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Spalletti: tutti vogliono CR7, ma io penso ai viola. Per ora

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Il Napoli era pronto a scattare da solo in testa lasciando dietro Inter e Milan verso lo scudetto, ma prese 3 gol dalla Fiorentina e disse addio al sogno. E’ questo il punto di partenza per gli azzurri per la sfida di domani a Firenze, con Spalletti che ricorda e spinge per vedere un Napoli diverso. “Domani – spiega il tecnico – mi aspetto miglioramenti rispetto all’anno scorso sull’impatto fisico alla gara, ci aspetta una partita molto difficile con una squadra che ormai fa parte del condominio top del campionato. Italiano ha mostrato di saper fare perfettamente il suo lavoro e l’anno scorso ci hanno messo in difficolta’ nelle tre gare, di cui due vinte da loro. E’ una squadra che ha un forte impatto fisico, che ti viene addosso, per noi diventa fondamentale muovere palla per creare spazi da usare”. Spalletti e’ chiaro, porta rispetto ai viola ma vuole la terza vittoria di fila nell’ultima gara singola prima che inizi il lungo tunnel dei match ogni tre giorni. “Mi aspetto le cose buone viste nelle nostre prime due partite”, spiega il tecnico, che si affida alla formazione di base che ha travolto Verona e Monza, ma e’ tentato dal cominciare a inserire i nuovi, a partire da Ndombele. “Si e’ allenato un po’ a parte – dice – ma ha mostrato di essere in condizione, i dati del test con la Juve Stabia dicono che e’ pronto. Ha la modernita’ di gioco, l’anticipazione del passaggio”. Cose che vuole, a cominciare da Lobotka e Zielinski, orchestratori del suo gioco, in una rosa che pero’ si e’ allargata e domani potrebbe vedere anche l’esordio nella ripresa di Raspadori e Simeone. Ma lo spazio c’e’ per tutti in un Napoli concentrato sul campionato ma anche distratto dalle voci di mercato sull’ipotesi di arrivo di Cristiano Ronaldo e dell’addio da 100 milioni di Osimhen: “Se mi chiedete se allenerei Cristiano – ammette il tecnico – direi che nessun allenatore rinuncerebbe a questa esperienza, ma come ha detto il procuratore non ci sono trattative. Ho parlato con De Lauentiis che mi ha detto che non ha ricevuto nessuna offerta vera, rimaniamo quindi realisti, al momento non c’e’ niente di concreto”. Un niente che pero’ vuol dire ancora la scommessa vincente di Osimhen al centro dell’attacco azzurro: “E’ un grande calciatore – dice il tecnico – e per lui c’e’ sempre il mercato aperto. Se si sveglia un arabo che vuole acquistare un campione lui e’ uno che puo’ essere scelto. Il rischio di distrazione di mercato si corre per i calciatori top”. Osimhen e’ a due gol stagionali e non vede l’ora di esplodere anche in Champions che parte il 7 settembre al Maradona contro il Liverpool, che oggi ha stravinto con il Bournemouth. Sul mercato restano pero’ aperte le porte su un possibile Navas, anche se Spalletti apre la concorrenza tra Meret e Sirigu per la maglia: “Anche in porta si decide in settimana, mi bastano 5′ per decidere chi gioca. Meret ha fatto due grandi partite, soprattutto la seconda”. E resta aperta anche la porta di uscita di Ruiz, non convocato e in attesa del trasferimento al Psg, altrimenti si fa un anno in tribuna: “Ci ho parlato – ha detto Spalletti – lui non e’ felicissimo ma ci siamo detti che quello che succede e’ sulla volonta’ di tutti”. Una volonta’ che per il Napoli vuol dire rimanere a punteggio pieno: “Chi mi accomoda le biciclette a Firenze – racconta sorridendo Spalletti – mi manda i messaggi per prendermi in giro. Era contento l’anno scorso di averci tolto la strada per lottare per lo scudetto”. Domani gara difficile, serve testa e forza, di scudetto ce n’e’ uno nuovo da sognare.

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A Bocca della Selva l’urlo di Paret, Pogacar resta rosa

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Sembra quasi non credere a quello che gli sta succedendo, Valentin Paret-Peintre, mentre taglia da solo il traguardo ai 1400 metri di Bocca della Selva. Tra le montagne del Sannio note per il ritrovamento di Ciro, il fossile di cucciolo di dinosauro di 113 milioni di anni fa, il 23enne francese coglie il suo primo successo da professionista staccando il connazionale Bardet di 30 secondi e lo sloveno Tratnik, terzo a un minuto dopo aver coltivato sogni di gloria, in fuga solitaria per quasi 30 chilometri prima di essere ripreso da Paret a meno di tre dall’arrivo.

A oltre tre minuti il gruppo della maglia rosa, con lo sloveno Tadej Pogacar che resta padrone della corsa. Immutata la classifica generale, almeno nelle prime posizioni. Tiberi, sesto, è il primo degli italiani. La prima vittoria importante del più giovane dei fratelli Paret Peintre ha il volto dell’incredulità: Valentin scuote la testa, fa no con le dita, poi si batte i pugni sul capo fino a sfogare la gioia con un urlo liberatorio. L’anno scorso era toccato al fratello maggiore Aurelien vincere una tappa al Giro. “Vorrà dire che verremo tutti gli anni al Giro -scherza a fine gara il francese -. E pensare che alla partenza non mi sentivo bene. E invece con la salita le gambe hanno cominciato a girare. Non avevo mai vinto in una grande corsa, è una gioia immensa”. Lucida fino alla fine la condotta di gara della maglia rosa: “Abbiamo lasciato andare la fuga – dirà lo sloveno – e tenuto il nostro passo. Giusto essere pazienti, il Giro è lungo ventuno giorni. La gara di oggi è di buon auspicio per le prossime montagne”.

Dopo l’arrivo sul lungomare di Napoli e la giornata di pausa, doveva essere una tappa frastagliata, la Pompei-Cusano Mutri, 142 km in buona parte pianeggianti ma con l’arrivo ai 1400 metri della Bocca della Selva dopo una salita lunga 18 km. E così è stato. Il gruppo alla partenza saluta Olav Kooij, vincitore della tappa di Napoli domenica, che abbandona per febbre. L’andazzo della corsa è fedele alle aspettative sin dalle prime battute. A provare per primi la fuga sono Hermans e Clark raggiunti presto da De Marchi: i tre accumulano oltre un minuto di vantaggio sul gruppo. A circa 80 km dall’arrivo restano De Marchi e Clarke con 1’20” di vantaggio.

Le distanze si annullano quando comincia la salita che porta a Camposauro. In venticinque, staccatisi dal gruppone, raggiungono i due per formare una nuova fuga a ventisette: mancano 45 km al traguardo. Del gruppo al comando i corridori dalla classifica migliore sono Zana 13/mo a 7’12″e Bardet 14/mo a 7’51”. Con loro c’è anche Paret, che vincerà la tappa, e che in classifica sconta 26 minuti dalla maglia rosa. Troppi perché Pogacar debba preoccuparsi. Il vantaggio sul gruppo arriva a toccare i 5 minuti a circa 40 km dall’arrivo. Dal gruppo di testa si stacca lo sloveno Tratnik: su di lui si lanciano i francesi Paret e Bardet e gli italiani Frigo e Bagioli. Tratnik accumula fino a un minuto di vantaggio sulla salita che conduce a Bocca della Selva, ma il vantaggio si riduce man mano che si avvicina al traguardo.

A meno di tre chilometri dall’arrivo l’epilogo, con Paret che rientra sullo sloveno e lo stacca per chiudere, confuso e felice, braccia alzate al cielo. Domani l’undicesima tappa: da Foiano di Val Fortore a Francavilla al Mare, sorride ai velocisti. Il Giro, intanto, perde la Cima Coppi sullo Stelvio. Le recenti nevicate, e l’aumento delle temperature, hanno fatto crescere il rischio di slavine. Motivo per cui l’organizzazione ha deciso di modificare il percorso della 16/a tappa, Livigno-Santa Cristina Val Gardena. La Cima Coppi viene spostata sul Giogo di Santa Maria a quota 2489 metri.

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Internazionali: Zverev batte Borges, va ai quarti contro Fritz

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Il tedesco Alexander Zverev e il cileno Nicolas Jarry si sono qualificati ai quarti di finale degli Internazionali di Roma. Il n.5 al mondo si è imposto in due set (6-2, 7-5) sul portoghese Nuno Borges e al prossimo turno se la vedrà con lo statunitense Taylor Fritz. Il sudamericano ha battuto per 7-5, 6-3 il francese Alexandre Muller e affronterà il greco Stefanos Tsitsipas o l’australiano Alex De Minaur.

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Cessione Monza, sfuma la trattativa Fininvest-Orienta

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Nessun passaggio di quote tra Ac Monza e Orienta Capital Partner, il fondo che fa capo ad Augusto Balestra e che nelle scorse settimane era indicato come prossimo socio di maggioranza del club. Un’operazione che, nelle stesse previsioni di Orienta delle scorse settimane, avrebbe dovuto concludersi nel mese di maggio, comunque prima della fine del campionato in corso. Nelle scorse ore la fase di interlocuzione si è interrotta, seppur senza alcuno strappo, dopo che il discorso si era arenato su posizioni differenti in termini di ripartizione della partecipazione ma anche di visione per il club. Per il Monza, di fatto, poco cambia: nel senso che alla finestra era, in attesa di nuovi partner pronti ad entrare nel capitale del club, e alla finestra resta. Il club brianzolo, dopo la matematica certezza della salvezza nel suo secondo anno consecutivo di Serie A, vivrà nella prossima stagione il terzo campionato nella massima serie.

Dopo il rinnovo nei giorni scorsi del consiglio di amministrazione, con scadenza all’approvazione del bilancio 2024, la società biancorossa prosegue così nel solco di Fininvest e di Adriano Galliani, vicepresidente vicario e amministratore delegato del club. Chiamato, innanzitutto, a decidere la guida tecnica per la prossima stagione: sul piatto anche la possibilità di proseguire con l’attuale allenatore, Raffaele Palladino, in scadenza di contratto a giugno. Nei mesi scorsi erano stati accostati al club della famiglia Berlusconi anche grandi attori internazionali: i nomi emersi erano stati quelli di Red Bull (già proprietario di club come il Lipsia e il Salisburgo, ma anche associabile alla Formula 1 che ha in Monza un circuito di riferimento), poi dell’armatore greco Evangelos Marinakis, azionista di maggioranza dell’Olympiakos e del Nottingham Forest, e dei fondi arabi.

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