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I dis-gusti del presidente della Repubblica Ceca Milos Zeman per i trans – gender

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Eh, sì! Finalmente il presidente della Repubblica Ceca, M. Zeman, ci ha fatto parte dei suoi “gusti” in materia di orientamento sessuale. Dice, in specie, che trova “dis-gustosi” i transgender. Solo loro, poverini. E sapete perché? Perché non li capisce. Mentre capisce, a quel che dice, i “gay e le lesbiche”. 

Questa complessa esternazione il Presidente Zeman, che ha lottato contro il socialismo reale nel suo Paese, ha militato nella socialdemocrazia post-comunista e infine ha fondato un “Partito dei diritti civili”, l’ha sviluppata in appoggio alla legge magiara anti-LGTB (dico le cose come stanno!) voluta da V. Orban. E ciò, a riprova che i “valori fondanti” dell’Europa –faccende tipo la democrazia inclusiva o la teoria dei diritti fondamentali crescenti- non sono dell’Europa, ma, semmai, di una parte dell’Europa: esclusa l’Ungheria, si capisce, e la Cechia, e la Polonia.

Non saprei, tra i “Sette modi di dimenticare” su cui riflette A. Assmann, qual è quello praticato da M. Zeman. Forse quello “selettivo”, che abbiamo incontrato per la prima volta sulle pagine del grande logicista polacco S. Lupasco. Oppure quello più radicale detto “repressivo”. 

Fatti suoi, potrebbe dire qualcuno. Sì, se non fosse che quel modello, del tutto personale, potrebbe applicarsi a un intero Paese, riportando in auge l’antica formula delle religioni di corte: cujus regio, eius religio….. 

Ma la questione può essere abbordata anche in un altro modo. E quindi non è che il rapporto di ciascuno di noi con ciò che non capisce, sia facile, diciamocelo. Tanto più che, diventando vecchi -come sperimento io stesso, ahimé!- non solo la nostra facoltà di capire diminuisce, ma anche-e soprattutto- si assottiglia la nostra voglia di capire. 

Capire è incorporare frammenti di novità nel nostro universo cognitivo. E’ ampliare la nostra percezione del mondo, l’intelligenza del suo funzionamento e, quindi, la nostra attitudine a viverci dentro. Qualcosa la capisci, dunque, e qualcosa no. E se non ce la fai, dunque, non ce la fai….

E tuttavia, ecco il punto, mi domando se queste faccende del tutto intime e personali possano essere dette dall’alto della propria carica politica, correndo il rischio di far scambiare per “pensiero politico” -nobile cosa- il proprio rigetto per le cose che non si capiscono.

La Chiesa cattolica manda in pensione i suoi cardinali -cioè li solleva da cariche politiche ed esecutive- all’età di 75 anni. All’Università puoi stare fino a 70 anni. Perché in politica ci puoi stare a vita e, a volte (come fu per il maresciallo Tito in Jugoslavia o per il generalissimo Franco in Spagna), anche oltre la vita? 

Angelo Turco, africanista, è uno studioso di teoria ed epistemologia della Geografia, professore emerito all’Università IULM di Milano, dove è stato Preside di Facoltà, Prorettore vicario e Presidente della Fondazione IULM.

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Blinken in visita a sorpresa in Ucraina

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in visita a sorpresa in Ucraina. Il capo della diplomazia Usa è giunto stamattina a Kiev con un treno notturno dalla Polonia. E’ previsto un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo i giornalisti al seguito di Blinken. Si tratta del quarto viaggio in Ucraina del segretario di stato americano dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. La visita è intesa a rassicurare Kiev sul continuo sostegno degli Stati Uniti e a promettere un flusso di armi in un momento in cui Mosca sta conducendo una pesante offensiva nella regione nordorientale ucraina di Kharkiv.

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‘Chora è una moschea’, scintille Erdogan-Mitsotakis

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La moschea di Kariye a Istanbul, un tempo chiesa ortodossa di San Salvatore in Chora e tesoro del patrimonio bizantino, diventa tempio della discordia tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier greco Kyriakos Mitsotakis, nel giorno della visita del leader ellenico ad Ankara proprio per confermare la stagione di buon vicinato tra i due Paesi dopo decenni di tensioni. Le divergenze sulla moschea si sono riaccese nei giorni scorsi, dopo che il 6 maggio scorso San Salvatore in Chora, chiesa risalente al V secolo e tra i più importanti esempi dell’architettura bizantina di Istanbul, è stata riaperta dopo lavori di restauro durati quattro anni.

Convertita in moschea mezzo secolo dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi ottomani del 1453, Chora è stata trasformata in un museo dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Turchia cercò di creare una repubblica laica dalle ceneri dell’Impero Ottomano. Ma nel 2020 è nuovamente diventata una moschea su impulso di Erdogan, poco dopo la decisione del presidente di riconvertire in moschea anche Santa Sofia, che come Chora era stata trasformata in un museo. La riapertura aveva suscitato malcontento ad Atene, con Mitsotakis che aveva definito la conversione della chiesa come “un messaggio negativo” e promesso alla vigilia del suo viaggio ad Ankara di chiedere a Erdogan di tornare sui suoi passi in merito. Una richiesta respinta al mittente: “La moschea Kariye nella sua nuova identità resta aperta a tutti”, ha confermato Erdogan in conferenza stampa accanto a Mitsotakis.

“Come ho detto al premier greco, abbiamo aperto al culto e alle visite la nostra moschea dopo un attento lavoro di restauro in conformità con la decisione che abbiamo preso nel 2020”, ha sottolineato. “Ho discusso con Erdogan della conversione della chiesa di San Salvatore in Chora e gli ho espresso la mia insoddisfazione”, ha indicato in risposta il leader greco, aggiungendo che questo “tesoro culturale” deve “rimanere accessibile a tutti i visitatori”. Nulla di fatto dunque sul tentativo di Atene di riscrivere il destino del luogo di culto. Ma nonostante le divergenze in merito, la visita di Mitsotakis ad Ankara segna un nuovo passo nel cammino di normalizzazione intrapreso dai due Paesi, contrapposti sulla questione cipriota e rivali nel Mediterraneo orientale. A dicembre i due leader hanno firmato una dichiarazione di “buon vicinato” per sancire una fase di calma nei rapporti iniziata dopo il terremoto che ha ucciso più di 50.000 persone nel sud-est della Turchia, all’inizio del 2023. “Oggi abbiamo dimostrato che accanto ai nostri disaccordi possiamo scrivere una pagina parallela su ciò che ci trova d’accordo”, ha sottolineato Mitsotakis accanto a Erdogan, confermando la volontà di “intensificare i contatti bilaterali”. Perché “l’oggi non deve rimanere prigioniero del passato”.

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Kiev, più di 30 località sotto il fuoco russo nel Kharkiv

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Sono ancora in corso i combattimenti nella regione di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, dove più di 30 località sono sotto il fuoco russo e quasi 6.000 residenti sono stati evacuati, secondo il governatore regionale. “Più di 30 località nella regione di Kharkiv sono state colpite dall’artiglieria nemica e dai colpi di mortaio”, ha scritto Oleg Synegoubov sui social network.

Il governatore ha aggiunto che dall’inizio dei combattimenti sono stati evacuati da queste zone un totale di 5.762 residenti. Le forze russe hanno attraversato il confine da venerdì per condurre un’offensiva in direzione di Lyptsi e Vovchansk, due città situate rispettivamente a circa venti e cinquanta chilometri a nord-est di Kharkiv, la seconda città del Paese.

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