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Cronache

L’addio di Prodi, “io e Flavia uniti tra cielo e terra”

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Un’unione profondissima, durata 54 anni, che ha saputo tenere “insieme cielo e terra, anche terra”. È così che il professor Romano Prodi ha voluto salutare la moglie Flavia, morta all’improvviso martedì scorso mentre percorreva con il marito e alcuni amici un cammino francescano in Umbria. Visibilmente commosso, ha letto un lungo messaggio scritto di suo pugno per ringraziare i tantissimi – tra politici, imprenditori, personalità del mondo della cultura e della politica e semplici cittadini – che hanno affollato la chiesa di San Giovanni in Monte, la parrocchia della famiglia Prodi a pochi passi dalla casa di via Gerusalemme a Bologna, dove sono stati celebrati i funerali. “Ho visto Flavia sorridere l’ultima volta nel nel sentiero tra Gubbio e Assisi, dopo due giorni di pura felicità, con la compagnia dei nostri cari amici”, ha detto Prodi che ha ricordato anche “i due anni di corteggiamento, anche un po’ di più. Mai – ha aggiunto – mi sono pentito di aver tanto insistito”. Una vita insieme, in cui lui e Flavia hanno “sempre condiviso tutto”. “Proprio alla vigilia della partenza per Assisi, mentre camminavamo come sempre per le vie di Bologna, ci siamo chiesti se dal Paradiso si possa eventualmente vedere piazza Santo Stefano. Io credo proprio di sì”, ha concluso il professore attorno al quale si sono stretti i figli Giorgio e Antonio, i sei nipoti, la grande famiglia Prodi oltre a tantissimi bolognesi.

A tutti ha riservato un sorriso, una parola, un abbraccio. Affettuoso è stato anche il ricordo dell’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, che nella sua omelia ha sottolineato “il legame tra Flavia a Romano, dove si confonde la metà dell’uno alla metà dell’altro”. Flavia “mite lo è sempre stata – ha continuato Zuppi – con quel radicalismo dolce che era la sua fermezza e che la coinvolgeva intimamente alle vicende dei suoi e del suo prossimo”. Aveva scelto di “vedere il mondo a partire dai poveri” e studiare “una branca della sociologia vicina alla marginalità, che per certi versi verifica e corregge le decisioni anche degli effetti degli economisti”. Riflessioni condivise anche dalla ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, che di Flavia Frazoni Prodi ha valorizzato non solo la figura pubblica ma anche “l’amica di famiglia” e “la vicina di casa”.

“Sono venuta a salutarla, a portare il mio cordoglio a Romano Prodi. Comprendo il vuoto perché Flavia è stata la sua vera compagna di una vita”. Presente per il governo, anche il viceministro alle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi hanno inviato corone di fiori. Nei primi banchi si sono seduti anche la segretaria del Pd Elly Schlein, gli ex premier Enrico Letta, Mario Draghi e Mario Monti, Massimo D’Alema, e poi Pierluigi Bersani, Piero Fassino, oltre ad Arturo Parisi, Pierferdinando Casini e tanti altri politici. Tanti anche i volti dell’economia, tra cui l’ex presidente di Confindustria Luigi Abete, i banchieri Giovanni Bazoli e Alessandro Profumo, e della cultura, come Gianni Morandi e l’attore Alessandro Bergonzoni.

La cerimonia, officiata dal cardinale – insieme ad altri sacerdoti tra cui il nipote Matteo Prodi, il fondatore di Libera don Luigi Ciotti, il ‘prete dei poveri’ don Giovanni Nicolini – è stata improntata alla semplicità. I figli Giorgio e Antonio e i nipoti hanno ricordato la dimensione familiare di Flavia e la sociologa Marisa Anconelli, sua storica collaboratrice all’Iress, ha intonato l’Ave Verum Corpus e l’Antiphona in Paradisum, brani molto amati dalla moglie del professore. Unico accenno all’attualità è stata una preghiera per i 600 migranti naufragati al largo della Grecia. A conclusione della cerimonia, un lungo applauso sul sagrato della chiesa di San Giovanni in Monte.

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Anziana investita e uccisa a Napoli, caccia a pirata strada

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Una donna anziana e’ morta a Napoli, vittima di un pirata della strada. Alle 18.15 circa di ieri, in via Labriola, sulla carreggiata in direzione via E. Ciccotti, R.R., 80 anni, e’ stata investita mentre attraversava la strada. Secondo prime ricostruzioni, un’auto si era fermata per consentire il passaggio alla signora, ma una Citroen di colore blu scuro, nel tentativo di sorpassare questa vettura, ha investito la donna e poi e’ fuggita. La Polizia Locale e’ impegnata nelle indagini per identificare il conducente e il veicolo coinvolto. La vittima era stata trasportata all’ospedale Cardarelli in stato di incoscienza e dopo poche ore e’ deceduta.

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Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta premeditò il delitto: rischia ergastolo

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E’ un carico accusatorio molto pesante quello che la procura di Venezia contesta nell’avviso di chiusura delle indagini a Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Mentre il ‘rumore’ esploso nelle piazze e nelle coscienze in nome di Giulia non si e’ mai spento, a sei mesi dalla notte dell’11 novembre quando venne ammazzata tra le fabbriche e le strade vuote di Fosso’, pochi chilometri lontano dalla sua casa di Vigonovo, gli inquirenti tirano una linea e sciolgono alcuni nodi giuridici. E decidono che si’, Turetta aveva premeditato di ucciderla come dimostrerebbero, spiega il procuratore Bruno Cherchi, “la ricerca dei luoghi tramite internet, l’acquisto del materiale necessario per immobilizzare la vittima, la cartina geografica, l’atto di silenziare la persona offesa mettendole del nastro adesivo per non farla urlare, serrare i polsi e le gambe della ragazza”.

Aggiungono l’aggravante della crudelta’, da intendersi come la giurisprudenza la intende: aver inflitto “sofferenze gratuite e non collegabili al normale processo di causazione della morte”. In questo caso con venti coltellate, le prime nel parcheggio davanti alla villetta dove viveva quando Turetta l’aggredi’ a bordo della sua Fiat Punto nera. Qui per diverse ore sono rimaste sull’asfalto le tracce di sangue della ragazza ed e’ stato trovato un coltello da cucina. Poi, dopo averla immobilizzata con lo scotch, questa e’ la ricostruzione della Procura, l’ha spinta in auto, superando la sua resistenza, ha raggiunto in pochi minuti Fosso’ e l’ha assalita di nuovo, finendola. Da li’ e’ iniziata la fuga che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso per una settimana. Dopo il delitto Turetta era scappato verso il Friuli e, abbandonato il corpo in un dirupo vicino al lago di Barcis, era fuggito verso l’Austria e poi in direzione Germania, dov’e’ stato fermato dalla polizia tedesca, vicino a Lipsia, nella mattinata del 19 novembre. “L’ho uccisa io” ha detto subito Filippo a chi l’ha fermato, una confessione non utilizzabile nel processo mentre lo e’ quella messa a verbale nel carcere Montorio di Verona, dov’e’ detenuto.

Il contesto in cui il delitto e’ maturato sarebbe stato quello dello stalking, come suggerito alla Procura da chat e testimonianze che riferiscono delle insistenze morbose del giovane nei confronti dell’ex compagna dopo che la loro storia era finita. Omicidio aggravato da premeditazione, crudelta’, efferatezza, sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere, e’ il robusto capo d’imputazione da cui dovra’ difendersi davanti alla Corte d’Assise. Non c’e’ spazio per il rito abbreviato, che avrebbe comportato uno sconto di un terzo della pena, perche’ i reati sono cosi’ gravi da ipotizzare l’ergastolo. Si chiude cosi’ la prima parte ‘giudiziaria’ di quella che nel frattempo e’ diventata la storia di Giulia e non, come spesso accade nella narrazione mediatica, quella del suo presunto omicida, sul quale si sono spente le luci. La storia di Giulia, di suo padre Gino e della sorella Elena che mai come prima hanno portato l’attenzione sul tema dei femminicidi con i loro appelli a un cambiamento culturale profondo.

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Adr lancia ‘Airport in the City’: a Termini check-in di Ita

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All’inaugurazione di “Airport in the City” sono intervenuti, tra gli altri , la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il presidente di Ita, Antonino Turicchi, il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, il Presidente di Unindustria, Angelo Camilli. “È con grande soddisfazione che oggi ci uniamo ad Aeroporti di Roma per celebrare l’inaugurazione di Airport in the City, un servizio che rende l’esperienza di viaggio sempre più agile e confortevole – ha detto Turicchi – Questo progetto riflette la stretta collaborazione tra ITA Airways e Aeroporti di Roma, evidenziando il comune impegno per l’innovazione e la sostenibilità nel settore dei trasporti”.

“Il progetto di Adr si inscrive appieno nel processo di innovazione e interconnessione del trasporto aereo che l’Enac persegue da tempo” – ha aggiunto il presidente Enac Pierluigi Di Palma. “L’hub di Fiumicino, prima porta d’accesso all’Italia più volte premiato come migliore scalo d’Europa, sviluppa l’integrazione con la stazione Termini, primo snodo ferroviario nazionale, rafforzando l’intermodalità aria-ferro. Con il check-in off-airport Termini Fiumicino, il comparto aereo italiano si riconferma una realtà innovativa, sostenibile e, soprattutto, attenta ai diritti dei passeggeri con l’offerta di servizi di qualità che, oggi, rappresentano l’elemento più importante per le scelte dei consumatori”.

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