contesti dove le risorse economiche si mescolano con le carriere politiche. L’inchiesta, quindi, non solo cerca di fare luce su specifiche accuse di corruzione, ma sottolinea anche la necessità di una maggiore trasparenza e integrità nelle interazioni tra imprenditori e pubblici ufficiali.

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Cronache

Richiesta urgente di intervento al Ministro della Giustizia per risolvere le disfunzioni del processo telematico a Nola

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola ha trasmesso un appello urgente al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, evidenziando gravi disfunzioni nel sistema di processo telematico (PST) utilizzato dai Giudici di Pace nel circondario del Tribunale di Nola. Questa problematica sta impattando negativamente sul regolare svolgimento delle udienze e, di conseguenza, sul diritto di difesa dei cittadini.

La delibera, esecutiva immediata dal 10 maggio, è stata inviata anche a figure chiave nel sistema giudiziario, tra cui il Dirigente CISIA di Napoli, Giovanni Malesci, la Presidente della Corte di Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, e la Presidente del Tribunale di Nola, Paola Del Giudice. La comunicazione segnala la costante e quotidiana inefficienza del sistema, che sta causando notevoli ritardi nelle procedure giudiziarie e aumentando gli arretrati a causa dei continui rinvii d’ufficio.

Il documento illustra una serie di incidenti, tra cui verbali d’udienza irreperibili o caricati solo parzialmente nel sistema, testimonianze non registrate a causa di problemi di connettività, e documenti misallocati nei fascicoli telematici. Tali disfunzioni contrastano con l’obiettivo della riforma “Cartabia” di accelerare i processi e ridurre gli arretrati, rendendo il sistema attuale un ostacolo piuttosto che un facilitatore.

Il Consiglio ha richiesto la formazione di un tavolo tecnico urgente che coinvolga tutti gli operatori del settore giudiziario per formulare un piano d’intervento. Nel frattempo, ha proposto un provvedimento provvisorio che permetta ai Giudici di Pace di gestire le udienze attraverso la verbalizzazione cartacea, come soluzione temporanea al doppio binario, fino a quando le disfunzioni del sistema PST non saranno risolte.

Questo appello sottolinea la necessità di un’immediata revisione delle infrastrutture informatiche nel settore giustizia, per garantire l’efficienza del sistema giudiziario e il rispetto dei diritti dei cittadini.

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