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Cronache

Vogliono uccidere Gratteri con le bombe, l’allarme dei servizi segreti: scorta ancora più rafforzata

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Vive sotto scorta da 36 anni, da quando, con l’ostinazione e la determinazione che lo contraddistinguono, ha deciso di combattere a viso aperto contro la ‘ndrangheta, il cancro che attanaglia la sua regione, la Calabria. Un impegno mal sopportato dalle cosche che si sono viste decimate dalle inchieste condotte da Nicola Gratteri e che lo hanno messo nel mirino. Numerosi i progetti di attentati scoperti negli anni. Un piano per ucciderlo,  l’ultimo, ancora più inquietante, l’han scoperto i servizi segreti di una Paese straniero. Questo è quanto sostiene  il Fatto Quotidiano citando come fonte una comunicazione intercettata. L’informativa – proveniente da Oltreoceano – è stata trasmessa ai servizi italiani che l’hanno girata al Ministero dell’Interno. La scorta di Gratteri – già ai massimi livelli – è stata ulteriormente rafforzata con l’aggiunta di tre autovetture blindate una delle quali fornita di “bomb jammer”, un dispositivo che inibisce, al passaggio della vettura, le frequenze gsm e le altre utilizzate per le trasmissioni radio e cellulari. L’attentato, infatti, secondo i piani degli organizzatori, avrebbe dovuto essere portato a termine nel tragitto che il magistrato compie per raggiungere Catanzaro da casa sua, a Gerace, piccolo paese dell’entroterra della Locride, che non ha mai voluto lasciare. Sotto scorta sono stati messi anche la moglie del magistrato e i figli che studiano fuori dalla Calabria. I soggetti intercettati apparterrebbero alle famiglia di ‘ndrangheta piu’ direttamente danneggiate dalle indagini di Gratteri non solo in Calabria ma anche in Sudamerica e negli Stati Uniti. Quelle cosche che prosperano anche grazie agli intrecci perversi con ambienti della politica, delle istituzioni, dell’imprenditoria e della massoneria deviata. E proprio recidere questi legami e’ diventata per Gratteri una missione di vita. Indagando sulla ‘ndrangheta, il magistrato e’ diventato anche uno dei massimi esperti del narcotraffico gestito dalle cosche calabresi grazie a rapporti quasi esclusivi con i piu’ potenti cartelli sudamericani. Un impegno, quello di Gratteri, che lo ha fatto diventare uno dei massimi esperti di ‘ndrangheta e del mondo di “colletti bianchi” che gli gira intorno. Gratteri, 63 anni, ha sempre svolto la sua carriera in Calabria, prima a Reggio, e, dal 2016 a Catanzaro come capo della Procura. Schietto, un modo di parlare diretto e senza fronzoli, non si e’ mai iscritto a nessuna delle correnti della magistratura. Adesso sul nuovo progetto di attentato ha aperto un’inchiesta la Procura della Repubblica di Salerno – competente sulle vicende che riguardano magistrati del distretto di Catanzaro – ma anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha attivato le procedure per acquisire informazioni sulla vicenda. Il presidente dell’Organismo, Adolfo Urso, ha telefonato a Gratteri per “piena solidarieta’ e vicinanza anche a nome di tutto il Copasir” e ribadirgli “l’impegno sul fronte della lotta alla criminalita’ organizzata, a tutela della Sicurezza nazionale”. Solidarieta’ e’ giunta anche dal mondo della politica e dalle Istituzioni calabresi.

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Cronache

Scontro tra auto, morta una 33enne in viaggio con i due figli

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Ancora un incidente mortale sulle strade bolognesi. Poco prima delle 16, lungo la strada provinciale 61 in località Pian di Lama nel territorio di Monzuno, sull’Appennino bolognese, si è verificato uno scontro frontale tra due autovetture che provenivano da direzioni opposte.

Nel violento impatto è morta una donna di 33 anni, che viaggiava, a bordo di un’utilitaria Honda Jazz insieme ai suoi due figli: una ragazza di 18 anni e un ragazzino di 13 anni che sono stati accompagnati, dal 118, all’Ospedale Maggiore per accertamenti. Sono rimasti feriti, in modo più lieve, gli occupanti dell’altra vettura coinvolta, una Citroen C4. Sul posto, per i rilievi, sono intervenuti i carabinieri che sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto è accaduto. Ieri, sulla Statale della Futa, aveva perso la vita un motociclista 76enne uscito di strada con il suo mezzo.

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Cronache

Concertone sotto tono, funestato dal maltempo

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Oltre cinquanta artisti, ma i veri protagonisti del Concertone del Primo Maggio a Roma, eccezionalmente al Circo Massimo causa lavori in piazza San Giovanni in vista del Giubileo, sono stati la pioggia, caduta incessantemente fino alla sera, e il fango dell’antica arena. Nonostante i disagi, il pubblico non ha ceduto e con l’inizio delle esibizioni serali, le più attese, ha riempito il Circo Massimo. Chi si aspettava proclami e appelli, è rimasto deluso. Il Concertone non ha avuto grossi scossoni. Persino Morgan ha smussato ogni possibile polemica per essere stato sfumato durante la sua esibizione a favore dei tg. “È stato molto rock. Molto d’avanguardia”. L’unica stoccata sul palco la manda allo Stato, reo di non tutelare abbastanza gli artisti, e poi, dietro le quinte, è la volta di X Factor: “torno ma per distruggere tutto con la bomba atomica.

A Sanremo porterei invece una bomba musicale, perché c’è bisogno di far detonare l’energia musicale”. Il brivido c’è stato alle 15, quando la diretta ha preso il via. O meglio, ha cercato di prendere il via perché un forte acquazzone ha provocato problemi tecnici che hanno costretto a interrompere prima l’esibizione dei Bloom di Giusy Ferreri e poi quella dei Cor Veleno. Venti minuti di silenzio, con Ermal Meta, conduttore con Noemi e BigMama, che chitarra e voce ha improvvisato Hallelluja di Leonard Cohen, riuscendo nell’impresa di far smettere di piovere. Per poco, ma il tempo necessario per risolvere i problemi. BigMama, dal canto suo, ha voluto dedicare il suo monologo ai giovani. “Ci dicono sempre ‘non mollare, non ti arrendere, devi farcela’. Siamo figli di questa generazione che ha paura di non farcela.

Sbagliare non è mai qualcosa di umano, la media deve essere altissima. Invece dovete ricordare che il fallimento è qualcosa di prezioso, ti fa ragionare su quanto credi nel tuo sogno, nella tua forza interiore. Io lo chiamo desiderio di rivalsa, la cosa più bella che ho”. Lo ha detto dal palco del Concertone. “Sbagliare è umano e fallire è prezioso. Sarà la vostra ambizione che muoverà il mondo. Credere nei propri sogni salva”, ha aggiunto. Noemi, invece, ha puntato i riflettori sulla condizione della donna. “Il Primo Maggio deve essere fino in fondo la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, per il lavoro, per la giustizia sociale e contro le violenza sulla donne. Le donne sono trattate peggio e pagate meno sul lavoro.

In Italia una donna su due non ha lavoro, molte donne hanno un lavoro precario o povero o costrette al part time. Nel privato lo stipendio è di circa 8mila euro più basso di quello di un uomo. Una donna su cinque lascia il lavoro dopo un figlio. Eppure le donne si laureano di più e con voti più alti”. E poi l’affondo: “In Italia si continua a dire che dovremmo fare più figli, ma non si fa abbastanza per conciliare maternità e lavoro. E solo con l’indipendenza economica le donne possono difendersi dai soprusi e dalle violenze”. Dopo la prima parte, che ha visto esibirsi tra gli altri Malika Ayane, ex-Otago, Motta, Piotta, Leo Gassmann, il concerto è ripreso con l’immancabile Bella Ciao in versione Dance. Per lasciare poi spazio a Negramaro, Rosa Linn, Rose Villain, La Rappresentante di Lista, Achille Lauro. Tra i più attesi Geolier e Ultimo.

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Auto in fiamme, muore una donna

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Tragico pomeriggio a Vado Ligure, in provincia di Savona, dove una donna è morta in circostanze misteriose a causa dell’incendio di un’auto vicino a un distributore di benzina lungo la via Aurelia. Gli eventi hanno destato preoccupazione e confusione nella comunità locale, poiché la dinamica di quanto accaduto rimane ancora avvolta nell’ombra.

Al momento, non è stata fornita alcuna chiarezza sulla natura dell’incidente. Le autorità locali stanno conducendo un’indagine approfondita per determinare se si sia trattato di un gesto deliberato o di un tragico incidente. Ciò che è certo è che la donna è stata trovata senza vita al di fuori del veicolo incendiato, a pochi passi dal distributore di benzina. La sua identità non è stata resa nota pubblicamente, in attesa di informare i familiari più stretti.

L’incidente ha richiamato prontamente l’intervento di diverse squadre di soccorso. I vigili del fuoco hanno lavorato incessantemente per domare le fiamme, mentre l’automedica del 118 ha tentato di prestare soccorso alla vittima. I carabinieri e i membri della Croce Rossa di Savona si sono mobilitati per garantire il controllo della situazione e fornire supporto alle indagini in corso.

 

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