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Cronache

Pedofili adescavano minori, arrestati grazie a madri coraggio

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Continua l’allarmante trend dei reati di pedofilia e pedopornografia sul web. E con gli arresti di oggi, un 21enne a Bari e uno di 27 al centro di una inchiesta della procura di Catania, si allunga la gia’ infinita lista di minori adescati: secondo i dati a disposizione della polizia in 303 casi, da gennaio ad ottobre 2021, piccole vittime di eta’ inferiore ai 13 anni sono state approcciate da adulti pedofili in conversazioni virtuali inizialmente amichevoli mentre giocano sulle app degli smartphone e chattano con i compagni di scuola, apparentemente al sicuro in casa, mentre sono state indagate ben 1200 persone circa per reati di pedopornografia e adescamento online Ed e’ accusato di pornografia minorile nei confronti di adolescenti tra i 12 e i 16 anni, e di altri reati legati alla diffusioni di immagini pedopornografiche, il giovane di 21 anni arrestato dalla polizia in esecuzione di un’ ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Bari su richiesta della Procura. Il provvedimento e’ stato eseguito da personale della Polizia postale di Foggia e del compartimento Polizia postale e delle comunicazioni di Roma. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, il 21enne avrebbe indotto una minore a produrre foto in cui doveva mostrarsi nuda. L’accusa e’ quella di istigazione a pratiche di pedofilia, per aver creato numerosi canali su un noto social network destinati allo scambio di materiale pedopornografico, invitando i partecipanti a diffondere immagini e video di ragazze ed i loro nomi, al fine di favorirne l’adescamento, e di detenzione di materiale pedopornografico per aver detenuto sui dispositivi centinaia di immagini e video pedopornografici. L’indagine e’ partita da una denuncia sporta dai genitori di una minorenne. In particolare, la madre si era accorta che la figlia, dopo essere stata contattata su un social, aveva subito delle richieste estorsive da parte di una persona che, minacciandola, era riuscita ad ottenere foto in cui la ragazza si mostrava nuda. E sempre dopo la denuncia di una madre un operaio di 27 anni, residente all’Aquila, e’ stato arrestato dalla Polizia postale per atti sessuali con una minorenne e produzione di materiale pedopornografico nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale di Catania. Le indagini della polizia postale di Ragusa sono state avviate dopo la denuncia della madre di una bambina di nove anni, che era stata adescata dall’uomo utilizzando Instagram e WhatsApp. L’indagato, secondo l’accusa, avrebbe indotto la minorenne a inviargli immagini e video intimi. L’arrestato, contesta la Procura di Catania, sarebbe riuscito a “conquistare la fiducia della bambina convincendola ad intrattenere con lei ‘giochi erotici’ online”. I fatti risalgono a poche settimane fa e sono stati scoperti dai genitori che li hanno subito denunciati.

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Commando armato tra i vicoli dei Quartieri: volevano uccidere

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Armi in pugno, volti coperti, in quattro hanno fatto irruzione nell’androne di Foqus, la Fondazione Quartieri Spagnoli, in via Portacarrese a Montecalvario. Erano circa le mezzanotte di domenica scorsa e i componenti del commando erano convinti che lì dentro si nascondesse l’uomo che stavano inseguendo per uccidere, come vendetta per un precedente agguato, avvenuto due settimane prima in via Nardones. Non trovandolo, sono fuggiti via. Attimi di terrore per il custode, che ha denunciato tutto.

Il contesto: vendetta e criminalità

Secondo le indagini della Squadra Mobile diretta da Giovanni Leuci, quella incursione armata è stata la risposta a un episodio camorristico. Un agguato, avvenuto a tarda notte tra i vicoli del centro, documentato grazie alla testimonianza di uno studente. L’inchiesta è condotta dalla DDA con il coordinamento del procuratore aggiunto Sergio Amato. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza confermano la dinamica e il livello di pericolosità dei quattro incappucciati, armati di pistole e fucili.

L’emergenza criminale e il caso minorenni

L’attacco a Foqus arriva in un momento già delicato per Napoli, dove si sta alzando l’allarme sulla presenza di armi tra i giovanissimi. Solo pochi giorni fa due ragazzini di 14 e 15 anni sono stati pugnalati da coetanei nei pressi di piazza Dante, per futili motivi. Ieri, il prefetto Michele di Bari e l’assessore alla legalità Antonio De Iesu si sono recati nella zona degli accoltellamenti per incontrare commercianti e cittadini e ribadire l’importanza dell’impegno collettivo contro la devianza giovanile.

La missione di Foqus e la voce di Rachele Furfaro

“Domenica notte il nostro portone era aperto”, spiega Rachele Furfaro, fondatrice e presidente di Foqus. “Da quando siamo nati, nel 2013, abbiamo cercato di vivere la realtà dei Quartieri come una grande piazza, aperta alla contaminazione culturale e al contrasto della povertà educativa”. Non a caso, proprio ieri, la struttura ha ospitato un incontro con 750 studenti provenienti da tutta Italia, in collaborazione con la Robert Francis Kennedy Foundation e l’Università Orientale.

Diritti, scuola e coraggio nei Quartieri

“Serve più coraggio anche da parte delle scuole per stare in questi territori e mettere in campo interventi di qualità. Bisogna affermare il diritto alla formazione, alla lettura, al gioco”, insiste la presidente Furfaro. Un messaggio ancora più forte alla luce dell’ennesimo episodio di violenza giovanile che ha scosso Napoli lo scorso week end.

Il lavoro di Foqus non si ferma. La comunità reagisce, nonostante tutto.

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Videochiamata al concerto dal carcere, indagato Baby Gang

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La Procura di Catania ha indagato il rapper Zaccaria Mouhib, 24 anni, in arte Baby Gang, per concorso per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, aggravato dall’avere favorito la mafia, e per avere violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, che gli impediva di essere presente nel capoluogo etneo. Agenti della squadra mobile della Questura di Lecco, in raccordo con quelli di Catania, hanno eseguito a Calolziocorte (Lecco) un decreto di perquisizione e hanno sequestrato lo smartphone dell’artista che nei prossimi giorni verrà sottoposto ad accertamenti forensi.

All’indagato la polizia ha anche notificato un foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Catania che vieta a Baby Gang di potere dimorare nel capoluogo etneo per quattro anni. Iniziativa che farà saltare il suo concerto previsto per l’8 agosto prossimo alla Villa Bellini. Al centro dell’inchiesta della Procura di Catania la sua partecipazione, lo scorso 1 maggio, sul palco della Plaia, all’One day music festival, dove, prima di esibirsi con la canzone ‘Italiano’, scritta con Niko Pandetta, fa vedere un video sul suo smartphone in cui sembra assistere a una videochiamata con il nipote dello storico capomafia Turi Cappello. Il trapper però è in un carcere in Calabria, detenuto dal ottobre del 2024 per spaccio di sostanze stupefacenti.

“È mio fratello, un c… di casino per Niko Pandetta”, ha incitato il pubblico dal palco l’artista mostrando il telefonino in cui si è visto il volto di Pandetta. Il gesto è stato ripreso da molti dei presenti che hanno poi postato i video sui social, diventati virali. Non è ancora chiaro se la videochiamata fosse in diretta o registrata, o fosse un antico video memorizzato. Per chiarire cosa fosse realmente accaduto e verificare se Pandetta abbia avuto la possibilità, dal carcere, di mandare un video o, addirittura, di partecipare in diretta al concerto del 1 maggio sulla spiaggia della Plaia la Procura di Catania ha avviato degli accertamenti, delegando le indagini alla squadra mobile della Questura. E da una perquisizione nella cella del carcere di Rossano, dove Pandetta è detenuto, eseguita il 3 maggio scorso, la polizia penitenziaria ha trovato e sequestrato un telefonino. Per questo motivo è stato indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.

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False fatturazioni e riciclaggio, 29 misure e 40 perquisizioni

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Ventinove misure cautelari e 40 perquisizioni sono in corso di esecuzione in 10 citta tra Emilia Romagna , Campania e Lombardia nei confronti di presunti appartenenti a un’associazione per delinquere operante nel settore edilizio e dedita all’emissione di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio di denaro. Oltre 100 unità composte da operatori della polizia di Stato e da militari della guardia di finanza sono impegnate nell’operazione che si sta svolgendo Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna, Reggio Emilia, Forlì, Rimini, Mantova, Napoli e Caserta. Si tratta del risultato di una complessa indagine – partita dalla segnalazione di movimentazioni di denaro sospette pervenuta alla polizia postale da parte di Poste Italiane – condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica dell’ Emilia-Romagna coordinato dal Servizio polizia postale e per la sicurezza cibernetica, e dal Nucleo operativo metropolitano della guardia di finanza di Bologna, sotto la direzione del pubblico ministero Flavio Lazzarini della procura di Bologna.

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