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Il Bologna batte anche la Roma, 3-1 e Champions vicina

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Bologna sogna da grande. La squadra di Thiago Motta gioca da big e ferma anche la Roma, vince 3-1 all’Olimpico e compie un passo decisivo verso una storica qualificazione in Champions League. I giallorossi, invece, falliscono “l’operazione avvinamento” e dovranno lottare ancora per conquistare un biglietto per l’Europa che conta. Va dunque a Thiago Motta il confronto con l’amico-rivale Daniele De Rossi: due tecnici che hanno giocato a viso aperto regalando al pubblico una partita sempre aperta. Il club felsineo consolida il quarto posto in classifica: sale a +7 proprio sui giallorossi e, con 62 punti, è addirittura a -2 dal terzo posto della Juventus. La Roma, invece, deve ora guardarsi le spalle da un’arrembante Atalanta che ieri ha vinto a Monza e si è portato a -1 e dall’ultimo posto utile per la Champions.

Le due squadre scendono in campo contratte e nervose. Ma entrambe sono pronte a rischiare. Sono i padroni di casa a iniziare nel modo migliore. I giallorossi si spingono in avanti affidandosi a Dybala ed El Shaarawy, lanciati dai centrocampisti. Sono proprio i due attaccanti a procurarsi la prima occasione: al 9′ l’argentino recupera un pallone e serve a centro area proprio per il “faraone” che però spara altissimo. Errore che i felsinei non perdonano. Al 14′ Saelemaekers serve sulla sinistra Calafiori, ex di turno, che crossa al centro. El Azzouzi in mezza rovesciata anticipa Pellegrini e segna l’1-0. Il difensore ospite festeggia sotto la curva giallorossa e quasi si scatena la rissa. I padroni di casa si innervosiscono e la partita si fa più dura con l’arbitro chiamato ad intervenire con quattro gialli in pochi minuti per mantenere l’ordine in campo.

La Roma prova a pareggiare ma gli emiliani dominano. Al 45′ arriva il gol di Zirkzee del 2 a 0. I capitolini sembrano stanchi fisicamente, forse a causa degli impegni in Europa League con il Milan. E proprio il pubblico torna sulla polemica per il recupero della partita con l’Udinese e il possibile posticipo di quella con il Napoli. “Con Casini e Lotito tra qualche anno giochiamo con calzini e infradito”, recita uno striscione della Sud. Per il recupero “non c’era nessun margine di discrezionalità da parte mia”, sottolinea il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini. Negli spogliatoi De Rossi carica i suoi. La Roma entra in campo con maggiore determinazione e sfiora più volte il gol. Il portiere rossoblù Skorupski si oppone a El Shaarawy in un tiro da fuori; poi è Posh ad immolarsi respingendo con il volto un altro tentativo dell’attaccante azzurro. La rete arriva al 11′ della ripresa con Azmoun, entrato al posto di Abraham: l’attaccante riesce a superare Skorupski che nella stessa azione gli aveva negato il gol con due interventi e accorcia sul 2-1. Il Bologna soffre.

Azmoun impensierisce ancora l’estremo difensore bolognese. Ma la squadra di Thiago Motta rialza il baricentro e con un contropiede da manuale lancia Saelemaekers da solo contro Svilar: cucchiaio del giocatore belga che sigla il 3-1 al 20′. La Roma non molla, insiste alla ricerca di un gol che possa riaprire la partita. Ma si espone anche al gioco di rimessa degli ospiti. I giallorossi sfiorano il gol con Pellegrini sul finale ma non passano. Nel finale girandola di cambi ma il risultato resta bloccato sul 3-1. E’ festa per i tifosi bolognesi giunti all’Olimpico che celebrano i loro beniamini sotto la curva ospiti. La parola “Champions” che fino a ieri nel capoluogo emiliano era un tabu per chiunque, da oggi inizia ad essere una realtà.

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Economia

Il Tar conferma multa da 450mila euro per Google

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Google ha violato il divieto di pubblicità al gioco e alle scommesse e per questo il Tar del Lazio ha confermato la multa da 450mila euro comminata da Agcom per violazione del decreto Dignità. Con un’ordinanza il tribunale amministrativo regionale ha infatti respinto la domanda cautelare del colosso dell’internet. Al centro della questione dei video pubblicati sulla piattaforma Youtube (di proprietà di Google) “dal content creator Spike, che, come notificato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, violano il divieto di pubblicità a giochi e scommesse introdotto nel 2018”. Secondo i giudici “non sembra che la ricorrente abbia provato la sussistenza di elementi idonei ad escludere la propria colpa, essendosi limitata ad affermare che ‘nella specie, non è stata mai selezionata la casella della promozione a pagamento nei dettagli relativi ai Video Contestati’ e che la mancata selezione della suddetta casella le avrebbe impedito di ‘controllare a priori se il contenuto promosso violi o meno le policy di YouTube”.

Google aveva presentato una domanda per l’annullamento della delibera con cui l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni l’aveva sanzionata per la violazione del divieto di pubblicità al gioco in base al Decreto dignità. La decisione di Agcom risale al marzo scorso e nella delibera veniva spiegato che l’Authority tra luglio e settembre 2023 aveva condotto un’attività di vigilanza sulla pagina web del canale YouTube ‘Spike slot 2022’ dalla quale era emerso che il canale, creato “il 1° settembre 2022 con oltre 50.000 iscritti e 23.000.000 visualizzazioni”, ospitava “numerosi video (pari, rispettivamente in ciascuna delle tre giornate di accertamento, a 287, 325 e 330 video del content creator Spike) tutti con contenuti afferenti alla pubblicità di giochi con vincite in denaro”.

Alla luce della contestazione e della sanzione Google aveva evidenziato che “l’Autorità è priva di giurisdizione nei confronti di Google in relazione all’oggetto della contestazione” e che “il divieto di pubblicità italiano sarebbe inapplicabile nei suoi confronti”. In merito all’eccezione sollevata circa la presunta carenza di giurisdizione dell’Autorità in ragione dell’inapplicabilità del decreto Dignità, l’Agcom aveva obiettato che “il legislatore europeo ha ritenuto di non disciplinare a livello europeo la comunicazione commerciale afferente ai giochi con vincite in denaro ma di lasciare ciascuno Stato membro libero di inserire previsioni ad hoc”.

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Aria di crisi tra Jennifer Lopez e Ben Affleck, secondo divorzio?

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C’e’ qualcosa che non va nella nella love story tra Jennifer Lopez e Ben Affleck. Non siamo ancora la divorzio, ma a neanche due anni dalle nozze celebrate a sorpresa a Las Vegas, “ci sono problemi” tra i due, ha detto un insider dei ‘Bennifer’ al sito di Us Weekly. “Le cose hanno cominciato a non andare alcuni mesi fa, quando lei ha cominciato a prepararsi per andare in tournee ed era concentratissima. Col risultato che per la maggior parte del tempo ora non sono sulla stessa pagina”, ha detto la fonte.

Le voci circolavano da giorni ed e’ da marzo che Jen e Ben non vengono fotografati assieme, cosi’, quando il 6 maggio JLo ha fatto da madrina al gala del Met ed e’ salita da sola sulla scalinata del museo, il livello del gossip e’ salito alle stelle. Vero e’ che il marito era impegnato nelle riprese di un nuovo film, The Accountant 2, ma questo non aveva impedito la sera prima al premio oscar di Argo di presenziare alla festa in onore dell’ex campione di football Tom Brady trasmessa su Netflix in diretta streaming. Solo tre anni fa, su quello stesso tappeto rosso del museo, i due si erano baciati appassionatamente rivelando ai media il ritorno di fiamma dell’antica passione.

Ed e’ cosi’ che il sito di pettegolezzi Tmz ha cominciato a indagare scoprendo che Ben vive da una settimana da solo a Brentwood, non lontano dalla casa dell’ex moglie Jennifer Garner. Ben e Jen si erano conosciuti sul set del film ‘Amore estremo – Tough Love’ (‘Gigli’ del 2003) ed erano stati in coppia una prima volta tra 2002 e 2004 arrivando sul punto di sposarsi, ma il matrimonio era stato cancellato a soli quattro giorni dalla cerimonia, ufficiosamente a causa della “eccessiva attenzione dei media”. Entrambi hanno ancora la fede al dito, la relazione pero’ sembrerebbe tornata sulle montagne russe. Jennifer nei giorni scorsi e’ stata fotografata con un’amica mentre visitava case da comprare a Los Angeles: “Solo per investimento”, ha assicurato l’insider.

Mentre un’altra fonte ha spifferato a InTouch che i due si sono imbarcati in una terapia di coppia: “Ben ci crede fino a un certo punto, ma e’ pronto a impegnarsi con mente sgombra da pregiudizi, anche se trova l’intero processo umiliante”. Ben e Jen si sono sposati il 17 luglio 2022 su una Cadillac rosa confetto nella celebre Little White Wedding Chapel di Las Vegas davanti ai rispettivi figli: lei ne ha avuti due con il terzo marito Marc Anthony, lui tre dalla Garner. “Valeva la pena di attendere. Ieri e’ stata la notte piu’ bella delle nostre vite”, aveva scritto all’epoca la nei Mrs. Affleck sulla sua newsletter “On the JLo”.

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Cronache

Caso Toti, Ilaria Cavo: avvisai presidente che i Testa non mi piacevano

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“Avvisai il presidente che i fratelli Testa non mi piacevano”. E’ quanto detto dalla deputata Ilaria Cavo nel corso della sua audizione come persona informata dei fatti. La giornalista è stata sentita in caserma nei giorni scorsi dal sostituto procuratore Federico Manotti (che insieme al collega Luca Monteverde ha coordinato le indagini) nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che ha portato ai domiciliari il governatore. I fratelli Testa, Angelo Arturo e Italo Maurizio, sono indagati anche loro per voto di scambio aggravato dall’aver agevolato la mafia.

Per gli inquirenti i due gemelli sarebbero stati i referenti di un clan mafioso e avrebbero convinto la comunità riesina a votare il partito di Toti e i suoi candidati (tra cui la stessa Cavo) in cambio di posti di lavoro.La parlamentare ha ammesso di averli conosciuti in un ristorante nei pressi di Bergamo mentre andava in settimana bianca. Si offrirono di aiutarla chiedendo a loro volta una mano per avere posti di lavoro “magari dentro Autostrade”. Cavo, ha spiegato in caserma, “nei mesi successivi si fecero troppo insistenti, si comportavano in una maniera che non mi piaceva affatto”.

Per questo chiamò prima l’onorevole Alessandro Sorte, che aveva fatto da tramite, e poi avvisò lo stesso Toti che quei due non le “piacevano”. Un avvertimento, secondo gli inquirenti, non colto dal presidente. In un’intercettazione tra i due fratelli raccontano come Toti li avesse presi sottobraccio durante un evento elettorale chiedendo di “aiutare comunque” Cavo visto che loro erano “dei bulldozer”.

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