Collegati con noi

Cinema

Venezia di premi Oscar, Tornatore racconta Morricone

Pubblicato

del

Aveva dato forma musicale al primo sogno, quel Nuovo cinema Paradiso che nel 1988 lo porto’ giovanissimo alla notorieta’ mondiale e con cui vinse l’Oscar e da quel momento le note da brividi del maestro Ennio Morricone sono sempre state colonna sonora dei suoi film. Ma non solo: Giuseppe Tornatore, Peppuccio come lo stesso compositore lo chiamo’ nel messaggio di addio, era diventato negli anni, nonostante la differenza di eta’, un suo grande amico e non solo collaboratore trentennale del suo cinema. Cosi’ dopo il libro ‘Ennio, un maestro’ (HarperCollins Italia) del 2018, confessione-testimonianza-intervista, Tornatore ha realizzato il film documentario ‘Ennio’, un omaggio che in prima mondiale sara’ Fuori Concorso alla Mostra del cinema di Venezia, annunciato oggi dalla Biennale. Il regista e’ chiuso in sala di montaggio per un editing lungo, vista l’abbondanza dei materiali sul musicista che tra film e tv e’ stato autore di oltre 500 colonne sonore, vincitore di tantissimi premi tra cui due Oscar, quello alla carriera nel 2007 che gli consegno’ Clint Eastwood e quello per The Hateful Eight di Tarantino nel 2016 dopo averne lisciati altri 4 tra cui quello per The Mission nel 1987 cui teneva tantissimo e per Malena sempre di Tornatore. Il film e’ una coproduzione Italia-Belgio-Cina-Giappone, prodotto da Gianni Russo e Gabriele Costa per piano B Produzioni Srl, in sala in Italia con Lucky Red e vede nel parterre produttivo anche Wong Kar Wai. E cosi’ un altro premio Oscar italiano si aggiunge in cartellone a Venezia dopo Paolo Sorrentino che presentera’ in concorso il suo film piu’ intimo, personale, autobiografico, E’ stata la mano di Dio (Netflix). Un film che raccontera’ molto del legame non reciso ma solo sospeso di Sorrentino e di quegli anni formativi a Napoliche ora, a 20 anni esatti dal primo film L’uomo in piu’ con Toni Servillo, diventa racconto di destino e famiglia, sport e cinema, amore e perdita nella storia di Fabietto, ragazzo nella tumultuosa Napoli degli anni ’80. Intanto il regista napoletano e’ al lavoro: ha firmato l’accordo, rimbalza da Indiewire, per il prossimo film con Jennifer Lawrence. I due insieme hanno per ora accantonato l’annunciato Mob Girl a favore di un altro progetto su cui si e’ scatenata una specie di asta tra i colossi dello streaming, Netflix e Amazon in particolare, che per 80 milioni di dollari se lo stanno aggiudicando. Si tratta del biopic su Sue Mengers che a Hollywood tra gli anni ’60 e ’70 incrino’ il soffitto di cristallo imponendosi in un ambiente decisamente maschile. Tra i suoi clienti Candice Bergen, Gene Hackman, Barbra Streisand, Cher, Joan Collins, Faye Dunaway, Ali McGraw, Steve McQueen, Burt Reynolds. La Lawrence e’ poi attesissima su Netflix con Leonardo DiCaprio nella commedia di Adam McKay’s “Don’t Look Up”. Un “romanzo audiovisivo” definisce Tornatore il suo film Ennio sulla formidabile parabola esistenziale ed artistica di uno dei musicisti piu’ amati del ‘900. Ennio raccontera’ anche aspetti poco noti, come la sua passione per gli scacchi e l’origine realistica di certe sue intuizioni musicali come accade per l’urlo del coyote che gli suggeri’ il tema de Il buono il brutto, il cattivo, o il battere ritmato delle mani su alcuni bidoni di latta da parte degli scioperanti in testa ad un corteo di protesta per le vie di Roma che gli ispiro’ il bellissimo tema di Sostiene Pereira. “Ho lavorato trent’anni con Ennio Morricone – ha dichiarato Giuseppe Tornatore – Durante tutto questo tempo il nostro rapporto di amicizia si e’ consolidato sempre di piu’. E oggi si e’ avverato il sogno. Ho voluto realizzare ‘Ennio’ per far conoscere la storia di Morricone al pubblico di tutto il mondo che ama le sue musiche. Non si e’ trattato solo di farmi raccontare da lui stesso la sua vita e il suo magico rapporto con la musica, ma anche di cercare negli archivi di mezzo mondo interviste di repertorio e altre immagini relative alle innumerevoli collaborazioni svolte in passato da Morricone con i cineasti piu’ importanti della sua carriera”. Tra i materiali interviste a Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i Taviani, Verdone, Barry Levinson, Roland Joffe’, Oliver Stone, Quentin Tarantino, Bruce Springsteen, Nicola Piovani, Hans Zimmer e Pat Metheny. Nel 2019 presentando insieme a Bologna il libro Ennio, un maestro, Tornatore confesso’ di aver usato le note del maestro persino a sua insaputa gia’ molti anni prima di conoscerlo, quando abitava ancora in Sicilia: in un documentario politico commissionatogli dalla sezione del Partito Comunista del suo paese dove prese a prestito la partitura di ‘Novecento’ di Bertolucci o in un altro sui problemi ambientali della Sicilia dove aveva usato le musiche de ‘Il deserto dei Tartari’ di Valerio Zurlini. “Ho fatto delle musiche buone per Peppuccio perche’ i suoi film lo meritavano”, aveva detto con l’umilta’ di sempre.

Advertisement

Cinema

Al Festival del cinema di Cannes si userà l’AI per la sicurezza

Pubblicato

del

Intelligenza artificiale, codici QR, pulsanti di chiamata: la sicurezza del 77 Festival di Cannes sara’ all’insegna della tecnologia con dispositivi sperimentali che la Francia vuole testare anche in vista delle Olimpiadi di Parigi. Con il solito stuolo di star, la folla che cerca di intravederle e i 4.500 giornalisti accreditati, il festival di quest’anno (14-25 maggio) sara’ sorvegliato da 17 “telecamere di protezione video che utilizzano sistemi di intelligenza artificiale”, ha annunciato il municipio di Cannes.

La tecnologia è stata installata “in via sperimentale” intorno al Palais des Festival, l’area piu’ sorvegliata dove si svolgono le proiezioni e dove sono attesi Francis Ford Coppola, George Lucas, Emma Stone, Selena Gomez, Catherine Deneuve e Demi Moore. Il complesso sistema consentira’ al Centro di Protezione Urbana (CPU) della citta’ di “individuare eventi o comportamenti ritenuti sospetti o a rischio” e aiutera’ a rilevare pacchi abbandonati, la presenza di armi, persone a terra o qualsiasi movimento strano proveniente dalla folla.

Richieste “a partire dal 2019”, queste “risorse tecnologiche di sorveglianza aggiuntive” potranno essere utilizzate durante questa edizione grazie “alla legge relativa ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024”, ha spiegato il sindaco di Cannes, David Lisnard. Queste telecamere saranno abbinate alla “rete di videosorveglianza piu’ fitta di Francia”, con 884 telecamere, cioe’ “una ogni 84 abitanti”, per “rendere piu’ efficace il sistema di sicurezza”, ha spiegato. Un altro supporto tecnico e’ caratterizzato dai “462 pulsanti di chiamata d’emergenza, collegati direttamente alla CPU” che “sono stati distribuiti in modo pionieristico dal Comune negli spazi pubblici, cosi’ come nelle scuole, negli asili nido, negli edifici e nelle strutture pubbliche, nei luoghi di culto e nei negozi”.

Riguardo al numero di agenti coinvolti, il Ministero dell’Interno ha cercato di rassicurare l’opinione pubblica spiegando che saranno impiegate quattro unita’ mobili di circa 100 agenti ciascuna, come avvenuto negli scorsi anni. Secondo la prefettura, le disposizioni di sicurezza saranno presentate il giorno prima dell’apertura dell’evento. Da parte loro, gli organizzatori hanno mobilitato 400 guardie di sicurezza per controllare e monitorare le persone all’interno del Palais. Il festival, infine, prevede anche un gran numero di feste private organizzate sulle spiagge, nelle ville o sugli yacht, che faranno ricorso a societa’ di sicurezza private.

Ad esempio, sulla spiaggia Magnum di fronte all’hotel JW Marriott, che ha ospitato le feste di tre film vincitori della Palma d’Oro, verranno installati dei codici QR, il che significa “che tutti dovranno essere accreditati in anticipo”, spiegano ancora le autorità cittadine. Anche all’hotel Carlton, dove alloggia la presidente della giuria, l’americana Greta Gerwig, “la sicurezza sara’ rafforzata”.

Continua a leggere

Cinema

Garrone e Cortellesi trionfano ai David di Donatello

Pubblicato

del

Alla fine a vincere è Io capitano di Matteo Garrone che, con le avventure di Seydou e Moussa che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa, si porta a casa ben sette statuette tra cui le due più importanti: miglior film, regia, fotografia, montaggio, suono, produttore ed effetti visivi. È il verdetto della 69/a edizione dei premi David di Donatello, diventati per la prima volta molto più spettacolo, in onda in prima serata su Rai 1 dagli studi di Cinecittà con la conduzione Carlo Conti e Alessia Marcuzzi, Il film con più candidature, C’è ancora domani di Paola Cortellesi, storia del riscatto di una donna, moglie e madre, nella Roma della seconda metà degli anni Quaranta, vince sei statuette: il già acquisito David dello spettatore, l’attrice protagonista andato a Cortellesi, l’attrice non protagonista ad Emanuela Fanelli, la miglior sceneggiatura originale, il miglior esordio alla regia e il David giovani.

Bene Rapito di Marco Bellocchio, che racconta un episodio del 1858, quando un giovane ebreo di Bologna fu rapito dai soldati papali perché battezzato segretamente dalla balia, che vince i David per scenografia, costumi, sceneggiatura non originale, trucco e acconciatura. Palazzina Laf di Michele Riondino, film dal forte impianto civile che si svolge all’Ilva di Taranto nel 1997, ottiene la statuetta per il miglior attore protagonista, lo stesso Riondino, per l’attore non protagonista ad Elio Germano, per la canzone originale a Diodato che dedica il premio alla “mia terra e a Taranto, una città che soffre”.

Adagio di Stefano Sollima, ultima parte della trilogia criminale, ottiene invece il David al compositore (Subsonica). Delusione infine per La Chimera di Alice Rohrwacher, viaggio poetico negli anni ’80, nel mondo clandestino dei “tombaroli”; per Comandante di Edoardo De Angelis sulla figura di Salvatore Todaro, eroica guida del sommergibile Comandante Cappellini durante la seconda guerra mondiale, interpretato da Pierfrancesco Favino, e per Il Sol dell’avvenire, il nostalgico ultimo film di Nanni Moretti. Tra i momenti belli di questa edizione: la voce di Fellini e l’omaggio al regista di Amarcord a inizio programma nel mitico studio 5 di Cinecittà; Pierfrancesco Favino e Anna Ferzetti che ballano sul tappeto rosso presidiato da Fabrizio Biggio; Vincenzo Mollica che ricevendo il David speciale si prende la standing ovation, racconta il gesto dell’ombrello ai lavoratori fatto da Alberto Sordi e confessa che, se potesse vedere di nuovo, vorrebbe rivedere moglie e figlia. Garrone, ricevendo il premio alla regia per Io capitano, sottolinea il senso di “un film che nasce dalla voglia di ascoltare e raccontare quella parte di viaggio che nessuno vede mai”, mentre i due protagonisti, Seydou e Moussa, ringraziano gli italiani e tutti quelli “che salvano i migranti in mare”.

Cortellesi, nel ricevere il David del pubblico, commenta: “Non mi piace che li si consideri una massa di estranei, anonimi spettatori” e ringrazia “i 5 milioni di spettatori che hanno fatto il gesto eroico di andare al cinema”, senza tralasciare l’ironia quanto parla del suo esordio alla regia “alle soglie della menopausa”; mentre la bravissima Emanuela Fanelli sottolinea: “Faccio una menzione specialissima per mamma e papà che ora sono sul divano a piangere per il mio premio”. Elio Germano, miglior attore non protagonista per Palazzina Laf dice: “Non possiamo fare a meno di lottare, io e Riondino, questo è un film molto attuale che parla di lavoro, tema che sembra dimenticato oggi dal cinema, e di Taranto violentata dal profitto. Sono tante le persone ci hanno raccontato le loro palazzine Laf”. Infine un sempre più disincantato Bellocchio nel ricevere il premio alla migliore sceneggiatura non originale dice : “Ho tante battute, ma sono sempre le stesse, dirò solo che la mia età mi fa dire che questo riconoscimento mi rende moderatamente soddisfatto e spero solo di avere la mente a posto per fare altri film”.

Non manca qualche accento polemico quando il David per i migliori costumi viene assegnato a Sergio Ballo e Daria Calvelli per Rapito, che ricevono il premio nel teatro 18: “Avremmo preferito condividere la sala con i colleghi, purtroppo il nostro lavoro di costumisti e scenografi viene visto come le vetriniste e le domestiche”, dice Ballo. E Conti spiega: “Aver portato alcune categorie in alcuni spazi speciali ci sembrava una ricchezza, non una deminutio”. Serata davvero monstre in quanto a ospiti con i registi premio Oscar Justine Triet (David miglior film internazionale per Anatomia di una caduta) e Paolo Sorrentino, le attrici Claudia Gerini, Eleonora Giorgi, Elena Sofia Ricci e Isabella Rossellini, gli attori Federico Ielapi, Nicolas Maupas e Josh O’Connor, le cantanti Malika Ayane e Giorgia e i cantanti Irama e Mahmood.

Continua a leggere

Cinema

A Cannes Meryl Streep è Palma d’oro

Pubblicato

del

Meryl Streep, leggenda del cinema, l’attrice che con i suoi tre Oscar (e 21 nomination) è nell’Olimpo subito sotto Katherine Hepburn, torna sulla Croisette. Nella cerimonia di apertura condotta da Camille Cottin, il 14 maggio al Grand Theatre Lumiere, il 77/o festival di Cannes la premierà con la Palma d’Oro onoraria. Manca da Cannes incredibilmente dal 1989, quando vinse come migliore attrice per Un grido nella notte diretto da Fred Schepisi.

“Sono immensamente onorata di ricevere la notizia di questo prestigioso riconoscimento. Vincere un premio a Cannes, per la comunità internazionale degli artisti, ha sempre rappresentato il traguardo più alto nell’arte del cinema”, ha commentato Streep, 74 anni e una filmografia in cui è difficile scegliere, tanto è vasta di pellicole che hanno fatto la storia del cinema, dal Cacciatore a Piccole Donne diretto da Greta Gerwig, presidente della giuria quest’anno. “Stare all’ombra di coloro che sono stati precedentemente onorati è umiliante ed emozionante in egual misura. Non vedo l’ora di venire in Francia per ringraziare tutti di persona a maggio!”, ha proseguito. Meryl Streep è nell’immaginario collettivo come hanno ricordato la presidente Iris Knobloch e il delegato generale del festival Thierry Fremaux, annunciando oggi il nome che si aggiunge a George Lucas (alla cerimonia di chiusura sabato 25 maggio con il Palmares consegnato dalla Presidente della Giuria, Greta Gerwig) e allo Studio Ghibli.

“Abbiamo tutti qualcosa in noi di Meryl Streep!” hanno detto, “Qualcosa in noi che ricorda Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie, La mia Africa, I ponti di Madison County, Il diavolo veste Prada e Mamma Mia!. Poiché ha attraversato quasi 50 anni di cinema e incarnato innumerevoli capolavori, Meryl Streep fa parte del nostro immaginario collettivo, del nostro comune amore per il cinema”. Lo stesso premio negli anni scorsi è andato Jeanne Moreau, Catherine Deneuve, Jane Fonda, Agnès Varda, Jodie Foster e al nostro Marco Bellocchio. Un grande ritorno a distanza di 35 anni quello dell’attrice che è anche un’icona progressista e che ha sempre appoggiato le battaglie dei diritti femminili.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto