E’ giunta l’ora di trovare “coraggio e lucidita’” e di superare gli “egoismi” che frenano la compattezza della Comunita’ internazionale. E l’Italia sta facendo “responsabilmente” la sua parte per trovare una soluzione diplomatica che non puo’ prescindere dal ritiro della Russia. Sergio Mattarella tira le fila dell’azione di governo rispetto alla guerra all’Ucraina ed ai tentativi negoziali in corso. Lo fa attraverso un brevissimo ma denso discorso al corpo diplomatico accreditato in Italia riunito al Quirinale per un concerto in occasione della Festa della Repubblica. Un intervento che il presidente della Repubblica fa precedere da un gesto simbolico piu’ forte di ogni parola: gli ambasciatori di Russia, Serghey Razov, e quello della Bielorussia, Vladimir Vasilkov (che in realta’ e’ solo un incaricato d’affari), non sono stati invitati. Le due sedie rimangono vuote anche perche’, viene spiegato, la decisione segue quanto deciso ai primi di maggio a Bruxelles di non coinvolgere ad eventi di questo tipo, come le feste nazionali, i rappresentanti dei due Paesi. Ma resta il fatto che si trattava di una raccomandazione che la presidenza della Repubblica ha deciso di seguire in una delle occasioni piu’ formali dell’anno. Il presidente parte subito deciso ricordando ai diplomatici, e a tutte le piu’ alte cariche dello Stato, dal premier Mario Draghi ai presidenti di Camera e Senato, che e’ la Costituzione ad aver indicato all’Italia “la strada del multilateralismo” e soprattutto ad aver messo nero su bianco “il solenne impegno alla rinuncia della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”. Proprio per questo, argomenta Mattarella, non si puo’ rimanere inerti di fronte “un’aggressione di stampo ottocentesco” che ci evoca spaventosi “scenari che vedono l’umanita’ protagonista della propria rovina”. Per questo il capo dello Stato richiama concretamente all’azione e alla “responsabilita’”: “L’Italia e’ convintamente impegnata nella ricerca di vie di uscita dal conflitto che portino al ritiro delle truppe occupanti e alla ricostruzione dell’Ucraina”, aggiunge delineando di nuovo i paletti entro i quali si deve muovere una Repubblica. Nessun accenno alle polemiche di politica interna sulla annunciata missione di Matteo Salvini in Russia ma un invito al superamento di egoismi e divisioni. “L’incancrenirsi delle contrapposizioni – sottolinea ancora – conduce soltanto ad accrescere i serbatoi dell’odio, a negare le ragioni della liberta’, della democrazia, della giustizia internazionale dei popoli, valori incompatibili con chi promuove conflitti. Esistono per il genere umano, con la piu’ grande evidenza, beni condivisi e gravi pericoli comuni che obbligano a superare ogni egoismo, ogni volonta’ di sopraffazione. Occorre ripristinare una rinnovata legalita’ internazionale”. Piantati i paletti il presidente pero’ guarda avanti e certamente non disconosce quanti in questi giorni spingono per una fase meno belligerante e piu’ negoziale negli sforzi occidentali. “Con lucidita’ e con coraggio occorre porre fine alla insensatezza della guerra e promuovere le ragioni della pace”, aggiunge ricordando quanto il conflitto incida oltre alla stretta area di guerra e quanto colpisca lontano, soprattutto le zone piu’ povere del pianeta con l’inumana guerra del grano: “non e’ un conflitto con effetti soltanto nel teatro bellico. Le conseguenze della guerra – rimarca il presidente – riguardano tutti. A cerchi concentrici le sofferenze si vanno allargando, colpendo altri popoli e nazioni. Accanto alle vittime e alle devastazioni provocate sul terreno dello scontro, la rottura determinata nelle relazioni internazionali si riverbera sempre piu’ sulla sicurezza alimentare di molti Paesi; sull’ambito della gestione delle normali relazioni, incluse quelle economiche e commerciali”.