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Cronache

Chiusa indagine sull'”esame farsa” di italiano per Suarez pronto ad essere ingaggiato dalla Juventus

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La procura di Perugia ha ‘chiuso’ l’indagine su quello che è stato definito dagli inquirenti “l’esame farsa” sulla conoscenza dell’italiano sostenuto da Luis Suarez all’Universita’ per Stranieri del capoluogo umbro. Un documento necessario all’attaccante uruguaiano per acquisire la cittadinanza comunitaria e quindi – scrivono i pubblici ministeri – “essere ingaggiato dalla Juventus football club con la quale era in corso una trattativa”. In base agli accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza, il procuratore Raffaele Cantone e i sostituti Paolo Abritti e Gianpaolo Mocetti hanno notificato l’avviso di conclusione indagini (atto notificato quando il pm ritiene di non dover procedere ad archiviazione) all’ex rettrice Giuliana Grego Bolli, all’allora direttore generale Simone Olivieri, alla ex direttrice del Centro di valutazione e certificazioni linguistiche presso lo stesso Ateneo, Stefania Spina, e all’avvocato Maria Cesarina Turco. Falsita’ ideologica e materiale e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio i reati ipotizzati a vario titolo. Gli indagati avranno ora 20 giorni per chiedere di essere interrogati, presentare atti o memorie. Poi i magistrati decideranno se chiedere per loro il rinvio a giudizio o l’archiviazione. Sospeso invece fino alla definizione del troncone d’inchiesta principale, in base a quanto prevede l’articolo 371 bis del codice penale, il procedimento a carico del dirigente dell’area sportiva della Juventus, Fabio Paratici, e dell’avvocato della stessa societa’ bianconera Luigi Chiappero indagati per avere reso false informazioni al pubblico ministero. Nei capi d’accusa indicati nell’avviso di conclusione indagini, i pubblici ministeri ribadiscono che l’avvocato Turco, “legale incaricato dalla societa’ Juventus”, fu “concorrente morale e istigatrice” in relazione al reato di falsita’ ideologica. Addebito rispetto al quale Grego Bolli, Spina e Olivieri, ma anche Lorenzo Rocca che ha gia’ patteggiato uscendo dal procedimento, devono rispondere in particolare di avere attestato falsamente che l’istituzione della sessione d’esame per la certificazione della conoscenza dell’italiano, straordinaria, “era motivata da esigenze logistiche e di sicurezza (la necessita’ di evitare assembramenti in relazione all’emergenza Covid), quando invece la sessione veniva istituita ‘ad personam’ solo per consentire al calciatore di ottenere, nei tempi richiesti dalla societa’ sportiva Juventus e all’esito di una fittizia procedura d’esame”. Secondo la contestazione dei pm a Grego Bolli, Olivieri, Spina e Rocca, Suarez ricevette il 12 settembre del 2020 “il file pdf contenente l’intero svolgimento della prova” poi sostenuta cinque giorni dopo. Al termine della quale venne rilasciato al ‘pistolero’ l’attestazione della conoscenza della lingua italiana di livello B1 necessario per ottenere quella cittadinanza alla quale era “condizionato” l’esito della trattativa con la Juve. Anche se “non spiccica na parola”, “non coniuga i verbi” e “parla all’infinito” disse la professoressa Spina, intercettata. “Ma te pare che lo bocciamo” aggiunse con un non meglio identificato interlocutore. “Passera’ , perche’ con dieci milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perche’ non ha il B1” disse ancora. I pm ritengono che la condotta degli ormai ex vertici di Palazzo Gallenga fosse finalizzata “a procurare all’Universita’ per Stranieri il profitto” legato all’iscrizione all’esame di Suarez e per il corso online di preparazione (mille e 748 euro) nonche’ “i vantaggi patrimoniali derivanti dalla prospettata di un rapporto” con la Juventus “per future stabili collaborazioni nel settore della formazione linguistica di calciatori stranieri, anche del settore giovanile, e dalla diffusione a livello internazionale dell’immagine dell’Ateneo”.

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Scontro tra auto, morta una 33enne in viaggio con i due figli

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Ancora un incidente mortale sulle strade bolognesi. Poco prima delle 16, lungo la strada provinciale 61 in località Pian di Lama nel territorio di Monzuno, sull’Appennino bolognese, si è verificato uno scontro frontale tra due autovetture che provenivano da direzioni opposte.

Nel violento impatto è morta una donna di 33 anni, che viaggiava, a bordo di un’utilitaria Honda Jazz insieme ai suoi due figli: una ragazza di 18 anni e un ragazzino di 13 anni che sono stati accompagnati, dal 118, all’Ospedale Maggiore per accertamenti. Sono rimasti feriti, in modo più lieve, gli occupanti dell’altra vettura coinvolta, una Citroen C4. Sul posto, per i rilievi, sono intervenuti i carabinieri che sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto è accaduto. Ieri, sulla Statale della Futa, aveva perso la vita un motociclista 76enne uscito di strada con il suo mezzo.

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Concertone sotto tono, funestato dal maltempo

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Oltre cinquanta artisti, ma i veri protagonisti del Concertone del Primo Maggio a Roma, eccezionalmente al Circo Massimo causa lavori in piazza San Giovanni in vista del Giubileo, sono stati la pioggia, caduta incessantemente fino alla sera, e il fango dell’antica arena. Nonostante i disagi, il pubblico non ha ceduto e con l’inizio delle esibizioni serali, le più attese, ha riempito il Circo Massimo. Chi si aspettava proclami e appelli, è rimasto deluso. Il Concertone non ha avuto grossi scossoni. Persino Morgan ha smussato ogni possibile polemica per essere stato sfumato durante la sua esibizione a favore dei tg. “È stato molto rock. Molto d’avanguardia”. L’unica stoccata sul palco la manda allo Stato, reo di non tutelare abbastanza gli artisti, e poi, dietro le quinte, è la volta di X Factor: “torno ma per distruggere tutto con la bomba atomica.

A Sanremo porterei invece una bomba musicale, perché c’è bisogno di far detonare l’energia musicale”. Il brivido c’è stato alle 15, quando la diretta ha preso il via. O meglio, ha cercato di prendere il via perché un forte acquazzone ha provocato problemi tecnici che hanno costretto a interrompere prima l’esibizione dei Bloom di Giusy Ferreri e poi quella dei Cor Veleno. Venti minuti di silenzio, con Ermal Meta, conduttore con Noemi e BigMama, che chitarra e voce ha improvvisato Hallelluja di Leonard Cohen, riuscendo nell’impresa di far smettere di piovere. Per poco, ma il tempo necessario per risolvere i problemi. BigMama, dal canto suo, ha voluto dedicare il suo monologo ai giovani. “Ci dicono sempre ‘non mollare, non ti arrendere, devi farcela’. Siamo figli di questa generazione che ha paura di non farcela.

Sbagliare non è mai qualcosa di umano, la media deve essere altissima. Invece dovete ricordare che il fallimento è qualcosa di prezioso, ti fa ragionare su quanto credi nel tuo sogno, nella tua forza interiore. Io lo chiamo desiderio di rivalsa, la cosa più bella che ho”. Lo ha detto dal palco del Concertone. “Sbagliare è umano e fallire è prezioso. Sarà la vostra ambizione che muoverà il mondo. Credere nei propri sogni salva”, ha aggiunto. Noemi, invece, ha puntato i riflettori sulla condizione della donna. “Il Primo Maggio deve essere fino in fondo la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, per il lavoro, per la giustizia sociale e contro le violenza sulla donne. Le donne sono trattate peggio e pagate meno sul lavoro.

In Italia una donna su due non ha lavoro, molte donne hanno un lavoro precario o povero o costrette al part time. Nel privato lo stipendio è di circa 8mila euro più basso di quello di un uomo. Una donna su cinque lascia il lavoro dopo un figlio. Eppure le donne si laureano di più e con voti più alti”. E poi l’affondo: “In Italia si continua a dire che dovremmo fare più figli, ma non si fa abbastanza per conciliare maternità e lavoro. E solo con l’indipendenza economica le donne possono difendersi dai soprusi e dalle violenze”. Dopo la prima parte, che ha visto esibirsi tra gli altri Malika Ayane, ex-Otago, Motta, Piotta, Leo Gassmann, il concerto è ripreso con l’immancabile Bella Ciao in versione Dance. Per lasciare poi spazio a Negramaro, Rosa Linn, Rose Villain, La Rappresentante di Lista, Achille Lauro. Tra i più attesi Geolier e Ultimo.

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Auto in fiamme, muore una donna

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Tragico pomeriggio a Vado Ligure, in provincia di Savona, dove una donna è morta in circostanze misteriose a causa dell’incendio di un’auto vicino a un distributore di benzina lungo la via Aurelia. Gli eventi hanno destato preoccupazione e confusione nella comunità locale, poiché la dinamica di quanto accaduto rimane ancora avvolta nell’ombra.

Al momento, non è stata fornita alcuna chiarezza sulla natura dell’incidente. Le autorità locali stanno conducendo un’indagine approfondita per determinare se si sia trattato di un gesto deliberato o di un tragico incidente. Ciò che è certo è che la donna è stata trovata senza vita al di fuori del veicolo incendiato, a pochi passi dal distributore di benzina. La sua identità non è stata resa nota pubblicamente, in attesa di informare i familiari più stretti.

L’incidente ha richiamato prontamente l’intervento di diverse squadre di soccorso. I vigili del fuoco hanno lavorato incessantemente per domare le fiamme, mentre l’automedica del 118 ha tentato di prestare soccorso alla vittima. I carabinieri e i membri della Croce Rossa di Savona si sono mobilitati per garantire il controllo della situazione e fornire supporto alle indagini in corso.

 

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