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Attacchi via social al lavoro del Comitato Cura Domiciliare Covid, l’avvocato Grimaldi: accuse ingiuste, ne risponderanno in giudizio

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“Abbiamo appreso dalla nostra rete di attacchi gratuiti al nostro lavoro, una strumentalizzazione di quanto è stato fatto da oltre un anno per supportare i malati Covid-19 a domicilio, mentre è sempre più chiara la nostra volontà di lavorare sul territorio al fianco delle istituzioni, per costruire insieme un modello virtuoso che protocolli le cure domiciliari tempestive”. Si legge così in un comunicato stampa diffuso nelle ultime ore dal Comitato Cura Domiciliare Covid dell’avvocato Erich Grimaldi. 

Erich Grimaldi. L’avvocato napoletano che ha vinto alcune importanti battaglie anche contro Aifa

Il riferimento – sebbene non sia mai nominato nel comunicato – non può che essere ad alcuni tweet pubblicati nelle ultime ore dal noto virologo Roberto Burioni. Nel comunicato si parla infatti di attacchi in cui “si fa cenno a “terapie alternative”, con accuse prive di fondamento, che mai potrebbero essere più lontane dalla realtà”. In un tweet di ieri Burioni attacca proprio il gruppo Facebook del Comitato di Grimaldi, #TERAPIADOMICILIARECOVID19 in ogni Regione, commentando così uno screen contenente la descrizione del gruppo: “Ma un gruppo Facebook che funziona come “pronto soccorso virtuale” per terapie “alternative” anti-COVID-19 con tanto di tag “pazienti in attesa” è compatibile con le nostre leggi e con le regole dell’Ordine? È giusto sfruttare così l’angoscia e la paura dei malati?”. In un altro post Burioni lo definisce “gruppo Facebook degli allegri chirurghi”.  

Sin dalla prima ondata, il gruppo in questione, fondato dall’avvocato Grimaldi, ha avuto il merito di mettere assieme medici del territorio che hanno curato a distanza migliaia di pazienti, evitando in tanti casi l’ospedalizzazione. Dal loro confronto, è emerso poi uno schema terapeutico di cure domiciliari tempestive. Uno schema che ora Grimaldi e i suoi stanno tentando di far approvare sul territorio nazionale e nelle singole Regioni, affinché il Covid sia contrastato in modo efficace e tempestivo nei primissimi giorni di insorgenza dei sintomi. Proprio nella giornata di ieri Grimaldi ha portato la sua battaglia sino a Roma, al Ministero della Salute, dove ha incontrato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, che ha mostrato apprezzamento per il lavoro svolto dal comitato negli ultimi dodici mesi.

A legittimare ulteriormente le istanze del Comitato è intervenuta di recente un’ordinanza cautelare del Tar del Lazio, che ha sospeso gli effetti della delibera Aifa che imponeva ai medici di base di prescrivere e somministrare ai pazienti Covid a domicilio solo Tachipirina e vigile attesa, restituendo al dottore la libertà di prescrivere farmaci, in scienza e coscienza, secondo la propria esperienza.

Ancora, è degli ultimi giorni la notizia che la Regione Molise ha accolto e adottato lo schema terapeutico domiciliare e altre Regioni lo stanno prendendo in seria considerazione. L’ordinanza del Tar del Lazio ha così aperto uno squarcio, consentendo alle Regioni di muoversi in modo differente rispetto al recente passato. Anche il Piemonte ha aggiornato il suo protocollo sulla base di uno schema non dissimile da quello messo a punto dal Comitato. 

Il Molise adotta lo schema terapeutico del Comitato Cura Domiciliare Covid, una vittoria dell’avvocato Grimaldi

“L’incontro al ministero della Salute di ieri è ulteriore testimonianza di quanto sia trasparente e seria la nostra attività. Non servono altre parole per chi, nel tentativo di screditare impegno e abnegazione di seri professionisti, probabilmente cerca solo le luci della ribalta. Dovrà farlo da solo. Non ci presteremo al gioco. Chi diffama il lavoro del Comitato e dei medici, ne risponderà nelle sedi opportune”, si legge nella parte finale del comunicato. 

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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