Collegati con noi

Economia

Con oltre 23 milioni di visite, si chiude Expo Dubai

Pubblicato

del

Con una cerimonia sotto l’iconica cupola di Al Wasl Plaza, alla presenza dei leader degli Emirati Arabi Uniti e centinaia di bambini ‘ospiti vip’ dell’evento, cala il sipario su Expo 2020 Dubai, che ha passato il testimone a Osaka 2025, pronta a raccogliere la sfida dopo la manifestazione emiratina che nonostante il coronavirus, ha “alzato l’asticella” delle esposizioni universali, secondo il Bureau international des Expositions (Bie). Sette miliardi di dollari di investimenti, 192 Paesi partecipanti, piu’ di 23 milioni di visite – vicino al target pre-Covid di 25 milioni – oltre 13.000 funzionari di governo e piu’ di 80 capi di Stato sono alcuni numeri che hanno caratterizzato i sei mesi della prima esposizione universale del Medio Oriente sotto il tema ‘Collegare le menti, creare il futuro’, programmata per ottobre 2020 ma rimandata di un anno a causa del Covid-19. Una esposizione universale per promuovere un futuro di sostenibilita’, che ha attraversato una pandemia e una guerra in Europa, e con la quale gli Emirati Arabi Uniti hanno confermato la loro volonta’ di essere sempre piu’ protagonisti dello scacchiere mondiale. Per l’Italia, l’Expo di Dubai e’ stata l’opportunita’ per il rilancio delle relazioni con gli Emirati e ha offerto “un’occasione unica per valorizzare innovazione, tecnologie e nuove prassi, per sviluppare partnership tecnologiche, opportunita’ di investimenti esteri e collaborazione internazionale tra imprese, organismi accademici e scientifici”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un messaggio video inviato al Padiglione Italia a conclusione di Expo. Il nostro Paese ha chiuso il semestre con oltre 1,6 milioni di visitatori in presenza (1.619.850) al padiglione e raggiungendo 13 milioni di utenti online. Per il Commissariato generale dell’Italia, a Expo Dubai l’Italia ha confermato e rafforzato la sua posizione di leadership del Mediterraneo allargato, portando best practice e progetti con i propri territori, le proprie aziende e istituzioni politiche, scientifiche, culturali e accademiche. Il Padiglione italiano ha ricevuto “riconoscimenti e attestati internazionali per aver mostrato le proprie eccellenze nell’innovazione, nella sostenibilita’ e nella creativita’”, ha ricordato il commissario generale per l’Italia a Expo Paolo Glisenti, sottolineando che da Dubai “l’Italia esce a testa alta”. Il tema della formazione e’ stato centrale nella partecipazione italiana con centinaia di iniziative. E l’eredita’ italiana da Expo continua in questa direzione con i progetti gia’ finanziati dal Pnrr di un campus arabo-mediterraneo, un campus di ricerca e formazione sulla trasformazione del cibo e un centro di ricerca e alta formazione per la digitalizzazione e ricostruzione dei beni culturali in zone di guerra, nato dall’esperienza della riproduzione del David di Michelangelo, principale attrazione del padiglione. In sei mesi, Expo Dubai ha visto la visita di dieci ministri e altri rappresentanti delle istituzioni, insieme a 16 Regioni e una provincia autonoma, dando l’opportunita’ di rafforzare i legami con le realta’ emiratine anche attraverso memorandum e accordi di collaborazione. Expo ha dato poi nuovo slancio per l’internazionalizzazione delle nostre aziende, con 4.000 incontri B2B tra 800 imprese italiane e 300 operatori da oltre 25 Paesi, grazie al sostegno dell’agenzia Ice. Cultura e sport sono stati al centro di 180 eventi con i medagliati olimpici e artisti quali Roberto Bolle, Francesco De Gregori, Gianna Nannini e Mahmood, tra gli altri. Mentre Dubai si prepara a trasformare il sito dell’Expo in “District 2020”, una ‘citta’ da 15 minuti’ votata all’innovazione e alla sostenibilita’, l’esposizione universale viaggia a est, dove il Giappone si prepara a ospitare Expo Osaka nel 2025 sotto il claim “Progettare una societa’ futura per le nostre vite”. Nel frattempo, l’Italia prepara la candidatura di Roma a Expo 2030, presentata al mondo da Expo Dubai, con la speranza di poter riportare nel nostro Paese l’esposizione universale dopo l’esperienza di Milano nel 2015.

Advertisement

Economia

Nozze Ita-Lufthansa, rischio veto Ue senza modifiche

Pubblicato

del

Parte una settimana decisiva sul futuro di Ita-Lufthansa. Le due compagnie dovranno presentare all’Antitrust Ue un nuovo pacchetto di impegni con i dovuti miglioramenti per arrivare alle tanto agognate nozze. Le proposte messe sul piatto finora sullo scalo di Milano-Linate, sulle rotte a corto raggio dall’Italia all’Europa centrale e sui collegamenti a lungo raggio da Fiumicino verso Stati Uniti e Canada sono state ritenute insufficienti da Bruxelles. In caso di modifiche, la Commissione europea, impegnata al momento nel market test che si concluderà lunedì, valuterà i nuovi rimedi e la sua decisione potrebbe “consolidarsi” già a inizio giugno. Senza miglioramenti, a quanto si apprende da fonti comunitarie, l’operazione è destinata ad essere bocciata. L’annuncio ufficiale è atteso entro il 4 luglio.

Tra le sue richieste, la Commissione chiede di cedere molti più slot a Milano Linate: il 30%, 60 voli giornalieri, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, e in questo modo la quota di mercato combinata sullo scalo passerebbe dal 66 al 46%. Ita e Lufthansa propongono invece di rilasciare l’11-12% degli slot. La compagnia tedesca dovrebbe, poi, rinunciare ai ricavi che realizza sui voli tra l’Italia e il Nord America. L’idea avanzata dai tedeschi, ossia congelare per due anni l’alleanza con Ita sui lunghi collegamenti da Fiumicino con Usa e Canada non ha convinto la Commissione in quanto Lufthansa detiene già un’ampia quota di mercato attraverso le joint venture formate con United Airlines e Air Canada. Qualche giorno fa il presidente di Ita Airways, Antonino Turicchi, ha sottolineato che “questa è un’operazione a favore del mercato, non compromette la concorrenza”.

E in difesa dell’operazione Italo-Tedesca si è espresso anche l’amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone. La fusione “significa molto per il Paese e per l’Europa, nonostante i dubbi che la Commissione solleva”, ha detto il numero uno di Adr, evidenziando come “i profili di concentrazione di questa operazione siano oggettivamente marginali nel contesto del mercato rilevante”. Una eventuale bocciatura dell’operazione Ita-Lufthansa da parte della Commissione europea aprirebbe scenari molto foschi per il futuro della newco, nata dalle ceneri di Alitalia. L’amministratore delegato del gruppo Ryanair, Michael O’Leary, non ha dubbi: senza Lufthansa la compagnia italiana “andrà in bancarotta e scomparirà “.

Continua a leggere

Economia

Banche, utili record: in tre mesi a 6,3 miliardi

Pubblicato

del

Il sistema bancario “continua a macinare record”. Numeri in crescita anche nel primo trimestre dell’anno con i primi sette gruppi bancari del Paese (IntesaSanpaolo, Unicredit, Bpm, Mps, Bper, Popolare di Sondrio e Credem) che hanno fatto registrare utili pari a 6,3 miliardi, per un +25,6% sui primi tre mesi del 2023. Lo rileva un report condotto dall’Ufficio studi & ricerche della Fisac-Cgil sui risultati di bilancio dei primi sette gruppi bancari nazionali nel primo trimestre del 2024.

“Dopo i risultati da record per i grandi gruppi bancari nel biennio passato – commenta la segretaria generale della Fisac-Cgil, Susy Esposito – molti si attendevano un rallentamento, complice l’attesa discesa dei tassi di interesse. Il ritardo della Bce a diminuire i tassi di riferimento, e di conseguenza la trasmissione di questo ai tassi attivi praticati dalle banche, insieme alla perdurante politica di scarsa remunerazione dei depositi, ha mantenuto elevato il livello dei ricavi dalla gestione del danaro”. Risultati che, aggiunge, “a fronte di un contenimento sul versante della spesa del personale, nonostante il rinnovo del contratto, così come delle spese amministrative, deve indurre il sistema bancario per intero a investire sull’occupazione e sul radicamento nel territorio”.

Il margine di interesse, si rileva nel report della Fisac-Cgil, sale ancora, per il campione, di quasi il 7% nei primi tre mesi dell’anno rispetto all’analogo periodo del 2023. La dinamica delle commissioni, per quasi tutti i gruppi, ha accelerato (+5,3%) e spesso deriva dalla spinta alla vendita di prodotti assicurativi ma anche da quelle relative all’amministrazione dei titoli. Il prodotto delle due componenti più significative dell’attività caratteristica bancaria ha spinto ulteriormente verso l’alto i ricavi totali (17,8 miliardi di euro per un +9,8%). Sul versante dei costi del personale, che hanno registrato un aumento del +2,5% derivato anche dal rinnovo del contratto Abi, si mantengono mediamente più elevati rispetto allo stesso periodo del 2023 seppur in maniera contenuta, così come le spese amministrative, sottolinea il rapporto della Fisac.

Questa dinamica dimostra, dal lato dei costi per il personale, “la capacità delle banche di agire gestionalmente per mantenere sotto controllo questi ultimi, anche e purtroppo attuando politiche di riduzione degli organici come di mancato turn over”, prosegue il report. Dal lato delle spese amministrative (-0,5%), la previsione di investimenti in nuova tecnologia, spiega inoltre la Fisac-Cgil, come previsto da quasi tutti i piani di impresa, “farebbe pensare ad un incremento di queste ultime anche a scapito della erosione dei margini, fenomeno che non si è ancora verificato. Viceversa il contenimento delle spese, anche attraverso la politica della chiusure delle filiali, a beneficio della redditività a disposizione della distribuzione di utili, può rallentare il processo di innovazione tecnologica, così come confermare la dinamica di riduzione di dipendenti e sportelli”.

Continua a leggere

Economia

Abi, tasso medio dei conti corrente sale allo 0,59%

Pubblicato

del

In aprile il tasso medio praticato dalle banche italiane sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) è stato il 3,63%. A marzo 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,67%, area dell’euro 3,50%). Rispetto a giugno 2022, quando il tasso era dello 0,29% (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce), l’incremento è stato di 334 punti base.

Lo afferma il rapporto mensile dell’Abi. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso ad aprile 2024 è stato il 3,81%, con un incremento di 250 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%. In aprile il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato l’1,05% (1,04% nel mese precedente, 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è salito allo 0,59% (0,57% nel mese precedente), tenendo presente che il conto corrente “permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento”, conclude l’Abi.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto