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Cronache

La Polizia di Stato a Ischia chiude la discoteca di Ischia ‘Valentino’

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E’ stata chiusa per problemi di ordine pubblico la storica e piu’ nota discoteca dell’isola d’Ischia, il Valentino. A mettere i sigilli al locale per 30 giorni sono stati i poliziotti del Commissariato isolano, su disposizione del Questore di Napoli. Una decisione che ha provocato la reazione del titolare dell’attivita’, Marcello Bondavalli: “Faremo certamente ricorso al Tar – ha detto – contro un provvedimento iniquo che arriva dopo due anni di stop per il covid e per un episodio su cui l’autorita’ sta ancora indagando; dopo 45 anni di attivita’, pensiamo seriamente di non riaprire”. Con una nota la Questura partenopea ha spiegato i motivi del provvedimento, preso con il fine di “scongiurare un concreto pericolo per l’ordine pubblico e per la sicurezza dei cittadini”. La decisione del Questore e’ nata infatti dopo quanto avvenuto la notte dello scorso 3 luglio, quando i poliziotti sono intervenuti presso il locale per la segnalazione di una persona riversa in strada, priva di sensi e con una ferita alla testa; gli agenti hanno accertato che l’uomo era stato aggredito e buttato fuori dalla discoteca da alcuni addetti alla sicurezza. In quella circostanza sono stati anche sanzionati cinque buttafuori non iscritti nell’apposito elenco prefettizio. “E ancora – ricorda la Questura – tra agosto del 2018 e aprile del 2022, sia all’interno che all’esterno del locale, sono stati registrati diversi episodi di liti, risse e aggressioni, mentre nel 2020 il titolare era stato piu’ volte sanzionato per inosservanza delle ordinanze regionali e ministeriali per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Infine, l’esercizio commerciale era stato gia’ colpito da analoghi provvedimenti di chiusura tra il 1996 e 2006”. Una serie di episodi passati, dunque, che, insieme a fatti piu’ recenti, ha portato la Questura a disporre la chiusura fino all’inizio di settembre.

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Cronache

Bambino investito e ucciso alla periferia di Perugia

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Un bambino di pochi anni è morto dopo essere stato investito in strada alla periferia di Perugia. L’incidente è avvenuto nella zona di San Sisto. Sono in corso accertamenti della polizia locale per ricostruire quanto successo.

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Cronache

Eredità Agnelli: disposti sequestri per 74 milioni

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E’ stato disposto dalla procura di Torino un sequestro di beni preventivo per 74 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta che ruota intorno all’eredità di Gianni Agnelli. Il provvedimento riguarda i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen.

Il sequestro è stato disposto da un gip del tribunale di Torino su richiesta della procura ed è finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni mobili e immobili fino a 74,8 milioni. A eseguire il provvedimento è stata incaricato il nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino della guardia di finanza. Il fascicolo è aperto per dichiarazione fraudolenta e truffa ai danni dello Stato.

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Cronache

Camorra: il pentimento shock di Luisa De Stefano, la boss del rione Pazzigno

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È un vero colpo di scena quello che emerge dalle aule di giustizia napoletane: Luisa De Stefano, leader indiscussa del gruppo camorristico delle “pazzignane”, ha deciso di collaborare con la giustizia dopo otto anni di detenzione. La notizia, riportata oggi dal Corriere del Mezzogiorno, getta nuova luce sulle dinamiche criminali di San Giovanni a Teduccio, rione di Napoli Est, dove il gotha della camorra era solito emettere le sue sentenze di morte.

Il nome di Luisa De Stefano è stato associato a crimini. Siamo in un quartiere dove sono stati commessi due omicidi di spicco  nel 2016: quello di Francesco Esposito, affiliato al gruppo Piezzo, e di Raffaele Cepparulo, scissionista del rione Sanità. Quest’ultimo agguato, avvenuto in un circolo ricreativo di via Cleopatra, costò la vita anche all’innocente Ciro Colonna, appena 19enne. De Stefano, durante una serie di udienze, ha ammesso le proprie responsabilità e ha iniziato a fornire dettagli preziosi sul ruolo del suo gruppo e dei clan rivali.

Secondo le prime dichiarazioni della neo pentita, le riunioni per decidere le sorti delle vittime avvenivano su una scala condominiale, fuori dall’abitazione di Ciro Rinaldi, storico capo dell’omonimo clan. Luisa De Stefano, tuttavia, poteva permettersi il lusso di dare del tu ai capi della malavita e di partecipare attivamente alle decisioni di vita e di morte.

Il suo pentimento, consumato in due udienze consecutive, potrebbe rappresentare un duro colpo per il cartello criminale di Napoli Est e segnare un’importante svolta nelle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia.

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