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Azione legale Ue contro AstraZeneca per mancata consegna vaccini: azienda inaffidabile

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AstraZeneca “non e’ stata capace di presentare una strategia affidabile” sulle consegne dei vaccini. Con questa motivazione la Commissione europea ha avviato un’azione legale contro l’azienda anglosvedese che nel primo trimestre dell’anno ha consegnato ai 27 Paesi dell’Unione 30 milioni di dosi sui 120 milioni pattuiti. In Italia il commissario Francesco Figliuolo annuncia l’arrivo di 17 milioni di dosi per maggio e chiude a Sputnik: “Tipologie di vaccino diverse da quelle in approvvigionamento – spiega – forse servivano qualche mese fa”, ora non piu’ viste anche le quantita’ in arrivo: 62 milioni nel trimestre aprile-giugno e 94 milioni in quello successivo. E mentre diverse Regioni lanciano l’allarme sulle dosi che scarseggiano, il generale confida che se si andra’ a regime con le 500mila dosi quotidiane, entro maggio si potrebbe raggiungere l’immunizzazione della “massa critica” di over 65 e fragili ed aprire cosi’ a tutte le altre categorie. Dopo mesi di polemiche e minacce e’ arrivato dunque l’atto formale da parte di Bruxelles nei confronti di Astrazeneca. “La nostra priorita’ – ha spiegato la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides – e’ garantire che le consegne di vaccini Covid-19 avvengano per tutelare la salute” dei cittadini “dell’Unione Europea. “Ogni dose di vaccino conta. Ogni dose di vaccino salva le vite”, ha aggiunto. L’azienda ha espresso rammarico e annunciato che si difendera’ “fermamente” in tribunale, sottolineando che “dopo un anno senza precedenti, stiamo per fornire quasi 50 milioni di dosi ai Paesi Ue entro fine aprile, in linea con le nostre previsioni”. Cio’ dimostra che “AstraZeneca ha rispettato pienamente l’accordo di acquisto anticipato con la Commissione Ue. Riteniamo che qualsiasi controversia sia priva di merito”. In Italia, intanto, la campagna vaccinale prosegue verso le 500mila dosi quotidiane che, secondo il programma del generale Figliuolo, si dovrebbero raggiungere giovedi’ prossimo. Ad indicare un’accelerata c’e’ anche il dato di ieri: 258.088 iniezioni, mai cosi’ tante di domenica. Il totale e’ arrivato cosi’ a 17.881.114, pari all’89,9% delle dosi consegnate. Il ciclo e’ stato completato da 5.256.010 persone. Per gli over 80 le somministrazioni sono arrivate a 5.787.330. Dalle Regioni emerge pero’ preoccupazione, legata anche ai limiti sull’uso di AstraZeneca e J&J, consigliato al momento per gli over 60. “Bisogna dare una soluzione al problema di rischiare di non avere vaccini per una certa fascia d’eta’”, ha detto il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti. Il governatore piemontese Alberto Cirio ha lamentato che “le nostre scorte sono nuovamente agli sgoccioli. Attendiamo le consegne previste in settimana, perche’ il Piemonte e’ pronto a vaccinare 40 mila persone al giorno. Abbiamo bisogno di munizioni”. Sulla stessa linea il presidente Michele Emiliano (Puglia): “Abbiamo – ha spiegato – pochissime dosi, se avessimo le dosi avremmo gia’ finito di vaccinare tutti i pugliesi. Il governo e l’Unione europea non sono in grado di fornirci le dosi necessarie, potremmo vaccinare tutti ma non ce la facciamo perche’ non abbiamo dosi a sufficienza”. Secondo Vincenzo De Luca (Campania) “per immunizzare tutti i nostri concittadini, abbiamo bisogno perlomeno di altri 4-5 mesi se ci mandano i vaccini, che ancora non arrivano in misura adeguata in Campania”. Dalla tappa friulana del suo tour negli hub vaccinali del Paese Figliuolo rassicura. Tra giovedi’ prossimo e l’1 maggio, fa sapere, “arriveranno 4,6 milioni di dosi. A maggio poi ne avremo tra 15 e 17 milioni”. Se la ‘macchina’ andra’ a regime attestandosi intorno alle 500mila punture quotidiane potrebbe essere vicino l’obiettivo di chiudere con over 65 e fragili ed aprire cosi’ le prenotazioni alle altre categorie. “Abbiamo 12-14 regioni che non sono lontane dal traguardo, vediamo se ce la facciamo per maggio”, osserva il commissario. Sullo Sputnik il generale frena: e’ in arrivo un numero sufficiente di vaccini tra quelli autorizzati dall’Ue, rimarca, ricordando inoltre che il siero russo non ha avuto l’ok dall’Ema (l’Agenzia europea del farmaco) per tre ragioni: il dossier non e’ ancora completo, non esiste una rete di farmacovigilanza e l’azienda ha posticipato alla prima decade di maggio la visita degli ispettori europei ai siti produttivi. Il leader della Lega Matteo Salvini, comunque, insiste: “e’ dai primi di marzo – lamenta – che l’Ema lo sta esaminando. Siamo ormai a fine aprile e vorrei sapere da cittadino se funziona o se non funziona. Perche’ se non funziona, ci sono 60 Paesi al mondo che hanno sbagliato, ma se funziona, vorrei poterlo usare anche in Italia”. La Russia, peraltro, ha raggiunto quota 18,1 milioni di somministrazioni, poco piu’ dell’Italia, pari a sole 12 dosi per 100 abitanti contro le 29 italiane, che sono anche la media europea.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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