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‘L’Italia non è un Paese per gatti, maltrattati e uccisi’

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In Italia crescono i maltrattamenti, le uccisioni e gli abbandoni di gatti, “esacerbati dai ritardi cronici su adozioni, sterilizzazioni e campagne informative”. Nel 2022 la media è di 2 reati al giorno contro animali domestici (specie cani e gatti), più di 6 illeciti amministrativi e più di una persona denunciata. Lo afferma Legambiente presentando il focus “A-Mici in Città” alla vigilia della Giornata nazionale del gatto che si celebra il 17 febbraio, facendo il punto sui principali ritardi dell’Italia nel garantire il loro benessere e la loro tutela. Nel 2022, in Italia, Legambiente ha censito tra i 10 e 15 milioni nelle case dei cittadini, tra 700.000 e 1.150.000 quelli liberi già anagrafati e presenti nelle colonie feline registrate nelle città e tra 62.000 e 93.000 le persone ufficialmente impegnate nel loro accudimento volontario. Grave la mancanza di risposte da grandi città come Roma e Napoli.

Tra le città con più gatti registrati all’anagrafe Milano con ben 56.879 (di cui 20.000 in colonie feline), Prato con 15.950 gatti, Bari (15.602) e Taranto (12.936). “Dal gatto Grey ad Alberobello fatto annegare nelle acque gelide di una fontana al gatto Leone scuoiato vivo in provincia di Salerno, i gatti purtroppo sono sempre più spesso al centro di maltrattamenti e di comportamenti illegali – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Se da una parte è urgente una maggiore tutela con leggi e sanzioni più severe, in grado di prevenire e reprimere efficacemente abbandono, maltrattamenti e uccisioni, dall’altra è sempre più urgente attivare servizi adeguati, attività di sensibilizzazione e supporto per facilitare la convivenza, garantire il loro benessere e tutelare i gatti”. Nel 2022, su un campione di 552 Comuni, “appena il 40% dichiara di avere colonie feline presenti sul proprio territorio e solo il 33,9% di sapere quanti gatti ci siano in queste stesse colonie” spiega Legambiente.

Sono “preoccupanti” secondo Legambiente, i nuovi dati elaborati sulla base dell’ultimo report Ecomafia: nel 2022 le forze di polizia hanno registrato solo in tema di abbandono, maltrattamento e uccisione a danno degli animali domestici (specie cani e gatti) 751 reati, 2.408 illeciti amministrativi e 412 persone denunciate. “Pesa molto l’assenza nel Codice penale dei delitti contro gli animali e il mancato aumento dei limiti edittali e delle sanzioni” spiega la ong – Una situazione allarmante, esacerbata dai ritardi cronici dell’Italia in tema di sterilizzazioni, adozioni e campagne informative”.

Appena l’8,7% dei Comuni dichiara di avere sterilizzato più del 90% dei gatti presenti nelle sue colonie; solo il 17,7% sostiene di aver fatto campagne di sterilizzazione e il 6,7% di aver realizzato campagne per l’adozione di gatti in cerca di casa. Appena il 9,4% dei Comuni dichiara di avere, sul proprio territorio o convenzionati, gattili sanitari, strutture pubbliche indispensabili per curare gli animali liberi malati o feriti; solo il 4,5% di avere oasi feline.

Alla luce di ciò Legambiente lancia sei richieste per recuperare questi ritardi: 1) Al Parlamento di inserire nel Codice penale i delitti contro gli animali e aumentare i limiti edittali e le sanzioni previste; 2) al direttore generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del ministero della Salute l’approvazione del decreto con le istruzioni di dettaglio per l’implementazione del Sistema informativo Nazionale degli Animali da Compagnia, che consentirà l’anagrafe nazionale di tutti i gatti domestici; 3) ai presidenti di Regione e ai sindaci di realizzare un piano coordinato che preveda di attivare accordi con le associazioni per la protezione degli animali per l’applicazione di leggi e regolamenti comunali; 4) la mappatura completa, entro il 2024, delle colonie feline presenti nei contesti urbani e periurbani; 5) una campagna ad hoc, entro il 2027, di anagrafe e sterilizzazione di tutti i gatti presenti nelle colonie feline; 6) la piena operatività, entro il 2030, di 400 gattili sanitari (uno ogni 150mila abitanti) per consentire la gestione pubblica sanitaria delle popolazioni di gatti nelle aree urbane e periurbane.

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Giuseppe, ucciso a 17 anni da un fulmine mentre pascolava le sue bestie

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Un ragazzo di 17 anni è morto nel pomeriggio nelle campagne di Santeramo in Colle nel Barese dopo essere stato colpito da un fulmine. La vittima era impegnata, assieme al padre, in attività di pascolo quando è stato sorpreso da un violento temporale nel corso del quale è stato raggiunto dalla potente scarica elettrica che lo ha fatto cadere a terra. Pare che il ragazzo sia riuscito a rialzarsi ma è morto poco dopo, per arresto cardiocircolatorio. Sul posto, oltre ai carabinieri, è intervenuto il personale del 118 che ne ha constatato il decesso.

“Perdere la vita, a soli 17 anni, è una tragedia che nessuno potrà mai capire. Esprimo il mio sentito cordoglio alla famiglia di Giuseppe, giovane studente santermano, che frequentava l’Istituto tecnico e tecnologico “Nervi-Galilei” di Altamura. Il suo sorriso, la sua determinazione e la dedizione al lavoro resteranno nei cuori di quanti lo hanno conosciuto. Un forte abbraccio a chi gli era vicino”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook il sindaco di Altamura, in provincia di Bari, Antonio Petronella, all’indomani della morte dii Giuseppe Cacciapaglia, colpito da un fulmine nelle campagne di Santeramo in Colle durante un temporale. Fino a all’anno scorso il sindaco Petronella era il dirigente dell’istituto scolastico superiore frequentato dal giovane scomparso.

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Corruzione elettorale, indagato capogruppo FdI in Puglia

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Un’altra inchiesta per presunta corruzione elettorale agita la politica pugliese. Questa volta ad essere coinvolto è un esponente del centrodestra, Francesco Ventola, capogruppo di FdI in Consiglio regionale, candidato alle Europee in ticket con Giorgia Meloni. La vicenda è stata dall’ ex assessore regionale Andrea Silvestri. Sia Ventola che Silvestri sono residenti a Canosa. Il primo sostiene la maggioranza del sindaco, l’ex assessore è all’opposizione. Ventola sarebbe dunque indagato dalla procura di Trani per associazione a delinquere e corruzione elettorale in relazione alle amministrative di Canosa in Puglia del 2022.

“È vero – sottolinea Silvestri nel video, rimosso da Facebook ma diventato virale sulle chat – che c’è una inchiesta a Canosa, e questa inchiesta riguarda il sindaco, il presidente del Consiglio comunale, un consigliere comunale e il consigliere regionale? Non mi hanno detto sì, non mi hanno detto no. Siccome siete restii, siete quasi omertosi, adesso facciamo lo scoop”. Ventola ha spiegato di aver ricevuto a febbraio un avviso di proroga delle indagini.

“Rilevo – ha detto il capogruppo di FdI – che per la seconda volta Andrea Silvestri getta fango, in modo calunnioso, sulla mia persona e sull’amministrazione comunale di Canosa. Infatti già qualche mese parlò dell’inchiesta, innescata dal suo entourage. Abbiamo denunciato Silvestri – ha riferito Ventola – per quelle dichiarazioni calunniose e false e vagliamo ora attentamente anche le più recenti propalazioni”. Il capogruppo di FdI in Consiglio regionale ha poi rammentato una vicenda giudiziaria per la quale il suo rivale politico fu arrestato nel 2004 e poi condannato. Ventola ha ricordato inoltre che lo scorso dicembre, nella discussione sulla legge di bilancio, propose con un emendamento la sospensione del trattamento di vitalizio agli ex consiglieri regionali condannati in via definitiva per reati contro la pubblica amministrazione, con un chiaro riferimento alla condizione dell’ex assessore Silvestri. Quest’ultimo ha replicato: “sono procedimenti di più di vent’anni fa, per i quali ho patteggiato: ora sono un cittadino e un libero professionista e le mie questioni con la giustizia le ho risolte all’epoca. È Ventola, in quanto personaggio pubblico candidato alle Europee, che deve rispondere del suo operato”.

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I telefonini di Toti e le mail, settimana decisiva

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Una settimana che potrebbe essere decisiva per l’inchiesta sulla presunta corruzione che ha terremotato la regione Liguria facendo finire agli arresti domiciliari il presidente Toti. Già domani dovrebbero essere effettuate le copie forensi di telefoni, computer e altri dispositivi del governatore e poi degli altri indagati. Saranno acquisiti messaggi e mail, verosimilmente con l’uso di parole chiave. Tutto materiale che servirà ad integrare e a cercare riscontri alla già corposa documentazione e alle intercettazioni alla base dell’inchiesta. Sempre domani inoltre scadono i termini per i ricorsi da presentare al Tribunale del Riesame. Per ora l’unico a fare appello è stato l’imprenditore Mauro Vianello.

Toti, ha fatto sapere la difesa, non ricorrerà al Riesame. Così come Aldo Spinelli, ai domiciliari come il governatore. Toti attende, come ribadito dal legale Stefano Savi, di essere interrogato dai pm ma i magistrati hanno fatto sapere che prima di ascoltarlo intendono approfondire i punti dell’inchiesta. In questo senso determinanti saranno le audizioni di testi in programma da domani tra cui anche il sindaco di Genova Bucci. Inoltre i pm hanno manifestato l’intenzione di volere riascoltare, forse già domani, il file della registrazione dell’interrogatorio di Roberto Spinelli, figlio di Aldo, e in particolare le parole trascritte come “finanziamenti illeciti”. Parole poi contestate da Spinelli jr con una comunicazione dei legali sostenendo di avere parlato di “finanziamenti leciti”.

Per gli inquirenti allo stato fa fede la trascrizione effettuata e, comunque, da quanto chiarito, questo aspetto non cambia il quadro per l’imputazione di corruzione anche a carico del Governatore, per come delineata. A rafforzare questa accusa, secondo la Procura, l’episodio in cui una manager della società Icon, proprietaria del 45% delle quote sociali della Spinelli srl (a sua volta socio di maggioranza della Terminal Rinfuse Genova), Ivana Semeraro, replicando a Spinelli senior che le chiedeva aiuto per le donazioni a Toti, lo metteva esplicitamente in guardia su un possibile risvolto penale: “questa è corruzione, non pago”, diceva all’imprenditore al telefono. La conversazione è del 20 settembre 2021 e la manager fa presente a Aldo Spinelli che per “un problema di reputazione non possiamo fare donazioni a partiti politici, perché può essere vista come corruzione”.

L’episodio è stato affrontato anche durante l’interrogatorio di garanzia del figlio di Spinelli che in proposito ha detto ai magistrati: “Quando Semeraro mi ha detto che non poteva autorizzare il pagamento io ero l’uomo più felice del mondo… Mio padre poi ci dribblava, dava l’ordine diretto, ho fatto legge, non posso chiedere a un fondo di schermarmi”. E sulle vicende portuali è stato ascoltati per 5 ore venerdì Giorgio Carozzi, membro del Comitato Portuale che assegnò la concessione a Spinelli. “Ho votato in scienza e coscienza, nessuno mi ha fatto pressioni”, ha detto ma la testimonianza avrebbe confermato quanto emerge dalle intercettazioni, le “pressioni degli Spinelli” per ottenere la proroga per 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse.

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