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Buriati e ceceni: le due etnie di macellai citate da Francesco

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Nell’inferno di ferro, fuoco e sangue scatenato dai russi in Ucraina i più sanguinari tra i macellai hanno nomi, cognomi ed etnie. Buriati e ceceni, per esempio. Almeno secondo papa Francesco, che oggi li ha citati come esempio specifico di crudeltà scatenando la reazione del governatore della Buriazia e il silenzio (indifferente?) della leadership cecena. Il tenente colonnello Omurbekov Azatbek Asanbekovich, il sergente Vyacheslav Lavrentyev, il caporale Andriy Bizyaev e gli altri componenti della 64/ma brigata di fucilieri motorizzati sono i massacratori di Bucha e sono appunto buriati, la più grande minoranza etnica della Siberia. Una popolazione di poco più di mezzo milione di persone, di origine mongola, in gran parte buddisti, concentrati soprattutto in Buriazia anche se piccole percentuali si trovano in Mongolia e Cina.

In molti praticano ancora l’allevamento itinerante. Sono stati descritti a più riprese come i più feroci tra i soldati di Putin. Una ferocia forse dettata dalla povertà e dalla disperazione, dalla consapevolezza, una volta sperimentato il fronte, di essere solo carne da cannone mandata a morire dalla periferia di quell’impero che il presidente russo si illude di avere ancora e, magari, di ampliare. Insieme ai militari che arrivano dal Daghestan sono i buriati a contare il maggior numero di morti. Ma, anche tra loro, c’è chi si oppone alla guerra. E’ la fondazione Svobodnaja Buriatja, un piccolo team di attivisti che vivono all’estero, lavorano per rimpatriare i soldati e spiegare che ‘l’operazione speciale’ è un’operazione criminale mettendo nero su bianco, sul loro sito, che “noi, buriati di tutto il mondo, crediamo nei valori umanistici e della democrazia, e riteniamo xenofoba la guerra con l’Ucraina”.

Tra i protagonisti degli episodi più sanguinosi dell’invasione dell’Ucraina ci sono poi i ceceni, guidati dal ‘macellaio di Grozny’, quel Ramzan Kadyrov, fedelissimo di Putin, che ha invocato a più riprese l’utilizzo di armi nucleari tattiche e governa con pugno di ferro quella Cecenia nella quale, secondo alcune fonti, fino al 70% di tutti gli assassinii, stupri, rapimenti e torture sono stati commessi dall’esercito privato ai suoi ordini. I ceceni sono il più grande gruppo etnico nativo delle regioni a nord del Caucaso, oltre un milione in Cecenia e altrettanti in altre aree dell’Asia centrale, per la maggior parte musulmani.

I ceceni hanno avuto un ruolo importante nella presa di Mariupol, che hanno rivendicato con un video divenuto virale girato sulla sfondo di macerie fumanti. “È adempiuto l’ordine di distruggere ed epurare Mariupol”, recita una sorta di oratore vestito di nero circondato da decine di militari in mimetica. D’altra parte l’idea di guerra di Kadyrov l’ha ben espressa lui stesso dichiarando ripetutamente che la lentezza dell’offensiva in Ucraina è dovuta al fatto che i russi non sono abbastanza spietati. La sua proposta l’avrebbe comunicata tempo fa direttamente a Putin: “Chiudere gli occhi di fronte a tutto e consentirci di farla finita in un paio di giorni”.

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Esteri

Caos eredità Maradona: le figlie accusano l’ex avvocato Morla di frode e chiedono la restituzione di 13 milioni di dollari

Le figlie di Diego Maradona accusano l’ex legale Morla di frode: spariti 13 milioni dai conti esteri. Al centro del caso la società Sattvica e i diritti d’immagine.

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Dove sono finiti 13 milioni di dollari? È la domanda che oggi agita il tribunale di Buenos Aires e infiamma lo scontro tra gli eredi di Diego Armando Maradona e l’avvocato Matías Morla (nella foto con Diego), il rappresentante legale e uomo di fiducia del Pibe de Oro negli ultimi anni della sua vita. A portare la questione in tribunale sono state Dalma e Gianinna, figlie di Diego e di Claudia Villafañe, che accusano Morla di aver sottratto fondi e di aver agito alle spalle degli eredi legittimi.

Secondo le figlie dell’ex campione, il patrimonio occultato ammonterebbe a oltre 13 milioni di dollari, presenti su conti bancari esteri a nome del padre. Le accuse non si fermano qui: Morla avrebbe anche trasferito in modo sospetto il controllo della società Sattvica – che gestisce i diritti commerciali sul nome e sull’immagine di Maradona – alle sorelle di Diego, Rita e Claudia Norma Maradona, eludendo così il passaggio naturale ai figli eredi.

La frode secondo le figlie

Nel dossier presentato in tribunale, i legali di Dalma e Gianinna parlano apertamente di frode post mortem, sostenendo che la firma apposta da Maradona sui documenti che affidavano pieni poteri a Morla potrebbe essere stata falsificata. La società Sattvica, secondo la loro ricostruzione, sarebbe stata solo formalmente intestata a Morla e al cognato Maximiliano Pomargo, ma in realtà sottostava alla volontà di Diego, che ne era il socio occulto. Dopo la morte del Pibe, il rifiuto di Morla di riconsegnare ai figli il controllo della società rappresenterebbe un’ulteriore violazione dei loro diritti.

Conti bancari e attività commerciali

Nel programma argentino “Intrusos”, sono stati resi noti i dettagli dei presunti conti esteri:

  • 1,6 milioni presso Bank Caribbean

  • 1,9 milioni presso la North National Bank di Abu Dhabi

  • 5 milioni presso Paribas

  • 5 milioni presso HSBC

Fondi che, secondo l’accusa, Morla avrebbe occultato e che ora gli eredi chiedono di recuperare e suddividere tra i cinque figli riconosciuti di Maradona: Dalma, Gianinna, Diego Jr, Jana e Diego Fernando.

Il ruolo controverso di Morla

Morla, attraverso il suo legale Rafael Cuneo Libarona, ha rigettato ogni accusa, sostenendo che la gestione dei diritti d’immagine fu affidata alle sorelle di Diego su esplicita volontà del Pibe, che aveva interrotto ogni rapporto con l’ex moglie Claudia e le figlie. Nonostante ciò, la sua figura resta al centro delle polemiche. Nel 2021, in occasione di una manifestazione a Buenos Aires per chiedere giustizia sulla morte del campione, Morla fu duramente contestato, insieme al neurochirurgo Luque, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio con dolo eventuale.

Il marchio Maradona e Sattvica

Intanto Sattvica, la società al centro della disputa, continua a gestire le licenze commerciali legate a Maradona: abbigliamento, tequila, caramelle, palloni e gadget firmati dal campione. La società ha sede sia in Argentina che in Spagna, e a oggi Morla avrebbe confermato di avere rapporti quotidiani solo con le sorelle del Pibe.

La battaglia legale, appena iniziata, si preannuncia lunga e complessa. Sul piatto non ci sono solo soldi e proprietà, ma anche il controllo del nome e del mito di Diego Armando Maradona, che continua a vivere nei cuori dei tifosi e nei tribunali.

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Esercito Usa crea nuova zona militare a confine Messico

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L’esercito statunitense ha creato una seconda zona militare lungo il confine con il Messico, aggiungendo un’area in Texas dove le truppe possono trattenere temporaneamente migranti o intrusi, dopo che un’altra area simile era stata designata nel New Mexico il mese scorso. Lo scrive l’agenzia Reuters sul suo sito web. Il mese scorso l’amministrazione Trump aveva designato una prima striscia di 440 km quadrati lungo il confine del New Mexico come “Area di Difesa Nazionale”. Ora arriva la “Texas National Defense Area”, una striscia lunga 101 km che si estende a est dal confine tra Texas e New Mexico a El Paso.

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Ok Usa a equipaggiamenti F-16 per l’Ucraina

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Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la potenziale vendita di parti e equipaggiamenti del caccia F-16 all’Ucraina per 310 milioni di dollari: lo ha reso noto il Pentagono. Tra i principali appaltatori figurano Lockheed Martin Aeronautics, Bae Systems e Aar Corporation. (

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