Collegati con noi

Economia

Rifiuti, in Campania raccolta differenziata al 61, 1 per cento: Benevento città virtuosa, Napoli al palo ma…

Pubblicato

del

L’Osservatorio Regionale sulla Gestione dei Rifiuti ha completato le attivita’ di monitoraggio certificando i dati della raccolta differenziata in Campania nell’anno 2020. Sono state compilate le tabelle contenenti i dati relativi alla produzione di rifiuti urbani, alla percentuale di raccolta differenziata ed al tasso di riciclaggio raggiunto dai Comuni, dagli Ato e dalle Province sul territorio regionale. I numeri fotografano un aumento della raccolta differenziata, a fronte di una leggera riduzione della produzione di rifiuti. Nel 2020 la percentuale di raccolta differenziata e’ aumentata di 1,36 punti rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio, sono stati differenziati 1.378.971.582 chilogrammi di rifiuti, con un incremento della raccolta pari a 14.891.006 chilogrammi. Ecco come si sono comportate le cinque province della Campania:

  1. Benevento al 73,49% (+1,59% rispetto al 2019)
  2. Salerno con il 65,74% (+1,34%);
  3. Avellino col 64,62% (+0,32%);
  4. Caserta attestata al 53,19% (+1,39%);
  5. Napoli ora al 48,49% (+1,39%).

Nel confronto con l’anno precedente tutte le province hanno visto un leggero incremento della capacita’ di raccolta differenziata. Nella ricomposizione in ambiti ottimali, da segnalare il recupero di Napoli 3 che raggiunge il 60,46%, con Napoli 2 al 52,03%. Anche il tasso di riciclaggio e’ salito nel 2020, attestandosi al 41,73% (+0,83%), quindi in crescita rispetto al 2019. Il rapporto tra le province resta lo stesso, con Benevento davanti a Salerno (52,79% e 51,64 rispettivamente). Seguono Avellino (51,42%), Caserta (41,30%) e Napoli (51,64%). Complessivamente, i rifiuti urbani prodotti in Campania nel 2020 sono stati 2.560.489.798 di chilogrammi (in flessione per 34.676.540 kg. rispetto al 2019). Ogni cittadino campano nel 2020 ha prodotto in media 451 chilogrammi di rifiuti, 2 in meno nel confronto con l’anno precedente. La provincia che ne ha accumulato di piu’ e’ Napoli, con 481 kg. pro capite, mentre Avellino e’ l’ultima sul territorio regionale, con 356. Guardando alla suddivisione per ambiti ottimali, in testa c’e’ Napoli 1 con 502 chilogrammi, ben al di sopra della media regionale. La parte non differenziata dei rifiuti nel 2020 ammonta a 1.173.803.017 chilogrammi, 50.818.491 in meno rispetto al 2019. “L’incremento della raccolta differenziata in Campania rappresenta un segnale importante in questo momento, nel quale il Governo regionale e’ impegnato in un poderoso sforzo per la riprogrammazione e rifunzionalizzazione impiantistica e il potenziamento infrastrutturale in campo ambientale>, afferma il Presidente dell’ORGR, commentando i dati regionali del 2020. “La spinta sulla innovazione impressa dall’assessore all’Ambiente e Vice Presidente della Giunta Regionale, Fulvio Bonavitacola, offre oggi prospettive importanti per arrivare entro la fine del 2023 alla chiusura del ciclo integrato dei rifiuti interamente sul territorio regionale”, sottolinea il sen. Enzo De Luca – In Campania e’ alla portata l’obiettivo dell’economia circolare in un settore chiave per la salute, l’equilibrio ecologico e la competitivita’ economica, sviluppando una sostenibile filiera industriale del riciclo e riuso dei rifiuti, basata sull’efficientamento energetico”. Per il Presidente dell’Osservatorio, in conclusione, “in traguardo di questa portata chiama alla massima responsabilita’ tutte le istituzioni locali, ma anche le associazioni di categoria, le componenti sociali e i cittadini, decisive parti attive in un programma che puo’ contribuire sul nostro territorio alla sostenibilita’ ambientale, alla transizione ecologica e al contrasto dei mutamenti climatici”.

Advertisement

Economia

Panetta: regole condivise per tensioni dazi, timori Bce

Pubblicato

del

Preservare le regole condivise che stanno alla base della prosperità mondiale. Lo chiede il governatore della Banca d’Italia, anche perché avvisa che “le tensioni geopolitiche destano grandissima preoccupazione alla Bce”. L’intervento di Fabio Panetta è di fronte a una platea qualificata, compresi molti governatori di banche centrali asiatiche, all’apertura ufficiale dell’assemblea dell’Asian development bank, che si tiene per la prima volta in Italia, a Milano. Un appuntamento nel quale il ministro dell’Economia, Giorgetti, afferma che comunque “dobbiamo fare i nostri compiti” anche con “ambiziose riforme strutturali”. Il sistema di cooperazione economica mondiale “è seriamente messo a dura prova: in un periodo di crescenti tensioni e conflitti geopolitici, dobbiamo guardarci da pericolosi passi indietro che potrebbero mettere a repentaglio i risultati ottenuti a fatica negli ultimi decenni”, aggiunge Panetta.

E “fino alla recente ripresa dei dazi commerciali, la regione Asia-Pacifico era su un percorso di crescita costante, con un’inflazione in graduale calo”, aggiunge il governatore della Banca d’Italia. Secondo Giorgetti, invece, potrebbe comunque “essere il momento di ripensare la globalizzazione così come la conosciamo. I rischi legati a conflitti e tensioni geopolitiche sono aumentati” e “un’ampia gamma di politiche non coordinate viene adottata a un ritmo crescente, con conseguenze difficili da prevedere”.

Una collaborazione economica internazionale “rafforzata sosterrebbe una crescita più elevata e sostenibile a lungo termine”, spiega il ministro. Nella sua seconda giornata di assemblea, che ha portato nel capoluogo lombardo migliaia di operatori economici, l’Adb ha quantificato un investimento fino a 10 miliardi di dollari per lavori sulla rete elettrica nell’area asiatica e del Pacifico. Ribadito anche l’impegno a potenziare lo sviluppo del settore privato, con l’obiettivo di quadruplicare i finanziamenti fino a 13 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. Da parte sua la Cassa depositi e prestiti ha firmato un accordo con la stessa Adb per definire le modalità di co-finanziamento per contrastare il cambiamento climatico, promuovere la sostenibilità nei sistemi alimentari e nella gestione delle risorse naturali. Siglata anche un’intesa con Pt Pln (Persero), la compagnia elettrica nazionale dell’Indonesia, per avviare l’attività di scouting di progetti della transizione energetica.

Continua a leggere

Economia

3G compra le scarpe Skechers per 9,4 miliardi

Pubblicato

del

Le Skechers passano di mano. 3G compra le popolari scarpe in un’operazione valutata 9,4 miliardi di dollari, segnando così il suo rientro di prepotenza sul mercato delle acquisizioni dopo una lunga pausa dedicata a cercare il target giusto. L’intesa dovrebbe essere finalizzata entro il terzo trimestre dell’anno e segnerà l’addio a Wall Street per Skechers, i cui titoli sono crollati da 75 dollari per azione di gennaio agli attuali meno di 50 dollari in seguito all’annuncio dei dazi di Donald Trump. Nei primi tre mesi dell’anno Skechers ha realizzato vendite per 2,41 miliardi di dollari e la previsione è che raggiunga un fatturato di 10 miliardi nel 2026. La società è stata però costretta a ritirare le sue stime per l’anno a causa dell'”incertezza macroeconomica dovuta alle politiche commerciali globali”. In base all’accordo il fondatore e amministratore delegato resterà al suo posto e intascherà un compenso di un miliardo di dollari. 3G, il colosso protagonista delle fusioni di AB Inbev e Kraft Heinz, ha offerto agli azionisti di Skechers due possibilità.

Una è l’acquisto delle loro azioni a 63 dollari l’una, l’altra invece prevede il pagamento di 57 dollari in contanti per azione e il mantenimento di una piccola quota nella nuova Skechers lontana dai riflettori di Wall Street. Famosa per i suoi modelli di scarpe slip-in, che non richiedono l’aiuto delle mani per essere indossate, Skechers ha negli anni conquistato un vasto pubblico tanto da divenire la terza azienda calzaturiera al mondo per fatturato. Greenberg la gestisce dalla sua fondazione nel 1992 e negli ultimi anni, pur mantenendo un profilo più basso rispetto a rivali come Nike, si è lanciata nella sponsorizzazione di alcuni atleti famosi quali la star dell’Nba Joel Embiid e l’attaccante del Bayer Monaco Harry Kaine. I suoi tentativi non le sono valsi però un grande riconoscimento a Wall Street, dove i suoi titoli sono rimasti nell’ombra rispetto a quelli di competitor più piccoli come Hoka.

Continua a leggere

Economia

OpenAI cede alla pressione, la no profit manterrà controllo

Pubblicato

del

OpenAI cede alla pressione esterna e cambia i suoi piani lasciando la non profit in controllo di tutte le sue attività anche dopo la ristrutturazione in una società di pubblica utilità. La decisione – ha annunciato la startup valutata 300 miliardi di dollari – è stata presa dopo un confronto con i procuratori del Delaware e della California e in seguito alle forti critiche ricevute da ex dipendenti, accademici e rivali quali Elon Musk.

“Con la struttura che stiamo prendendo in considerazione, l’organizzazione no profit manterrà il controllo di OpenAI”, ha detto il presidente del consiglio di amministrazione Bret Taylor, spiegando che la società a responsabilità limitata sarà convertita in una società di pubblica utilità. “Così facendo modificheremo la sua struttura azionaria in modo che investitori e dipendenti possano detenere quote nella società di pubblica utilità”, ha aggiunto Taylor.

OpeanAI ha tempo fino alla fine dell’anno per cambiare la sua struttura societaria e assicurarsi così un investimento da 30 miliardi di dollari di Softbank. OpenAI è stata fondata dieci anni fa come no profit con la missione di costruire un’intelligenza artificiale in grado di portare benefici all’umanità. Nel 2019 OpenAI ha creato una divisione for profit per finanziare gli elevati costi dello sviluppo dell’IA. Lo scorso dicembre la società ha annunciato la sua intenzione di trasformarsi in società di pubblica utilità mantenendo la divisione no profit che avrebbe controllato alcune quote ma non più avuto il controllo della divisione for profit. Un piano che ha scatenato molte critiche. Decine di dipendenti, premi Nobel, accademici e legali hanno inviato una lettera ai procuratori di Delaware e California chiedendo di bocciare l’iniziativa in seguito ai rischi alla sicurezza che comportava.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto