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Esteri

Biden in pressing su Netanyahu: evitare vittime civili

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Evitare stragi di civili a Gaza che rischiano di indebolire il sostegno internazionale a Israele, creare corridoi umanitari per evacuare i palestinesi estranei ad Hamas e trattare per la liberazione degli ostaggi, tra cui 20 americani. Sono le priorità di Joe Biden per evitare l’escalation del conflitto in Medio Oriente, dove vede sfumare le illusioni di una ‘exit strategy’ americana in una regione che ha dominato l’agenda della sicurezza nazionale negli ultimi 50 anni. Per contenere l’incendio ha inviato il segretario di stato Antony Blinken, volato mercoledì in Israele (ma farà tappa anche in Giordania). Nel frattempo sale il numero delle vittime americane, da 14 ad almeno 22. E sale anche la pressione dell’ala liberal del partito democratico contro l’assedio di Gaza, con il senatore Bernie Sanders che critica la decisione di Israele di tagliare elettricità, cibo e acqua: “E’ una seria violazione delle leggi internazionali”, “prendere di mira i civili è un crimine di guerra, a prescindere da chi lo fa”.

“Il nostro sostegno a Israele è incrollabile. Vi guardiamo le spalle”, ha ribadito il presidente Usa prima di richiamare Benyamin Netanyahu, dopo l’incontro alla Casa Bianca con le comunità ebraiche. Pubblicamente il presidente Usa ha mostrato pieno supporto a ‘Bibi’ affermando che Israele ha non solo “il diritto ma anche il dovere di rispondere” e che “se gli Stati Uniti avessero subito quello che Israele sta subendo, la nostra risposta sarebbe stata veloce, decisiva e travolgente”. Ma ha anche aggiunto che nella loro penultima telefonata hanno discusso “di come le democrazie come Israele e gli Stati Uniti siano forti e più sicure quando agiscono sulla base dello stato di diritto. I terroristi prendono di mira di proposito i civili, li uccidono. Noi rispettiamo le leggi della guerra e questo è quello che importa”. Secondo alcuni media americani, privatamente Biden avrebbe insistito con Netanyahu perché la risposta contro Hamas a Gaza sia proporzionata e vengano prese misure per evitare vittime civili.

La Casa Bianca teme eventuali contraccolpi nel caso di un uso eccessivo della forza da parte di Israele, con la morte di donne, bambini e non combattenti, che rischierebbe di metterlo quasi sullo stesso piano di Hamas. In passato l’amministrazione Usa ha sempre messo in guardia Israele dall’entrare a Gaza, temendo che si apra un vaso di Pandola per il Medio Oriente, ma ora può solo chiedere di minimizzare i “danni collaterali”. Per questo la Casa Bianca sta coordinando un piano con altri Paesi per garantire un corridoio umanitario che consenta di uscire da Gaza ai civili che rischiano di rimanere intrappolati nell’annunciato assalto israeliano. La via di fuga sarebbe verso l’Egitto.

Pressing inoltre per la liberazione degli ostaggi: gli Usa puntano sulla mediazione del Qatar, che ha accesso ad Hamas. Sono tutti dossier per la missione di Blinken, che dovrebbe incontrare la leadership israeliana, compreso Netanyahu, discutendo l’ulteriore sostegno militare americano e forse ribadendo a porte chiuse il monito ad evitare vittime civili a Gaza. Ma un’altra priorità assoluta per il segretario di stato Usa sarà quella di trasmettere un messaggio di deterrenza, in gran parte rivolto all’Iran e ai gruppi sostenuti da Teheran, come Hezbollah in Libano, per impedire lo scoppio di una guerra più ampia. O attacchi alle truppe americane in Medio Oriente, come teme il Pentagono.

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Esteri

Algeria, uomo rapito da un vicino di casa ritrovato dopo 30 anni

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Le autorità giudiziarie di Djelfa, 300 km a sud di Algeri, capitale dell’Algeria, hanno arrestato oggi un uomo accusato di aver sequestrato per circa trent’anni un vicino di casa, trovato ieri sera sano e salvo, seppure in stato di grave abbandono, in una buca coperta di fieno in un allevamento di pecore. Lo riferisce il tribunale di Djelfa in una nota. La Procura ha ricevuto due giorni fa, il 12 maggio 2024, tramite la divisione regionale della gendarmeria nazionale di El Guedid, una denuncia contro uno sconosciuto secondo cui il fratello del denunciante, Omar Ben Amrane, scomparso da circa 30 anni, si trovava nella casa di un loro vicino, all’interno di un recinto per le pecore”.

https://x.com/Belhassine_Bey/status/1790483411179601969

“In seguito a questa segnalazione, il pubblico ministero del tribunale di Idrissia (provincia di Djelfa) ha ordinato alla gendarmeria nazionale di aprire un’indagine approfondita e gli ufficiali di giustizia si sono recati nella casa in questione. La persona scomparsa (B.A.) è stata ritrovata e il sospetto, di 61 anni, proprietario della casa, è stato arrestato”, aggiunge la nota. “La Procura ha ordinato un trattamento medico e psicologico per la vittima e il sospetto sarà portato davanti alla Procura non appena l’indagine sarà completata”, ha precisato il tribunale.

La nota conclude sottolineando che “l’autore di questo efferato crimine sarà perseguito con tutta la severità richiesta dalle leggi della Repubblica”. Sui social algerini è diventato virale il video del ritrovamento dell’uomo, ritrovato in uno stato pietoso, con abiti trasandati e una lunga barba. Secondo quanto riportato dai media locali algerini, la famiglia della vittima riteneva in precedenza che fosse stata rapita e uccisa da gruppi terroristici islamici armati attivi in Algeria negli anni ’90, quando aveva solo 16 anni.

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Esteri

Zelensky cancella visita a Madrid prevista per venerdì

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha annullato la visita che avrebbe effettuato a Madrid venerdì prossimo, secondo fonti della Casa del Re, dopo che oggi aveva annunciato l’incontro che si sarebbe svolto incontro con Filippo VI e il successivo pranzo al Palazzo Reale. Lo scrive l’agenzia spagnola Efe. Il Palazzo della Zarzuela non ha spiegato i motivi della cancellazione della visita, che sarebbe stata la prima visita bilaterale di Zelensky in Spagna e nella quale avrebbe dovuto incontrare il premier Pedro Sánchez e firmare un accordo sulla sicurezza.

Il viaggio di Zelensky avrebbe incluso il Portogallo, tappa anche questa destinata a saltare stando a Rtp, la televisione pubblica portoghese, che – senza specificare le sue fonti – indica come motivo dell’annullata visita “l’aggravarsi della situazione in Ucraina”, si legge nella homepage della Rtp.

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Economia

Brasile: il governo Lula licenzia il capo di Petrobras

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Il governo del leader brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha licenziato il presidente del colosso petrolifero statale Petrobras, Jean Paul Prates, dopo una disputa tra la società e l’esecutivo sul pagamento dei dividendi. “Prates è stato licenziato”, ha detto un portavoce presidenziale. Da parte sua, Petrobras ha indicato in un comunicato stampa che Prates ha chiesto una riunione del consiglio di amministrazione.

Il 25 aprile gli azionisti di Petrobras hanno approvato il pagamento di 22 miliardi di reais (4 miliardi di euro) di dividendi straordinari per l’esercizio 2023, durante il quale il gruppo ha realizzato il secondo utile netto più grande della sua storia, e il collocamento di altri 22 miliardi in un fondo destinato a garantire il pagamento dei dividendi futuri. Inizialmente il cda di Petrobras, controllata dallo Stato brasiliano, aveva deciso di non pagare alcun dividendo. Questo annuncio, avvenuto il 7 marzo, ha causato il crollo del prezzo delle azioni Petrobras in borsa ed è stato considerato dagli analisti come il risultato di un’ingerenza del governo negli affari della società, una possibilità che preoccupa i mercati dall’avvento al potere del presidente di sinistra Lula all’inizio del 2023.

Lula ha ripetutamente accusato i dirigenti di Petrobras di pensare solo a soddisfare gli azionisti del gruppo, a scapito dei consumatori. Poco più della metà del capitale di Petrobras è detenuto dallo Stato brasiliano, mentre il resto appartiene ad azionisti privati. Jean Paul Prates, ex senatore del Partito dei lavoratori di Lula, è stato nominato capo di Petrobras nel gennaio 2023, poco dopo l’insediamento del presidente, al quale era noto per essere vicino. Il gruppo ha già sperimentato turbolenze durante il mandato quadriennale del presidente di estrema destra Jair Bolsonaro (2019-2022). Quattro presidenti si erano succeduti alla guida dell’azienda, a causa dei violenti disaccordi sulla politica dei prezzi della Petrobras. In 68 anni di esistenza, Petrobras ha conosciuto un susseguirsi di presidenti: 39 precisamente, con una longevità media inferiore ai due anni. Lula ha posto fine al processo di privatizzazione avviato dal governo Bolsonaro. Il governo brasiliano non ha menzionato il nome di un sostituto di Prates. I media brasiliani scommettono su Magda Chambriard, ex capo dell’Agenzia nazionale del petrolio, un’organizzazione responsabile della regolamentazione dell’industria petrolifera brasiliana.

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