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Dybala trascina la Roma, ma a Lecce non basta: ed è pari

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Lecce e Roma si dividono la posta in palio al termine di una partita ruvida e combattuta. I giallorossi salentini fermano sull’1-1 i giallorossi di Mourinho che, col pari del Via Del Mare, raggiungono momentaneamente il Milan al terzo posto. Succede tutto nel primo tempo. All’autorete di Ibanez, per il vantaggio del Lecce, risponde il rigore di Dybala per il pari capitolino. Poi, comincia la sfida tra Falcone e Abraham che, con tre prodezze (due sul finire del primo tempo, l’altra in apertura di ripresa), nega i tre punti alla formazione di Mourinho. I pugliesi riescono a contenere gli ospiti, nelle cui fila Dybala ha regalato sprazzi di giocate sopraffine, che hanno il demerito, Falcone a parte, di non finalizzare adeguatamente il maggior possesso palla. Per la Roma terza piazza in coabitazione col Milan, e prova generale in vista dell’impegno europeo contro il Salisburgo.

Di buono in casa romanista il rientro in campo di Wijnaldum, a quasi sei mesi dalla frattura del perone subita in allenamento. Per il Lecce un altro piccolo passo verso la corsa salvezza (+10 sulla terz’ultima piazza), ma gialli pesanti per Gonzalez e Hjulmand, diffidati, e assenti contro l’Atalanta. Solo conferme per Baroni dopo la vittoria a Cremona. Sulla corsia sinistra Gallo preferito a Pezzella, recuperato Blin a centrocampo, solito tridente di attacco. Anche in casa Roma, Mourinho vara una formazione che ricalca quella che ha sconfitto l’Empoli. In attacco Dybala e Pellegrini a supporto di Abraham, sulle corsie esterne Zaklewsli ed El Shaarawy, panchina per Wijnaldum. Pronti via e passa il Lecce. Dagli sviluppi di un angolo, cross di Strefezza verso l’area piccola, inserimento di Baschirotto che di testa, complice anche un deviazione di Ibanez (avallata anche dalla Lega Serie A per l’autorete del difensore), trova la rete del vantaggio del Lecce (7′). La Roma accusa il colpo ma si getta subito all’arrembaggio alla ricerca del pari. Falcone è strepitoso su El Shaarawy (15′), ma nulla può sul rigore magistralmente battuto da Dybala (17′), concesso per il netto tocco col braccio di Strefezza, che cerca di anticipare Smalling: giallo per lui, e Roma che impatta dagli 11 metri.

La partita prosegue su ritmi alti con le due squadre che cercano di piazzare il colpo del sorpasso, ma le difese reggono bene l’urto degli attacchi. Ancora Falcone sugli scudi (42′), davvero bravo a sventare in corner il destro a botta sicura di Abraham; e sempre Falcone si ripete, ancora su Abraham (47′) che ci prova di destro sul palo lontano. Si riparte e schieramenti che non presentano cambi. Ma il copione e i protagonisti sono sempre quelli della parte finale del primo tempo. La Roma alza decisamente i ritmi del gioco, grazie anche alle giocate di Dybala, che resta il calciatore più vivace. Il Lecce comincia a mostrare qualche segno di stanchezza e Baroni opera un doppio cambio (67′): dentro Voelkerling e Askildsen per Colombo e Gonzalez (ammonito, era diffidato e salterà l’Atalanta). Baroni prova a cambiare l’inerzia dei suoi gettando nella mischia lo zambiano Banda (74′) per Strefezza, poi costretto al cambio di Gallo (acciaccato) per Pezzella. Se Baroni prova a portate a casa il pareggio, Mourinho prova a vincerla. Dentro Belotti (83′) per Abraham, e si rivede anche Wijnaldum che rileva Matic. Il punteggio, però, non cambierà.

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Solito Napoli, l’Udinese pareggia a fine partita e spera ancora nella salvezza

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Pareggio amaro per il NAPOLI, che nel finale viene ripreso dall’Udinese non andando oltre l’1-1 sullo stesso campo dove, poco più di un anno fa, conquistava il terzo scudetto della sua storia. Al momentaneo vantaggio siglato da Osimhen ha risposto nel finale Success, firmando un pari che concede ancora speranza in ottica salvezza per il club friulano.

Avvio di palleggio da parte degli azzurri, che al 16′ lanciano il primo segnale di pericolo con la punizione dalla trequarti battuta forte da Lindstrom verso la porta e disinnescata da Okoye. Gara che fatica tuttavia ad accendersi, con un’Udinese ordinata e che al 34′ si affaccia in avanti trovando la conclusione dalla distanza di Samardzic che fa girare il sinistro ma non trovando lo specchio difeso da Meret. Bianconeri pericolosi, così come al 44′, con Bijol che raccoglie un pallone sporco in area e calcia in girata spedendolo però di poco largo. Il pareggio reggerà fino al 51′, con Politano che dalla destra mette il cross velenoso sul quale arriva Osimhen che di testa batte Okoye e porta avanti il NAPOLI. Udinese in svantaggio ma pronta a rispondere, dopo meno di dieci minuti, con il neo entrato Davis che si accentra dalla destra e lascia partire il tracciante mancino sul quale è reattivo Meret in tuffo.

 

Finale di partita in cui la formazione di Cannavaro aumenta possesso e transizioni avanzate, lasciando maggiore spazio al NAPOLIche all’80’ troverebbe anche il 2-0, ancora con Osimhen, pescato però in posizione di offside dal Var. Partenopei in gestione nei cinque minuti di recupero conclusivi ma al 92′ è Success a firmare il pari ai bianconeri, con il cambio di campo di Zemura a servire Kristensen che dalla corsia di destra serve l’assist per aggancio e girata vincente del numero 7. È proprio il primo gol in campionato dell’attaccante nigeriano a regalare un punto importante in chiave salvezza all’Udinese di Cannavaro, con il NAPOLI che viene così condannato al terzo pareggio nelle ultime quattro partite.

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Scioperano i giornalisti Rai, ma Tg1 e Tg2 in onda

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Si accende lo scontro politico nel giorno dello sciopero proclamato dall’Usigrai per protestare contro le politiche aziendali, ma anche in difesa dell’autonomia e della libertà. Il dibattito va oltre la riuscita o meno della protesta che secondo i promotori ha raggiunto adesioni altissime, nonostante siano andate in onda le edizioni del Tg1 e del Tg2, oltre ai notiziari di Rainews24. Nel giorno in cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato un nuovo appello “sul valore della libertà d’informazione per il mantenimento della democrazia”, a dividere i partiti è stato il ruolo del governo e le sue presunte ingerenze nel settore. “Dopo le notizie false, le campagne denigratorie sugli avversari politici e le censure, Telemeloni nega anche il diritto allo sciopero, un principio costituzionale con la complicità dei vertici aziendali su precisi input politici”, ha attaccato la segretaria del Pd Elly Schlein.

“Si rassegni – hanno replicato i componenti di Fdi nella Commissione di Vigilanza -, in Rai ormai c’è il pluralismo. Il tempo in cui la sinistra considerava questa azienda una proprietà privata è finito”. È la prosecuzione dello scontro avviato ieri dopo l’accusa di Viale Mazzini al sindacato di diffondere fake news. Oggi, in una conferenza stampa convocata alla Stampa Estera, Fnsi, Usigrai e giornalisti della Rai hanno denunciato ingerenze e censure. A partire da Serena Bortone che ha affermato di non aver mai visto nella sua vita lavorativa un caso come quello della mancata partecipazione di Antonio Scurati a Che Sarà e ha chiesto ai vertici Rai di dare una risposta definitiva (mercoledì sera sono attesi in Vigilanza). Sifrido Ranucci ha ricordato tutte le querele subite e stigmatizzato la frase della premier Giorgia Meloni che ha definito un linciaggio l’inchiesta sull’accordo sull’immigrazione con l’Albania in onda su Report. “Dall’approvazione della legge Renzi in poi la situazione in Rai è peggiorata – ha aggiunto -. È peggiorata soprattutto nell’ultimo anno”. Hanno colpito le parole di Enrica Agostini, firma di Rainews24, che ha detto di non aver “mai subito le pressioni e le censure che subisco in questo periodo”, sottolineando le difficoltà di dare notizie come quella del ministro Lollobrigida sul treno, quelle su Andrea Giambruno o su Nicola Gratteri che ha proposto i test attitudinali ai politici.

“C’è un attacco ai diritti costituzionali, non è una questione che riguarda solo l’informazione”, ha detto il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, attaccando quella “minoranza di giornalisti che si organizza per tentare di far fallire uno sciopero”. Il boicottaggio, secondo il sindacato, è portato avanti dai dirigenti della tv pubblica, insieme ai 350 iscritti del neonato sindacato Unirai, che ha contestato la ragioni della protesta e rivendicato la fine del monopolio sindacale anche in Rai. “Il muro è crollato e abbiamo dimostrato di essere un sindacato vero, nonostante i continui tentativi di insultarci”, ha affermato il segretario Unirai, Francesco Palese. Oltre a Tg1, Tg2 e Rainews24, sono andati in onda anche i programmi di approfondimento. Sono saltati, invece, il Tg3 e i notiziari regionali, esclusi quelli della Puglia e del Molise. Il segretario dell’Usigrai, Daniela Macheda, ha fatto sapere che “l’adesione è stata altissima” – oltre l’82% nella TgR – ed è fallito il tentativo di boicottaggio da parte di chi ha messo in piedi notiziari con servizi insolitamente lunghi e notizie di costume, insomma “con il trucco”.

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Calcio: l’Atalanta vince in rimonta e raggiunge la Roma

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L’Atalanta agguanta la Roma al quinto posto in classifica e rientra in zona Champions. La vittoria all’Arechi sulla Salernitana, ultima in classifica, già matematicamente retrocessa e senza obiettivi da raggiungere e che non vince una partita dallo scorso mese di dicembre, è meno facile di quanto ci si potesse aspettare. Ma in certi momenti della stagione, però, quel che conta e principalmente il risultato e la squadra di Gasperini è troppo esperta e cinica per fallire una simile opportunità. Gasperini, che festeggia le 300 partite in serie A sulla panchina dell’Atalanta, costretto a forzare il turnover per i tanti impegni ravvicinati della sua squadra, fa inizialmente sei cambi rispetto alla squadra schierata contro il Marsiglia. Colantuono deve invece far fronte alle assenze di Maggiore e Candreva infortunati e di Pierozzi, squalificato.

Nel primo tempo l’Atalanta pur mantenendo un costante predominio nel gioco non riesce a concretizzare le occasioni che costruisce. Sprecano un po’ tutti, da Lookman e Miranchuk, da Pasalic a Scamacca. La Salernitana fa fronte con calma e con una buona organizzazione difensiva alla diversa caratura tecnico-tattica. Ed è proprio la squadra di Colantuono a trovare il gol del vantaggio. E’ il 17′ quando Tchaouna si libera sulla destra, supera De Roon e fa partire un tiro in diagonale che s’insacca sulla destra di Carnesacchi. I tentativi di reazione dei bergamaschi servono a poco perché i padroni di casa ne contengono le iniziative senza grandissimi affanni. Nell’intervallo Gasperini è quasi costretto a rivedere i suoi piani che evidentemente prevedevano di dare un turno di riposo ai suoi giocatori più rappresentativi. Il tecnico manda subito in campo Ruggeri, Koopmeiners e De Ketelaere e in poco tempo si vedono gli effetti del cambiamento.

Le azioni dei nerazzurri diventano più ficcanti e incisive anche perché Koopmeiners si impossessa subito del centrocampo e distribuisce con lucidità palloni giocabili ai suoi compagni d’attacco. Il pareggio arriva al 14′ con Pasalic che di testa offre una perfetta sponda a centro area per Scamacca il quale conclude in rete da breve distanza, anticipando Pirola. Passano soltanto tre minuti e la squadra di Gasperini trova il gol del vantaggio. Questa volta è Koopmeiners a perforare la difesa avversaria con un tiro a effetto dalla lunga distanza, a conclusione di un’azione nata da calcio d’angolo.

I bergamaschi sono a questo punto abilissimi ad addormentare i ritmi di gara e corrono solo un paio di rischi su conclusioni di Thaouna e di Weissman. Ma Gasperini porta a casa una vittoria importantissima che lancia l’Atalanta nelle zone altissime della classifica e crea i presupposti giusti per affrontare nelle migliori condizioni psicologiche il tour de force che attende la squadra fra impegni di campionato, Europa League e Coppa Italia.

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