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Politica

Salvini non molla ma è accerchiato pure nel centrodestra

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E’ un autunno faticoso quello che attende Matteo Salvini, sempre piu’ accerchiato nella maggioranza di governo su vaccini e green pass. All’indomani del blitz in commissione affari sociali sul certificato verde, mentre centrosinistra e M5s cercano di fargli terra bruciata attorno, il leader leghista vede ampliarsi le distanze anche con gli alleati azzurri. La posizione del suo partito e’ fortemente dissonante rispetto a quella del governo (con il premier che prefigura addirittura l’obbligo vaccinale) e delle altre forze politiche che lo sostengono. Eppure Salvini non intende mollare la presa, ne’ rinunciare ad un ruolo centrale nell’esecutivo. Per questo, nel suo giorno forse piu’ nero dall’inizio dell’era Draghi, chiede a gran voce una cabina di regia sulle riforme. E la ottiene. Ma non sui temi desiderati, bensi’ sul contestato green pass. Stretta tra Fratelli d’Italia, che dall’opposizione e’ libera di attaccare i provvedimenti dell’esecutivo e votare di conseguenza in Aula, e il ruolo di governo, la Lega e’ chiamata ad un difficile compromesso. Di certo, non e’ disposta a cedere sull’obbligo vaccinale, scontentando cosi’ buona parte del suo elettorato: “Eravamo e rimaniamo contro obblighi, multe e discriminazioni”, ribadisce. Tra gli azzurri, con cui i leghisti dovrebbero ‘federarsi’, la musica e’ molto diversa: “Dal premier Draghi un importante messaggio di chiarezza sul vaccino obbligatorio. Esiste una prevalente responsabilita’ sociale e collettiva”, dice la deputata forzista Annagrazia Calabria. Per Licia Ronzulli, la vicepresidente al Senato, “e’ un altro passo avanti nella lotta al Covid”. La conferenza stampa del presidente Draghi “e’ stata un salutare bagno di realismo”, plaude pure la presidente dei senatori Anna Maria Bernini. Posizioni che indicano in maniera inequivocabile come, nonostante le parole distensive del coordinatore Antonio Tajani (“L’unita’ non e’ che si basa sul Green pass…”), gli ostacoli sulla strada di una maggiore integrazione del centrodestra di governo siano destinati ad aumentare. Per Salvini se su un piatto della bilancia ci sono delicatissimi equilibri di governo, dall’altro pesano le insidie di Fratelli d’Italia, ormai primo partito in Italia secondo alcuni sondaggi. “Auspichiamo che la Lega non ceda al ricatto e alle minacce di M5s e PD e sul green pass decida in maniera coerente con le posizioni tenute fino ad ora”, la sfida lanciata dal capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida. Quello sulla patente d’immunita’ si sommera’ ad un altro voto bollente alla Camera: la mozione di sfiducia contro la ministra Luciana Lamorgese annunciata dal partito di Giorgia Meloni. Nonostante un’estate costellata da attacchi e critiche alla titolare del Viminale, e’ molto difficile che la Lega possa votare a favore. Eppure, anche su questo, e nonostante l’operato di Lamorgese sia stato difeso a spada tratta dallo stesso Draghi, la Lega non demorde. “Il ministro Lamorgese? Lasciamo parlare i numeri. Tralasciando Rave Party abusivi, Baby Gang e violenze diffuse. Un incontro con lei e il presidente Draghi e’ urgente e necessario”, dicono da via Bellerio elencando “gli sbarchi del 2021 (39.410)”, quelli “del 2020 (19.339), del 2019 quando Salvini era al Viminale (5.135)” e, infine, “del 2018 (20.077)”. A sostegno della ministra si schiera subito il segretario dem Enrico Letta che chiede a Salvini un chiarimento sul Green pass: “Non si puo’ concordare con le parole di Draghi oggi e allo stesso tempo votare contro il Green pass in Parlamento. Le due cose sono incompatibili. Va bene per noi andare avanti ed estendere l’obbligo vaccinale e il Green pass”. Meno definita allo stato la posizione dei Cinque Stelle, che rischiano di spaccarsi proprio sull’obbligo. Il leader Giuseppe Conte, infatti, sabato scorso da Ceglie Messapica avava ribadito la sua contrarieta’.

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Napoli

De Luca: Manfredi smentisca consulenze a docenti Federico II

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Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, chiede al commissario di Bagnoli, vale a dire il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, di smentire quanto “sostengono gli esponenti di Fratelli d’Italia di Napoli in merito alle consulenze a docenti della Federico II”. “Io suggerirei al commissario di smentire queste illazioni oppure di fornire l’elenco delle consulenze date a docenti della Federico II per stroncare e bloccare eventuali speculazioni”, ha sottolineato De Luca.

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In Evidenza

Ancora un Commissario: per il granchio blu e per la peste suina

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Parola mantenuta sul decreto di sostegno all’agricoltura preannunciato, a metà marzo a Roma, dal ministro Francesco Lollobrigida alla Conferenza organizzativa della Cia-Agricoltori Italiani, e frutto della collaborazione di più ministeri, – a partire da Difesa, Ambiente, Salute, Turismo – , nonché di ulteriori confronti con tutte le organizzazioni di rappresentanza del settore primario. Oggi ha preso forma in dodici articoli e verrà presentato la prossima settimana in Consiglio dei ministri. Al traguardo di un working in progress reso noto in più occasioni dallo stesso ministro Lollobrigida, ma senza fornire i dettagli sulle misure di aiuto “per rispetto – ha detto – del Cdm dove verrà discusso”. L’obiettivo dichiarato, durante la 75/ma assemblea di Fruitimprese, è quello di affrontare non solo le situazioni critiche ma anche per mettere in campo una strategia volta a migliorare i controlli del settore e altre questioni che riguardano “un mondo che deve essere protetto, salvaguardato e promosso”, ha sottolineato Lollobrigida.

Stando all’ultima bozza del provvedimento, il dl Agricoltura di prossimo varo prevede aiuti alle imprese danneggiate dalla guerra in Ucraina ma anche dal proliferare del granchio blu per cui arriva un commissario straordinario nazionale in carica fino al 2026, o per i produttori colpiti dalla “moria dei kiwi”, oltre a nuovi interventi per arginare la peste suina e il rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali. E per limitare l’uso del suolo agricolo si dispone che “le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’istallazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra”. La società “Sistema informatico nazionale per lo sviluppo dell’Agricoltura – Sin Spa” viene incorporata nell’Agenzia per le erogazione in Agricoltura, Agea.

Inoltre per far fronte alla complessa situazione epidemiologica derivante dalla diffusione delle Peste suina africana (Psa) i piani di contrasto al proliferare dei cinghiali lungo l’intera Penisola verranno attuati anche mediante il personale delle Forze armate, previa frequenza di specifici corsi di formazione e mediante l’utilizzo di idoneo equipaggiamento. Sarà coinvolto un contingente di massimo 177 unità, e per un periodo non superiore a 12 mesi, con spese a carico, viene precisato nel testo, del Commissario straordinario preposto al contrasto Psa.

Il decreto guarda anche al settore pesca e dell’acquacoltura per contenere gli effetti della crisi economica conseguente alla diffusione del granchio blu. Le imprese della comparto che nel 2023 hanno subito una riduzione del volume d’affari, pari almeno al 20 per cento rispetto all’anno precedente, previa autocertificazione potranno avvalersi della sospensione per 12 mesi delle rate dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale, cambiali agrarie comprese. “In questo provvedimento – ha sottolineato Lollobrigida uscendo da Palazzo Chigi – ci saranno alcune delle cose che avevamo garantito. Sul granchio blu abbiamo fatto molto, e bisogna fare ancora di più: bisogna avere una strategia di carattere italiano ed europeo non solo per arginare i danni che vengono provocati ma anche per trovare una soluzione definitiva”.

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Politica

Pichetto: norme per il nucleare entro la legislatura

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Entro questa legislatura, il governo Meloni vuole varare tutta la normativa necessaria per reintrodurre il nucleare in Italia. Questo perché i primi reattori a fissione di 4/a generazione, quelli su cui punta l’esecutivo, dovrebbero andare in produzione alla fine del decennio. E per quella data, il governo vuole avere pronto il quadro giuridico per installarli e farli funzionare. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha annunciato i suoi obiettivi in una intervista a Radio 24. Alla domanda del giornalista se entro la legislatura potrà essere cambiato il quadro legislativo sul nucleare, Pichetto ha risposto “sì. Io ce la metto tutta. Questo è il mandato del governo e del Parlamento”.

Il ministro ha spiegato più volte che non vuole tornare alle grandi centrali, come in Francia, ma puntare sugli “small modular reactors”, il nucleare di 4/a generazione: in pratica, motori di sommergibili chiusi dentro cilindri di metallo, economici e facili da costruire e da gestire. Quattro moduli da 100 megawatt, installati insieme, forniscono l’elettricità di una centrale a gas. Secondo Pichetto, potrebbero essere direttamente i consorzi industriali a farsi la “loro” centrale. Ma i tempi per avere i piccoli reattori modulari, ha spiegato oggi il ministro, “sono 2, 3, 4 anni, il prodotto non c’è ancora.

Si parla di avere le condizioni di produzione di questi piccoli reattori alla fine di questo decennio. Vuol dire che in questa legislatura dobbiamo avere tutto a posto” dal punto di vista giuridico. Pichetto il 27 aprile ha incaricato il giurista Giovanni Guzzetta di di costituire un gruppo di lavoro per ridisegnare tutta la normativa sul nucleare in Italia, in vista del ritorno delle centrali atomiche nel nostro paese. La questione non è secondaria.

Dopo l’abbandono del nucleare nel 1987, nel nostro Paese non c’è più una disciplina sulle autorizzazioni degli impianti e sul loro funzionamento. E non ci sono neppure le fondamentali normative sulla sicurezza. Senza leggi e regolamenti, non si possono riaprire le centrali. Il ceo di Newcleo, la principale società italiana per il nucleare, Stefano Buono, giorni fa fa ha dichiarato che “se il quadro normativo verrà stabilito rapidamente, potremmo prevedere di dispiegare i primi Small Modular Reactors in Italia entro il 2033”. Ma il rinnovo delle regole non è l’unico problema.

Gli italiani hanno detto no al nucleare due volte, con i referendum del 1987 e del 2011. Il governo sostiene che questi no non sono più validi, perché si riferiscono alle grandi centrali di 3/a generazione, e non agli small modular reactors. Ma l’opposizione all’atomo resta forte nel Paese: l’opposizione di sinistra è contraria, e così gli ambientalisti, convinti che il nucleare sia inutile e costoso, e che occorra invece puntare sulle rinnovabili. In caso di ritorno all’atomo, un nuovo referendum è un’ipotesi tutt’altro che improbabile, e dall’esito incerto. E poi c’è la questione del deposito nazionale delle scorie nucleari, mai realizzato da decenni, per le fortissime opposizioni popolari. Pichetto ha detto che punta a individuare il sito entro la legislatura, fra le 51 ipotesi individuate dalla Sogin (la società pubblica per lo smantellamento delle centrali), in Piemonte, Lazio, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna.

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