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Politica

Elezione del Presidente: ecco chi e come si vota, dal quorum allo spoglio

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Il presidente della Repubblica e’ eletto nell’Aula di Montecitorio dal Parlamento in seduta comune integrato da 58 rappresentanti delle Regioni: ogni regione ne elegge tre con l’eccezione della Valle d’Aosta che ne elegge uno. La seduta comune del Parlamento e’ presieduta dal presidente della Camera. Di solito l’Aula di Montecitorio viene opportunamente risistemata per consentire a tutti i “grandi elettori” di prendere posto ma a causa del Covid e’ difficile che per questa elezione sara’ consentito a tutti i grandi elettori di restare in Aula.

QUANTI SONO GLI ELETTORI. Quest’anno i grandi elettori saranno 1008 o 1009 (dipende se sara’ procalmato prima del 24 il seggio del dem Porta subentrante a Adriano Cairo).

I QUORUM. La Costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l’elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell’Assemblea, che questa volta e’ di 672 (o di 673 voti). Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti bastera’ la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea, pari a 505 voti. Non c’e’ una prassi certa sulla cadenza delle votazioni; la seduta comune e’ considerata un’unica seduta anche se si sviluppa in piu’ giorni.

LA VOTAZIONE. Per consuetudine votano prima tutti i senatori, poi i deputati e quindi i delegati regionali. La “chiama” dei grandi elettori e’ ripetuta due volte. Ognuno, per assicurare la segretezza del voto, entra nelle cabine poste sotto il banco della presidenza, dette ‘catafalco’, e scrive il nome del candidato che intende votare nella scheda che gli viene consegnata dal commesso e che e’ timbrata e firmata dal segretario generale di Montecitorio. Quindi, uscito dalla cabina, l’elettore deposita la scheda, ripiegata in quattro, nell’urna di vimini e raso verde, ribattezzata “l’insalatiera”, davanti alla quale c’e’ un segretario di presidenza.

LO SPOGLIO. E’ fatto dal presidente della Camera, che legge in Aula i nomi dei candidati uno ad uno ad alta voce. Il conto delle schede viene tenuto dai funzionari della Camera e dai componenti dell’ufficio di presidenza di Montecitorio, che si assumono il compito di scrutatori. Nel 1992 Oscar Luigi Scalfaro era presidente della Camera e lesse le schede della votazione che lo porto’ al Quirinale; ma, poco prima che il quorum fosse raggiunto, lascio’ il posto al vicepresidente della Camera, Stefano Rodota’, e aspetto’ il risultato definitivo nel suo ufficio.

I RISULTATI. Per ogni votazione vengono letti all’Assemblea al termine dello spoglio. Per essere messe a verbale, le preferenze ai candidati devono essere almeno due. Chi riceve un solo voto viene conteggiato genericamente tra i voti dispersi.

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Marina Berlusconi nominata Cavaliere del Lavoro da Mattarella

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato Marina Elvira Berlusconi Cavaliere del Lavoro. La notizia è stata diffusa con l’elenco dei 25 nuovi Cavalieri del Lavoro, scelti dal Capo dello Stato su proposta del Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso. Tra i nominati figurano anche Lucia Aleotti, Eufrasio Anghileri, Giovanni Arena, Pietro Beccari, Paolo Bertazzoni, Maria Chiara Boni, Giorgio Campagnolo, Carmine Caputo, Caterina Imelde Caselli, Carlo Cimbri, Graziano Giordani, Raffaella Leone, Matteo Bruno Lunelli, Fausto Manzana, Giuseppe Marino, Francesco Giovanni Muntoni, Duilio Paolino, Vito Antonio Primiceri, Fabio Ravanelli, Edoardo Roncadin, Enrico Samer, Antonio Serena Monghini, Giovanni Sgariboldi, e Aquilino Carlo Villani.

Marina Berlusconi ha commentato con gratitudine questa prestigiosa nomina, esprimendo il suo ringraziamento al Presidente Mattarella e al Consiglio dell’Ordine al Merito del Lavoro. “Desidero esprimere la mia profonda gratitudine al capo dello Stato Sergio Mattarella e al Consiglio dell’Ordine al Merito del Lavoro per avermi onorata con questo prestigioso riconoscimento. Lo dedico a Silvio Berlusconi, mio padre, che è stato e sempre sarà ‘il Cavaliere'”, ha dichiarato Marina Berlusconi in una nota ufficiale.

Nella sua dichiarazione, Marina Berlusconi ha voluto ricordare il ruolo fondamentale del padre nella sua carriera: “Ha creduto in me, mi ha sostenuto e mi ha dato la possibilità di fare il mestiere che ritengo il più bello del mondo, quello dell’editore. Da oltre vent’anni ho l’onore di presiedere un grande gruppo come Mondadori, vero e proprio patrimonio del nostro Paese, che ha fatto della libertà e del pluralismo la sua ragion d’essere”.

Marina Berlusconi ha poi condiviso il riconoscimento con tutti coloro che lavorano nel gruppo Mondadori e nel più ampio contesto di Mediaset e Fininvest: “Voglio quindi condividere questo riconoscimento con ciascuna delle persone che lavorano in Mondadori, e, più in generale, con le persone di Mediaset e di tutto il gruppo Fininvest. La mia nomina di oggi è allo stesso tempo un premio al loro impegno, alla loro energia, alla loro passione”.

La nomina di Marina Berlusconi a Cavaliere del Lavoro è un tributo al suo contributo significativo nel campo dell’editoria e della comunicazione, e un riconoscimento del suo ruolo di leadership in uno dei gruppi mediatici più importanti d’Italia.

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Politica

Decreto salva-casa in vigore, ecco come richiedere ai Comuni la sanatoria

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Il decreto Salva-casa entra in vigore e partono così anche le richieste ai Comuni per ottenere la sanatoria. Per le tolleranze non sarà necessario ma per le procedure di accertamento di conformità, necessarie per regolarizzare le difformità, sì. I cittadini potranno quindi avviare le istanze, nella consapevolezza che nell’iter parlamentare del dl potrebbe esserci qualche ulteriore allargamento delle maglie. Il provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale passa infatti ora all’esame delle commissioni parlamentari, dove Matteo Salvini ha già annunciato modifiche. Nell’inoltrare la richiesta ai Comuni va inoltre tenuto conto dell’introduzione del meccanismo del ‘silenzio assenso’: se l’amministrazione – plausibilmente sovraccarica di domande – non risponde entro le scadenze previste l’istanza si considera accettata. I termini sono di 45 giorni se il permesso è in sanatoria; di 30 giorni in caso di Segnalazione certificata di inizio attività (Scia); infine di 180 giorni se ad essere coinvolti sono immobili soggetti a vincolo paesaggistico. Ecco di seguito una scheda con le novità introdotte dal dl:

* VERANDE ED EDILIZIA LIBERA. Le vetrate panoramiche amovibili (le cosiddette Vepa) potranno essere costruite senza autorizzazione comunale o senza comunicazione di inizio attività, anche per i porticati rientranti all’interno dell’edificio. ‘Libere’ anche le opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici la cui struttura principale sia costituita da tende, anche a pergola, addossate o annesse agli immobili, purché non determino spazi stabilmente chiusi.

* PARETI E TOLLERANZE COSTRUTTIVE. Per gli interventi realizzati entro il 24 maggio scorso sono previste a nuovi limiti di tolleranza, che restano del 2% per una superficie superiore a 500 metri quadri, ma passano al 3% per una superficie tra i 300 e 500 metri quadri, al 4% tra i 100 e 300 metri quadri e al 5% sotto i 100 metri quadri.

* MURI INTERNI E TOLLERANZE ESECUTIVE. Per tolleranza esecutiva si intendono le irregolarità geometriche, le modifiche alle finiture degli edifici di minima entità, la diversa collocazione di impianti e opere interne. Sempre per gli interventi realizzati entro il 24 maggio vi rientrano ora il minor dimensionamento dell’edificio; la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali; le irregolarità esecutive di muri esterni ed interni; la difforme ubicazione delle aperture interne, la difforme esecuzione di opere rientranti nella nozione di manutenzione ordinaria.

* ACCERTAMENTO DI CONFORMITÀ. Finora l’accertamento di conformità poteva essere chiesto solo quando veniva dimostrata la “doppia conformità”. L’opera doveva cioè essere conforme alla normativa edilizia e urbanistica vigente sia al momento della realizzazione, sia al momento della presentazione dell’istanza. Il decreto salva-casa semplifica la normativa, richiedendo la doppia conformità solo nei casi più gravi.

* STATO LEGITTIMO DELL’IMMOBILE. Il salva-casa riduce gli oneri amministrativi per i cittadini: per dimostrare lo stato legittimo sarà sufficiente presentare il titolo che ha disciplinato l’ultimo intervento edilizio, anche in sanatoria. Le parziali difformità che saranno sanate contribuiranno quindi a dimostrare lo stato legittimo di un immobile.

* PIÙ FACILE IL CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO. All’interno della stessa categoria funzionale, il mutamento della destinazione d’uso sarà sempre ammesso. Tra diverse categorie sarà d’ora in poi ammesso tra le categorie residenziale, turistico-ricettiva, produttiva e direzionale, commerciale, e in ogni caso, all’interno delle zone centro storico, residenziali consolidate, residenziali in espansione. Sono escluse le unità immobiliari al primo piano fuori terra.

* LE MODIFICHE IN ARRIVO. Uno degli obiettivi già indicati da Salvini è quello di modificare i requisiti di abitabilità, dall’altezza dei soffitti alla superficie minima. Attesa in Parlamento anche una norma per risolvere il caso dei grattacieli di Milano, bloccati dalla magistratura perché ritenuti abusivi. Sul tema c’è già la convergenza di Azione.

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Politica

Brunetta: a Venezia centro contro innalzamento del mare

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“La potenza generativa del Mose, grande successo dell’ingegneria e dell’ingegno cui la nostra Fondazione ha dedicato la prima Biennale della Sostenibilità lo scorso anno, ci consente di pensare allo sviluppo di altre infrastrutture da concepire con approccio olistico e caratterizzate dalla sostenibilità come condizione necessaria di successo”. Così Renato Brunetta, presidente Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità / Venice Sustainability Foundation (VSF). “Oggi, nell’era del Mose – ha aggiunto -, Venezia ha stretto un nuovo patto con il mare, senza chiudersi ad esso ma gestendo il fenomeno dell’innalzamento del medio mare, che affligge il 70% della popolazione mondiale che vive in aree costiere, e proiettandosi nuovamente verso il mondo”. Per questo, ha concluso Brunetta “stiamo lavorando per far sorgere a Venezia, un centro studi internazionale per la difesa dei centri urbani dalle acque”. Anche così “Venezia torna ad essere ‘città mondo’, snodo fondamentale delle reti di trasporto europee Ten-t, piattaforma multimodale e laboratorio di pratiche innovative e sostenibili capace di supportare il nostro Paese nel centrare gli obiettivi del Green Deal europeo”.

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