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Cinema

Eddie Murphy: ecco la commedia da guardare ogni Natale

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Eddie Murphy, il leggendario attore comico di 62 anni, ritorna sul grande schermo con la sua prima commedia natalizia. Dopo una carriera che abbraccia successi come Beverly Hills Cop, Il principe cerca moglie e Una poltrona per due, Murphy si cimenta ora nel genere festivo con “Buon Natale da Candy Cane Lane”.

“Questa è la mia prima commedia di Natale. Da molto tempo volevo farne una”, dichiara l’attore, con 47 anni di esperienza dietro la macchina da presa. Il film, disponibile su Prime Video dal 1 dicembre, promette di portare il talento comico di cult di Murphy nel contesto natalizio, seguendo le gesta di Chris Carver, interpretato dall’attore stesso.

Il protagonista, Chris Carver, è un uomo ossessionato dalle decorazioni natalizie. Ogni anno, la sua missione è vincere il concorso per i migliori addobbi della sua strada a Los Angeles. Ma quando si trova a corto di idee originali, si imbarca in una corsa contro il tempo per rendere il suo 25 dicembre luccicante e perfetto.

Il film si snoda tra risate e avventure quando Chris, interpretato magistralmente da Murphy, si imbatte in un negozio misterioso gestito da una commessa eccentrica. Qui, compra un pezzo unico ma si ritrova coinvolto in un incantesimo che lo trasforma in una statuina vivente del villaggio natalizio della commessa.

Il regista Reginald Hudlin, già collaboratore di Murphy nel Principe delle donne nel 1992, sottolinea l’unicità della sceneggiatura, definendola “fresca” e adatta a diventare un classico annuale. “Ci sono inseguimenti in macchina, effetti speciali e paura, elementi inconsueti per il genere. Ma il messaggio è quello tipico: l’amore e la famiglia vincono su tutto”, afferma Hudlin.

Lo sceneggiatore Kelly Younger, che ha ambientato la storia nel ricco quartiere di El Segundo a Los Angeles, sottolinea l’aspetto familiare e il cambiamento nella rappresentazione delle dinamiche familiari. “Le feste sono stressanti, e tra le pareti domestiche emergono conflitti e frizioni. Solo l’affetto li fa superare”, afferma Younger, evidenziando la scelta di rappresentare una famiglia afroamericana come protagonista del film.

“Be’, ho sempre saputo che Babbo Natale è nero”, scherza Hudlin, sottolineando il cambiamento di prospettiva e l’importanza di rappresentare la diversità nel contesto natalizio. Con inseguimenti avvincenti, effetti speciali e un messaggio universale di amore familiare, “Buon Natale da Candy Cane Lane” si preannuncia come una commedia natalizia imperdibile che potrebbe benissimo diventare una tradizione per le famiglie riunite sul divano ogni anno.

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Al Festival del cinema di Cannes si userà l’AI per la sicurezza

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Intelligenza artificiale, codici QR, pulsanti di chiamata: la sicurezza del 77 Festival di Cannes sara’ all’insegna della tecnologia con dispositivi sperimentali che la Francia vuole testare anche in vista delle Olimpiadi di Parigi. Con il solito stuolo di star, la folla che cerca di intravederle e i 4.500 giornalisti accreditati, il festival di quest’anno (14-25 maggio) sara’ sorvegliato da 17 “telecamere di protezione video che utilizzano sistemi di intelligenza artificiale”, ha annunciato il municipio di Cannes.

La tecnologia è stata installata “in via sperimentale” intorno al Palais des Festival, l’area piu’ sorvegliata dove si svolgono le proiezioni e dove sono attesi Francis Ford Coppola, George Lucas, Emma Stone, Selena Gomez, Catherine Deneuve e Demi Moore. Il complesso sistema consentira’ al Centro di Protezione Urbana (CPU) della citta’ di “individuare eventi o comportamenti ritenuti sospetti o a rischio” e aiutera’ a rilevare pacchi abbandonati, la presenza di armi, persone a terra o qualsiasi movimento strano proveniente dalla folla.

Richieste “a partire dal 2019”, queste “risorse tecnologiche di sorveglianza aggiuntive” potranno essere utilizzate durante questa edizione grazie “alla legge relativa ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024”, ha spiegato il sindaco di Cannes, David Lisnard. Queste telecamere saranno abbinate alla “rete di videosorveglianza piu’ fitta di Francia”, con 884 telecamere, cioe’ “una ogni 84 abitanti”, per “rendere piu’ efficace il sistema di sicurezza”, ha spiegato. Un altro supporto tecnico e’ caratterizzato dai “462 pulsanti di chiamata d’emergenza, collegati direttamente alla CPU” che “sono stati distribuiti in modo pionieristico dal Comune negli spazi pubblici, cosi’ come nelle scuole, negli asili nido, negli edifici e nelle strutture pubbliche, nei luoghi di culto e nei negozi”.

Riguardo al numero di agenti coinvolti, il Ministero dell’Interno ha cercato di rassicurare l’opinione pubblica spiegando che saranno impiegate quattro unita’ mobili di circa 100 agenti ciascuna, come avvenuto negli scorsi anni. Secondo la prefettura, le disposizioni di sicurezza saranno presentate il giorno prima dell’apertura dell’evento. Da parte loro, gli organizzatori hanno mobilitato 400 guardie di sicurezza per controllare e monitorare le persone all’interno del Palais. Il festival, infine, prevede anche un gran numero di feste private organizzate sulle spiagge, nelle ville o sugli yacht, che faranno ricorso a societa’ di sicurezza private.

Ad esempio, sulla spiaggia Magnum di fronte all’hotel JW Marriott, che ha ospitato le feste di tre film vincitori della Palma d’Oro, verranno installati dei codici QR, il che significa “che tutti dovranno essere accreditati in anticipo”, spiegano ancora le autorità cittadine. Anche all’hotel Carlton, dove alloggia la presidente della giuria, l’americana Greta Gerwig, “la sicurezza sara’ rafforzata”.

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Garrone e Cortellesi trionfano ai David di Donatello

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Alla fine a vincere è Io capitano di Matteo Garrone che, con le avventure di Seydou e Moussa che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa, si porta a casa ben sette statuette tra cui le due più importanti: miglior film, regia, fotografia, montaggio, suono, produttore ed effetti visivi. È il verdetto della 69/a edizione dei premi David di Donatello, diventati per la prima volta molto più spettacolo, in onda in prima serata su Rai 1 dagli studi di Cinecittà con la conduzione Carlo Conti e Alessia Marcuzzi, Il film con più candidature, C’è ancora domani di Paola Cortellesi, storia del riscatto di una donna, moglie e madre, nella Roma della seconda metà degli anni Quaranta, vince sei statuette: il già acquisito David dello spettatore, l’attrice protagonista andato a Cortellesi, l’attrice non protagonista ad Emanuela Fanelli, la miglior sceneggiatura originale, il miglior esordio alla regia e il David giovani.

Bene Rapito di Marco Bellocchio, che racconta un episodio del 1858, quando un giovane ebreo di Bologna fu rapito dai soldati papali perché battezzato segretamente dalla balia, che vince i David per scenografia, costumi, sceneggiatura non originale, trucco e acconciatura. Palazzina Laf di Michele Riondino, film dal forte impianto civile che si svolge all’Ilva di Taranto nel 1997, ottiene la statuetta per il miglior attore protagonista, lo stesso Riondino, per l’attore non protagonista ad Elio Germano, per la canzone originale a Diodato che dedica il premio alla “mia terra e a Taranto, una città che soffre”.

Adagio di Stefano Sollima, ultima parte della trilogia criminale, ottiene invece il David al compositore (Subsonica). Delusione infine per La Chimera di Alice Rohrwacher, viaggio poetico negli anni ’80, nel mondo clandestino dei “tombaroli”; per Comandante di Edoardo De Angelis sulla figura di Salvatore Todaro, eroica guida del sommergibile Comandante Cappellini durante la seconda guerra mondiale, interpretato da Pierfrancesco Favino, e per Il Sol dell’avvenire, il nostalgico ultimo film di Nanni Moretti. Tra i momenti belli di questa edizione: la voce di Fellini e l’omaggio al regista di Amarcord a inizio programma nel mitico studio 5 di Cinecittà; Pierfrancesco Favino e Anna Ferzetti che ballano sul tappeto rosso presidiato da Fabrizio Biggio; Vincenzo Mollica che ricevendo il David speciale si prende la standing ovation, racconta il gesto dell’ombrello ai lavoratori fatto da Alberto Sordi e confessa che, se potesse vedere di nuovo, vorrebbe rivedere moglie e figlia. Garrone, ricevendo il premio alla regia per Io capitano, sottolinea il senso di “un film che nasce dalla voglia di ascoltare e raccontare quella parte di viaggio che nessuno vede mai”, mentre i due protagonisti, Seydou e Moussa, ringraziano gli italiani e tutti quelli “che salvano i migranti in mare”.

Cortellesi, nel ricevere il David del pubblico, commenta: “Non mi piace che li si consideri una massa di estranei, anonimi spettatori” e ringrazia “i 5 milioni di spettatori che hanno fatto il gesto eroico di andare al cinema”, senza tralasciare l’ironia quanto parla del suo esordio alla regia “alle soglie della menopausa”; mentre la bravissima Emanuela Fanelli sottolinea: “Faccio una menzione specialissima per mamma e papà che ora sono sul divano a piangere per il mio premio”. Elio Germano, miglior attore non protagonista per Palazzina Laf dice: “Non possiamo fare a meno di lottare, io e Riondino, questo è un film molto attuale che parla di lavoro, tema che sembra dimenticato oggi dal cinema, e di Taranto violentata dal profitto. Sono tante le persone ci hanno raccontato le loro palazzine Laf”. Infine un sempre più disincantato Bellocchio nel ricevere il premio alla migliore sceneggiatura non originale dice : “Ho tante battute, ma sono sempre le stesse, dirò solo che la mia età mi fa dire che questo riconoscimento mi rende moderatamente soddisfatto e spero solo di avere la mente a posto per fare altri film”.

Non manca qualche accento polemico quando il David per i migliori costumi viene assegnato a Sergio Ballo e Daria Calvelli per Rapito, che ricevono il premio nel teatro 18: “Avremmo preferito condividere la sala con i colleghi, purtroppo il nostro lavoro di costumisti e scenografi viene visto come le vetriniste e le domestiche”, dice Ballo. E Conti spiega: “Aver portato alcune categorie in alcuni spazi speciali ci sembrava una ricchezza, non una deminutio”. Serata davvero monstre in quanto a ospiti con i registi premio Oscar Justine Triet (David miglior film internazionale per Anatomia di una caduta) e Paolo Sorrentino, le attrici Claudia Gerini, Eleonora Giorgi, Elena Sofia Ricci e Isabella Rossellini, gli attori Federico Ielapi, Nicolas Maupas e Josh O’Connor, le cantanti Malika Ayane e Giorgia e i cantanti Irama e Mahmood.

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Cinema

A Cannes Meryl Streep è Palma d’oro

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Meryl Streep, leggenda del cinema, l’attrice che con i suoi tre Oscar (e 21 nomination) è nell’Olimpo subito sotto Katherine Hepburn, torna sulla Croisette. Nella cerimonia di apertura condotta da Camille Cottin, il 14 maggio al Grand Theatre Lumiere, il 77/o festival di Cannes la premierà con la Palma d’Oro onoraria. Manca da Cannes incredibilmente dal 1989, quando vinse come migliore attrice per Un grido nella notte diretto da Fred Schepisi.

“Sono immensamente onorata di ricevere la notizia di questo prestigioso riconoscimento. Vincere un premio a Cannes, per la comunità internazionale degli artisti, ha sempre rappresentato il traguardo più alto nell’arte del cinema”, ha commentato Streep, 74 anni e una filmografia in cui è difficile scegliere, tanto è vasta di pellicole che hanno fatto la storia del cinema, dal Cacciatore a Piccole Donne diretto da Greta Gerwig, presidente della giuria quest’anno. “Stare all’ombra di coloro che sono stati precedentemente onorati è umiliante ed emozionante in egual misura. Non vedo l’ora di venire in Francia per ringraziare tutti di persona a maggio!”, ha proseguito. Meryl Streep è nell’immaginario collettivo come hanno ricordato la presidente Iris Knobloch e il delegato generale del festival Thierry Fremaux, annunciando oggi il nome che si aggiunge a George Lucas (alla cerimonia di chiusura sabato 25 maggio con il Palmares consegnato dalla Presidente della Giuria, Greta Gerwig) e allo Studio Ghibli.

“Abbiamo tutti qualcosa in noi di Meryl Streep!” hanno detto, “Qualcosa in noi che ricorda Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie, La mia Africa, I ponti di Madison County, Il diavolo veste Prada e Mamma Mia!. Poiché ha attraversato quasi 50 anni di cinema e incarnato innumerevoli capolavori, Meryl Streep fa parte del nostro immaginario collettivo, del nostro comune amore per il cinema”. Lo stesso premio negli anni scorsi è andato Jeanne Moreau, Catherine Deneuve, Jane Fonda, Agnès Varda, Jodie Foster e al nostro Marco Bellocchio. Un grande ritorno a distanza di 35 anni quello dell’attrice che è anche un’icona progressista e che ha sempre appoggiato le battaglie dei diritti femminili.

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