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Politica

Calderoli, governo lavora a ddl per sviluppo isole minori

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Un disegno di legge quadro per lo sviluppo delle isole minori marine, lagunari e lacustri. E’ quanto sta preparando il governo, come ha annunciato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, alla Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità, spiegando che conterrà “misure di crescita per le isole minori, in considerazione del loro valore unico sotto il profilo naturalistico e ambientale, delle tradizioni e delle particolari culture che vi sono conservate”. Non solo, “potrebbe essere il caso di valutare l’istituzione, in prospettiva, di un Ministro per le isole, come organo di vertice che coordina le iniziative politiche e amministrative riferite alle isole”. La proposta del ddl si incentra sulla definizione di una programmazione strategica e economica delle misure per lo sviluppo delle isole minori, attraverso la previsione di un Documento unico di programmazione isole minori, in cui confluirebbero tutti i progetti integrati di sviluppo territoriale elaborati dai comuni interessati.

“Il rilievo strategico dei progetti relativi allo sviluppo delle isole minore giustificherebbe poi il ricorso alla figura dei contratti istituzionali di sviluppo e l’intervento sul tema delle risorse per investimenti specifici in questi territori, anche attraverso la disciplina innovativa dei Fondi a sostegno delle isole minori”, aggiunge. Le isole devono essere distinte tra due maggiori, Sicilia e Sardegna che hanno anche uno statuto speciale, e le cosiddette minori, “estremamente differenziate fra loro per orografia, struttura demografica, impatto del cambiamento climatico, attrattività turistica”, spiega Calderoli che auspica una “definizione normativa di isola minore a livello nazionale che ad oggi non c’è”. In Italia ci sono 79 isole minori, di cui 26 disabitate, con una popolazione complessiva residente di 260.666 persone. Delle 79 isole: le isole marine sono 56, di cui 21 disabitate, con una popolazione residente complessiva di 225.795 persone; le isole lagunari sono 16, di cui 3 disabitate, con una popolazione residente complessiva di 33.059 persone; le isole lacustri sono 7, di cui 2 disabitate, con una popolazione residente complessiva di 1.812 persone.

“Solo questi dati statistici ci dicono che non si può parlare semplicemente di isole come categoria astratta, ma è necessario commisurare gli interventi alle caratteristiche di ognuna di esse”, spiega il ministro. Calderoli ha ricordato che la legge di bilancio per il 2023 ha istituito un Fondo nazionale per il contrasto agli svantaggi derivanti dall’insularità, con una dotazione di 2 milioni per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025, finalizzato ad assicurare la piena attuazione al principio di insularità di cui all’art. 119, sesto comma, della Costituzione. Il fondo è suddiviso in due sezioni: un fondo per gli investimenti strategici ed un fondo per la compensazione degli svantaggi. Non è mancato un accenno ai Lep, Livelli essenziali delle prestazioni, che “rappresentano una misura dell’eguaglianza, a prescindere dal territorio nei quali i cittadini risiedono, sia insulare o non insulare”, sottolinea il ministro, ma che nel caso delle isole possono adottare dei correttivi “come il calcolo dei fabbisogni standard in relazione alle peculiarità”.

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Rackete-Salvini,questa volta è duello elettorale

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Con l’avvicinarsi delle europee, si riaccendono vecchi conflitti. E’ il caso della ex comandante della Sea Watch Carola Rackete e del vicepremier Matteo Salvini: lei – durante un incontro pubblico per la candidatura di Ilaria Salis con Avs – ha accusato il leader della Lega di “incentivare” con le sue parole “i crimini d’odio”; lui – di rimando – l’ha definita ironicamente “la speronatrice”. Rackete, che senza permesso attraccò per far scendere migranti salvati in mare a Lampedusa nel 2019, ora è in corsa alle europee in Germania con Die Linke. Da quando Rackete, cinque anni fa, forzò il blocco a Lampedusa imposto proprio da Salvini. tra i due è partito un lungo braccio di ferro fatto anche di scontri verbali, culminati in un’accusa di diffamazione aggravata per Salvini ai danni di Rackete (per cui il Senato negò l’autorizzazione a procedere). Oggi è ‘la capitana’ ad attaccare: “Penso che le parole” di Matteo Salvini “continuino ad infiammare l’estrema destra, incentivando i crimini d’odio e polarizzano la società al posto di creare unità e giustizia sociale – afferma l’attivista -. Noi a sinistra siamo per i diritti umani, dignità e rispetto della vita e per un’equa transizione ecologica che ci garantisca un futuro sicuro su questo pianeta”.

Il capo della Lega le risponde a tono dopo qualche ora: “Io incentiverei i ‘crimini d’odio’ dice la speronatrice… E che bella coppia con la Salis! Il miglior antidoto a questi sinistri personaggi è un voto massiccio alla Lega”. Nel frattempo, la campagna elettorale mette pepe anche nei rapporti tra gli alleati di governo. A generare fibrillazioni tra Forza Italia e Lega è il decreto Salva-Casa, il provvedimento fortemente voluto da Salvini e atteso a giorni in Consiglio dei ministri. Pochi giorni fa, il ministro delle Infrastrutture e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si erano sentiti per parlare del destino di alcuni grattacieli al centro di un intervento della Procura. E l’idea del vicepremier era di lavorare a una norma bipartisan da inserire in fase di conversione del decreto in questione.

“Non consentiremo l’abusivismo del Pd – fa sapere il capogruppo forzista al Senato, Maurizio Gasparri -. Siamo contrari ai condoni che la sinistra vorrebbe per i grattacieli di Milano. Io starò molto attento perché il condono che vorrebbe Sala mi inquieta” e “sono certo che il Capo dello Stato non firmerà le sanatorie”. “Una volta c’era Berlusconi che difendeva la casa come bene fondamentale degli italiani, ora c’è la Lega che porta avanti una norma di buonsenso”, attacca la deputata del partito di via Bellerio Giovanna Miele. E lo stesso Salvini rilancia: “Sanatoria’? Non è una brutta parola, come vorrebbe qualcuno, se significa semplicemente regolarizzare piccole anomalie, liberando oltretutto gli uffici comunali dalle troppe pratiche bloccate”

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Schifani: Lavorare a un campo largo con altre forze moderate

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“Bisogna lavorare a un campo largo nel centrodestra con il coinvolgimento di altre forze moderate. La coalizione che appoggia il candidato sindaco di Gela ne è un esempio”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, intervenendo a Gela alla manifestazione elettorale a sostegno della candidata Grazia Cosentino, appoggiata dalla quasi totalità del centrodestra – a eccezione del Mpa – e da Italia Viva, presente nella città nissena con il capogruppo alla Camera Davide Faraone. “Le esperienze del campo largo nel centrosinistra – ha aggiunto Schifani – sono destinate a fallire perché sono solamente alleanze elettorali, che si sciolgono immediatamente dopo il voto perché non c’è intesa sui principali temi. A differenza di quanto avviene, invece, nel centrodestra, dove c’è una sintonia maggiore e più coesa tra le forze moderate”.

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Schlein: Meloni affossa le libertà, noi unica alternativa

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“Da Madrid Giorgia Meloni, in mezzo a nazionalisti, franchisti, amici di Trump ci attacca dicendo che la sinistra cancella l’identità, intanto lei in questo anno e mezzo di governo sta cancellando la libertà degli italiani. Perché se hai un salario da fame non hai più libertà, mentre lei affossa il salario minimo. Perché se non ti puoi curare perché la prima visita la prenoti tra un anno, non hai libertà. Meloni si rassegni, noi continueremo a mettere in piedi un’alternativa che metta al centro la questione sociale”. Così la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein ad Alghero per la campagna elettorale per le Comunali e le Europee.

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