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‘Attenti al lupo’, Ue rivedrà la tutela della specie

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Dopo aver a lungo ponderato se intervenire o meno, anche Bruxelles lancia l’allarme: attenti al lupo. La Commissione europea ha reso noto che sta raccogliendo dati per decidere se rivedere, o rendere più flessibile, lo status di specie protetta del Canis lupus. La sua concentrazione in alcune regioni del vecchio continente “è diventata un pericolo reale per il bestiame e potenzialmente anche per l’uomo”, ha detto la presidente dell’esecutivo europeo Ursula von der Leyen presentando l’iniziativa. E la numero uno di Palazzo Berlaymont ha toccato da vicino l’accresciuta pericolosità del canide. Un anno fa il lupo GW950m aveva infatti straziato le carni del suo pony prediletto, Dolly.

“Tutta la famiglia è orribilmente angosciata dalla notizia”, aveva detto la leader dell’Esecutivo europeo. E, a fine novembre, Von der Leyen, in una lettera agli eurodeputati, aveva già prannunciato la possibilità che gli Stati membri potessero apportare deroghe alla direttiva per la protezione dei lupi. Dopo il delitto, a causa di un lungo curriculum di stragi di ovini e bovini, GW950m è finito nella lista nera delle autorità locali. Esemplare da eliminare. Da ottobre 2022 si è dato alla macchia, anche grazie a ripetute sospensioni dell’ordine di abbattimento dovute alle proteste dei movimenti animalisti, che lo hanno battezzato Snowy. Un nuovo ordine, riporta la stampa tedesca, è in via di approvazione. La saga, e la fuga, continuano.

L’Ue, nel frattempo, si prepara però a dare nuove “istruzioni per l’uso del lupo”, per parafrasare un saggio del già Premio Strega Emanuele Trevi, dando seguito a una risoluzione dell’Europarlamento del novembre 2022. I lupi, si leggeva nel documento approvato a Strasburgo, erano 12mila nel 2012 ma si stima oggi superino quota 21mila nell’Ue. I numeri degli attacchi agli animali da allevamento sono più che triplicati in Austria, arrivati a 12mila in Francia, 4mila in Belgio, con il Sud Tirolo tra i territori italiani tra i più colpiti. Senza contare le aggressioni agli esseri umani, poche ma che fanno notizia, come quelle estive del lupo di Vasto Marina, in provincia di Chieti. L’Europarlamento chiedeva quindi più poteri alle autorità locali per gli abbattimenti e sostegno alle comunità rurali. I ministri dell’Ambiente di 12 Paesi – Germania, Spagna e Austria in testa – si sono opposti con una lettera.

Von der Leyen ha glissato, avviando una serie di consultazioni cominciate la scorsa primavera e rilanciate oggi, in quella che somiglia a una chiamata finale. Cittadini ed Enti locali hanno tempo fino al 22 settembre per condividere dati e dire la propria all’Ue, poi la macchina decisionale si metterà in moto. “L’attuale legislazione dell’Ue consente già” agli Stati “di intervenire”, ha chiarito von der Leyen. Ma evidentemente serviva di più. L’attivismo sul tema è visto a Bruxelles anche una nuova mossa del Ppe, il partito della presidente della Commissione, per accreditarsi come riferimento per l’agricoltura e le aree rurali europee, quelle che appaiono le più lontane dal punto di vista elettorale dal richiamo del Green Deal.

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Thailandia chiude accesso a isola dopo sbiancamento dei coralli

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L’accesso all’isola di Pling e alle barriere coralline attorno al Parco nazionale Sirinart a Phuket, nel sud della Thailandia, è stato temporaneamente chiuso a causa del significativo sbiancamento dei coralli causato dall’aumento della temperatura dell’acqua osservato sul posto, ha affermato il Dipartimento dei parchi nazionali e della conservazione della fauna selvatica (Dnp) thailandese.

La chiusura dell’accesso ai due siti è dovuta allo stress termico subito dalle barriere coralline a seguito dell’eccezionale ondata di caldo che ha colpito nelle ultime settimane la Thailandia e tutto il Sud-Est asiatico. La DPA sta inoltre monitorando la situazione nei parchi nazionali di Koh Chang, Koh Samet, Chumphon, Koh Surin, Phang Nga Bay, Phi Phi Islands e Lanta. Ad aprile, la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) ha avvertito che il mondo stava vivendo, per la seconda volta in dieci anni, un massiccio episodio di sbiancamento dei coralli a causa delle temperature record degli oceani. Le colonie di coralli stanno soffrendo in tutto il mondo, dall’Australia alla Florida, a causa dell’innalzamento della temperatura dell’oceano.

In Thailandia, che nel 2023 ha accolto 28 milioni di turisti, molti dei quali vengono a godersi le sue spiagge paradisiache, un sovraffollamento che minaccia un ecosistema fragile, vengono decise periodicamente le chiusure degli accessi ai parchi nazionali. Nel 2018 Maya Bay, baia dell’arcipelago di Koh Phi Phi diventata famosa grazie al film hollywoodiano “The Beach”, è stata chiusa per più di quattro mesi per consentire il ripristino delle barriere coralline e della natura danneggiata dall’afflusso di orde di turisti .

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Procida, liberate zanzare sterili per ridurre la riproduzione

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Troppe zanzare a Procida e così il Comune ha varato un progetto particolare: liberare zanzare sterili in modo che non possano riprodursi, a spiegarlo è lo stesso sindaco dell’isola Dino Ambrosino sul suo profilo Facebook: “Ieri pomeriggio c’è stata una tappa fondamentale del progetto Stop Zanzara Tigre. Sono stati liberati -scrive il sindaco di Procida- nei giardini della Chiaiolella migliaia di esemplari di zanzara maschio sterilizzati. Ogni settimana ne saranno rilasciati nell’ambiente 100.000, si accoppieranno con le femmine, ma non produrranno altri esemplari, in quanto sterili. Il progetto punta a dimostrare in questo modo che nel corso delle successive settimane ci potrà essere una riduzione del numero totale delle zanzare, che non riusciranno a riprodursi. Di conseguenza diminuiranno le zanzare femmine, che sono particolarmente moleste con le loro punture”.

“Il percorso è stato lungo, complesso ma esaltante. Basti pensare -scrive ancora Ambrosino – che la sterilizzazione di ogni singolo maschio è costata 3 centesimi. Il coinvolgimento della comunità della Chiaiolella, gratuito e generoso, ha invece dimostrato che si possono ridurre le condizioni in cui proliferano le zanzare, eliminando tutti i ristagni d’acqua. Un esperimento ben riuscito di Scienza Partecipata.Un grazie al prof. Marco Salvemini, a tutto lo staff di professori e ai giovani studenti delle Università e dell’Accademia di belle arti”.

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Copernicus: aprile di fuoco, negli ultimi 12 mesi riscaldamento +1,61 gradi

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L’aprile del 2024 è stato globalmente il più caldo mai registrato, con una temperatura media dell’aria in superficie di 15,03 gradi, 0,67°C sopra la media di aprile del trentennio di riferimento 1991-2020 e 0,14°C sopra il record precedente dell’aprile 2016. Lo rende noto il servizio meteo della Ue, Copenicus, che precisa che si tratta dell’11esimo mese consecutivo che risulta il più caldo mai registrato. Aprile 2024 è stato anche di 1,58°C più caldo rispetto alla media di aprile dell’epoca pre-industriale (1850-1900). La temperatura media in Europa per l’aprile del 2024 è stata di 1,49°C sopra la media di aprile del trentennio 1991-2020, rendendolo il secondo aprile più caldo mai registrato sul continente.

La temperatura globale della superficie del mare ad aprile 2024 fra il 60esimo parallelo Sud e il 60esimo Nord è stata di 21,04°C, il valore più alto mai registrato per questo mese, di poco sotto i 21,07°C registrati a marzo 2024. Aprile è stato il 13esimo mese di seguito in cui la temperatura globale della superficie del mare è stata la più alta mai registrata in quel mese. Secondo Carlo Buontempo, direttore del Servizio Cambiamento climatico di Copernicus, “El NIno ha avuto il picco all’inizio dell’anno e le temperature della superficie marina nel Pacifico orientale tropicale stanno ora tornando verso condizioni neutrali. Comunque, mentre le variazioni di temperatura legate ai cicli naturali come El Nino vanno e vengono, l’energia supplementare accumulata negli oceani e nell’atmosfera da concentrazioni in aumento di gas serra continueranno a spingere le temperature globali verso nuovi record”.

La temperatura media globale degli ultimi 12 mesi, da maggio 2023 ad aprile 2024, è stata la più alta mai registrata, di 0,73°C sopra la media del trentennio 1991-2020 e di 1,61°C sopra la media dell’epoca pre-industriale 1850-1900. Lo rende noto il servizio meteo della Ue, Copernicus.

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