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Politica

Da scuola a sanità, ecco il Recovery Plan dell’Italia che manda in crisi il Governo

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Dagli asili nido alla telemedicina, dall’alta velocita’ al Giubileo, dai pagamenti digitali alle reti 5G. Con una dotazione di 222 miliardi il Pnrr spazia su ogni ordine di progetti per fare dell’Italia un Paese piu’ moderno, piu’ digitale, piu’ verde e piu’ inclusivo. Sei le missioni principali che a loro volta raggruppano 16 componenti: Digitalizzazione, innovazione, competitivita’ e cultura; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilita’ sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione; Salute.

DIGITALIZZAZIONE, DA CIBER SECURITY A GIUSTIZIA – La missione e’ suddivisa in tre componenti

– PA, sistema produttivo e cultura – per oltre 46 miliardi. Vi rientrano infrastrutture digitali per la raccolta dei dati (con la nascita di Poli Strategici Nazionali), per garantire piu’ servizi digitali, dalla ‘cittadinanza digitale’ alla digitalizzazione dei pagamenti, ma anche per la cyber security e la gestione di dati sensibili. Semplificare ed accelerare i processi sono le parole d’ordine per la giustizia, mentre per la digitalizzazione del sistema produttivo, che potra’ beneficiare del piano Transizione 4.0, si punta su tecnologie, ricerca, sviluppo e innovazione, reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e satellitari. Negli 8 miliardi del capitolo cultura e turismo trovano infine spazio la riqualificazione di borghi, parchi, giardini storici e periferie, un progetto speciale per Roma ‘Caput mundi’ in vista del Giubileo del 2025 e un ‘Progetto Cinecitta” per il cinema.

RIVOLUZIONE VERDE, DALL’ILVA AI BOSCHI – Ridurre le emissioni, migliorare l’efficienza energetica, proteggere e conservare l’Italia per consegnarla migliore alla Next Generation: territorio, acque, mari, patrimonio culturale e paesaggistico, citta’ e foreste. Alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica” e’ destinata la fetta maggiore di risorse: 68,9 miliardi. Si va dall’idrogeno verde alle energie rinnovabili, dalle ciclovie (con 1.000 km di piste ciclabili in citta’ e 1.626 km di piste turistiche) al rimboschimento fino al riciclo dei rifiuti. In particolare 6,3 miliardi sono destinati a progetti su “Impresa verde ed economia circolare”, 18,2 miliardi a “Transizione energetica e mobilita’ locale sostenibile”, 29,3 miliardi per “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”, 15 miliardi per “Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica”. Rientra anche la decarbonizzazione dell’ex Ilva.

INFRASTRUTTURE, ALTA VELOCITA’ E MANUTENZIONE STRADE 4.0 – Con circa 32 miliardi di risorse, l’intervento sulle infrastrutture punta a realizzare un “sistema infrastrutturale di mobilita’ moderno, digitalizzato e sostenibile”. L’intervento piu’ corposo (28,3 miliardi) e’ destinato a ferrovie e strade: si punta a rafforzare le grandi linee di comunicazione del Paese, innanzitutto ferroviarie, con un focus sul Mezzogiorno; risorse anche per la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali con maggiori criticita’. Altri 3,68 miliardi sono per intermodalita’ e logistica integrata, con investimenti per rendere i porti piu’ competitivi e sostenibili.

ISTRUZIONE, DA INSEGNANTI A SCUOLE CABLATE – Colmare il deficit di competenze che limita il potenziale di crescita, migliorare i percorsi scolastici e universitari degli studenti agevolandone l’accesso e rafforzare i sistemi di ricerca e la loro interazione con il mondo delle imprese e delle istituzioni. Sono questi i principali obiettivi del capitolo “Istruzione e ricerca” per il quale verranno stanziati un totale di 28,5 miliardi di euro: 16,7 per il potenziamento delle competenze e diritto allo studio e i restanti 11,7 per la ricerca all’impresa. Per scuola e formazione, tra i principali intenti ci sono l’aumento dell’offerta di asili nido e servizi per l’infanzia, l’ampliamento delle opportunita’ di accesso all’istruzione, il contrasto all’abbandono scolastico (14,5% in Italia contro una media UE del 10,6%) e una migliore formazione e reclutamento dei docenti. E’ inoltre previsto l’efficientamento energetico e la cablatura delle scuole.

INCLUSIONE, PRIORITA’ DONNE E GIOVANI – Intervenire sulle ‘fragilita” sociali: donne e lavoro, giovani, famiglie ‘marginali’ con una precisa attenzione alle discriminazioni di genere. La missione, con un impegno di 27,26 miliardi, e’ dedicata proprio al “sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere” e all’aumento dell’occupazione, soprattutto giovanile. Per il lavoro si ipotizza la revisione delle politiche attive, con il rafforzamento dei centri per l’impiego e la loro integrazione con i servizi sociali e con la rete degli operatori privati. La seconda componente, “Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunita’ e Terzo settore”, mira invece a supportare situazioni di fragilita’ sociale ed economica, a sostenere le famiglie e la genitorialita’. Una specifica linea d’intervento e’ pensata per le persone con disabilita’ o non autosufficienti e prevede l’incremento di infrastrutture e la messa a disposizione di servizi e reti di assistenza. Infine sono previsti “Interventi speciali di coesione territoriale” con il rafforzamento della Strategia nazionale delle aree interne rilanciata dal Piano Sud 2030.

SANITA’ PIU’ VICINA CON “CASE DELLA COMUNITA'” – Assistenza di prossimita’ e digitalizzazione sono i due snodi per i quali il governo mette in gioco 19,72 miliardi. La sanita’ – spiega il piano – deve essere “vicina ai bisogni delle persone”, con strutture sul territorio e telemedicina. La novita’ e’ l’arrivo di 2.564 “case della Comunita’”, una ogni 24.500 abitanti, che diventeranno il punto di riferimento sul territorio, anche per l’assistenza domiciliare integrata sulla quale si conta di realizzare 575 centrali di coordinamento, attivare 51.750 medici e fornire kit specializzati a 282mila pazienti. Previsti anche 730 mini-ospedali entro il 2026 e l’ammodernamento del parco tecnologico ospedaliero con l’arrivo del Fascicolo Sanitario Elettronico.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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