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Esteri

Afghanistan nel caos, autobomba kamikaze nel cuore di Kabul

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Non si ferma la violenza in Afghanistan e a Kabul scorre ancora il sangue. Prima una fortissima esplosione, seguita da uno scontro a fuoco, poi un’altra deflagrazione con un’altra sparatoria hanno segnato un’altra giornata di caos nel Paese, dove non si ferma l’offensiva dei talebani. Un’autobomba, guidata da un kamikaze, e’ stata lanciata contro la residenza del ministro della Difesa Bismillah Mohammadi, rimasto illeso. Poche ore dopo una seconda detonazione, seguita da una sparatoria nel centro della citta’. Una fonte della sicurezza afghana ha riferito di tre persone rimaste uccise e due ferite nella prima deflagrazione, senza fornire ulteriori dettagli. Un nuovo episodio immediatamente condannato dagli Stati Uniti che parlano “senza ambiguita’” di attentati “di marchio talebano”, ha commentato il portavoce del dipartimento di Stato. La prima, gigantesca esplosione ha scosso la capitale con testimoni che hanno udito il forte rumore e hanno riferito di una densa nube di fumo che si e’ levata in cielo. “Forte esplosione al Bakhtawar Palace, non lontano dal nostro ospedale, e uno scontro armato in corso. Finora abbiamo ricevuto sei pazienti”, ha scritto Emergency in un tweet. Nel mirino degli attacchi e’ stata la ‘green zone’, quella nel centro della capitale afghana che ospita gli edifici governativi, tra cui il palazzo presidenziale, le ambasciate e le sedi delle agenzie umanitarie. “I terroristi hanno fatto esplodere un’auto piena di esplosivo in una zona residenziale di Kabul. Di conseguenza, alcuni terroristi sono entrati nelle case e si sono scontrati con le forze di sicurezza”, ha confermato il portavoce del ministero dell’Interno Mirwais Stanekzai. La prima deflagrazione e’ avvenuta in un momento in cui famiglie e giovani si stavano radunando nei ristoranti e nei caffe’ locali, racconta Al Jazeera. In un ristorante, si potevano vedere i clienti scappare dalle finestre, lasciandosi dietro tavoli pieni di narghile’, tavoli da backgammon e cibo non consumato. Le strade principali del centro commerciale della citta’, Shahr-e-Naw, erano piene di veicoli mentre le persone cercavano di fuggire dall’area. Di solito affollate, le attivita’ commerciali sono state abbandonate o lasciate con solo una manciata di clienti. Dopo gli attacchi centinaia di civili a Kabul sono scesi in strada e hanno cantato “Dio e’ il piu’ grande” per esprimere il loro sostegno alle forze governative afghane e all’opposizione ai talebani. Le esplosioni a Kabul sono l’ultimo episodio di una spirale di violenza che ha colpito l’Afghanistan negli ultimi mesi per l’offensiva dei talebani, che hanno ampliato le loro conquiste ad oltre meta’ del territorio nazionale dopo il ritiro delle forze internazionali. Nelle ultime 24 ore, almeno 40 civili sono morti e altri 118 sono rimasti feriti nei combattimenti tra gli insorti e forze afgane nella citta’ assediata di Lashkar Gah, nel sud del Paese. L’esercito ha chiesto alla popolazione di lasciare la citta’ per poter lanciare la controffensiva militare contro i talebani.

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Zelensky: situazione difficile ma resistiamo nel Kursk

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“Il Comandante in Capo Oleksandr Syrskyi ha fornito un aggiornamento sulla situazione in prima linea. In molte direzioni la situazione rimane difficile”. Lo scrive Volodymyr Zelensky su X. “Solo a mezzogiorno, si sono già verificati quasi 70 attacchi russi. Gli scontri si concentrano nelle direzioni di Pokrovsk, Kramatorsk, Lyman e Kursk”. E “le nostre forze continuano le operazioni difensive in aree specifiche delle regioni di Kursk e Belgorod”, ha assicurato, dopo che ieri Mosca aveva annunciato la completa riconquista del Kursk. Zelensky ha chiesto una rinnovata pressione sulla Russia ad accettare la tregua proposta dagli Usa.

Secondo Zelensky “la situazione in prima linea e l’azione dell’esercito russo dimostrano che l’attuale pressione globale sulla Russia non è sufficiente a porre fine a questa guerra. Presto saranno passati cinquanta giorni da quando la Russia ha iniziato a ignorare la proposta degli Stati Uniti di un cessate il fuoco completo e incondizionato, una proposta che l’Ucraina aveva accettato l’11 marzo”. Per questo motivo, “è necessaria una pressione più tangibile sulla Russia per creare maggiori opportunità per una vera diplomazia”, ha avvertito, ringraziando “tutti coloro che sono al fianco dell’Ucraina”.

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Tragedia al festival Lapu Lapu a Vancouver: suv travolge la folla, morti e feriti

Durante il festival filippino Lapu Lapu a Vancouver, un suv ha investito la folla causando diversi morti e feriti. Arrestato il conducente. La città è sconvolta.

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Diverse persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite durante il festival del “Giorno di Lapu Lapu” a Vancouver, nell’ovest del Canada, quando un suv ha investito la folla. La polizia locale ha confermato che il conducente è stato arrestato subito dopo l’incidente, avvenuto intorno alle 20 ora locale (le 5 del mattino in Italia).

Il cordoglio della città e della comunità filippina

La tragedia ha sconvolto l’intera città e, in particolare, la comunità filippina di Vancouver, che ogni anno organizza il festival in onore di Lapu Lapu, eroe della resistenza contro la colonizzazione spagnola nel XVI secolo. Il sindaco Ken Sim ha espresso il proprio dolore: «I nostri pensieri sono con tutte le persone colpite e con la comunità filippina di Vancouver in questo momento incredibilmente difficile», ha scritto su X.

Le drammatiche immagini dell’incidente

Secondo quanto riferito dalla polizia e riportato dalla Canadian Press, il suv ha travolto la folla all’incrocio tra East 41st Avenue e Fraser Street, nel quartiere di South Vancouver. I video e le immagini diffusi sui social mostrano scene drammatiche: corpi a terra, detriti lungo la strada e un suv nero gravemente danneggiato nella parte anteriore. Testimoni parlano di almeno sette persone rimaste immobili sull’asfalto.

Il dolore delle autorità

Anche il premier della Columbia Britannica, David Eby, ha commentato la tragedia: «Sono scioccato e con il cuore spezzato nell’apprendere delle vite perse e dei feriti al festival». La comunità è ora unita nel cordoglio, mentre proseguono le indagini per chiarire le cause dell’accaduto.

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Trump spinge per il cessate il fuoco in Ucraina: “Ora Putin deve aprire ai colloqui diretti”

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Donald Trump ha deciso di accelerare i tempi. Dopo mesi di logoramento sul fronte, ora il presidente americano punta a ottenere da Vladimir Putin un’apertura concreta ai colloqui diretti, oltre a una tregua immediata e “senza condizioni” che apra la strada ai negoziati di pace. A dirlo chiaramente è stato lo stesso Trump, mentre da Mosca il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che la Russia è pronta a negoziare.

Il piano di Trump e la controproposta di Kiev

Mentre la Russia rivendica la completa riconquista della regione di Kursk, l’Ucraina propone come contromossa uno schieramento internazionale che impedisca futuri attacchi russi. Una misura di garanzia per evitare che la tregua si trasformi in una nuova aggressione. Nonostante le difficoltà militari, Volodymyr Zelensky sembra disposto a valutare un compromesso “dignitoso” per salvaguardare l’indipendenza ucraina dopo tre anni di guerra.

Il compromesso proposto da Kiev prevede:

  • La difesa della sovranità nazionale senza limitazioni sull’esercito.

  • L’utilizzo degli asset russi congelati in Occidente per il risarcimento dei danni di guerra.

L’ombra della resa dei conti e la pressione di Trump su Putin

Trump, incontrando Zelensky a Roma all’ombra della Cupola di San Pietro, ha fatto capire che il tempo stringe. Ammette apertamente il sospetto che Putin voglia “continuare la guerra” per logorare la situazione e far perdere tempo agli Stati Uniti. Una strategia che Trump non intende subire, rilanciando l’obiettivo di concludere la guerra nei primi 100 giorni della sua presidenza.

L’annuncio della riconquista russa della regione di Kursk, accompagnato dal primo riconoscimento ufficiale dell’uso di truppe nordcoreane da parte di Mosca, alimenta le preoccupazioni. Ma allo stesso tempo, la Russia continua a mostrare difficoltà economiche profonde nonostante il regime autarchico tenti di nascondere la crisi.

Il difficile equilibrio: salvare l’onore per tutti

Per Trump, per Putin e per Zelensky l’obiettivo è quello di poter dichiarare una vittoria:

  • Trump vuole essere il presidente che ha portato la pace.

  • Putin vuole presentarsi come il difensore della “Madre Russia” contro l’Occidente.

  • Zelensky vuole salvaguardare la sovranità e l’onore nazionale.

Il 9 maggio, data simbolica della vittoria sovietica sul nazismo, si avvicina. Putin punta a presentarsi come vincitore, ma senza un vero accordo, la guerra rischia di continuare nel logoramento reciproco.

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