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Covid, schizzano incidenza e Rt: mascherine tra la folla

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La ‘risalita’ del virus SarsCoV2 diventa sempre piu’ marcata e questa settimana fa registrare in Italia indici in netta crescita: schizzano, infatti, sia l’incidenza dei casi che raggiunge il valore di 504 per 100mila abitanti, sia l’indice di trasmissibilita’ Rt che tocca quota 1,07 superando cosi’ la soglia dell’unita’, cosa che non accadeva dallo scorso aprile. Sale anche il tasso di positivita’, al 23%. Il quadro epidemico sta dunque registrando un nuovo peggioramento per effetto dell’alta velocita’ di circolazione del virus e gli esperti avvertono che, nonostante la caduta dell’obbligo, e’ bene utilizzare comunque la mascherina in presenza di aggregazioni e folla. Il virus fa dunque registrare uno scatto di velocita’, come evidenziano i dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanita’ (Iss) e ministero della Salute. La prova e’ data dal fatto che l’incidenza dei casi e’ aumentata del 62% in una settimana (la scorsa il valore era pari a 310) e 8 Regioni sono sopra il valore di 500 casi per 100mila abitanti. Inoltre, l’Rt risale sopra la soglia epidemica dell’unita’, che indica una maggiore diffusione dell’epidemia, dopo due mesi e mezzo: toccava infatti il valore di 1,15 lo scorso 8 aprile e da quella data in poi e’ stato sempre pari o inferiore a 1. Un peggioramento si registra anche sul fronte degli ospedali: aumenta l’occupazione dei posti letto per malati Covid nelle terapie intensive, attestandosi al 2,2%, ed aumenta anche l’occupazione dei reparti ordinari che raggiunge il 7,9%. Valori in crescita, quindi, anche se lontani dalle soglie critiche fissate al 15% per i reparti e al 10% per le intensive. Due regioni tuttavia – Sicilia ed Umbria – hanno superato la soglia di allerta per i reparti, toccando il 17% di occupazione dei posti letto. L’aumento dei contagi e’ trainato dalla prevalenza in costante crescita della sottovariante Omicron BA.5, molto piu’ contagiosa. Secondo gli ultimi dati Iss, e’ infatti passata dal 23,1% della scorsa settimana al 34,4% secondo il dato aggiornato al 23 giugno. Un trend epidemico in salita a seguito del quale nessuna Regione si classifica questa settimana come a rischio ‘basso’. Sulla base di questi dati, gli esperti esortano alla prudenza. “Data l’elevata velocita’ di circolazione virale – avverte il direttore Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza – e’ bene ricordare che si puo’ ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione utilizzando le mascherine, soprattutto in presenza di grandi aggregazioni di persone, e allo stesso tempo proteggere le persone piu’ fragili e anziane con l’ulteriore dose booster”. Ma il quadro potrebbe essere addirittura peggiore secondo Cesare Cislaghi, gia’ presidente della Societa’ italiana di epidemiologia: “L’indice Rdt – ovvero l’indice di replicazione dei casi diagnosticati, con cui si ottengono valori simili all’indice di trasmissibilita’ Rt ma piu’ tempestivi e aggiornati – ha gia’ raggiunto il valore di 1,60 a ieri; inoltre, sicuramente ci troviamo dinanzi ad una forte sottostima degli attualmente positivi al virus, che potrebbero arrivare a circa 3 milioni se applicassimo le stime inglesi”. Insomma, “non si intravede una fine dell’espansione dell’epidemia e l’invito e’ alla prudenza: auspico – aggiunge – un ritorno all’obbligo di utilizzo delle mascherine nei luoghi di lavoro”. Preoccupati anche i medici del sindacato Cimo-Fesmed, che invitano a continuare a rispettare le misure di prevenzione: mascherine al chiuso, distanziamento e igiene delle mani. “Comprendiamo la stanchezza dei cittadini – affermano – ma il virus non e’ sparito e se i ricoveri continuano a crescere con questo tasso rischiamo di ritrovarci nuovamente con ospedali pieni di pazienti Covid, e non possiamo permettercelo”. Nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, sono 55.829 i nuovi contagi (ieri 56.166). Le vittime sono 51, in calo rispetto alle 75 di ieri. Sono stati eseguiti in tutto 238.069 tamponi con il tasso di positivita’ al 23,4%, in aumento rispetto al 22,6% di ieri. Sono invece 225 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, nove in piu’, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 5.205 (+141).

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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