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Politica

È duello Bonaccini-Schlein, primo confronto apre rush

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E’ duello Bonaccini-Schlein, primo confronto apre rush Frecciate e battute. Ai gazebo aspettiamo un milione di pesone Giampaolo Grassi Giacca scura e camicia bianca lui, ma niente cravatta. Giacca fucsia e camicia a fantasia blu lei. Stefano Bonaccini ed Elly Schlein si sono confrontati negli studi della tv a pagamento Sky. Intento comune: cambiare la classe dirigente e portare ai gazebo più di un milione di persone. Ma da punti di partenza diversi. Il presidente dell’Emilia Rimagna ha rivendicato le “esperienze amministrative, che gli sono servite tantissimo”. E ha garantito, in caso di vittoria, “l’unità del partito. L’obiettivo – ha detto – è riportare la sinistra al governo del Paese, ma solo perché avremo vinto le elezioni”. Schlein ha sottolineato la sua politica dal basso: “È tempo dell’umiltà e dell’ascolto. Le sfide cruciali sono la lotta alle diseguaglianze, alla precarietà, la questione climatica”.

E poi un auspicio: “Spero di vincere”. Su una risposta le voci dei due sfidanti si sono quasi sovrapposte: da segretari non andrebbero in carcere a trovare l’anarchico Alfredo Cospito, anche se difendono il “diritto” e la “libertà” dei parlamentari di andare nelle carceri a constatare le condizioni di salute dei detenuti. Il faccia a faccia ha inaugurato lo sprint per le primarie di domenica 26 febbraio, con lo scontro diretto fra Bonaccini ed Elly Schlein. L’avvicinarsi del giorno della verità si è trascinato dietro l’innalzamento dei toni, almeno fra i sostrenitori dei due sfidanti. Il clima di fair play che ha caratterizzato la gran parte della campagna ha lasciato il posto a stoccate e accuse. Le ultime sono state sul jobs act, il veicolo usato dalle due squadre anche per rinfacciarsi le responsabilità dei rispettivi compagni di viaggio. “Il jobs act è stato un errore – ha detto il senatore Francesco Boccia – Elly era in piazza con la Cgil quando gran parte del gruppo dirigente lo votò. E oggi gran parte del gruppo dirigente è legittimamente attorno a Bonaccini”.

Per il presidente dell’Emilia Romagna è intervenuta Pina Picierno, che corre in tandem con lui per la segreteria del Pd: “L’ultima sortita di Boccia è davvero maldestra: tutti sanno che da Andrea Orlando a Chiara Gribaudo fino a Chiara Braga, Roberto Morassut e al responsabile del programma della mozione Schlein, Antonio Misiani, passando per Nico Stumpo fino al segretario di Articolo Uno, Roberto Speranza, tutti, compattamente, votarono a favore del provvedimento”. Insomma, il duello è aperto. Le remore sono state messe da parte. Anche perché la platea dei gazebo sarà più ampia e meno consolidata di quella dei circoli: potrà votare anche chi non ha la tessera del partito, firmando una dichiarazione di sostegno al Pd e versando un contributo di 2 euro. Bonaccini parte forte del vantaggio ottenuto fra gli iscritti al Pd, dove ha superato Schlein di circa 18 punti (52,87% contro il 34,88%, mentre Gianni Cuperlo ha preso il 7,96% e Paola De Micheli il 4,29%).

I due primi classificati si sfidano ora al ballottaggio, ma ripartendo dallo zero a zero. E infatti i sostenitori di Schlein confidano nel ribaltone. Per loro, il punto di partenza sono i voti dei circoli nei centri più grandi: “Schlein – ha fatto sapere il comitato – ha vinto nelle prime tre città: Roma, Milano e Napoli. E in molte altre, da Genova a Venezia, La Spezia, Verona, Catania, Siena, Pisa. Il 26 febbraio alle primarie tutte e tutti potranno votare per un partito nuovo e far vincere Schlein”. Nei circoli si sono espressi 151.530 iscritti (nel 2019, quando vinse Nicola Zingaretti, furono 189 mila). “Un risultato straordinario di partecipazione politica, unico in Italia. Siamo orgogliosi della nostra comunità”, ha commentato il segretario, Enrico Letta. “Il nostro impegno – ha detto la presidente della Commissione per il congresso, Silvia Roggiani – ora è rivolto alle primarie del 26 febbraio e a fare in modo che in quella giornata ci sia la più alta partecipazione possibile”. Ai gazebo sia Bonaccini sia Schlein attendono più di un milione di persone: nel 2019 furono quasi 1,6 milioni.

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Politica

Due Csm e sorteggio secco dei togati, la riforma in Cdm

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La riforma costituzionale della Giustizia approda nelle prossime ore al Consiglio dei ministri, decisa ad eliminare il rischio delle correnti interne alla magistratura con l’ipotesi prevalente del ‘sorteggio secco’ sull’elezione dei togati al Csm. Il governo si è presentato oggi al Quirinale con il dossier, quello sull’annunciato provvedimento per la separazione delle carriere dei magistrati. Intanto esulta Antonio Tajani: “Siamo finalmente in dirittura d’arrivo per la riforma. Ogni imputato avrà la possibilità di avere l’accusa e la difesa sullo stesso piano”, dice il vice premier dedicando il disegno di legge a Silvio Berlusconi, che nella sua vita politica aveva sempre rincorso questo obiettivo. A puntare il dito contro le nuove regole annunciate è invece l’Anm, il sindacato delle toghe, che ha confermato la sua contrarietà anche al recente congresso di Catania e dopo l’incontro a via Arenula con il Guardasigilli.

Al Colle il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, sono stati in queste ore ricevuti da Sergio Mattarella dopo un incontro con Ugo Zampetti, segretario generale della Presidenza della Repubblica. Al capo dello Stato è stato illustrato lo schema della riforma costituzionale, anche per recepire eventuali pareri e rilievi del presidente. Il ddl non prevede modifiche all’articolo 112 della Costituzione, ovvero quello che riguarda l’obbligatorietà dell’azione penale. Secondo le ipotesi prevalenti, sono previsti due Consigli superiori della magistratura, uno composto dai magistrati requirenti e l’altro da quelli giudicanti, con carriere separate e ben distinte, meno probabile la vecchia idea delle di un solo Csm con due sezioni.

In ogni caso a presiedere resterebbe comunque il presidente della Repubblica. Nelle ultime ore il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, aveva sottolineato gli obiettivi del provvedimento, che “non riguarda solo” la formalizzazione di “una separazione delle carriere, che dai tempi delle norme Cartabia c’è “già nei fatti”, ma anche la previsione di “due distinti Csm” che si occupano, ciascuno dei pm e dei magistrati giudicanti, provando a circoscrivere il ruolo delle correnti, un’anomalia del sistema”.

Proprio la scelta di un ‘sorteggio secco’ per la nomina dei componenti togati del Csm potrebbe rivelarsi la soluzione più netta contro eventuali influenze delle correnti sulle nomine. Al momento questa soluzione è prevalsa sull’ipotesi del ‘sorteggio mediato’, secondo cui invece i magistrati candidabili al Consiglio sorteggiati sarebbero stati poi sottoposti a successiva selezione. Sempre secondo le valutazioni in campo, vi è l’aumento del numero dei membri laici dei Consigli, almeno un quarto nominati dal Parlamento. Nella nuova riforma, come più volte annunciato anche dal Guardasigilli Nordio, “la dignità della figura dell’avvocato entra in Costituzione: avrà una menzione autonoma come elemento strutturale della giurisdizione”.

Sarà inoltre introdotta l’Alta Corte, formata da nove membri: si tratterà di un organo di tutela giurisdizionale contro i provvedimenti amministrativi assunti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria, amministrativa e tributaria. Anche qui resta aperta però anche l’ipotesi che l’Alta Corte possa disciplinare in prima istanza e non in appello. Questo passaggio potrebbe probabilmente trovare anche il favore delle forze politiche esterne alla maggioranza.

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Election day per 51,7 milioni l’8 e 9 giugno

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Sono 51,7 milioni gli italiani chiamati alle urne sabato 8 e domenica 9 giugno per l’election day (5,1 milioni risiedono all’estero). Si vota per le Europee, per le Amministrative in 3.700 Comuni e per le Regionali in Piemonte. I seggi saranno aperti dalle 15 alle 23 l’8 giugno e dalle 7 alle 23 il giorno dopo. Il silenzio elettorale scatta dalla mezzanotte di venerdì 7. Novità di questa consultazione: i fuori sede potranno votare dal luogo in cui si trovano, senza rientrare nel Comune di residenza. La domanda per farlo andava presentata entro lo scorso 5 maggio.

EUROPEE – L’Italia eleggerà 76 membri del Parlamento europeo sui 720 complessivi. Il territorio nazionale è suddiviso in cinque circoscrizioni elettorali che eleggono un numero di deputati in proporzione agli abitanti. La circoscrizione Nord-Occidentale comprende Valle d’Aosta, Liguria, Piemonte e Lombardia. È la più popolosa ed esprime 20 seggi. Della Nord-Orientale fanno parte Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto. Qui si eleggono 15 deputati. La circoscrizione Centrale è composta da Lazio, Marche, Toscana e Umbria ed elegge 15 seggi. La Meridionale comprende Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia con 18 seggi. Infine, la circoscrizione Isole, elegge 8 europarlamentari. In base alla legge elettorale europea, tutti i Paesi devono usare un sistema proporzionale. In Italia c’è il voto di preferenza, che dà agli elettori la possibilità di indicare, nell’ambito della medesima lista, da una a tre preferenze, votando, nel caso di due o di tre preferenze, candidati di sesso diverso. La soglia di sbarramento è al 4%.

AMMINISTRATIVE – Si vota in 3.715 Comuni, dei quali 29 capoluoghi (Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Bergamo, Biella, Cagliari, Cesena, Caltanissetta, Campobasso, Cremona, Ferrara, Firenze, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Perugia, Pesaro, Pescara, Potenza, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Urbino, Verbania, Vercelli e Vibo Valentia), 228 con più di 15mila abitanti e 3.487 pari o inferiori a 15.000. L’eventuale turno di ballottaggio si svolgerà domenica 23 e lunedì 24 giugno e riguarderà solo i Comuni con più di 15mila abitanti se nessun candidato avrà preso più del 50% dei voti. Oltre 17 milioni gli italiani chiamati a votare. Il decreto per l’Election day ha cambiato i limiti per i mandati ai primi cittadini dei piccoli Comuni: tra 5mila e 15mila abitanti si potrà arrivare al terzo mandato, sotto i 5mila viene eliminato il limite.

REGIONALI – Gli elettori piemontesi (3,6 milioni) sono chiamati a rinnovare il Consiglio regionale e eleggere il presidente della Regione. I 50 i consiglieri saranno eletti con un sistema misto: proporzionale per 40 seggi, maggioritario per 10. La soglia di sbarramento è del 3% per i gruppi di liste non uniti in coalizione o la cui coalizione abbia ottenuto una cifra elettorale inferiore al 5% dei voti validi.

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Politica

Salvini: subito al lavoro per emendamenti al salva casa

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– “Appena” il decreto Salva casa “uscirà in Gazzetta Ufficiale, spero a ore, lavoreremo subito come gruppo Lega agli emendamenti perché ci sono alcuni interventi che io ho già pronti, che i parlamentari hanno già pronti: penso all’altezza dei soffitti, penso alla riduzione della superficie minima per l’abitabilità, l’abitabilità, penso alla norma salva Milano”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, a margine di un evento di Assimpredil Ance a Milano.

“Sul pregresso – ha aggiunto Salvini – non entro nel merito delle inchieste giudiziarie, però una città come Milano non può fermare le autorizzazioni edilizie, non può fermare lo sviluppo della città. E quindi andiamo a fare un intervento per aiutare le centinaia di famiglie che che vivono oggi in palazzi che non possono essere abbattuti. Evidentemente quindi appena esce in Gazzetta Ufficiale il Parlamento sarà libero di proporre tutta una serie di migliorie, di interventi, di ulteriori passi in avanti”. Rispondendo a chi gli chiedeva se nella forma si trattasse di un emendamento, Salvini ha risposto: “Sì”.

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