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‘Lysychansk e’ nostra’, ma Kiev smentisce il sanguinario ceceno Kadyrov

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Dopo la presa di Severodonetsk, le forze russe continuano a martellare la citta’ gemella di Lysychansk, ultima roccaforte ucraina nell’oblast di Lugansk, nel tentativo di aprirsi la strada verso Sloviansk e Kramatorsk, nel Donetsk, e conquistare l’intero Donbass. “Lysychansk e’ nostra! Siamo nel centro”, esulta il leader ceceno Ramzan Kadyrov, alleato di Vladimir Putin, che pero’ aveva annunciato anche la caduta di Severodontesk diverse settimane prima che accadesse realmente. Gli stessi separatisti filorussi riferiscono solo che la citta’ e’ “completamente circondata” e che “le truppe ucraine non sono in grado di uscirne”. La presa di Lysychansk sarebbe pero’ solo “una questione di ore”, insistono i ceceni. Dal canto suo Kiev smentisce e parla di duri scontri, mentre secondo l’ultimo rapporto degli 007 britannici a Lysychansk le forze russe fanno “piccoli progressi”, con attacchi aerei e di artiglieria, e le forze ucraine probabilmente continuano a bloccare le truppe russe nella periferia sud-orientale della citta’. “Nell’ultimo giorno gli occupanti hanno aperto il fuoco con tutti i tipi di armi disponibili – ha affermato il governatore del Lugansk Sergey Gaidai -. Le case nei villaggi attaccati stanno bruciando una ad una. Con una cosi’ alta densita’ di bombardamenti, abbiamo solo il tempo di recuperare i feriti e di eliminare gli incendi su larga scala”. I russi hanno lanciato bombe a grappolo su Sloviansk, uccidendo 4 persone e ferendone altre 7, ha denunciato il capo dell’amministrazione della citta’, Vadym Lyakh, mentre a Kremenchuk, nell’ucraina centrale, i soccorritori hanno concluso la rimozione delle macerie dal centro commerciale colpito da un missile il 27 giugno: il bilancio delle vittime ufficiale e’ salito ad almeno 21 morti e 66 feriti, secondo i servizi di emergenza statali che dalle rovine hanno recuperato 29 frammenti di corpi. Missili continuano a piovere anche sulla regione di Sumy nel nordest del Paese: sono stati almeno 270 solo nelle ultime 24 ore, secondo le autorita’ locali. Gli attacchi hanno provocato il ferimento di una donna di 64 anni nell’area di Shalyginsk. “Ci sono anche danni alle infrastrutture: case di civili, fattorie, reti elettriche e una torre idrica”, ha spiegato il governatore, Dmytro Zhivytsky. Anche Mykolaiv, la citta’ del sud che fa da scudo a Odessa, si e’ svegliata al suono di forti esplosioni: sarebbero stati 10 missili lanciati dalle zone occupate della vicina Kherson contro il porto e altre infrastrutture industriale, sostengono fonti locali senza fornire un bilancio di eventuali vittime. Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko accusa l’ucraina di aver sparato missili contro il suo territorio, missili che pero’ sarebbero stati abbattuti. A Leopoli, nell’ovest del Paese vicino al confine polacco, la difesa territoriale sta eseguendo esercitazioni supplementari in caso di un attacco da terra dalla Bielorussia, ha reso noto il sindaco Andriy Sadovyi. Ma per il consigliere del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, la Russia sta usando le voci di un eventuale attacco da Minsk solo per diffondere il panico tra gli ucraini. Intanto Londra ha reagito alla nuova incriminazione di altri due cittadini britannici catturati dai russi nel Donbass, che rischiano come altri tre “mercenari” gia’ giudicati la pena di morte. “Condanniamo lo sfruttamento dei prigionieri di guerra e dei civili per scopi politici e ne abbiamo parlato con la Russia ha detto un portavoce del ministero degli Esteri britannico -. Siamo in costante contatto con il governo ucraino sui loro casi e sosteniamo pienamente l’ucraina nei suoi sforzi per farli rilasciare”.

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Omicidio Cerciello, difensore carabiniere: assoluzione ristabilisce giustizia

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È stato “un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni. E questa assoluzione della Corte d’Appello perché il fatto non costituisce reato ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l’Arma, continua a servirla e che in quell’occasione del luglio del 2019 ha protetto l’incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all’isolamento e all’abbandono da parte delle istituzioni”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro, a processo per aver bendato dopo il fermo Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. “Questa sentenza, sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, dovrà essere letta attentamente dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’ex comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri i quali all’indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro”, conclude.

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Trovati e sequestrati dieci telefonini nel carcere di Avellino

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Nella casa Circondariale di Avellino, durante un ordinario giro di controllo, sono stati trovati 10 cellulari smartphone con caricabatterie. I telefonini sono stati scoperti in due sacchetti di plastica che si trovavano nell’intercinta, lo spazio che separa le aree detentive dal muro di cinta. Secondo gli agenti l’obiettivo era lanciarli all’interno del muro di cinta, in corrispondenza con il campo sportivo, dove è stata trovata anche una corda ricavata da lenzuola verosimilmente destinata ad essere usata per il recupero della merce. “È sempre più impellente che l’ amministrazione penitenziaria doti la polizia Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati con schermature degli istituti per contrastare il fenomeno dell’ingresso dei telefonini in carcere”, ripetono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, dell’ Uspp.

“Si tratta di un fenomeno particolarmente rischioso e pericoloso – sottolineano – soprattutto se a farne uso sono i detenuti con reati di associazione mafiosa dati i probabili contatti esterni con la criminalità organizzata”. L’Uspp chiede anche “adeguate strumentazioni per fronteggiare la minaccia sempre più attuale e diffusa dei droni che sorvolano illecitamente sugli istituti di pena per trasportare oggetti pericolosi per la sicurezza interna ed esterna, come é avvenuto nel passato. Grazie agli sforzi profusi dalla polizia Penitenziaria impiegata in turni massacranti e con scarse risorse, – concludono i sindacalisti – si riescono comunque ma a fatica, ad arginare i tentativi fraudolenti, con continui rinvenimenti di telefonini e droga ed inevitabili gravi ripercussioni sull’ordine e la sicurezza, dato tra l’altro, come sopra evidenziato l’elevato rischio di contaminazioni con l’esterno”.

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Lite tra ragazzi a Casoria, 16enne esplode colpi a salve

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– Lite tra giovanissimi ed esplosione di colpi a salve, la notte scorsa a Casoria, in provincia di Napoli: coinvolto anche un 16enne armato. Sono stati alcuni cittadini, verso le 22, a segnalare al 112 l’esplosione di colpi d’arma da fuoco provenire da via Achille del Giudice all’altezza del civico 72. Sul posto sono arrivati in pochissimi minuti i carabinieri della sezione radiomobile della locale compagnia che erano in zona e hanno ricostruito a vicenda. Poco prima, per motivi ancora non chiari ma verosimilmente legati a sguardi mal tollerati, due gruppi di giovanissimi stavano litigando. La discussione è stata però interrotta dal rumore di tre colpi d’arma da fuoco con il successivo fuggi fuggi generale. Durante il sopralluogo i militari hanno trovato e sequestrato tre bossoli a salve. Hanno, quindi, iniziato la ricerca di chi aveva esploso quei colpi. Nascosto tra le auto in sosta un 16enne: impugnava una pistola replica a salve priva del tappo rosso; nelle tasche del ragazzino anche qualche dose di marijuana. Per il minorenne, prima di essere affidato ai genitori, è scattata una denuncia per minaccia aggravata e porto di armi. Il 16enne è stato segnalato anche alla prefettura perché assuntore di droga.

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