Gli ultimi casi raccontano di due sorelle sfregiate con l’acido, un vero e proprio raid premeditato dopo mesi di offese e insulti sui social e di una donna aggredita con del liquido urticante. Ma prima ci sono due ragazzini accoltellati su una spiaggia di Marechiaro, minorenni ubriachi, risse con spranghe, faide senza fine. C’e’ una emergenza violenza, a Napoli. E i minori ne sono sempre piu’ protagonisti. Un minore viene denunciato o arrestato ogni 36 ore, dicono i carabinieri. Per questo si pensa ad una linea dura, soprattutto nei confronti di tutti quegli esercizi pubblici che ai ragazzini vendono armi e alcol: nei prossimi giorni i controlli aumenteranno e, se beccati, rischiano la sospensione della licenza e nei casi di reiterazione dei reati anche la revoca. Non solo. Ci saranno piu’ controlli, in particolare in alcune aree come quella di Piazza Garibaldi, un rafforzamento dei sistemi di videosorveglianza. Ci sara’ anche la netta volonta’ da parte delle istituzioni di coinvolgere le scuole, i giovani. Perche’, dice il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, “a Napoli serve anche un patto sociale”. Mentre a Torre del Greco si registra una nuova aggressione con l’acido (vittima una donna di 52 anni, colpita al volto da un liquido lanciato da un’auto su cui si trovavano altre due donne), Napoli si interroga sull’escalation di violenza giovanile. Come nel caso delle due sorelle, una delle quali minorenne, sfregiate probabilmente da una ragazza come loro, una zia, neanche ventenne. “Inqualificabile”, bolla il prefetto, un episodio “non ricollocabile nel tema dell’ordine e della sicurezza ma in quello piu’ ampio del disagio sociale”. E in effetti dietro il raid ci sarebbero vecchi rancori familiari, mai sopiti e ravvivati a Natale, degenerati sui social, in particolare a causa di un video costellato di offese su Tik-Tok. Pare che l’obiettivo fosse la 17enne, che doveva essere punita proprio per le sue esternazioni sui social. E’ lei quella che ha riportato lesioni piu’ gravi, sul viso e sulle gambe. La piu’ grande ha riportato ustioni piu’ lievi, ma che hanno interessato anche il viso. E poi c’e’ la zia che ieri si e’ recata in Questura, col suo legale: ha rilasciato dichiarazioni spontanee che, al momento, non trovano pero’ riscontro con il quadro probatorio acquisito dagli investigatori della Squadra Mobile. Storie di degrado, dunque, ma non solo. Nei primi 5 mesi del 2022, i carabinieri di Napoli e provincia hanno sequestrato 365 armi di varia natura: 158 da taglio, 123 da fuoco e 78 di quelle definite improprie, vale a dire mazze, tirapugni, nunchaku ed altre. Non a caso, oggi, nel corso del Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica ci si e’ confrontati anche con il mondo della scuola. “Abbiamo concordato un piano di comitati nelle scuole – spiega il prefetto – e nei prossimi giorni ci sara’ un tavolo tecnico che definira’ le modalita’ di intervento. Stiamo assistendo a sintomi di un malessere complessivo e abbiamo concordato tutta una serie di interventi di rafforzamento di controlli”. E qui c’e’ uno dei punti dolenti: poche forze dell’ordine. Il sindaco, Gaetano Manfredi, lo ripete senza se e senza ma. “Da soli non possiamo dare una risposta alle problematiche: ci vuole un grande impegno collettivo e un maggiore impegno a livello governativo”, dice . Il prefetto conferma: “Abbiamo avuto una prima tranche di rinforzi estivi che riguardano tutta la citta’ metropolitana, circa 80-90 unita’, ma sono insufficienti”. Controlli, dunque, ma anche un dialogo serrato con le famiglie, con i ragazzini. Non a caso proprio a loro rivolge un appello il comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, generale di brigata Enrico Scandone: “Un coltello ferisce, un coltello uccide, un coltello provoca lesioni che possono essere permanenti. La vita non e’ un videogioco”.