Un blitz ecologista in grande stile di Greenpeace ha preso di mira l’ottocentesca residenza privata del premier conservatore Rishi Sunak nella contea inglese del North Yorkshire la cui facciata è stata completamente coperta da teli neri come protesta contro il criticatissimo piano lanciato nei giorni scorsi dal governo britannico per autorizzare “centinaia” di nuove licenze di esplorazione e sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio nel Mare del Nord confermando l’allentamento degli impegni presi in passato dai Tory sulla transizione ‘green’. E’ stata un’azione studiata nei minimi dettagli quella condotta dagli ambientalisti nella casa del primo ministro, situata nel suo collegio elettorale e portata in dote dal matrimonio con Akshata Murty, businesswoman e figlia di uno dei magnati più ricchi dell’India.
Questa mattina quattro attivisti, attrezzati di tutto punto con caschi, tute e imbragature, sono saliti tramite scale e corde sul tetto di Kirby Sigston Manor – dimora storica costruita nel 1826 all’interno di una tenuta con tanto di laghetto – e lo hanno occupato per alcune ore. Sotto di loro due altri componenti del team di Greenpeace hanno srotolato uno striscione con la scritta: “Rishi Sunak – I profitti del petrolio o il nostro futuro?”. Hanno potuto agire indisturbati e solo in un secondo momento è intervenuta la polizia locale che si è limitata a “controllare la situazione” dopo aver accertato che nessuno fosse entrato nella villa del premier, in vacanza con la famiglia in California. Intanto le immagini e i video dell’impresa facevano il giro dei media britannici e dei social. Greenpeace ha spiegato che il tessuto scuro dei teli, ispirato al colore del petrolio, voleva “evidenziare le pericolose conseguenze di una nuova frenesia della trivellazione”.
“Abbiamo un disperato bisogno che il nostro primo ministro sia un leader in materia di clima, non un piromane”, ha affermato Philip Evans, portavoce del gruppo ecologista, riferendosi ai rischi rappresentati dal surriscaldamento globale. Solo verso le 12 e 30 locali la protesta si è conclusa con la discesa e il successivo arresto dei quattro saliti sul tetto e di un altro attivista. Non si è fatta attendere la condanna dell’esecutivo Tory. Il vice premier Oliver Dowden ha affermato che i cittadini sono stanchi di vedere “queste stupide trovate” da parte dei gruppi ecologisti ed è stata ribadita la politica adottata da Sunak per rafforzare la sicurezza energetica del Regno Unito e capitalizzare l’indipendenza dalle forniture russe raggiunta in funzione anti-Mosca dopo il conflitto in Ucraina, ma anche per contrastare la crisi del caro vita per milioni di famiglie rallentando rispetto alle scadenze verso l’obiettivo delle emissioni zero da raggiungere entro il 2050. Oltre a far clamore il blitz condotto da Greenpeace senza incontrare alcun ostacolo e soprattutto controlli ha scatenato una polemica sui dispositivi di sicurezza, trattandosi di una delle case di proprietà del primo ministro in carica, nonostante non si trovasse lì. Ancora di più se si considera quanto affermato dal portavoce degli ecologisti: “Abbiamo bussato alla porta di casa quando siamo arrivati e detto ‘questa è una protesta pacifica’, ma non c’è stata risposta”.