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La protezione dell’eccellenza agroalimentare ed enogastronomica italiana. Insetti? No grazie!

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La varietà e qualità dell’enogastronomia italiana rappresenta tra le più importanti risorse del nostro Paese, e tanto ciò sia per l’indotto economico che è in grado di trainare in ogni  tempo, sia per la sostenibilità ambientale e sociale in cui letteralmente matura da millenni.

La nostra Penisola è un vero paradiso terreste e da questa Terra abbiamo avuto non solo la fortuna, ma anche la straordinaria capacità di far nascere la cultura del “buono, pulito e giusto” (motto Slow Food)  che è un nostro vanto nel mondo intero.

In questa gallery fotografica di Mario Laporta i momenti salienti di Ischia Safari 2019

L’agroalimentare prima e la trasformazione poi, coniugano dunque le fortunate e variegate caratteristiche dei nostri territori con l’arte di esaltarne ogni caratteristica. Forse istintivamente prima e consapevolmente poi, da oltre duemila anni produciamo con maestria senza pari agrumi, vegetali, uve ed olive nei territori più miti, e non di meno alleviamo  bestiame ad ogni quota e dal loro latte ne ricaviamo anche prodotti caseari unici, sempre alla ricerca della massima qualità. Del resto dai porti romani di Baia e Pozzuoli, come quelli di Ostia e Civitavecchia, già partivano vini pregiati come il celebre “Falerno”, prodotto nella Campania Felix, alla conquista di ogni angolo di mondo conosciuto all’epoca dell’impero, oppure diretti ad allietare i giorni e le notti delle ville patrizie o gli avventori dei ristori sparsi in ogni cittadina. 

Tuttavia, questo immane patrimonio economico e culturale, da qualche decennio viene costantemente minacciato da alcune scelte europee, fortunatamente mai tutte concretizzatesi, che mal si coniugano non solo con i nostri interessi nazionali, bensì con un sistema di produzione eco sostenibile e capace di esaltare il meglio di ogni nazione dell’intera Comunità. L’apertura troppo spinta verso culture e colture tanto lontane da noi, per possibilità di produzione, diversificazione e diffusione su larga scala, mettono in pericolo il delicato equilibrio che abbiamo creato durante tutto l’arco della nostra storia. 

Il riferimento più eclatante, che già si presta a diventare tabù nel nome di un politically correct, però sempre più avvelenato da ipocrisia ed interessi personali, è quello della possibilità di introdurre nella nostra dieta alimenti come l’insetto, di cui francamente ne contestiamo l’indicazione non solo per mera posizione ideologica o patriottica (che eppur non sarebbe da scartare), bensì per una scelta produttiva che non vogliamo diventi poi necessità economica,  nel nome della quale si sono sempre attuate le peggiori politiche, che hanno in larga parte devastato le nostre tradizioni e quindi ipotecato buona parte del futuro dei nostri figli.

Tutelare la ricchezza della nostra varietà alimentare significa tutelare l’identità italiana ed europea, così come per altro anche in linea con l’istituzione nel 2002 dell’’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare o anche E.F.S.A. (European Food Safety Authority), la cui sede fu finalmente decisa, dopo un lungo braccio di ferro con altri contendenti, proprio nella nostra Parma, città di eccellenza e di eccellenze anche in tal settore.

Ciò che spaventa sono le ormai solite finte suggestioni di chi ostenta un’apertura al nuovo, mal celando invece una sudditanza prona al diktat di colossi internazionali solo per poter raccattare più danaro possibile. Grazie a queste dinamiche abbiamo già subito veri e propri saccheggi nel nostro suolo nazionale, come quello del comparto economico tessile Toscano, stritolato da oltre un trentennio da una colonizzazione vandalica di imprese cinesi, quasi sempre operanti contro ogni minimo criterio in merito alla sicurezza e sfruttamento del lavoro, per non parlare dell’evasione fiscale. Una vera e propria piaga delle cavallette che si è abbattuta su imprese cardine del “Made in Italy”, a fronte di un silenzio vile e traditore di una classe politica che non ha osato muovere un dito a tutela del nostro futuro. E gli squallidi motivi non bisogna neanche elencarli.

Per non parlare del clamore che riesce a suscitare una trasmissione RAI come “Anni 20” se manda in onda un (garbato) servizio sulla futuribile possibilità di nutrirci anche di “insetti”, per scelte europee che mai giustamente condivideremo, e così solleva una isterica tensione di alcuni politici ed esponenti aziendali che sono giunti finanche a chiedere o minacciare la chiusura del programma. Tutto questo per aver ribadito una cosa già nota e fortemente sentita dalla stragrande maggioranza degli italiani. Evidentemente qualcuno già sognava di poter mettere tutto in sordina. 

Per questo, tenere alta sempre l’attenzione su ogni possibilità di svendita dei nostri gioielli culturali ed economici, significa prevenire la loro distruzione, magari auspicata da qualche burocrate europeo che non comprende, oppure addirittura odia e nulla vuole sapere, di quanta straordinaria bellezza, intensità e gusto siamo capaci. Ma di questa grande fortuna ne siamo ormai assolutamente consapevoli e nessuno potrà davvero illuderci con improbabili ragionamenti, infondati e pretestuosi, magari architettati per arricchire qualche gruppo societario che domani stabilirà la sede in qualche paradiso fiscale lontano dalla nostra Italia. Quindi non ci cascheremo ancora, perché siamo ormai consci di quanto abbiamo da perdere, e non a caso il recente comunicato di Coldiretti del 18/05/2021, rappresenta al meglio questo forte sentimento di appartenenza che si rinsalda in tempo di Coronavirus : “più di un italiano su due (54%) vorrebbe lasciare la città per andare a vivere in campagna, spinto dalla ricerca di una migliore qualità della vita ma anche dalla paura della pandemia e dalla voglia di riscoprire il senso di comunità allentato dall’emergenza sanitaria”. 

Gli insetti quindi li mangiassero loro, i soliti benpensanti ed eroi del nulla, magari fatti all’insalata o stufati con sale ed aceto per esaltarne le caratteristiche organolettiche, perché noi preferiamo uno spaghetto prodotto con grano italiano maturato al sole, condito con  succo di pomodori a chilometro zero, olio e basilico del territorio. Tutto italiano, sempre apprezzato in tutto il mondo, che di più non si può e non volgiamo.

 

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Mozzarella Dop, per la prima volta il Consorzio utilizza l’intelligenza artificiale vigilare sul prodotto

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Il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop utilizzerà l’intelligenza artificiale per l’attività di vigilanza contro le fake-mozzarelle e per contrastare il fenomeno dell’Italian sounding. Si tratta del primo progetto in Italia realizzato da un Consorzio, che punta sull’IA come strumento innovativo per la tutela di un prodotto Dop.
L’iniziativa è stata presentata nella sala Cavour del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste.
All’incontro con i giornalisti sono intervenuti Matteo Lorito, rettore dell’università FedericoII di Napoli e presidente del Comitato scientifico del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop; Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela; Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio; Angela Nobile, responsabile settore Vigilanza del Consorzio; Giorgio Ciardella, Cto Farzati Spa.
Ha moderato Mauro Rosati, direttore di Origin Italia. Il progetto, ideato dal Consorzio, è stato commissionato alla società Farzati spa, che ha messo a punto un sistema di intelligenza artificiale, una “guardia del corpo” virtuale della mozzarella di bufala campana Dop chiamata Nina (dal nome di una delle bufale più longeve e produttive nella storia del comparto), in grado di apprendere e riconoscere i pattern di autenticità degli incarti.
Questa innovazione rappresenta un salto di qualità nell’attività di vigilanza sulla mozzarella di bufala campana Dop e testimonia che, se ben utilizzata, larivoluzione dell’intelligenza artificiale può essere di grande aiuto alla tutela del Made in Italy”, ha commentato il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani ed ha aggiunto: “L’applicazione dell’IA renderà possibile per il Consorzio implementare in maniera esponenziale la propria attività di vigilanza sul mercato ma anche di fornire un servizio di monitoraggio a favore dei soci. Così per la prima volta l’agrifood di eccellenza si allea con l’innovazione tecnologica, restando al passo con le sfide del mondo globale”.
Solo nel 2023 il Consorzio ha effettuato 5mila verifiche, che si aggiungono a quelle degli altri enti deputati( Asl, carabinieri, Icqrf) per un totale di circa 15mila controlli l’anno, che fanno della Bufala Dop uno dei prodotti più tutelati in Europa.
L’obiettivo del nostro Consorzio è di potenziare sempre più la trasparenza del comparto, puntando sull’innovazione digitale. Questo progetto si aggiunge alla totale tracciabilità della filiera, che oggi, partendo da una singola mozzarella di bufala Dop consente di risalire fino alla partita di latte con cui è stata prodotta.
L’ulteriore step realizzato eleva gli standard di efficienza della filiera e consente di differenziare ancor di più la Bufala campana Dop dalle altre mozzarelle in commercio”, ha sottolineato il presidente Domenico Raimondo.
C’è tanta attività scientifica intorno al latte di bufala e alle sue caratteristiche nutraceutiche e dunque la difesadella qualità assume un valore aggiunto ancora più importante. L’intelligenza artificiale può fare molto per contrastare le frodi. Non si tratta solo di tutelare la mozzarella di bufala campana, ma la nostra cultura alimentare”, ha dichiarato il rettore Lorito, che ha anche annunciato il prossimo
grande evento: “Il 24 e 25 settembre prossimi Napoli ospiterà il primo congresso internazionale sulla mozzarella di bufala, organizzato dal Consorzio di Tutela e dalla Federico II, segnale ulteriore dell’importanza di questa filiera”.
COME FUNZIONA L’IA
Il nuovo sistema si basa su una piattaforma che sfrutta l’Intelligenza Artificiale in un processo di miglioramento continuo. L’IA cerca e verifica sul web, con tecniche di “scraping”,tutti i riferimenti che incontra sulla Mozzarella di Bufala Campana Dop, analizza in base a delle regole di apprendimento la presenza di imitazioni, contraffazioni, evocazioni e abusi. Il sistema verifica gli incarti di mozzarella Dop, imparando a distinguere quelli autentici da eventuali imitazioni, migliorando con l’esperienza e diventando sempre più preciso nel riconoscere i fake. Attraverso questo modello di apprendimento continuo, l’IA perfeziona la sua capacità di identificare i criteri di autenticità e conformità degli incarti, offrendo un livello aggiuntivo di protezione.
Il progetto è un modello di innovazione nel settore caseario, perché riesce ad offrire una soluzione concreta per garantire la trasparenza e la tracciabilità degli incarti e combattere la contraffazione. Attraverso l’impiego di tecnologie avanzate, questa
iniziativa non solo tutela uno dei prodotti più rappresentativi dell’eccellenza italiana,
ma stabilisce anche nuovi standard per l’intero settore agroalimentare”, ha spiegato  Giorgio Ciardella, Cto di Farzati.

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La mozzarella di bufala campana si affida all’IA contro i prodotti fake

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Il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop punta sull’Intelligenza Artificiale come strumento innovativo per la tutela di un prodotto Dop e ha realizzato il primo progetto in Italia per l’utilizzo dell’IA con l’obiettivo di contrastare i prodotti fake e il fenomeno dell’Italian sounding.

L’iniziativa sarà presentata in conferenza stampa il prossimo 9 aprile alle ore 11 nella sala Cavour del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste in via XX Settembre a Roma.

All’incontro con i giornalisti interverranno Matteo Lorito, rettore dell’università Federico II di Napoli e presidente del Comitato scientifico del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop; Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela; Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio; Angela Nobile, responsabile settore Vigilanza del Consorzio; Giorgio Ciardella, Cto Farzati Spa. Modera Mauro Rosati, direttore di Origin Italia.

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I formaggi più conosciuti nel mondo: al primo posto c’è la mozzarella

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I Formaggi più Conosciuti nel Mondo: Un Viaggio nel Mondo dei Sapori

Il mondo dei formaggi è un universo vasto e affascinante, dove la tradizione, la cultura e l’arte si fondono per creare gusti unici e indimenticabili. Tra le molte varietà di formaggi che popolano i mercati e le tavole di tutto il mondo, alcuni si sono distinti per la loro fama e il loro riconoscimento universale. Scopriamo insieme la classifica dei formaggi più conosciuti al mondo e deliziamoci con i loro sapori caratteristici.

1. Mozzarella

La mozzarella, il formaggio italiano per eccellenza, occupa il primo posto in questa classifica. Con la sua texture morbida e il gusto delicato, la mozzarella è un ingrediente fondamentale in molte ricette italiane, come la classica pizza Margherita e la caprese.

2. Cheddar

Originario dell’Inghilterra, il Cheddar è un formaggio dal sapore intenso e versatile. Utilizzato in una varietà di piatti, dal cheeseburger al mac and cheese, il Cheddar ha conquistato il palato di milioni di persone in tutto il mondo.

3. Feta

Proveniente dalla Grecia, la Feta è un formaggio fresco e salato, amato per la sua consistenza cremosa e il suo gusto deciso. È l’ingrediente perfetto per insalate greche, piatti a base di verdure e antipasti mediterranei.

4. Ricotta

Con la sua consistenza soffice e il suo sapore leggermente dolce, la ricotta è un formaggio italiano amato sia per dolci che per piatti salati. È l’ingrediente principale di lasagne, cannoli e molte altre prelibatezze della cucina italiana.

5. Parmigiano Reggiano

Conosciuto come il “Re dei Formaggi”, il Parmigiano Reggiano è un tesoro culinario dell’Italia. Con il suo sapore ricco e complesso, il Parmigiano Reggiano è perfetto da grattugiare su pasta, zuppe e insalate.

6. Gouda

Originario dell’Olanda, il Gouda è un formaggio semiduro con una consistenza burrosa e un sapore leggermente dolce. È delizioso da gustare da solo o accompagnato da frutta secca e marmellate.

7. Brie de Meaux

Il Brie de Meaux è un formaggio francese a pasta molle dal gusto cremoso e delicato. Con la sua crosta bianca floccata, il Brie de Meaux è un’eccellente scelta per antipasti eleganti e piatti da dessert.

8. Paneer

Originario dell’India, il Paneer è un formaggio fresco non stagionato utilizzato in molte ricette della cucina indiana. Con la sua consistenza soda e il suo sapore neutro, il Paneer si presta bene a essere marinate e grigliate.

9. Gorgonzola

Con il suo sapore pungente e la sua texture cremosa, il Gorgonzola è un formaggio italiano amato dagli amanti del gusto forte. È delizioso da gustare da solo o abbinato a frutta, miele e noci.

10. Camembert

Il Camembert è un altro formaggio francese a pasta molle, simile al Brie ma con un sapore più pronunciato. Perfetto da spalmare su pane croccante o da gustare con frutta fresca e vino bianco.

11. Mascarpone

Il Mascarpone è un formaggio italiano cremoso e delicato, noto per essere l’ingrediente principale del famoso dessert tiramisù. Con il suo sapore dolce e vellutato, il Mascarpone aggiunge ricchezza e cremosità a molte ricette dolci.

12. Burrata

La Burrata è un formaggio italiano fresco, composto da una sottile membrana di mozzarella riempita con stracciatella e panna. Con la sua consistenza cremosa e il suo gusto delicato, la Burrata è un’esplosione di sapori in ogni morso.

Questi sono solo alcuni dei formaggi più conosciuti e amati nel mondo, ognuno con le sue caratteristiche uniche e il suo posto speciale nella gastronomia globale. Che tu sia un appassionato di formaggi o un semplice amante del buon cibo, non c’è dubbio che esplorare il mondo dei formaggi sia un’esperienza gustosa e appagante.

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