Collegati con noi

Esteri

Kiev smentisce di aver attaccato il deposito di Belgorod

Pubblicato

del

Un alto funzionario della sicurezza ucraino ha negato le accuse di Mosca secondo cui Kiev sarebbe responsabile dell’attacco ad un deposito petrolifero nella città russa di Belgorod. “Per qualche motivo dicono che siamo stati noi, ma secondo le nostre informazioni questo non corrisponde alla realta’”, ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza ucraino, Oleksiy Danilov alla televisione nazionale. Lo riporta il Guardian, citando la Reuters.

Advertisement

Esteri

Fico fuori pericolo, non esclusa più la pista del gruppo

Pubblicato

del

Non è più in pericolo di vita il premier slovacco Robert Fico, colpito mercoledì scorso dai proiettili di Juraj Cintula, il 71enne da ieri in custodia cautelare. Ma le indagini mostrano uno scenario più complesso di quanto si fosse ritenuto fino ad ora: a colpire infatti potrebbe non essere stato un “lupo solitario” e adesso si segue anche la pista di un “gruppo” dietro il tentato omicidio di mercoledì scorso. A riferire di questa ipotesi è stato il governo in una conferenza stampa a Bratislava, nella quale si è annunciata un’energica stretta sulla sicurezza. L’elemento che avrebbe fatto virare gli inquirenti è la circostanza che, due ore dopo l’aggressione, l’intera comunicazione di Cintola su Facebook fosse stata cancellata. “E non è stato né lui, né sua moglie”, ha scandito il ministro dell’Interno, Matus Sutaj Estock, davanti ai giornalisti. Si lavora dunque sull’ipotesi che l’attentatore si muovesse in un gruppo di persone, che si incitavano reciprocamente a commettere l’agguato.

“Dobbiamo salvare la democrazia slovacca”, ha esordito il ministro della Difesa Robert Kalinak, che regge l’esecutivo populista ad interim. Mentre per il collega Estock, “la Slovacchia è ferita perché quello che è accaduto è un attacco alla democrazia. Siamo qui per un messaggio chiaro: il governo fa di tutto per garantire la sicurezza al Paese”. “La polizia e le forze di sicurezza devono essere pronti a proteggere la gente. Tutti gli agenti sono nelle strade e vengono monitorati centri commerciali, esponenti costituzionali, politici che hanno ricevuto minacce di morte”, ha spiegato. “Saranno monitorate redazioni e televisioni, edifici importanti e internet”. Inoltre è stata rafforzata la sorveglianza degli ospedali, dal momento che, secondo i Servizi, ci sono minacce analoghe a quelle che di recente hanno colpito le scuole: “prima dell’attentato erano state circa 1000 le minacce bombe negli istituti scolastici slovacchi”.

“La paura di un attacco sistematico complica le cose”, ha aggiunto Kalinak. E a un cronista che ha chiesto se ci siano in vista modifiche legislative ha risposto: “ne parlerei se le avessi già delineate”. Intanto all’ospedale Roosevelt di Banska Bystrica, i medici sono finalmente apparsi sollevati, anche se non prevedono di trasportare il primo ministro a Bratislava. “Siamo tutti un po’ più tranquilli”, aveva detto in mattinata Kalinak, commentando il bollettino medico di Fico, che è anche uno dei suoi più cari amici. “Il primo ministro è uscito dall’ombra di un pericolo imminente per la sua vita, ma le condizioni restano gravi e richiedono ancora cure mediche intensive”. “Le complicazioni sono state evitate e le condizioni sono stabili, ma potrebbero cambiare domani. Anche se noi tutti crediamo che la sua costituzione fisica sia abbastanza forte da credere ogni giorno nella sua guarigione. La convalescenza richiederà almeno parecchie settimane”.

Il leader populista era stato colpito da 4 dei 5 colpi esplosi, e aveva riportato ferite al petto e alla pancia. La prognosi è positiva da ieri. Non migliora invece il clima politico: se il governo ha rinnovato l’appello alla distensione, Estock ha ribadito a muso duro di non voler partecipare alla tavola rotonda dei partiti proposta dal presidente designato Peter Pellegrini e dalla uscente Caputova. “Eravamo pronti a sederci, ma per far questo di parti ce ne vogliono due. Avete sentito cosa ha detto Igor Matovic”, ex premier del partito Slovensko. “Ha accusato me, ministro dell’Interno di aver organizzato l’attentato al premier ha sbottato -. Non mi sembra pronto a dialogare con noi”.

Continua a leggere

Esteri

Il presidente dell’Iran Raisi coinvolto in un atterraggio di emergenza, si teme per la sua vita

Pubblicato

del

Una fitta nebbia avvolge l’area dell’Azerbaigian persiano, circa 600 chilometri da Teheran, dove si è verificato un grave incidente che ha coinvolto l’elicottero del presidente iraniano Ebrahim Raisi. Il presidente Raisi era appena partito dopo l’inaugurazione di una diga insieme al presidente azero quando il mezzo si è trovato in difficoltà, con alcuni media che riferiscono di uno schianto e altri di un atterraggio di emergenza.

Immediatamente, quattro squadre di soccorritori sono state dispiegate nella zona per assistere e cercare eventuali sopravvissuti. Le difficili condizioni meteo e il terreno montuoso e roccioso complicano le operazioni di soccorso, che vedono l’impiego di droni e squadre a piedi, inclusi alpinisti esperti. La televisione di Stato iraniana ha confermato che le squadre di soccorso si stanno avvicinando al luogo dell’incidente, in attesa di ulteriori aggiornamenti.

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. L’Iraq ha offerto assistenza nella ricerca attraverso il ministero dell’Interno e la Mezza Luna Rossa, mentre il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è stato informato degli eventi. Tuttavia, emergono notizie contrastanti sulla condizione di Raisi, con la televisione israeliana che lo dà per morto, mentre non ci sono ancora conferme ufficiali in tal senso.

Nel frattempo, l’account Instagram ufficiale del presidente Raisi ha pubblicato un messaggio urgente: “Chiediamo a tutti i connazionali di pregare per la salute del presidente e per i suoi compagni di viaggio”. La tensione è palpabile sia in Iran che nella comunità internazionale, mentre si attendono aggiornamenti sulle condizioni di Raisi e sugli esiti delle operazioni di soccorso in un momento di grande incertezza politica e geopolitica nella regione.

Continua a leggere

Esteri

Kharkiv sotto il fuoco, Kiev attacca le raffinerie russe

Pubblicato

del

Le forze armate russe anche domenica hanno continuato a martellare la regione di Kharkiv. Nei raid sono morti almeno dieci ucraini, tra cui una donna incinta, con le forze di difesa che hanno denunciato la tattica del doppio attacco, che prevede un primo bombardamento e poi un secondo all’arrivo dei servizi di emergenza. Kiev ha risposto lanciando i suoi droni oltre confine, e prendendo di mira un aeroporto militare ed una raffineria nella regione di Krasnodar. Dall’inizio dell’offensiva sul nord-est ucraino, lo scorso 10 maggio, Mosca ha ottenuto le conquiste territoriali più significative dalla fine del 2022. L’avanzata, secondo Kiev, ora è stata fermata, ma i russi hanno smentito. Nell’ultima giornata di conflitto cinque civili sono stati uccisi alla periferia della seconda città ucraina, hanno riferito le autorità locali.

Aggiungendo che in un secondo raid, avvenuto 20 minuti dopo, ci sono stati sedici feriti, incluso un bambino di otto anni, un poliziotto e un soccorritore. In seguito, altri cinque civili sono morti nel fuoco di lanciarazzi multipli sui villaggi di Novoossynove e Kivsharivka. Sul fronte opposto i russi hanno comunicato di aver abbattuto decine di droni nella notte, la maggior parte dei quali nella regione di Krasnodar, nel sud-ovest del Paese. Secondo gli ucraini invece alcuni importanti bersagli nell’area sono stati colpiti: un aeroporto militare e la raffineria di Kushchevsky, una delle più grandi in questa parte del territorio russo.

L’impianto è stato chiuso per registrare i danni. Gli attacchi alla raffinerie sono una delle scelte strategiche degli ucraini per indebolire l’avversario in un asset cruciale per la propria economia, che tanto conta sull’export di greggio. I blitz di questo tipo sono stati una ventina negli ultimi mesi, e Kiev ha rivendicato di aver provocato danni significativi alla produzione russa. Non a caso gli Stati Uniti hanno più volte esortato l’alleato a non colpire questo tipo di impianti, perchè la preoccupazione di Washington è un’ulteriore escalation del conflitto, che allontani ancora di più una prospettiva di dialogo tra le parti. Un altro fronte battuto dagli ucraini è quello dei raid alla flotta russa nel Mar Nero.

L’ultimo bersaglio centrato è stato una dragamine, che secondo Kiev differiva dai suoi predecessori di era sovietica per le attrezzature più avanzate per la ricerca e la distruzione delle mine. Gli ucraini, pur tra mille difficoltà in termini di mezzi e uomini, continuano quindi a resistere, mentre il comandante delle forze di terra Oleksandr Pavlyuk ha parlato di diecimila soldati persi dal nemico nell’ultima settimana. La difesa strenua del territorio è motivata anche dalla convinzione che Vladimir Putin non abbia nessuna intenzione di fermarsi.

Per questo motivo, Volodymyr Zelensky ha respinto l’idea della tregua olimpica proposta da Emmanuel Macron, affermando che dello zar non ci si può fidare. In queste ore fa discutere, soprattutto tra gli alleati di Kiev, anche un’altra iniziativa del presidente francese, che ha invitato una delegazione russa alle celebrazioni del D-Day, il prossimo 6 giugno in Normandia. La Casa Bianca, interpellata in proposito, è apparsa piuttosto fredda: “Rinviamo al governo francese, che organizza la commemorazione in Normandia. Ma forse questo ricorderà ai russi che un tempo in Ucraina combattevano i veri nazisti, non quelli immaginari”, ha detto un portavoce del presidente Biden.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto