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Fame zero e neutralità climatica, ecco il patto del G20 di Matera

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Il G20 sigla il patto di Matera per “ridurre il divario tra il nord e il sud” del mondo. Con l’obiettivo di sconfiggere la fame entro il 2030 ed ottenere la neutralita’ climatica nel 2050. Sfide globali, sottolinea il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che possono essere vinte soltanto con la “cooperazione internazionale”, superando le “differenze” fisiologiche all’interno di un format cosi’ esteso. Nel 2021 i dati sulla fame del mondo fanno ancora paura. Oltre 840 milioni di persone rischiano di non avere cibo sufficiente in questo decennio. Senza contare i 100 milioni che hanno perso il lavoro e il reddito a causa del Covid-19. Da questo punto di vista, l’intensa giornata dei lavori al G20 Esteri si e’ conclusa con i risultati che la presidenza italiana si era prefissa alla vigilia. I rappresentati delle principali economie mondiali hanno adottato la Dichiarazione di Matera sulla sicurezza alimentare, la prima nel suo genere, per un mondo libero dalla fame entro il 2030. “Una pietra miliare”, ha affermato Di Maio, rivendicando con “orgoglio” la firma di un “documento concreto qui a Matera”, che punta a investimenti dei Paesi piu’ ricchi per ottenere “risultati stabili a medio-lungo termine”.

Il patto di Matera sull’alimentazione valorizza il ruolo della Food Coalition lanciata dall’Italia in ambito Fao. Ed e’ in linea con la strategia dell’Italia per affrontare le crisi globali che la pandemia ha acuito, ha sottolineato il titolare della Farnesina, rimarcando la “leadership dell’Onu” come “cardine di un sistema multilaterale efficace”. Proprio sotto l’egida delle Nazioni Unite si potra’ vincere un’altra sfida per la salute del pianeta. “Con le due Conferenze Onu sui cambiamenti climatici (Cop26) e sulla biodiversita’ (Cop15), abbiamo un’occasione imperdibile per attuare gli Accordi di Parigi, con l’adozione di impegni ambiziosi di breve termine e il sostegno all’obiettivo della neutralita’ climatica, che auspichiamo al 2050”, ha spiegato ancora Di Maio. L’Italia fara’ la sua parte da presidente del G20 e da partner del Regno Unito per la Cop26. E per aver piu’ peso a breve nominera’ un inviato speciale per il clima, come gia’ fatto da Stati Uniti e Gran Bretagna. Raggiungere la neutralita’ climatica non sara’ semplice, perche’ economie in ascesa come Cina e India spingono molto con le emissioni di C02.

Ma “al di la’ delle differenze e delle distanze al tavolo del G20, siamo tutti d’accordo che sul cambiamento climatico dobbiamo cooperare per rendere sostenibili le nostre societa’”, ha assicurato il capo della diplomazia italiana. Promuovere una ripresa sostenibile e inclusiva e’ un’altra delle priorita’ della presidenza italiana del G20. In questo senso l’Africa e’ stata ospite d’onore a Matera. In una riunione congiunta Esteri-Sviluppo (e’ stata la prima volta) e con una sessione specifica dei ministri dello Sviluppo, presieduta da Marina Sereni. Gli obiettivi che si e’ posto il G20 sono ambiziosi, ma Di Maio puo’ dirsi soddisfatto dei lavori di Matera. Perche’ l’Italia, ha sottolineato, si e’ dimostrata “assolutamente all’altezza di esercitare una leadership internazionale”. La “strada per la ripartenza” e’ “tracciata”, ora bisogna “percorrerla tutti insieme, senza egoismi”, e’ l’auspicio finale.

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Esteri

Ivanka Trump News elogia Giorgia Meloni: “Donna pulita e leader più attraente dell’UE”

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Un post pubblicato su X dall’account Ivanka Trump 🇺🇲 🦅 News ha acceso i riflettori su Giorgia Meloni, definita “la leader più attraente dell’Unione Europea”. L’immagine allegata ritrae la presidente del Consiglio italiana sorridente su un lettino, con indosso un costume da bagno che richiama i colori della bandiera italiana.

Il messaggio che accompagna lo scatto recita: “Lascia un ❤️ per una donna pulita, fantastica e senza tatuaggi, la leader più attraente dell’UE 🇪🇺!!!”. Una dichiarazione che va oltre l’elogio estetico, sottolineando valori considerati simbolici dalla destra americana: ordine, sobrietà e conservatorismo nei costumi.

Il post è solo l’ultimo segnale dei rapporti calorosi tra la famiglia Trump e Giorgia Meloni, rafforzati da un’intesa ideologica su immigrazione, difesa dell’identità nazionale e visione tradizionale della società. Donald Trump, tornato presidente degli Stati Uniti, ha già espresso pubblicamente ammirazione per la premier italiana in più occasioni.

L’episodio conferma la crescente sintonia politica e mediatica tra due mondi che, seppur geograficamente lontani, condividono una visione del potere fondata su patriottismo, sovranismo e comunicazione diretta con il popolo.

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Esteri

Processo Maradona, la testimonianza shock di Villarejo: “Sedato senza esami. Ricovero in terapia intensiva trasformato in caos”

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Nel quattordicesimo giorno del processo per la morte di Diego Armando Maradona, ha deposto il dottor Fernando Villarejo, responsabile della terapia intensiva della Clinica Olivos, dove il campione fu operato per un ematoma subdurale il 2 novembre 2020, appena 23 giorni prima della sua morte.

Villarejo, 67 anni, con oltre 40 anni di esperienza, ha dichiarato davanti ai giudici del Tribunale Penale Orale n. 3 di San Isidro che Maradona fu operato senza alcun esame preoperatorio, esclusivamente per volontà del suo medico di fiducia, il neurochirurgo Leopoldo Luque, nonostante non vi fosse, secondo i medici della clinica, alcuna urgenza immediata.

Trattamento per astinenza e decisione di sedazione

Tre giorni dopo l’intervento, Villarejo partecipò a un incontro con la famiglia e i medici curanti. Fu allora che Luque e la psichiatra Agustina Cosachov confermarono che l’obiettivo era trattare i sintomi di astinenza da sostanze e alcol.

«Maradona era ingestibile, difficile da trattare dal punto di vista comportamentale», ha riferito Villarejo, aggiungendo che Luque e Cosachov ordinarono di sedare il paziente, consapevoli dei rischi: depressione respiratoria, complicazioni infettive, cutanee e nutrizionali. La sedazione iniziò il 5 novembre e durò poco più di 24 ore, finché lo stesso Villarejo decise di ridurla, vista l’assenza di un piano preciso.

Il caos in terapia intensiva: “Potevano entrare con hamburger o medicine”

Il medico ha denunciato un clima caotico nel reparto: «Troppe persone in terapia intensiva, potevano portare hamburger o qualsiasi altra cosa. È stato vergognoso, scandaloso». Ha poi ammesso: «Mi dichiaro colpevole, ero una pedina su una scacchiera con un re e una regina», riferendosi al peso dell’ambiente vicino a Maradona.

Ricovero domiciliare e responsabilità

Villarejo ha raccontato che il ricovero presso la clinica non era più sostenibile. Fu deciso il trasferimento a casa, dove secondo l’ultima pagina della cartella clinica, fu la famiglia a chiedere l’assistenza domiciliare, sostenuta da Luque e Cosachov.

In aula ha testimoniato anche Nelsa Pérez, dipendente della società Medidom incaricata dell’assistenza a casa Maradona. Pérez ha ammesso che, secondo lei, in Argentina non esistono ricoveri domiciliari, ma che il termine viene usato per semplificazione. La testimone ha nominato Mariano Perroni come coordinatore dell’équipe, composta dagli infermieri Dahiana Madrid e Ricardo Almirón.

Tensione in aula: accuse di falsa testimonianza

Le affermazioni di Pérez hanno generato momenti di alta tensione in aula. Gli avvocati Fernando Burlando e Julio Rivas hanno chiesto la detenzione della testimone per falsa testimonianza, ma i giudici hanno rigettato la richiesta.

Nel corso del controinterrogatorio, Pérez ha confermato che non fu ordinato alcun monitoraggio dei parametri vitali, ma che veniva comunque effettuato dall’infermiera per scrupolo, a causa di precedenti episodi di tachicardia.

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Ambiente

Qualità dell’aria in Italia, allarme inquinamento: superati i limiti UE e OMS già nel primo trimestre 2025

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I dati raccolti nei primi tre mesi del 2025 confermano una situazione drammatica per la qualità dell’aria nelle città italiane. Secondo l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile, promosso da Clean Cities Campaign e Kyoto Club, in molti capoluoghi i livelli di PM2,5 (polveri sottili) e biossido di azoto (NO₂) hanno superato abbondantemente i limitifissati dalla Direttiva europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In alcune zone urbane, come Torino Rebaudengo, non si è registrato neanche un giorno sotto i limiti dall’inizio dell’anno, evidenziando un’emergenza ormai strutturale.

Le città più colpite: Padova, Milano, Napoli, Torino e Palermo

Per quanto riguarda il PM2,5, i superamenti dei limiti sono stati registrati già nel primo trimestre nelle città di Padova, Milano, Brescia, Torino, Vicenza, Modena, Bergamo, Parma, Terni, Trento e Bologna.
La maglia nera per il biossido di azoto (NO₂) va invece a Palermo, Napoli, Messina, Genova, Torino, Catania, Milano, Vicenza, Venezia e Trento.

L’inquinamento come emergenza sanitaria

«L’inquinamento atmosferico è una vera emergenza sanitaria», afferma Roberto Romizi, presidente dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia). «Le evidenze scientifiche dimostrano l’aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari, neurodegenerative, problemi riproduttivi e disturbi dello sviluppo nei bambini. Non possiamo più permetterci esitazioni. Servono politiche urgenti e coraggiose, in linea con le indicazioni dell’OMS».

Le richieste di Kyoto Club: mobilità sostenibile e transizione energetica

Per Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, è essenziale «procedere rapidamente verso la decarbonizzazione, investendo in efficienza energetica, fonti rinnovabili e soprattutto mobilità sostenibile».
Una critica netta viene rivolta al Governo per la Legge di Bilancio 2025, che avrebbe dirottato risorse verso il Ponte di Messina, sottraendole a trasporto pubblico locale e mobilità attiva: «Così si aggrava l’emergenza climatica e sanitaria».

I numeri che preoccupano l’Europa

Secondo l’OMS, oltre 7 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’inquinamento atmosferico. L’Agenzia Europea dell’Ambiente stima decine di migliaia di morti premature ogni anno solo in Italia per esposizione a inquinanti.

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