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Cronache

Il grido d’allarme dell’Arcivescovo Metropolita di Napoli, Domenico Battaglia: stanno uccidendo Napoli!

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“STANNO UCCIDENDO NAPOLI” è il grido di dolore  che lancia l’Arcivescovo Metropolita di Napoli, Mons. Domenico Battaglia, stanco di violenze, malaffare, crudeltà di gente che ha dimenticato di essere umana.

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Stanno uccidendo Napoli!

La scia di sangue che in questi giorni sta attraversando la città, procurando la morte a delle giovani vite e terrore e angoscia a interi quartieri, strade, famiglie, non può lasciarci indifferenti!

Sotto la croce della nostra città dobbiamo più che mai quest’oggi, insieme e senza distinzione di fede, politica, ruolo sociale ed istituzionale, stare in piedi, evitando di sdraiarci supini in attesa che qualcosa cambi da sola e di sederci, rassegnati e assuefatti a veder morire Napoli!

Stanno uccidendo Napoli!

La sta uccidendo la camorra e il malaffare, con la violenza e la crudeltà di coloro che hanno dimenticato di essere umani!

La sta uccidendo l’indifferenza di coloro che si voltano dall’altra parte, credendo di poter stare tranquilli, non immischiandosi e non prendendo posizione!

La sta uccidendo la scarsa attenzione della politica, nazionale e locale, che pare essersi abituata al sangue versato in terra partenopea, considerandola alla stregua di un paese in guerra!

La sta uccidendo ciascuno di noi nella misura in cui fa finta di niente e dimentica che il presente e il futuro della nostra città dipende dall’impegno di tutti, dalla capacità che avremo di passare da un freddo individualismo ad un senso rinnovato e caloroso di comunità, dal desiderio fattivo di trasformare tanti piccoli “io” impauriti e distratti nella forza di un grande “noi”, la cui carica profetica può essere segno e strumento di una possibile resurrezione della nostra terra!

Agli uomini di camorra, ai corrotti e ai collusi con la criminalità dico: ritornate ad essere umani! Convertitevi! Il vostro Vescovo non si tirerà indietro nell’accogliere e accompagnare i passi della conversione e la rinascita umana di coloro che ascolteranno la propria coscienza e la parola del Vangelo, deponendo le armi, e intraprendendo percorsi di collaborazione con la giustizia!

Alle tante madri di Napoli, soprattutto a coloro che vivono in quartieri e situazioni familiari difficili dico: siate strumento di conversione per i vostri figli, aiutate le vostre famiglie a ravvedersi, siate nuovamente grembo che genera vita e non complici di percorsi di morte!

A tutte le istituzioni, alla società civile, agli uomini e alle donne di buona volontà, alla mia Chiesa partenopea chiedo oggi più che mai di camminare insieme, superando l’individualismo e la diffidenza, lavorando uniti per restituire Napoli alla sua vocazione di città di pace, accoglienza, solidarietà!

Ora ancor di più avverto l’urgenza di concretizzare al più presto il Patto Educativo per la Città, e per questo ho convocato il prossimo mercoledì 13 ottobre i diversi esponenti della società civile, del terzo settore e del mondo ecclesiale con cui sto lavorando a questa iniziativa che vuole rimettere al centro, partendo dai più piccoli e dalle loro famiglie, la questione educativa, puntando sulla prevenzione e scommettendo sulle nuove generazioni! I ragazzi e i giovani di Napoli non possono essere destinatari passivi di un cambiamento ma devono divenirne i protagonisti: giovedì 14 ottobre sarò a Ponticelli, in uno dei quartieri più feriti dall’escalation camorristica, insieme ad una rappresentanza dei giovani dell’arcidiocesi per incontrare i ragazzi e i giovani del decanato, in un momento di reciproco ascolto, confronto, condivisione.

Stanno uccidendo Napoli, e noi non possiamo stare a guardare dalla finestra: ognuno si senta interpellato dal grido della città, ognuno dia il proprio contributo alla vita della comunità, ognuno sia per le nuove generazioni un segno di resurrezione, camminando insieme al fiume di vita e di speranza che non ha mai smesso di attraversare Napoli e la cui pacifica esondazione potrebbe lavare il sangue versato e fecondare nuove primavere sociali!

Mons. Domenico Battaglia

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Adr lancia ‘Airport in the City’: a Termini check-in di Ita

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All’inaugurazione di “Airport in the City” sono intervenuti, tra gli altri , la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il presidente di Ita, Antonino Turicchi, il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, il Presidente di Unindustria, Angelo Camilli. “È con grande soddisfazione che oggi ci uniamo ad Aeroporti di Roma per celebrare l’inaugurazione di Airport in the City, un servizio che rende l’esperienza di viaggio sempre più agile e confortevole – ha detto Turicchi – Questo progetto riflette la stretta collaborazione tra ITA Airways e Aeroporti di Roma, evidenziando il comune impegno per l’innovazione e la sostenibilità nel settore dei trasporti”.

“Il progetto di Adr si inscrive appieno nel processo di innovazione e interconnessione del trasporto aereo che l’Enac persegue da tempo” – ha aggiunto il presidente Enac Pierluigi Di Palma. “L’hub di Fiumicino, prima porta d’accesso all’Italia più volte premiato come migliore scalo d’Europa, sviluppa l’integrazione con la stazione Termini, primo snodo ferroviario nazionale, rafforzando l’intermodalità aria-ferro. Con il check-in off-airport Termini Fiumicino, il comparto aereo italiano si riconferma una realtà innovativa, sostenibile e, soprattutto, attenta ai diritti dei passeggeri con l’offerta di servizi di qualità che, oggi, rappresentano l’elemento più importante per le scelte dei consumatori”.

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Le ultime follie del calcio, un allenatore contro l’arbitra: lei ci fischia contro per politica

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L’arbitra fischia “contro” una delle due squadre, e l’allenatore protesta perché è di una parte politica contraria a quella della sua famiglia, e questo avrebbe condizionato le sue decisioni. Calcio e politica si sono così scontrati al termine della finale play off di calcio di Terza categoria di Rovigo, tra la Rivarese e la Giovane Italia Polesella, terminata 2-1. Il tecnico sconfitto, Nicola Tosini, dopo la gara si è scagliato contro la direttrice di gara, Benedetta Fugalli, colpevole di aver danneggiato la sua squadra con le sue decisioni: “Mio padre – ha dichiarato il mister – è il candidato sindaco del Pd alle elezioni comunali di Rovigo, mentre lei è candidata come consigliere comunale, con Forza Italia. È’ stata una designazione inopportuna: siamo stati penalizzati e ci ha negato due rigori”.

Sorpreso il coordinatore provinciale di Forza Italia, Piergiorgio Cortelazzo, secondo cui “sembra una polemica assurda e fuori da ogni logica. Le dinamiche sportive non vanno assolutamente confuse con la politica. Posso comprendere il dispiacere dell’allenatore, ma è una situazione paradossale”. Piuttosto, fa notare l’esponente di Fi, “le ‘uscite’ di Nicola Tosini rischiano di penalizzare di più il padre candidato sindaco. Per Tosini gli arbitri non devono fare politica? Allora io rispondo che i figli dei candidati sindaci non devono allenare”.

Quanto all’arbitra e candidata alle comunali, Cortelazzo sottolinea che “non possiamo discutere di calcio e Terza categoria all’interno del partito. Ripeto, non confondiamo lo sport con la politica”, ha concluso Il padre e candidato sindaco Pd, Palmiro Franco Tosini, che era presente alla gara, ha voluto rimanere sul piano sportivo-tecnico, evitando di “sconfinare” nel campo politico: “Arbitraggio discutibile – ha commentato – e non all’altezza di una partita così importante. Alcuni grossolani errori hanno pesato sul risultato finale. Comprendo lo stato d’animo di mio figlio Nicola, serviva una terna arbitrale più esperta, ma l’appartenenza politica della ragazza a Forza Italia non incide, non c’entra”.

Sull’esito della finale ci sarà uno strascico oggi davanti a un giudice, ma solo quello sportivo. Nel finale infuocato della gara ci sono stati infatti degli espulsi, il capitano del Polesella, per proteste nei confronti dell’arbitra, e un giocatore della Rivarese. Il referto della direttrice di gara deciderà sul loro “destino”.

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Violenza sessuale, chiesti 13 anni per neuropsichiatra Palermo

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Il pm di Palermo Giorgia Righi ha chiesto alla seconda sezione del tribunale di Palermo la condanna a 12 anni e 6 mesi per il medico neuropsichiatra Marcello Grasso, imputato di violenza sessuale nei confronti di tre sue pazienti. Grasso, fratello dell’ ex presidente del Senato, difeso dagli avvocati Vincenzo Lo Re e Fabrizio Biondo, è accusato di avere approfittato delle visite per abusare delle tre donne, utilizzando i presunti strumenti terapeutici della danza e del burlesque, con vestiti in tema, ma anche facendole spogliare e fotografandole. L’imputato si è sempre difeso sostenendo che si trattava di percorsi di cura condivisi con le pazienti.

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