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Economia

Mozzarella di bufala, per 1 italiano su 5 buona anche a colazione

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Sta diventando “all day” il consumo della mozzarella di bufala campana Dop, con il 20% degli italiani che, secondo una recente indagine Nomisma, è pronto a mangiarla al mattino, a colazione, fino all’aperitivo con gli amici. La versatilità del prodotto, sottolinea il Consorzio di tutela, permette il moltiplicarsi delle occasioni di consumo ma sono ancora tanti i falsi miti su questa produzione che è l'”oro bianco” del Centro-Sud Italia. Ad esempio in termini di valore nutrizionale la mozzarella di bufala campana Dop è facilmente digeribile, presenta un ridotto contenuto di lattosio ed è un’ottima fonte di proteine ad elevato valore biologico, a cui si accompagna un moderato apporto di grassi totali e acidi grassi saturi.

Per quanto concerne la qualità del colesterolo contenuta, la mozzarella di bufala campana si dimostra un alimento ideale: difatti la percentuale per 100 grammi di prodotto non supera i 50/60 milligrammi (rispetto a una quantità massima consigliata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di 300 mg/giorno) ed è inferiore a carne e uova. Con circa 280 kcal per 100 grammi di prodotto, la mozzarella di bufala campana è meno calorica di altri formaggi. Inoltre, la mozzarella di bufala campana Dop può essere consumata in sicurezza anche in gravidanza e durante l’allattamento, grazie al suo particolare processo di lavorazione. Infatti, è realizzata con latte fresco intero di bufala prodotto localmente, lavorato entro 60 ore dalla mungitura che viene termizzato o pastorizzato. Il trattamento termico a cui è sottoposto il latte è in grado di abbattere tutti gli eventuali batteri, eliminando così rischi per mamma e feto di contrarre toxoplasmosi o listeria. Il moderato apporto calorico e la bassissima presenza di zuccheri rendono inoltre l’alimento Dop adatto anche a chi è affetto da diabete.

Anche chi è intollerante al lattosio, ovvero non riesce a digerire lo zucchero del latte a causa di una riduzione dell’enzima lattasi, responsabile del processo di digestione del disaccaride, non deve temere di mangiarla: la mozzarella di bufala campana Dop contiene infatti una quantità molto bassa di lattosio, solo lo 0,4%. Inoltre ne esiste in commercio anche una versione totalmente senza. Dagli sportivi, la mozzarella di bufala campana Dop è amata soprattutto perché è ricca di proteine di alto valore biologico, che aiutano a costruire ed incrementare la massa muscolare.

Inoltre, contiene una significativa quantità di potassio, utile per il recupero fisico dopo uno sforzo intenso, e di vitamine come la vitamina A, D ed E, importanti per l’assorbimento del calcio e la protezione delle membrane cellulari. Per gli anziani, invece, è consigliata per la sua elevata quantità di calcio, che aiuta contro l’osteoporosi, una patologia molto diffusa, soprattutto tra le donne. Inoltre, il calcio presente nella mozzarella di bufala campana Dop è altamente biodisponibile, a differenza di quello contenuto negli integratori, e la mozzarella contiene anche altri micronutrienti importanti come lo zinco, il selenio e le vitamine A ed E.

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Nozze Ita-Lufthansa, rischio veto Ue senza modifiche

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Parte una settimana decisiva sul futuro di Ita-Lufthansa. Le due compagnie dovranno presentare all’Antitrust Ue un nuovo pacchetto di impegni con i dovuti miglioramenti per arrivare alle tanto agognate nozze. Le proposte messe sul piatto finora sullo scalo di Milano-Linate, sulle rotte a corto raggio dall’Italia all’Europa centrale e sui collegamenti a lungo raggio da Fiumicino verso Stati Uniti e Canada sono state ritenute insufficienti da Bruxelles. In caso di modifiche, la Commissione europea, impegnata al momento nel market test che si concluderà lunedì, valuterà i nuovi rimedi e la sua decisione potrebbe “consolidarsi” già a inizio giugno. Senza miglioramenti, a quanto si apprende da fonti comunitarie, l’operazione è destinata ad essere bocciata. L’annuncio ufficiale è atteso entro il 4 luglio.

Tra le sue richieste, la Commissione chiede di cedere molti più slot a Milano Linate: il 30%, 60 voli giornalieri, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, e in questo modo la quota di mercato combinata sullo scalo passerebbe dal 66 al 46%. Ita e Lufthansa propongono invece di rilasciare l’11-12% degli slot. La compagnia tedesca dovrebbe, poi, rinunciare ai ricavi che realizza sui voli tra l’Italia e il Nord America. L’idea avanzata dai tedeschi, ossia congelare per due anni l’alleanza con Ita sui lunghi collegamenti da Fiumicino con Usa e Canada non ha convinto la Commissione in quanto Lufthansa detiene già un’ampia quota di mercato attraverso le joint venture formate con United Airlines e Air Canada. Qualche giorno fa il presidente di Ita Airways, Antonino Turicchi, ha sottolineato che “questa è un’operazione a favore del mercato, non compromette la concorrenza”.

E in difesa dell’operazione Italo-Tedesca si è espresso anche l’amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone. La fusione “significa molto per il Paese e per l’Europa, nonostante i dubbi che la Commissione solleva”, ha detto il numero uno di Adr, evidenziando come “i profili di concentrazione di questa operazione siano oggettivamente marginali nel contesto del mercato rilevante”. Una eventuale bocciatura dell’operazione Ita-Lufthansa da parte della Commissione europea aprirebbe scenari molto foschi per il futuro della newco, nata dalle ceneri di Alitalia. L’amministratore delegato del gruppo Ryanair, Michael O’Leary, non ha dubbi: senza Lufthansa la compagnia italiana “andrà in bancarotta e scomparirà “.

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Banche, utili record: in tre mesi a 6,3 miliardi

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Il sistema bancario “continua a macinare record”. Numeri in crescita anche nel primo trimestre dell’anno con i primi sette gruppi bancari del Paese (IntesaSanpaolo, Unicredit, Bpm, Mps, Bper, Popolare di Sondrio e Credem) che hanno fatto registrare utili pari a 6,3 miliardi, per un +25,6% sui primi tre mesi del 2023. Lo rileva un report condotto dall’Ufficio studi & ricerche della Fisac-Cgil sui risultati di bilancio dei primi sette gruppi bancari nazionali nel primo trimestre del 2024.

“Dopo i risultati da record per i grandi gruppi bancari nel biennio passato – commenta la segretaria generale della Fisac-Cgil, Susy Esposito – molti si attendevano un rallentamento, complice l’attesa discesa dei tassi di interesse. Il ritardo della Bce a diminuire i tassi di riferimento, e di conseguenza la trasmissione di questo ai tassi attivi praticati dalle banche, insieme alla perdurante politica di scarsa remunerazione dei depositi, ha mantenuto elevato il livello dei ricavi dalla gestione del danaro”. Risultati che, aggiunge, “a fronte di un contenimento sul versante della spesa del personale, nonostante il rinnovo del contratto, così come delle spese amministrative, deve indurre il sistema bancario per intero a investire sull’occupazione e sul radicamento nel territorio”.

Il margine di interesse, si rileva nel report della Fisac-Cgil, sale ancora, per il campione, di quasi il 7% nei primi tre mesi dell’anno rispetto all’analogo periodo del 2023. La dinamica delle commissioni, per quasi tutti i gruppi, ha accelerato (+5,3%) e spesso deriva dalla spinta alla vendita di prodotti assicurativi ma anche da quelle relative all’amministrazione dei titoli. Il prodotto delle due componenti più significative dell’attività caratteristica bancaria ha spinto ulteriormente verso l’alto i ricavi totali (17,8 miliardi di euro per un +9,8%). Sul versante dei costi del personale, che hanno registrato un aumento del +2,5% derivato anche dal rinnovo del contratto Abi, si mantengono mediamente più elevati rispetto allo stesso periodo del 2023 seppur in maniera contenuta, così come le spese amministrative, sottolinea il rapporto della Fisac.

Questa dinamica dimostra, dal lato dei costi per il personale, “la capacità delle banche di agire gestionalmente per mantenere sotto controllo questi ultimi, anche e purtroppo attuando politiche di riduzione degli organici come di mancato turn over”, prosegue il report. Dal lato delle spese amministrative (-0,5%), la previsione di investimenti in nuova tecnologia, spiega inoltre la Fisac-Cgil, come previsto da quasi tutti i piani di impresa, “farebbe pensare ad un incremento di queste ultime anche a scapito della erosione dei margini, fenomeno che non si è ancora verificato. Viceversa il contenimento delle spese, anche attraverso la politica della chiusure delle filiali, a beneficio della redditività a disposizione della distribuzione di utili, può rallentare il processo di innovazione tecnologica, così come confermare la dinamica di riduzione di dipendenti e sportelli”.

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Abi, tasso medio dei conti corrente sale allo 0,59%

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In aprile il tasso medio praticato dalle banche italiane sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) è stato il 3,63%. A marzo 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,67%, area dell’euro 3,50%). Rispetto a giugno 2022, quando il tasso era dello 0,29% (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce), l’incremento è stato di 334 punti base.

Lo afferma il rapporto mensile dell’Abi. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso ad aprile 2024 è stato il 3,81%, con un incremento di 250 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%. In aprile il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato l’1,05% (1,04% nel mese precedente, 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è salito allo 0,59% (0,57% nel mese precedente), tenendo presente che il conto corrente “permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento”, conclude l’Abi.

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