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All’Onu risoluzione per la pace e per isolare Mosca

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Una risoluzione per la pace in Assemblea Generale con l’obiettivo di mostrare l’isolamento di Mosca e una commemorazione in Consiglio di Sicurezza. Sono questi gli appuntamenti salienti al Palazzo di Vetro dell’Onu in occasione del primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, per la quale a New York sono attesi numerosi ministri degli Esteri dei Paesi europei, tra cui Antonio Tajani, e non solo. Kiev ha organizzato per la mattina del 22 febbraio un incontro sui diritti umani, seguito nel pomeriggio dall’apertura della sessione di emergenza in Assemblea, che continuerà poi per tutta la giornata del 23 febbraio, con il voto di un documento previsto a fine giornata.

Mentre in Consiglio di Sicurezza la riunione a livello ministeriale si terrà il 24 febbraio, giorno di inizio della guerra. In Assemblea sul tavolo c’è una bozza di risoluzione che sottolinea la necessità di una pace capace di garantire la “sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”. Un testo meno dettagliato del piano di pace in 10 punti annunciato a novembre dal presidente Volodymyr Zelensky per tentare di ottenere il massimo sostegno possibile, che tuttavia sottolinea la necessità di raggiungere “una pace globale, giusta e duratura” in Ucraina “il prima possibile”, in linea con i principi della Carta delle Nazioni Unite. E ribadisce la precedente richiesta che la Russia “ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari”. L’Assemblea Generale è diventata l’organo più importante dell’Onu che si occupa dell’Ucraina, visto che il Consiglio di Sicurezza è paralizzato a causa del potere di veto della Russia. Mosca è stata costantemente isolata pur se, fatta salva la manciata di Paesi schierati con il Cremlino (Bielorussia, Siria, Nord Corea), una parte del mondo mantiene posizioni più equidistanti optando in svariate occasioni per l’astensione, a partire da Cina e India, ma anche numerosi Paesi africani. Sono cinque i testi adottati in Assemblea dall’inizio della guerra. Quella del 12 ottobre scorso, che condanna il “tentativo di annessione illegale” della Russia di quattro regioni ucraine ha ottenuto il voto più alto con 143 sì, 5 no e 35 astensioni.

La prima risoluzione invece, il 2 marzo 2022, è passata con 141 sì, 5 no e 35 astenuti. Tre settimane dopo, il 24 marzo, l’Assemblea ha votato con 140 voti a favore, 5 contrari e 38 astenuti un testo che incolpava la Russia per la crisi umanitaria in Ucraina. Molto più ridotto il margine del voto del 7 aprile sulla sospensione della Russia dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu: 93 i sì, 24 i no (in questo caso Pechino si è allineata con Putin, così come ma vari Paesi ex sovietici, africani e del Sud America) e 58 gli astenuti (tra cui pesi massimi come India e Brasile, ma pure Pakistan, Sudafrica, Egitto, Senegal, Messico, Iraq e Giordania). E da ultimo, il 14 novembre, il documento che chiedeva alla Russia di essere ritenuta responsabile per aver violato il diritto internazionale invadendo l’Ucraina, è stato approvato con un risultato simile: 94 sì, 14 no e 73 astenuti.

 

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Esteri

Re Carlo migliora e riprende gli impegni pubblici

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Re Carlo III sta meglio e si prepara a riprendere la prossima settimana le attività pubbliche di rappresentanza della monarchia britannica che aveva dovuto suo malgrado interrompere per sottoporsi alle terapie per un non precisato cancro, annunciato ufficialmente lo scorso 5 febbraio. Si tratta di un ritorno per ora limitato, “per ridurre al minimo i rischi per la ripresa” del sovrano, come ha precisato in un comunicato Buckingham Palace, ma arriva dopo che i medici di corte si sono detti “molto incoraggiati” dai progressi delle cure, destinate ad andare avanti. Le notizie rassicuranti per il Regno Unito sono state accompagnate da una nuova foto ufficiale raffigurante Carlo, 75 anni, con la regina Camilla, diffusa proprio per segnare questo importante momento, in cui la coppia a braccetto appare unita e sorridente.

L’agenda del sovrano è così già tornata, anche se con tutte le cautele del caso, a prevedere i cosiddetti ‘public engagements’, gli appuntamenti ufficiali in cui il sovrano appare in pubblico e incontra i sudditi; e per mostrare solidarietà e vicinanza a quanti si stanno curando per un tumore è stato scelto come primo impegno la visita a un centro oncologico, dove Carlo incontrerà medici e pazienti. Il Palazzo ha annunciato inoltre che il re e la regina riceveranno a giugno l’imperatore giapponese e l’imperatrice consorte: un evento eccezionale, considerando che si tratta della prima visita nel Regno di un capo di Stato nipponico dal 1998. Secondo la Bbc, Carlo, che mal sopportava il limite imposto alla sua attività come aveva rivelato la stessa Camilla, si sente “fortemente incoraggiato” dalla prospettiva di un graduale ritorno alla normalità.

Se da un lato non mancano quindi i segnali di cauto ottimismo per la salute del sovrano, dall’altro “è troppo presto per dire” quanto tempo durerà ancora il suo trattamento, come ha precisato Buckingham Palace. L’annuncio sulla salute di Carlo è stato comunque accolto con gioia dal premier Rishi Sunak, che ha scritto sul suo profilo di X: “Splendida notizia per concludere la settimana”.

E arriva dopo una serie di altri segnali positivi nelle ultime settimane in cui il re aveva iniziato a farsi vedere in pubblico, come in occasione della messa di Pasqua a Windsor, a differenza della principessa Kate, alle prese anche lei con un tumore e sottoposta a chemioterapia, come ha annunciato lei stessa lo scorso mese in un video toccante. Il sovrano era stato d’altra parte già autorizzato a partecipare ad impegni ufficiali all’interno di Palazzo con più persone, dopo che in precedenza questi erano limitati a pochi presenti, come il primo ministro Sunak nei consueti incontri settimanali, oltre a ricevere un sostanziale via libera ad una visita ufficiale di due settimane in Australia a ottobre con la regina Camilla.

In tutt’altro senso va invece la rivelazione sensazionalistica del giornale online americano Daily Beast, secondo cui in base a fonti non precisate sarebbero stati aggiornati i piani per la Operation Menai Bridge, il nome in codice per organizzare il funerale di Carlo, ipotizzando un peggioramento del sovrano. Palazzo non ha risposto a queste voci, preferendo annunciare direttamente il ritorno di Carlo all’attività pubblica.

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Putin firma, Gazprom gestirà le filiali della Ariston

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Con una decisione inattesa, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per il trasferimento temporaneo delle filiali russe dell’italiana Ariston e della tedesca Bosch alla russa Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici. Il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH. Non sono noti i motivi della decisione. Tuttavia, dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha posto sotto “gestione temporanea” i beni di una manciata di aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe, colpite da sanzioni.

Lo scorso anno Putin aveva firmato un altro decreto per il trasferimento temporaneo della gestione delle filiali russe di Danone e di Carlsberg all’ agenzia federale per la gestione delle proprietà, Rosimushchestvo. Il provvedimento era stato adottato dopo che la società francese e quella danese avevano annunciato l’intenzione di uscire dal mercato russo. Il 98,56% delle azioni del birrificio russo Baltika, appartenente a Carlsberg, e decine di migliaia di azioni appartenenti a Danone erano state poste sotto il controllo dell’Agenzia. Nel caso di Ariston e Bosch, invece, la gestione viene trasferita, sempre “temporaneamente”, ad un altro gruppo industriale, sebbene controllato dal governo. Sulla vicenda è intervenuto in serata il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Dopo l’inattesa decisione Governo Russo sulla gestione di Ariston Thermo Group – ha scritto su X – ho subito attivato la nostra Ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell’azienda italiana. Il Governo italiano e’ al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali”

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Frammento di missile iraniano trovato nel deserto israeliano

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Un grosso frammento di un missile iraniano, lanciato verso Israele, è stato scoperto casualmente da un gruppo di turisti in una zona desertica nel sud di Israele. Lo riferisce la Tass, citando un rapporto dell’Idf. Il missile scoperto era del tipo “superficie-superficie” e sarebbe stato intercettato dalla difesa aerea israeliana durante l’attacco iraniano.

A scoprirlo alcuni giorni fa un gruppo di escursionisti durante un viaggio nei pressi della città di Arad, nel deserto della Giudea, 25 km a ovest del Mar Morto. Per recuperare il frammento è stato coinvolto un elicottero da trasporto militare dell’aeronautica israeliana. Ora sarà esaminato da specialisti del servizio antincendio e di salvataggio. I militari hanno ricordato che le persone non dovrebbero mai avvicinarsi o toccare i frammenti dei missili, perché possono comunque rappresentare una minaccia per la vita, e hanno esortato le persone a chiamare immediatamente la polizia se tali frammenti vengono scoperti.

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