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Esteri

Video shock, bimba di 9 anni in manette

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Un nuovo video shock sui metodi della polizia scuote gli Usa e scatena l’ira della comunita’ black. Il filmato, ripreso dalla body cam di uno degli agenti, mostra i poliziotti ammanettare e usare spray al peperoncino contro una bambina afroamericana di nove anni in preda ad una crisi psichiatrica. Nei confronti della minore vengono utilizzate maniere brutali nel tentativo di farla entrare in una volante, e le immagini sono destinate a far esplodere nuove polemiche e proteste sull’uso della forza da parte degli agenti. L’episodio e’ avvenuto a Rochester, nello stato di New York, cittadina che gia’ nel marzo scorso era finita al centro della bufera per la morte di Daniel Prude, afroamericano con problemi mentali rimasto soffocato dopo che alcuni poliziotti gli avevano coperto il capo con un cappuccio (lui aveva sputato contro di loro affermando di avere il Covid). La morte di Prude aveva scatenato un’ondata di proteste e spinto il sindaco a licenziare il capo della polizia. In questo caso, a scatenare l’indignazione generale e’ il fatto che i metodi duri siano stati usati nei confronti di una bambina di soli 9 anni. Il vice capo della polizia, Andre Anderson, ha spiegato che gli agenti hanno ricevuto una chiamata al pronto intervento in cui si citavano “problemi famigliari”, e quando sono arrivati sul posto hanno trovato la minore “che minacciava di uccidersi e di uccidere sua madre”. Nel video si vede la bambina che cerca di scappare e i poliziotti che l’ammanettano cercando di farla salire su una volante per portarla in ospedale. Alla fine la prelevano con la forza e cercano di bloccarla spruzzandole una sostanza urticante. Nel video si sente pure un’agente che minaccia di usare lo spray: “Stai seduta, questa e’ l’ultima possibilita’ oppure ti spruzzo negli occhi”. I poliziotti hanno detto di essere stati “obbligati” a fare ricorso a questi sistemi per garantire la sicurezza stessa della minore. Ma la sindaca afroamericana di Rochester, Lovely Warren, ha condannato l’uso della forza contro una bambina, preannunciando un’inchiesta interna. “Io stessa sono madre di una bambina di 10 anni – ha detto Warren – e in quanto madre dico che questo video non e’ qualcosa che vogliamo vedere”. Quindi ha esortato le forze dell’ordine a rispondere agli incidenti con maggiore empatia e comprensione, ribadendo che serve anche una migliore formazione. “Non staro’ qui a dirvi che va bene usare lo spray urticante con una bambina di 9 anni”, ha sottolineato da parte sua il capo della polizia di Rochester, Cynthia Herriott-Sullivan. Per gli attivisti locali, tuttavia, il video e’ un’ulteriore prova che la polizia tratta le persone colpite da crisi psichiatriche come criminali.

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Cronache

Le gang criminali in Svezia seducono la polizia e s’infiltrano

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Un’inchiesta giornalistica del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha portato alla luce numerosi casi in cui agenti di polizia avrebbero divulgato informazioni sensibili a membri di gang criminali. Alcuni di questi agenti avrebbero agito sotto pressioni da parenti, mentre altri avrebbero avuto rapporti intimi con individui legati alla criminalità organizzata.

Il giornale ha reso pubblici estratti di lettere d’amore inviate da una poliziotta a un membro della nota gang Foxtrot: “Sono al lavoro. Quante ore del mio tempo lavorativo ho dedicato a te? Se solo la gente sapesse”, riporta una delle lettere citate. In un altro caso, la capo squadra ‘Camilla’, specializzata in criminalità organizzata, è stata licenziata dopo essere stata sorpresa uscire da una stanza d’albergo con un membro di una gang al tempo imputato per riciclaggio: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava”, ha dichiarato l’ex capo di Camilla al quotidiano. “Abbiamo notato un cambiamento di comportamento nei criminali che stavamo monitorando. Come se sapessero. Questo è successo più volte.

“Molti dei suoi colleghi sono rimasti scioccati dall’improvviso licenziamento di Camilla, avvenuto senza alcuna spiegazione a causa della segretezza. Lo scoop giornalistico rivela che dal 2018 è stato presentato un totale di 514 denunce per presunte divulgazioni di informazioni, ma che non tutte hanno portato a sentenze e in diversi casi non si è riusciti a individuare la fonte della fuga d’informazioni. Durante questo periodo, 30 agenti di polizia sono stati giudicati un “rischio per la sicurezza” e sono stati licenziati o invitati a lasciare il loro incarico. Le informazioni divulgate comprendono dettagli su gang rivali, metodi investigativi e dettagli privati di agenti di polizia, nonché avvertimenti di arresto e perquisizioni. Dopo la rivelazione, il Ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, ha convocato una riunione con i vertici della polizia: “Si tratta di un fatto molto grave” ha dichiarato a Dagens Nyheter “La divulgazione di informazioni sensibili ai criminali è un reato e può avere conseguenze molto dannose per il lavoro condotto dalle forze di polizia. A lungo termine, rischia di minare la fiducia nel sistema di giustizia e ledere la democrazia”, ha concluso il Ministro.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Esteri

Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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