Collegati con noi

Cronache

Il Consiglio di Stato decapita i vertici della Corte di Cassazione: nomine illegittime del Csm

Pubblicato

del

Alla vigilia della solenne cerimonia di apertura dell’anno giudiziario – venerdi’ prossimo in Cassazione alla presenza delle massime cariche dello Stato – il Consiglio di Stato, con due diverse sentenze, ha ‘decapitato’ i vertici della Suprema Corte. Il primo presidente Pietro Curzio e la ‘vice’ Margherita Cassano, prima donna ad arrivare cosi’ in alto, sono incappati anche loro nell’ostacolo ‘requisiti’, come accaduto al procuratore di Roma Michele Prestipino che ha perso la poltrona. I giudici di Palazzo Spada hanno accolto infatti il ricorso del giudice Angelo Spirito – presidente di sezione di lungo corso in Cassazione – e dichiarato illegittime le nomine fatte nel luglio del 2020 dal Csm che proprio con la scelta di Curzio e Cassano voleva girare pagina dopo lo ‘scandalo Palamara’ che lo aveva travolto. Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar del Lazio che, invece, aveva confermato le nomine e respinto le lamentele di Spirito. Il colpo di scena ha messo di nuovo sul tappeto la necessita’ di approvare la riforma del Csm, ancora appesa. “Decapitati i vertici della Cassazione alla vigilia dell’inaugurazione giudiziario, decapitata poche settimane fa la Procura di Roma. Cosa deve ancora capitare perche’ il Parlamento sia messo in condizione di votare la riforma del Csm? Gli emendamenti del Governo ‘congelati’ a Palazzo Chigi non sono un buon biglietto da visita per un premier decisionista come Draghi”, ha detto Enrico Costa, deputato di Azione. “Forza Italia invita la ministra Cartabia a portare al piu’ presto in Commissione Giustizia la sua proposta di riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario e rilancia con determinazione il sorteggio temperato per la elezione della componente togata del Csm come unica soluzione per limitare il peso delle correnti”, hanno chiesto i componenti del gruppo di FI in Commissione giustizia alla Camera. Adesso la ‘palla’ torna al Csm, ha spiegato il professor Franco Gaetano Scoca, il luminare del diritto amministrativo, legale di Spirito, che ha fatto ‘en plein’. “Il Csm potrebbe riadottare gli stessi provvedimenti cambiando le motivazioni, ma non e’ una strada facile dal momento che il Consiglio di Stato ha ribaltato tutta l’impostazione delle due delibere di Palazzo dei Marescialli”, ha spiegato Scoca. “Conoscendo il modo di operare del Csm – prosegue, critico, il professore – faranno di tutto perche’ non succeda niente. Il Csm potrebbe fare ricorso in Cassazione, davanti alle Sezioni Unite civili, al solo fine di perdere tempo, dato che il ricorso e’ ammesso solo per contestare la giurisdizione, ma e’ indubbio che siamo nel campo amministrativo. Facendo ricorso, la sentenza non passa in giudicato. Poi nel frattempo tutti vanno in pensione, e li’ finisce!”. “Il Csm pero’ potrebbe anche abbandonare questi due ‘candidati’ e prenderne in considerazione altri”, aggiunge Scoca che pero’ non crede a questa ipotesi. “La verita’ e’ che il Csm fa quello che vuole e procede a fare le nomine non in base ai criteri fissati nelle circolari dallo stesso Consiglio superiore della magistratura, ma in relazione alle richieste delle correnti”. Si profila una cerimonia dell’ anno giudiziario “imbarazzante”, conclude il professore. Nel mirino del Consiglio di Stato e’ finita la “sopravvalutazione delle esperienze professionali di Curzio” e la “prevalenza” dei meriti riconosciuti alla Cassano. E’ stato contestato il ‘peso’ dato “alla sua esperienza di componente del Csm”, a fronte della “netta esperienza quantitativo-temporale” di Spirito, presidente di sezione da 20 anni, a fronte dei 13 della Cassano. Troppo valore anche al fatto che Cassano e’ stata Presidente della Corte di Appello di Firenze senza considerare che Spirito ha una ben piu’ lunga e specifica esperienza di magistrato ‘dirigente’ in Cassazione.

Advertisement

Cronache

Calcio: il Bari condanna l’aggressione al direttore sportivo

Pubblicato

del

Il Bari “esprime vicinanza e solidarietà al ds Ciro Polito vittima nella serata di ieri di una vera e propria aggressione avvenuta, ad opera di ignoti, nel post gara di Cittadella-Bari”. Secondo quanto denunciato da Polito, un gruppo di tifosi baresi lo ha aggredito in un autogrill in provincia di Rovigo. “Il dirigente biancorosso, mentre si trovava in sosta in un autogrill sulla via di ritorno dalla città veneta – scrive il club di Luigi De Laurentiis – è stato raggiunto e aggredito, verbalmente e fisicamente, da un gruppo di ignoti che subito dopo si sono dileguati. Le autorità competenti intervenute hanno da subito avviato le procedure per l’individuazione dei soggetti responsabili”. “La società biancorossa – si legge ancora – condanna con forza quanto accaduto ad opera di ‘vigliacchi’ che nulla hanno a che vedere con il tifo barese e con lo sport. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, quando la ragione lascia spazio alla violenza abbiamo già perso tutti”.

Continua a leggere

Cronache

L’Italia: terra di santi, poeti, navigatori… e commercialisti

Pubblicato

del

L’Italia, patria di santi, poeti, navigatori e… commercialisti? Sembrerebbe proprio di sì, se guardiamo ai dati recentemente pubblicati dalla Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti. Nel loro rapporto annuale sull’albo della categoria professionale, emerge un trend in crescita che potrebbe far sorridere gli amanti delle espressioni stereotipate sul popolo italiano.

Nel corso del 2023, il numero di nuovi iscritti alla professione di commercialista ha registrato un significativo incremento, con ben 1.864 nuovi membri che hanno varcato la soglia dell’Albo. Ma non è tutto: sono state anche costituite 161 nuove Società tra professionisti, segno di un interesse sempre più vivo per questa professione.

Secondo i dati riportati, rispetto al 2007, anno cruciale che ha segnato la formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri, il numero degli associati è aumentato del 12%, raggiungendo la considerevole quota di 120.424. Una crescita significativa, che testimonia l’importanza e la rilevanza che questa figura professionale continua a rivestire nell’ambito economico italiano.

Ma non è solo il numero degli iscritti a destare interesse. Anche la composizione della professione sta subendo delle trasformazioni. Secondo il rapporto, al 31 dicembre scorso le professioniste hanno raggiunto il 33,8%, mentre i giovani rappresentano il 14,7% della platea professionale. Un segno di cambiamento e di inclusione che caratterizza il tessuto dei commercialisti italiani.

Tuttavia, non mancano le sfide. Se da un lato si registra una crescita costante degli iscritti, dall’altro si osserva un rallentamento in alcune aree geografiche. Le regioni settentrionali e centrali, ad esempio, mostrano un tasso di crescita inferiore rispetto agli anni precedenti, mentre nelle regioni meridionali si assiste addirittura a un’inversione di tendenza.

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, interpreta questi dati come una testimonianza della resilienza della professione di commercialista in un momento di crisi per molti altri settori professionali. La crescita costante e il recupero del reddito medio negli ultimi due anni dimostrano, secondo de Nuccio, la solidità e la dinamicità di questa figura professionale.

Insomma, se l’Italia è stata storicamente celebrata per i suoi santi, poeti e navigatori, sembra che ora i commercialisti abbiano conquistato un posto di rilievo nella narrazione del paese. Forse è proprio vero quello che si dice: in Italia c’è posto per tutti, anche per i numeri e le cifre.

Continua a leggere

Cronache

Scontro fra Vannacci e Paglia, consigliere di Crosetto

Pubblicato

del

Scontro a distanza fra Roberto Vannacci e il tenente colonnello Gianfranco Paglia , consigliere del ministro della Difesa Guido Crosetto, che a Zona Bianca, su Rete4, ha sostenuto che il generale, sospeso dal servizio e ora candidato con la Lega alle Europee, con il suo libro “ha macchiato l’uniforme, e noi militari non possiamo permettercelo”.

“Il mio dovere – ha aggiunto Paglia – è spiegare all’Italia tutta che il pensiero Vannacci non è il pensiero della Difesa”. “Io non ho visto la TV ma mi faccio una domanda – la replica di Vannacci su Facebook -: parlando in Uniforme esprimeva un suo parere personale o quello dell’Istituzione a cui appartiene? Perché io, per aver scritto un libro a titolo personale nel mio tempo libero, sono stato accusato e sospeso anche per aver suscitato l’associazione tra l’autore e le idee dallo stesso espresse all’Istituzione di appartenenza! Ma non mi preoccupo….si tratta di un fuoco di PAGLIA!”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto