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Saviano è fiero di essere imputato per avere definito Salvini ‘ministro della malavita’ e ‘Meloni bastarda’

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“Sono fiero di essere imputato in questo processo” perché così “ho la possibilità di testimoniare davanti al Tribunale non voler permettere a leader di partito e ministri di blindare la possibilità di critica, fosse anche un grido”. Roberto Saviano ha esordito così nelle dichiarazioni spontanee fatte in aula, davanti al giudice monocratico di Roma, nel processo che lo vede imputato di diffamazione ai danni di Matteo Salvini. Una vicenda che risale al 2018 ed è legata ad una serie di post che lo scrittore pubblicò sui social e in uno dei quali definì l’allora ministro degli Interni come “il ministro della mala vita”. L’udienza è sostanzialmente durata pochi minuti: il giudice ha aggiornato il procedimento al prossimo primo giugno quando verrà sentita la parte offesa Salvini. Nelle dichiarazioni fatte mettere a verbale, l’autore di Gomorra ha ricordato che si difende “dal vicepresidente del Consiglio, mentre ho un processo in corso con la presidente del Consiglio e una causa civile intentata contro di me dal ministro della Cultura. Tre ministri – ha aggiunto – di uno stesso governo portano in tribunale chi osa criticarli”.

Lo scrittore parlando del leader del Carroccio ha aggiunto: “era divenuto intollerabile come si relazionava al Sud Italia, utilizzandolo come bacino di voti facili. Cancellare la scorta, come Salvini invoca da anni, significava cacciarmi dal Paese, esattamente come auspicato, dopo le elezioni che hanno visto nascere quest’ultimo governo, da migliaia di loro simpatizzanti”. In un post su Fb, pubblicato alla vigilia dell’udienza di oggi, Saviano ha citato Gaetano Salvemini che “definì Giovanni Giolitti ‘Ministro della Mala Vita’ perché utilizzava il sud Italia come bacino di voti dimenticandolo una volta vinte le elezioni e soprattutto perché sottovalutava e ignorava i problemi più gravi e atavici da cui il Sud era (ed è) afflitto”.

Il difensore dello scrittore, l’avvocato Antonio Nobile, ha depositato anche la lista testi tra quali compaiono il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, Oscar Camps, fondatore e presidente di Open Arms e il segretario generale della Federazione europea dei giornalisti, Ricardo Gutierrez. Piantedosi è citato dalla difesa in relazione alle “iniziative volte a verificare il regime di protezione al quale Saviano è sottoposto dall’ottobre 2007”.

Sulla lista testi il giudice si è riservato di decidere. Il 27 giugno, intanto, è fissata l’udienza del procedimento dopo una querela presentata dall’allora leader di Fratelli di Italia e oggi premier, Giorgia Meloni. Tema del contendere una dichiarazione che Saviano fece nel corso di una puntata di una trasmissione tv il 7 dicembre del 2020. Sul tema dei migranti lo scrittore definì Meloni “bastarda”.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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