Collegati con noi

Cronache

Ucciso a Taranto, forse vendetta per altro omicidio

Pubblicato

del

Aveva scontato 17 anni di carcere per omicidio ed era in regime di semi-libertà Cosimo Nardelli, il 61enne pregiudicato ucciso ieri sera a Taranto con almeno cinque colpi di pistola davanti alla sua abitazione in via Cugini 7. Gli inquirenti ipotizzano che il regolamento di conti possa inquadrarsi in una faida legata a contrasti nell’ambito di attività illecite. La pista della vendetta al momento è la più accreditata, anche se non si escludono altri possibili moventi. Nardelli, uscito da poco dal carcere, era stato condannato a 20 anni di reclusione per concorso nell’omicidio del 27enne Alessandro Cimoli, ammazzato con alcune coltellate il 31 agosto del 2006 all’uscita di una masseria abbandonata nelle campagne tra Faggiano e Talsano. Era stata la Corte d’Assise d’appello, in diversa composizione, ha rideterminare la pena dopo l’annullamento con rinvio di una precedente condanna a 30 anni da parte della Cassazione, che aveva fatto cadere l’aggravante della premeditazione.

Nardelli era ritenuto uno degli esecutori materiali dell’omicidio insieme a un altro imputato, Matteo Basile, che in seguito collaborò con la giustizia e fu condannato a 20 anni. Cimoli, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato ucciso per un debito di 80mila euro relativo all’acquisto di un chilo di cocaina, mai saldato. Fu invece assolto l’ex boss Cataldo Ricciardi che era stato accusato di essere il mandante. Nardelli ieri sera aveva appena parcheggiato il suo scooter e si stava avvicinando al portone della sua abitazione quando è stato raggiunto da una raffica di colpi di pistola all’addome e in altre parti del corpo. L’uomo è stato poi soccorso da conoscenti e trasportato con un’auto privata in ospedale, ma è deceduto poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. L’agguato è stato compiuto lungo la strada che costeggia il muraglione dell’Arsenale militare.

Gli agenti della squadra mobile e della polizia scientifica intervenuti sul posto hanno trovato il casco di Nardelli poggiato per terra, sul marciapiedi, accanto a un mazzo di chiavi, e recuperato una dozzina di bossoli. E’ stata ispezionata anche un’auto Bmw parcheggiata nelle vicinanze e colpita dai proiettili. Già nel corso della notte gli agenti della mobile, diretti dal vice questore Cosimo Romano, hanno compiuto controlli e perquisizioni e ascoltato familiari e amici di Nardelli per cercare di risalire all’identità dei killer.

Advertisement

Cronache

Campi Flegrei, che cosa succede? Parla il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo

Pubblicato

del

La preoccupazione è alta: le scosse di terremoto nei Campi Flegrei sono tante nelle ultime settimane. Bradisismo, eruzione, piani di evacuazione… La gente ha paura. Quello che potrebbe succedere nell’area flegrea puo interessare fino a 3 milioni di persone: abbiamo chiesto di capire di più ad un vulcanologo esperto, Giuseppe Mastrolorenzo. Ed ecco che cosa ci ha spiegato.

Continua a leggere

Cronache

Tgr Rai Sardegna, Usigrai e Cdr: Da capo ufficio stampa Regione a caporedattore, fatto grave

Pubblicato

del

Le giornaliste e i giornalisti della Testata Giornalistica Regionale (Tgr) stanno per intraprendere una forma di protesta senza precedenti contro alcune nomine ritenute inopportune dalla direzione e dall’azienda. Questo atto di ribellione, che vedrà il ritiro delle firme dai servizi per tre giorni consecutivi, è una chiara manifestazione dell’importanza della credibilità, dell’autorevolezza e dell’indipendenza dell’informazione all’interno della Rai.

La controversia ruota attorno alla recente promozione a caporedattore di un giornalista (Ignazio Artizzu)che, fino a soli 45 giorni prima, ricopriva l’incarico di capo ufficio stampa della Regione Sardegna. Questo fatto ha suscitato preoccupazioni legittime all’interno della redazione, poiché si tratta di una situazione senza precedenti che solleva interrogativi sulla trasparenza e l’indipendenza dell’informazione fornita dalla Rai, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali.

L’Usigrai, il sindacato dei giornalisti, ha espresso la sua forte opposizione a questa nomina, sottolineando che la decisione è stata approvata dalla struttura aziendale competente in materia di anticorruzione, che “non ha ravvisato un conflitto di interessi in assenza di sovrapposizione di incarichi”. Tuttavia, il sindacato considera questa risposta come “pilatesca e miope”, poiché sembra ignorare la rapida successione di eventi che ha portato a questa nomina. Il giornalista in questione è stato trasferito in un’altra redazione, ha rassegnato le dimissioni dal suo ruolo di capo ufficio stampa della Regione e, poco dopo, è stato nominato caporedattore, il che solleva legittime preoccupazioni sul possibile conflitto di interessi.

L’assemblea dei caporedattori della Tgr ha unito le proprie voci a quelle dei giornalisti, ribadendo la loro autonomia e indipendenza nell’erogare servizi informativi. Questo atto di solidarietà sottolinea quanto sia fondamentale proteggere l’integrità dell’informazione pubblica contro ingerenze politiche e decisioni discutibili.

In un momento in cui l’informazione è cruciale per il funzionamento della democrazia e per la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, è essenziale che i giornalisti possano operare in un ambiente che garantisca la loro indipendenza e credibilità. La protesta dei giornalisti della Tgr è un richiamo a questa fondamentale esigenza e un segnale che la lotta per l’informazione libera e imparziale è ancora ben viva. La Rai, come servizio pubblico, deve prendere atto di queste preoccupazioni e lavorare per ripristinare la fiducia del pubblico nell’integrità delle sue operazioni giornalistiche.

In un contesto in cui le nomine e le decisioni aziendali possono influenzare notevolmente il modo in cui viene presentata l’informazione al pubblico, è essenziale che i giornalisti possano agire senza timori o pressioni esterne, lavorando sempre nell’interesse del pubblico e della democrazia stessa. La protesta dei giornalisti della Tgr è un potente richiamo a questa responsabilità fondamentale.

Continua a leggere

Cronache

Voleva processione sotto casa mafioso, indagato sindaco

Pubblicato

del

Avrebbe tentato di costringere il comandante della polizia municipale a scrivere al questore per ottenere che la processione passasse sotto casa del mafioso del paese: è una delle accuse rivolte a Salvatore Geraci, sindaco di Cerda (Palermo) che è anche deputato regionale da poco passato alla Lega. Il primo cittadino ha ricevuto l’avviso di conclusione dell’indagine con l’accusa di concussione da parte della Procura di Termini Imprese.

Abusando dei sui poteri, secondo i pm, il 14 febbraio del 2022 in occasione della processione del Venerdì Santo – che imponeva un itinerario differente rispetto a quello tradizionale che prevedeva il transito vicino casa di un mafioso – avrebbe fatto pressioni per ottenere la deviazione del corteo “al fine di ottenere consenso elettorale da parte della comunità e il favore del Comitato della Madonna Addolorata di Cerda”.

In particolare, Geraci avrebbe intimato al capo dei vigili, Giuseppe Biondolillo, di salire nel suo ufficio dove avrebbero “fatto i conti” e l’avrebbe accusato di essergli “andato contro” aggiungendo: “quando parlo io devi stare fermo, zitto e sugli attenti, non gesticolare! Ti ho dato una possibilità e te la sei giocata, tu devi fare ciò che ti dico io! Prendi carta e penna e scrivi al questore e guai a te se stasera per la processione fai una cosa diversa”. Geraci avrebbe anche sottratto il cellulare del comandante della polizia municipale per timore di essere registrato.

Il sindaco è anche accusato di varie ipotesi di abuso d’ufficio. Secondo la procura, tra l’altro, il primo cittadino, durante la Sagra del Carciofo non avrebbe fatto pagare i tributi ai commercianti che avevano allestito gli stand in violazione del regolamento comunale, sopperendo alla mancanza di fondi con i contributi ottenuti per la manifestazione e così facendo perdere soldi all’erario.

Accuse che non fanno dell’accusa un condannato ma solo un indagato. Se abbia commesso reati lo deciderà un giudice terzo e noi lo consideriamo innocente, l’indagato, fino al terzo grado di giudizio.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto